Ecclesia in Asia |
32 Nel servizio alla famiglia umana, la Chiesa si rivolge a tutti gli uomini e a tutte le donne senza distinzione, sforzandosi di costruire insieme con loro la civiltà dell'amore, fondata sui valori universali della pace, della giustizia, della solidarietà e della libertà, che trovano il pieno compimento in Cristo.
Come ha affermato con parole memorabili il Concilio Vaticano II: " Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore ".163
La Chiesa in Asia, pertanto, con la sua moltitudine di poveri e di oppressi, è chiamata a vivere una comunione di vita che si manifesta in modo particolare nell'amorevole servizio ai poveri e agli indifesi.
Se nei tempi recenti il Magistero della Chiesa ha vieppiù insistito sulla necessità di promuovere lo sviluppo autentico e integrale della persona umana,164 lo ha fatto in risposta alla reale situazione dei popoli del mondo e ad un'aumentata consapevolezza che non soltanto le azioni degli individui ma anche strutture della vita sociale, politica ed economica sono spesso nemiche dell'umano benessere.
Gli squilibri connessi col crescente divario tra coloro che beneficiano della aumentata capacità del mondo di produrre ricchezza e quanti sono lasciati ai margini del progresso esigono un cambiamento radicale sia di mentalità sia di strutture a favore della persona umana.
La grande sfida morale che sta di fronte alle Nazioni e alla comunità internazionale nei confronti dello sviluppo è di avere il coraggio di una nuova solidarietà, capace di fare passi creativi ed efficaci per superare tanto il sottosviluppo disumanizzante quanto il " supersviluppo " che tende a ridurre la persona ad una particella economica in una ragnatela di consumi sempre più oppressiva.
Mentre cerca di promuovere questo cambiamento, " la Chiesa non ha soluzioni tecniche da offrire ", ma " dà il suo primo contributo alla soluzione dell'urgente problema dello sviluppo quando proclama la verità su Cristo, su se stessa e sull'uomo, applicandola a una situazione concreta ".165
Lo sviluppo umano non è mai una semplice questione tecnica o economica.
È anzitutto una questione umana e morale.
La dottrina sociale della Chiesa, che propone un insieme di principi di riflessione, di criteri per il giudizio e di direttive per l'azione,166 è rivolta in primo luogo ai membri della Chiesa.
È essenziale che i fedeli impegnati nella promozione umana abbiano una solida comprensione di questo prezioso corpo di insegnamenti e lo rendano parte integrante della loro missione evangelizzatrice.
I Padri sinodali, perciò, hanno sottolineato l'importanza di offrire ai fedeli - in ogni attività educativa, e specialmente nei seminari e nelle case di formazione - una solida preparazione nei riguardi della dottrina sociale della Chiesa.167
I leader cristiani nella Chiesa e nella società, specialmente i laici con responsabilità nella vita pubblica, debbono essere ben formati in questo insegnamento così che possano ispirare e vivificare la società civile e le sue strutture con il lievito del Vangelo.168
La dottrina sociale della Chiesa non soltanto richiamerà questi leader cristiani ai loro doveri, ma offrirà loro anche delle linee guida per agire a favore dello sviluppo umano, e li libererà da false nozioni circa la persona e l'attività umana.
33 Gli esseri umani e non la ricchezza o la tecnologia sono gli agenti primari e i destinatari dello sviluppo.
Pertanto, il tipo di sviluppo che la Chiesa promuove va ben al di là delle questioni di economia o di tecnologia: inizia e termina con l'integrità della persona umana creata ad immagine di Dio e dotata di dignità e diritti umani inalienabili dati ad essa da Dio.
Le diverse dichiarazioni internazionali sui diritti umani e le molte iniziative da esse ispirate sono segno di una crescente attenzione a livello mondiale alla dignità della persona umana.
Purtroppo, queste dichiarazioni vengono spesso violate nella pratica.
A cinquant'anni dalla solenne proclamazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, molte persone sono ancora soggette alle più degradanti forme di sfruttamento e di manipolazione, che le riducono a vere forme di schiavitù in balia dei più potenti, di ideologie, del potere economico, di sistemi politici oppressivi, della tecnocrazia scientifica o dell'invadenza dei mass media.169
I Padri del Sinodo erano ben coscienti della persistente violazione dei diritti umani in molte parti del mondo, e in maniera particolare in Asia, dove " milioni di persone soffrono discriminazione, sfruttamento, povertà ed emarginazione ";170 essi hanno espresso la necessità che tutto il popolo di Dio in Asia giunga ad una chiara consapevolezza della sfida inevitabile e irrinunciabile connessa con la difesa dei diritti umani e con la promozione della giustizia e della pace.
