Ecclesia in Europa |
81 Momento paradigmatico ed altamente evocativo in ordine alla celebrazione del Vangelo della speranza è il giorno del Signore.
Nel contesto attuale, le circostanze rendono precaria la possibilità per i cristiani di vivere pienamente la domenica come giorno dell'incontro con il Signore.
Avviene non di rado che essa sia ridotta a « fine settimana », a semplice tempo di evasione.
Occorre perciò un'azione pastorale articolata a livello educativo, spirituale e sociale, che aiuti a viverne il senso vero.
82 Rinnovo, pertanto, l'invito a ricuperare il significato più profondo del giorno del Signore:138 venga santificato con la partecipazione all'Eucaristia e con un riposo ricco di letizia cristiana e di fraternità.
Sia celebrato come centro di tutto il culto, preannuncio incessante della vita senza fine, che rianima la speranza e incoraggia nel cammino.
Non si tema, perciò, di difenderlo contro ogni attacco e di adoperarsi perché, nell'organizzazione del lavoro, esso sia salvaguardato, così che possa essere giorno per l'uomo, a vantaggio dell'intera società.
Se, infatti, la domenica fosse privata del suo significato originario e in essa non fosse possibile dare spazio adeguato alla preghiera, al riposo, alla comunione e alla gioia, potrebbe succedere che « l'uomo rimanga chiuso in un orizzonte tanto ristretto che non gli consente più di vedere il "cielo".
Allora, per quanto vestito a festa, diventa intimamente incapace di "far festa" ».139
E senza la dimensione della festa, la speranza non troverebbe una casa dove abitare.
Indice |
138 | Propositio 14 |
139 | Giovanni Paolo II, Dies Domini 4 |