Vita consecrata |
30 Nella tradizione della Chiesa la professione religiosa viene considerata come un singolare e fecondo approfondimento della consacrazione battesimale in quanto, per suo mezzo, l'intima unione con Cristo, già inaugurata col Battesimo, si sviluppa nel dono di una conformazione più compiutamente espressa e realizzata, attraverso la professione dei consigli evangelici.53
Questa ulteriore consacrazione, tuttavia, riveste una sua peculiarità rispetto alla prima, della quale non è una conseguenza necessaria.54
In realtà, ogni rigenerato in Cristo è chiamato a vivere, con la forza proveniente dal dono dello Spirito, la castità corrispondente al proprio stato di vita, l'obbedienza a Dio e alla Chiesa, un ragionevole distacco dai beni materiali, perché tutti sono chiamati alla santità, che consiste nella perfezione della carità.55
Ma il battesimo non comporta per se stesso la chiamata al celibato o alla verginità, la rinuncia al possesso dei beni, l'obbedienza ad un superiore, nella forma propria dei consigli evangelici.
Pertanto la professione di questi ultimi suppone un particolare dono di Dio non concesso a tutti, come Gesù stesso sottolinea per il caso del celibato volontario ( Mt 19,10-12 ).
A questa chiamata corrisponde, peraltro, uno specifico dono dello Spirito Santo, affinché la persona consacrata possa rispondere alla sua vocazione e alla sua missione.
Per questo, come testimoniano le liturgie dell'Oriente e dell'Occidente, nel rito della professione monastica o religiosa e nella consacrazione delle vergini, la Chiesa invoca sulle persone prescelte il dono dello Spirito Santo e associa la loro oblazione al sacrificio di Cristo.56
La professione dei consigli evangelici è uno sviluppo anche della grazia del sacramento della Confermazione, ma va oltre le esigenze normali della consacrazione crismale in forza di un particolare dono dello Spirito, che apre a nuove possibilità e frutti di santità e di apostolato, come dimostra la storia della vita consacrata.
Quanto ai sacerdoti che fanno professione dei consigli evangelici, l'esperienza stessa mostra che il sacramento dell'Ordine trova una peculiare fecondità in questa consacrazione, dal momento che essa pone e favorisce l'esigenza di una appartenenza più stretta al Signore.
Il sacerdote che fa professione dei consigli evangelici è particolarmente favorito nel rivivere in sé la pienezza del mistero di Cristo, grazie anche alla spiritualità peculiare del proprio Istituto e alla dimensione apostolica del relativo carisma.
Nel presbitero infatti la vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata convergono in profonda e dinamica unità.
Di incommensurabile valore è anche il contributo recato alla vita della Chiesa dai religiosi sacerdoti integralmente dediti alla contemplazione.
Specialmente nella celebrazione eucaristica essi compiono un atto della Chiesa e per la Chiesa, al quale uniscono l'offerta di se stessi, in comunione con Cristo che si offre al Padre per la salvezza del mondo intero.57
Indice |
53 | Giovanni Paolo II, Redemptionis donum 7 |
54 | Lumen gentium 44; Giovanni Paolo II, Discorso all'Udienza Generale ( 26 ottobre 1994 ), 5 |
55 | Lumen gentium 42 |
56 | Rituale Romano, Rito della Professione religiosa: solenne benedizione o consacrazione dei professi, n. 67 e delle professe, n. 72; Pontificale Romano, Rito della consacrazione delle Vergini, n. 38: solenne preghiera di consacrazione; Eucologion sive rituale graecorum, Officium parvi habitum id est Mandiae, pp. 384-385; Pontificale iuxta ritum ecclesiae syrorum occidentalium id est Antiochiae, Ordo rituum monasticorum, Typis Polyglottis Vaticanis 1942, pp. 307-309 |
57 | S. Pier Damiani, Liber qui appellatur « Dominus vobiscum » ad Leonem eremitam: PL 145, 231-252 |