34 Nella ricerca della promozione della dignità umana, la Chiesa dimostra un amore preferenziale per i poveri e i senza voce, perché il Signore si è identificato con loro in modo speciale ( Mt 25,40 ).
Questo amore non esclude nessuno, ma incarna semplicemente una priorità di servizio alla quale tutta la tradizione cristiana dà testimonianza.
" Questo amore preferenziale, con le decisioni che esso ci ispira, non può non abbracciare le immense moltitudini di affamati, di mendicanti, di senzatetto, senza assistenza medica e, soprattutto, senza speranza di un futuro migliore: non si può non prendere atto dell'esistenza di queste realtà.
L'ignorarle significherebbe assimilarci al "ricco epulone", che fingeva di non conoscere Lazzaro, il mendico giacente fuori della sua porta ( Lc 16,19-31 ) ".171
Ciò è particolarmente vero per quanto concerne l'Asia, continente con abbondanti risorse e grandi civiltà, ma dove si possono trovare alcune delle Nazioni più povere della terra e dove più della metà della popolazione soffre privazioni, povertà e sfruttamento.172
I poveri dell'Asia e del mondo troveranno sempre le migliori ragioni di speranza nel comandamento evangelico di amarsi l'un l'altro come Cristo ci ha amati ( Gv 13,34 ) e la Chiesa in Asia non può non sforzarsi con grande zelo per adempiere, in parole e in opere, quel comandamento nei confronti dei poveri.
La solidarietà con i poveri diviene più credibile se i cristiani stessi vivono in semplicità, seguendo l'esempio di Gesù.
La semplicità di vita, la fede profonda e il sincero amore verso tutti, specialmente per i poveri e i reietti, sono esempi luminosi del Vangelo all'opera.
I Padri sinodali hanno invitato i cattolici dell'Asia ad adottare uno stile di vita consono all'insegnamento del Vangelo, così da poter servire meglio la missione della Chiesa e affinché la Chiesa stessa possa diventare una Chiesa dei poveri e per i poveri.173
Nel suo amore per i poveri dell'Asia, la Chiesa si rivolge in modo speciale agli emigranti, alle popolazioni indigene e tribali, alle donne e ai bambini, poiché sono spesso vittime delle forme peggiori di sfruttamento.
Innumerevoli persone, inoltre, soffrono discriminazione a causa della loro cultura, colore, razza, casta, stato economico o modo di pensare.
Tra di essi vi sono coloro che sono oppressi a causa della loro conversione al cristianesimo.174
Mi unisco ai Padri del Sinodo nel fare appello a tutte le Nazioni affinché riconoscano il diritto alla libertà di coscienza e di religione e agli altri diritti umani fondamentali.175
Nelle attuali circostanze l'Asia sta sperimentando un flusso senza precedenti di rifugiati, di persone che cercano asilo, di emigranti e di lavoratori d'oltremare.
Nei Paesi dove arrivano, queste persone si trovano spesso senza amici, estraniati culturalmente, svantaggiati linguisticamente e vulnerabili economicamente.
Hanno bisogno di sostegno e di attenzione per poter preservare la propria dignità umana e la propria eredità culturale e religiosa.176
Nonostante le limitate risorse, la Chiesa in Asia cerca generosamente di essere una casa accogliente per quanti sono stanchi e affaticati, sapendo che nel Cuore di Gesù, dove nessuno è straniero, troveranno ristoro ( Mt 11,28-29 ).
In quasi tutte le Nazioni dell'Asia vi sono consistenti popolazioni aborigene, alcune di queste al livello più basso dell'economia.
Il Sinodo ha più volte rilevato che gli indigeni o i tribali spesso si sentono attratti dalla persona di Gesù Cristo e dalla Chiesa, comunità di amore e di servizio.177
Qui si prospetta un campo immenso di azione nell'educazione e nella sanità, come pure nel campo della promozione della partecipazione sociale.
La comunità cattolica deve intensificare il lavoro pastorale tra costoro, prestando attenzione alle loro preoccupazioni e alle questioni di giustizia che toccano la loro vita.
Ciò suppone un atteggiamento di grande rispetto per la loro religione tradizionale e i suoi valori; suppone inoltre la necessità di aiutarli ad aiutare se stessi, così che possano lavorare per migliorare la loro situazione e divenire gli evangelizzatori della propria cultura e della propria società.178
Nessuno può rimanere indifferente di fronte alle sofferenze di innumerevoli bambini in Asia, vittime di intollerabile sfruttamento e violenza, non semplicemente come risultato del male perpetrato da individui, ma spesso come conseguenza diretta di strutture sociali corrotte.
I Padri sinodali hanno identificato il lavoro minorile, la pedofilia e il fenomeno della droga come mali sociali che direttamente colpiscono i bambini ed hanno chiaramente individuato il fatto che si combinano con altri mali, come la povertà e mal concepiti programmi di sviluppo nazionale.179
La Chiesa deve fare tutto ciò che è nelle sue possibilità per vincere il potere di questi mali, agendo per conto dei più sfruttati e cercando di condurre questi piccoli all'amore di Gesù, poiché a loro appartiene il Regno di Dio ( Lc 18,16 ).180
Il Sinodo ha manifestato una speciale preoccupazione per le donne la cui situazione rimane un serio problema in Asia, dove la discriminazione e la violenza contro di esse avviene spesso tra le mura domestiche, nel luogo di lavoro e addirittura nel sistema legale.
L'analfabetismo è particolarmente diffuso tra le donne, e molte sono trattate semplicemente come oggetti nell'ambito della prostituzione, del turismo e dell'industria del divertimento.181
Nella lotta contro ogni forma di ingiustizia e di discriminazione, le donne dovrebbero trovare nella comunità cristiana un alleato, e per tale ragione il Sinodo ha proposto che le Chiese locali in Asia promuovano, ove possibile, iniziative a tutela dei diritti umani per conto delle donne.
Lo scopo deve essere quello di introdurre un cambiamento di atteggiamenti attraverso un'adeguata comprensione del ruolo degli uomini e delle donne nella famiglia, nella società e nella Chiesa attraverso una maggiore coscienza della originaria complementarità tra uomini e donne, e un maggiore apprezzamento della dimensione femminile in ogni attività umana.
Il contributo delle donne è stato troppo spesso sottovalutato o ignorato, con il risultato di un impoverimento spirituale di umanità.
La Chiesa in Asia potrebbe difendere più visibilmente ed efficacemente la dignità e la libertà delle donne incoraggiandone il ruolo nella vita della Chiesa, inclusa la vita intellettuale, ed aprendo loro maggiori opportunità per essere attivamente presenti nella missione di amore e di servizio che le è propria.182
35 Il servizio a favore dello sviluppo umano inizia con il servizio alla vita stessa, che è un grande dono datoci da Dio: egli ce lo affida come progetto e come responsabilità.
Siamo, pertanto, i custodi della vita, non i proprietari.
Abbiamo ricevuto liberamente il dono e, in atteggiamento di gratitudine, non possiamo mai esimerci dal rispettarlo e dal difenderlo, dal momento del suo inizio fino alla sua naturale conclusione.
Dal momento del concepimento, la vita umana coinvolge l'azione creatrice di Dio e rimane per sempre in un legame speciale con il Creatore, sorgente della vita e suo unico termine.
Non vi è vero progresso, né vera società civile e nemmeno promozione umana senza il rispetto della vita umana, specialmente quella di quanti non hanno voce per difendere se stessi.
La vita di ogni persona, sia quella del bimbo nel grembo materno o quella del malato, dell'handicappato o dell'anziano, è un dono per tutti.
Circa la santità della vita umana, i Padri sinodali hanno riaffermato in maniera incondizionata l'insegnamento del Concilio Vaticano II e del Magistero susseguente, compreso quello della mia Lettera enciclica Evangelium vitae.
Mi unisco a loro nell'esortare i fedeli dei loro Paesi, dove la questione demografica viene spesso usata come argomento per la necessità di introdurre l'aborto e programmi artificiali di controllo della popolazione, a resistere alla " cultura della morte ".183
Essi potranno dimostrare la loro fedeltà a Dio e il loro impegno per la vera promozione umana sostenendo e partecipando a programmi che difendono la vita di quanti non hanno il potere di difendere se stessi.
36 Seguendo le orme di Gesù Cristo che ebbe compassione per tutti e curò " ogni malattia e infermità " ( Mt 9,35 ), la Chiesa in Asia è impegnata a divenire ancora più coinvolta nella cura dei malati, poiché questo è una parte vitale della sua missione tesa ad offrire la grazia sanante di Cristo a tutta la persona.
Come il Buon Samaritano della parabola ( Lc 10,29-37 ), la Chiesa vuole prendersi cura dei malati e dei disabili in modi concreti,184 specialmente là dove le persone sono prive delle cure mediche elementari a causa della povertà e dell'emarginazione.
In diverse occasioni durante le mie visite alla Chiesa nelle differenti parti del mondo mi sono profondamente commosso per la straordinaria testimonianza cristiana offerta da religiosi e da consacrati, medici, infermieri e altri operatori sanitari, specialmente da coloro che lavorano con gli handicappati, o nel campo dei malati terminali, oppure nella lotta contro la diffusione di nuove malattie, come l'AIDS.
Sempre più gli operatori sanitari cristiani sono chiamati ad essere generosi e disinteressati nel donarsi nei confronti delle vittime della droga e dell'AIDS, spesso disprezzati ed abbandonati dalla società.185
Molte istituzioni mediche cattoliche in Asia si trovano a dover fronteggiare politiche della sanità pubblica non basate su principi cristiani, e diverse di loro si trovano appesantite da difficoltà economiche sempre maggiori.
Nonostante questi problemi, l'amore disinteressato e la sollecita professionalità degli operatori fanno di queste istituzioni un ammirevole ed apprezzato servizio alla comunità, come pure un segno particolarmente visibile ed efficace dell'inesauribile amore di Dio.
Questi operatori sanitari devono essere incoraggiati e sostenuti per il bene che compiono.
La loro perseverante dedizione ed efficienza sono il modo migliore per far sì che i valori cristiani ed etici entrino profondamente nei sistemi della sanità in Asia, trasformandoli dall'interno.186
37 In tutta l'Asia l'impegno della Chiesa nel campo dell'educazione è vasto e ampiamente visibile, ed è pertanto un elemento chiave della sua presenza tra i popoli del Continente.
In molti Paesi, le scuole cattoliche hanno un ruolo importante nell'evangelizzazione, inculturando la fede, insegnando uno stile di apertura e di rispetto, e promuovendo la comprensione interreligiosa.
Le scuole della Chiesa spesso forniscono le uniche opportunità educative per bambine, per minoranze tribali, per i poveri delle campagne e per i bambini meno privilegiati.
I Padri sinodali si sono dimostrati convinti della necessità di espandere e di sviluppare l'apostolato dell'educazione in Asia, avendo uno sguardo particolare per gli svantaggiati, così da aiutarli a prendere il posto a cui hanno diritto come cittadini a pieno titolo nella società.187
Come hanno segnalato i Padri sinodali, questo significherà che il sistema dell'educazione cattolica deve diventare ancor più chiaramente diretto alla promozione umana, fornendo un ambiente dove gli studenti ricevano non soltanto gli elementi formali dell'apprendimento ma, più in generale, una formazione umana integrale basata sugli insegnamenti di Cristo.188
Le scuole cattoliche dovrebbero continuare ad essere luoghi dove la fede può essere liberamente proposta e ricevuta.
Allo stesso modo, le università cattoliche, oltre a perseguire l'eccellenza accademica per la quale sono già note, devono mantenere una chiara identità cristiana al fine di essere lievito cristiano nelle società dell'Asia.189
38 Al temine del ventesimo secolo il mondo è ancora minacciato da forze che generano conflitti e guerre, e l'Asia certamente non ne è esente.
Fra queste forze si annoverano l'intolleranza e l'emarginazione di ogni tipo: sociale, culturale, politica ed anche religiosa.
Giorno dopo giorno nuova violenza viene esercitata su individui e su popoli interi, e la cultura della morte prende piede nell'ingiustificabile ricorso alla violenza per risolvere le tensioni.
Di fronte alla tragica situazione di conflitto esistente in troppe parti del mondo, la Chiesa è chiamata ad essere profondamente coinvolta negli sforzi internazionali e interreligiosi per far trionfare la pace, la giustizia e la riconciliazione.
Essa continua ad insistere sul negoziato e sulla soluzione non militare dei conflitti, e attende il giorno in cui le Nazioni abbandoneranno la guerra quale strumento per venire a capo delle rivendicazioni o quale mezzo per risolvere le dispute.
Essa è convinta che la guerra crei maggiori problemi di quanti ne risolva, che il dialogo sia l'unica strada giusta e nobile per giungere all'accordo e alla riconciliazione, e che l'arte paziente e saggia dell'edificazione della pace è benedetta in maniera speciale da Dio.
Particolarmente preoccupante nel contesto asiatico è l'incremento di arsenali di armi di distruzione di massa: ciò costituisce una spesa immorale e rovinosa nei piani di bilancio nazionali, che in alcuni casi non possono soddisfare neppure i bisogni fondamentali del popolo.
I Padri del Sinodo hanno parlato pure dell'enorme numero di mine antiuomo in Asia, che hanno mutilato o ucciso centinaia di migliaia di persone innocenti, rendendo inutilizzabili allo stesso tempo terreni fertili che avrebbero potuto essere usati per la produzione di cibo.190
È responsabilità di tutti, specialmente di chi governa le Nazioni, adoperarsi con maggiore energia a favore del disarmo.
Il Sinodo ha invocato la fine della costruzione, della vendita e dell'uso di armi nucleari, chimiche e biologiche ed ha esortato quanti hanno disseminato mine nel terreno ad aiutare nell'opera di bonifica e di ricostruzione.191
Al di sopra di tutto, i Padri sinodali hanno invocato Dio, che conosce le profondità di ogni coscienza umana, affinché ponga sentimenti di pace nel cuore di quanti sono tentati di seguire le vie della violenza, così che possa divenire realtà la visione della Bibbia: " Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell'arte della guerra " ( Is 2,4 ).
Il Sinodo ha ascoltato molte testimonianze sulle sofferenze del popolo dell'Iraq, e come molti iracheni, specie i bambini, siano morti a causa della mancanza di medicine e di altri beni di prima necessità in conseguenza del persistente embargo.
Insieme con i Padri sinodali, esprimo ancora una volta la mia solidarietà al popolo dell'Iraq e sono particolarmente vicino nella preghiera e nella speranza ai figli e alle figlie della Chiesa di quel Paese.
Il Sinodo ha supplicato Dio di illuminare le coscienze di quanti hanno la responsabilità di dare giusta soluzione alla crisi, affinché ad un popolo già duramente provato siano risparmiate ulteriori sofferenze e lacrime.192
39 I Padri del Sinodo hanno riconosciuto l'importanza del processo di globalizzazione economica nel considerare la questione della promozione umana in Asia.
Pur prendendo atto dei molteplici aspetti positivi della globalizzazione, hanno rilevato anche il fatto che essa si è risolta a svantaggio dei poveri193 per l'intrinseca tendenza a spingere le Nazioni più povere ai margini dei rapporti internazionali di carattere economico e politico.
Molti Paesi asiatici non sono in grado di inserirsi in una economia globale di mercato.
Forse anche più significativo è poi l'aspetto di una globalizzazione culturale, resa possibile dai moderni mezzi di comunicazione: essa sta rapidamente attirando le società asiatiche in una cultura consumistica globale, secolarizzata e materialistica.
Ne risulta l'erosione della famiglia tradizionale e dei valori sociali che fino ad ora hanno sostenuto popoli e società.
Tutto ciò rende evidente che gli aspetti etici e morali della globalizzazione devono essere direttamente affrontati dai capi delle Nazioni e dalle organizzazioni coinvolte nella promozione umana.
La Chiesa insiste sulla necessità di una " globalizzazione senza marginalizzazione ".194
Con i Padri del Sinodo, invito le Chiese particolari dovunque, specialmente quelle che sono nelle regioni dell'Occidente, ad operare per far sì che la dottrina sociale della Chiesa abbia il dovuto impatto nella formulazione delle norme etiche e giuridiche che regolano il mercato libero mondiale e i mezzi di comunicazione sociale.
I leader e i professionisti cattolici dovrebbero spronare le istituzioni governative e internazionali della finanza e del commercio a riconoscere e a rispettare queste norme.195
40 Inoltre, nel perseguimento della giustizia in un mondo contrassegnato da ineguaglianze sociali ed economiche, la Chiesa non può ignorare il pesante fardello del debito nel quale sono incorse molte Nazioni asiatiche in via di sviluppo, con le conseguenze che ne derivano per il loro presente e il loro futuro.
In molti casi, questi Paesi sono obbligati a tagliare le spese per le necessità vitali, come il cibo, la sanità, la casa e l'educazione, per pagare i debiti nei confronti delle agenzie monetarie internazionali e delle banche.
Questo significa che molte persone sono intrappolate in condizioni di vita che sono un affronto alla dignità umana.
Pur cosciente delle complessità della materia, il Sinodo ha affermato che tale problematica mette alla prova la capacità di popoli, di società e di governi nel valutare la persona umana e le vite di milioni di esseri umani al di sopra e al di là della considerazione dei vantaggi economici e materiali.196
L'avvicinarsi del Grande Giubileo dell'Anno 2000 è un tempo favorevole per le Conferenze episcopali del mondo, specialmente quelle delle Nazioni più ricche, per incoraggiare le agenzie monetarie internazionali e le banche ad esplorare modi atti ad alleviare la situazione del debito internazionale.
Tra i più ovvi vi è la rinegoziazione dei debiti, con una sostanziale riduzione o addirittura la totale cancellazione, come pure iniziative d'affari e investimenti per assistere le economie dei Paesi più poveri.197
Allo stesso tempo, i Padri sinodali hanno avuto una parola anche per le nazioni debitrici, sottolineando la necessità di sviluppare il senso della responsabilità nazionale, ricordando loro l'importanza di una saggia pianificazione economica, della trasparenza e del buon governo, ed invitandole ad impegnarsi in una decisa campagna contro la corruzione.198
Hanno fatto appello ai cristiani dell'Asia, affinché condannino ogni forma di corruzione ed appropriazione indebita di fondi pubblici da parte di chi ha il potere politico.199
I cittadini dei Paesi debitori sono stati troppo spesso vittime di sprechi ed inefficienza all'interno, prima di cadere vittime della crisi del debito internazionale.
41 Quando la preoccupazione per il progresso economico e tecnologico non è accompagnata da uguale preoccupazione per l'equilibrio dell'ecosistema, la nostra terra è inevitabilmente esposta a seri guasti ecologici, con grave danno al bene degli esseri umani.
Il disprezzo per l'ambiente naturale che è sotto gli occhi di tutti continuerà fintantoché la terra e il suo potenziale sono visti semplicemente come oggetto di immediato uso e consumo, come una cosa da manipolare per lo sfrenato desiderio di profitto.200
È compito dei cristiani e di quanti guardano a Dio come Creatore di proteggere l'ambiente restaurando il senso di rispetto per tutte le creature di Dio.
È volontà del Creatore che l'uomo operi nella natura non come uno sfruttatore spietato, ma come amministratore saggio e responsabile.201
I Padri sinodali hanno invocato in modo speciale una maggiore responsabilità da parte dei capi delle Nazioni, dei legislatori, del mondo degli affari e di quanti sono direttamente coinvolti nell'amministrare le risorse della terra.202
Hanno poi sottolineato la necessità di educare le persone, specie i giovani, alla responsabilità ambientale, insegnando loro l'arte affidata da Dio all'umanità di gestire la creazione.
La protezione dell'ambiente non è soltanto una questione tecnica, ma anche e soprattutto una questione etica.
Tutti hanno il dovere morale di prendersi cura dell'ambiente, non soltanto per il proprio bene, ma anche per il bene delle generazioni future.
Nel concludere queste riflessioni, vale la pena ricordare che facendo appello ai cristiani perché lavorino e si sacrifichino al servizio dello sviluppo umano, i Padri del Sinodo hanno fatto riferimento ai valori fondamentali della tradizione biblica ed ecclesiale.
L'antico Israele ha insistito appassionatamente sull'inscindibile legame tra l'adorazione di Dio e la cura del debole, rappresentato in modo tipico nelle Scritture come " la vedova, lo straniero e l'orfano " ( Es 22,21-22; Dt 10,18; Dt 27,19 ), i quali nelle società di quel tempo erano i più esposti alla minaccia dell'ingiustizia.
Molte volte nei Profeti sentiamo l'invocazione alla giustizia, al giusto ordine della società umana senza i quali non vi può essere vero culto a Dio ( Is 1,10-17; Am 5,21-24 ).
Negli ammonimenti dei Padri sinodali, pertanto, udiamo una eco dei Profeti che erano pieni di Spirito di Dio, il quale vuole " l'amore e non il sacrificio " ( Os 6,6 ).
Gesù fece sue queste parole ( Mt 9,13 ) e la stessa cosa vale per i santi di ogni tempo e di ogni luogo.
Consideriamo le parole di san Giovanni Crisostomo: " Vuoi onorare il corpo di Cristo? Non ignorarlo quando è nudo.
Non dargli onori di seta nel tempio per poi dimenticarlo quando fuori lo vedi infreddolito e nudo.
Colui che disse "Questo è il mio corpo" è lo stesso che disse pure "Mi hai visto affamato e non mi hai dato da mangiare" […].
Quale bene c'è se la Mensa eucaristica scricchiola sotto il peso dei calici d'oro mentre Cristo sta morendo di fame?
Inizia a placare la sua fame, e poi con ciò che ti rimane puoi adornare anche l'altare! ".203
Nell'appello del Sinodo per lo sviluppo umano e per la giustizia nei rapporti umani, udiamo una voce che è simultaneamente antica e nuova.
È antica perché sorge dalle profondità della nostra tradizione cristiana, che guarda a quella profonda armonia che il Creatore intende; è nuova perché parla proprio della situazione immediata di moltissime persone nell'Asia di oggi.
Indice |
163 | Gaudium et Spes 1 |
164 | Per molti aspetti il punto di partenza fu la Lettera enciclica
Rerum novarum di Papa Leone XIII ( 15 maggio 1891 ) che introdusse una serie di solenni dichiarazioni su vari aspetti della questione sociale. Fra queste vi è stata la Lettera enciclica
Populorum progressio ( 26 marzo 1967 ) che Papa Paolo VI pubblicò come risposta agli insegnamenti del Concilio Vaticano II e alle mutate situazioni del mondo. Per commemorare il 20 anniversario di questo Documento ho scritto la Lettera enciclica Sollicitudo rei socialis ( 30 dicembre 1987 ) nella quale, seguendo il Magistero precedente, ho invitato tutti i fedeli a considerarsi chiamati ad una missione di servizio che include necessariamente la promozione dello sviluppo umano integrale |
165 | Giovanni Paolo II, Sollicitudo Rei Socialis 41 |
166 | Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. sulla libertà cristiana e sulla liberazione Libertatis conscientia ( 22 marzo 1986 ), 72: AAS 79 ( 1987 ), 586 |
167 | Propositio 22 |
168 | Propositio 21 |
169 | Giovanni Paolo II,
Christifideles Laici 5; Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae 18 |
170 | Propositio 22; Propositio 39 |
171 | Giovanni Paolo II,
Sollicitudo Rei Socialis 42; Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. sulla libertà cristiana e sulla liberazione Libertatis conscientia ( 22 marzo 1986 ), 68: AAS 79 (1987), 583 |
172 | Propositio 44 |
173 | Propositio 44 |
174 | Propositio 39 |
175 | Propositio 22 |
176 | Propositio 36 |
177 | Propositio 38 |
178 | Propositio 38 |
179 | Propositio 33 |
180 | Propositio 33 |
181 | Propositio 35 |
182 | Propositio 35 |
183 | Propositio 32 |
184 | Giovanni Paolo II, Salvifici doloris 28-29 |
185 | Propositio 20 |
186 | Propositio 20 |
187 | Propositio 21 |
188 | Propositio 21 |
189 | Propositio 21 |
190 | Propositio 23 |
191 | Propositio 23 |
192 | Propositio 55 |
193 | Propositio 49 |
194 | Giovanni Paolo II, Messaggio per la giornata mondiale della pace del 10 gennaio 1998, 3: AAS 90 ( 1998 ), 50 |
195 | Propositio 49 |
196 | Propositio 48 |
197 | Giovanni Paolo II, Tertio Millennio Adveniente 51 |
198 | Propositio 48 |
199 | Propositio 22; Giovanni Paolo II, Sollicitudo Rei Socialis 44 |
200 | Giovanni Paolo II, Redemptor Hominis 15 |
201 | Giovanni Paolo II, Redemptor Hominis 15 |
202 | Propositio 47 |
203 | Hom. in Matth., 50, 3-4: PG 58, 508-509 |