Africae munus

Indice

Sulla chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace

All'Episcopato, al clero, alle persone consacrate e ai fedeli laici

« Voi siete il sale della terra … Voi siete la luce del mondo » ( Mt 5,13.14 )

Introduzione

1. L'impegno dell'Africa per il Signore Gesù Cristo è un tesoro prezioso che affido, in questo inizio del terzo millennio, ai Vescovi, ai sacerdoti, ai diaconi permanenti, alle persone consacrate, ai catechisti e ai laici di quel caro Continente e delle Isole vicine.

Questa missione porta l'Africa ad approfondire la vocazione cristiana.

La invita a vivere, nel nome di Gesù, la riconciliazione tra le persone e le comunità, e a promuovere per tutti la pace e la giustizia nella verità.

2. Ho voluto che la seconda Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, svoltasi dal 4 al 25 ottobre 2009, si collocasse in continuità con l'Assemblea del 1994 che s'è posta « come evento di speranza e di risurrezione, nel momento stesso in cui le vicende umane sembravano piuttosto spingere l'Africa allo scoraggiamento e alla disperazione ».1

L'Esortazione apostolica postsinodale Ecclesia in Africa del mio Predecessore, il beato Giovanni Paolo II, raccoglieva gli orientamenti e le scelte pastorali dei Padri sinodali per una nuova evangelizzazione del Continente africano.

Era opportuno, al termine del primo decennio di questo terzo millennio, ravvivare la nostra fede e la nostra speranza per contribuire a costruire un'Africa riconciliata, attraverso le vie della verità e della giustizia, dell'amore e della pace ( cfr Sal 85,11 )!

Con i Padri sinodali ricordo che « se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori » ( Sal 127,1 ).

3. Una vitalità ecclesiale eccezionale e lo sviluppo teologico della Chiesa come Famiglia di Dio2 sono stati i risultati più visibili del Sinodo del 1994.

Per dare alla Chiesa di Dio nel Continente africano e nelle isole adiacenti un nuovo impulso carico di speranza e di carità evangelica mi è parso necessario convocare una seconda Assemblea sinodale.

Sostenute dalla quotidiana invocazione dello Spirito Santo e dalla preghiera di innumerevoli fedeli, le Sessioni sinodali hanno prodotto frutti che mi auguro di trasmettere mediante questo documento alla Chiesa universale, e in modo particolare alla Chiesa in Africa,3 affinché sia veramente « sale della terra » e « luce del mondo » ( cfr Mt 5,13.14 ).4

Animata da una « fede che si rende operosa per mezzo della carità » ( Gal 5,6 ), la Chiesa desidera portare frutti di carità: la riconciliazione, la pace e la giustizia ( cfr 1 Cor 13,4-7 ).

È questa la sua specifica missione.

4. La qualità degli interventi dei Padri sinodali e delle altre persone che sono intervenute durante le Sessioni, mi ha impressionato.

Il realismo e la lungimiranza dei loro contributi hanno dimostrato la maturità cristiana del Continente.

Non hanno avuto paura di misurarsi con la verità e hanno cercato sinceramente di pensare a possibili soluzioni dei problemi che affrontano le loro Chiese particolari, e anche la Chiesa universale.

Hanno anche constatato che le benedizioni di Dio, Padre di tutti, sono incalcolabili.

Dio non abbandona mai il suo popolo.

Non mi sembra necessario dilungarmi sulle diverse situazioni sociopolitiche, etniche, economiche o ecologiche che vivono quotidianamente gli Africani e che non possono essere ignorate.

Gli Africani sanno meglio di chiunque altro quanto, purtroppo molto spesso, queste situazioni siano difficili, drammatiche e anche tragiche.

Rendo omaggio agli Africani e a tutti i cristiani di quel Continente che le affrontano con coraggio e dignità.

Essi desiderano, a ragione, che tale dignità sia riconosciuta e rispettata.

Posso loro assicurare che la Chiesa rispetta e ama l'Africa.

5. Di fronte alle numerose sfide che l'Africa desidera raccogliere per diventare sempre più una terra di promesse, la Chiesa potrebbe essere tentata, come Israele, dallo scoraggiamento, ma i nostri padri nella fede ci hanno mostrato il giusto atteggiamento da avere.

Così Mosè, il servo del Signore, « per fede […] rimase saldo, come se vedesse l'invisibile » ( Eb 11,27 ).

L'autore della Lettera agli Ebrei ce lo ricorda: « La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede » ( Eb 11,1 ).

Esorto dunque la Chiesa intera a posare sull'Africa questo sguardo di fede e di speranza.

Gesù Cristo, che ci ha invitati ad essere « il sale della terra » e « la luce del mondo » ( Mt 5,13.14 ), ci offre la potenza dello Spirito per realizzare sempre meglio questo ideale.

6. Nel mio pensiero, la Parola di Cristo: « Voi siete il sale della terra … voi siete la luce del mondo », doveva essere il filo conduttore del Sinodo e anche quello del periodo post-sinodale.

Rivolgendomi, a Yaoundé, all'insieme dei fedeli africani, avevo detto: « Mediante Gesù, duemila anni fa, Dio stesso ha portato il sale e la luce all'Africa.

Da allora, il seme della sua presenza è sepolto nelle profondità del cuore di questo amato Continente ed esso germoglia poco a poco al di là e attraverso le vicissitudini della sua storia umana ».5

7. L'Esortazione Ecclesia in Africa ha fatto propria « l'idea-guida » della Chiesa « Famiglia di Dio », e in essa i Padri sinodali « hanno riconosciuto una espressione della natura della Chiesa particolarmente adatta per l'Africa.

L'immagine pone, in effetti, l'accento sulla premura per l'altro, sulla solidarietà, sul calore delle relazioni, sull'accoglienza, il dialogo e la fiducia ».6

L'Esortazione invita le famiglie cristiane africane a diventare « Chiese domestiche »7 per aiutare le loro rispettive comunità a riconoscere che appartengono ad un solo e medesimo Corpo.

Tale immagine è importante non solo per la Chiesa in Africa, ma anche per la Chiesa universale, in un'epoca in cui la famiglia è minacciata da coloro che vogliono una vita senza Dio.

Privare di Dio il Continente africano significherebbe farlo morire a poco a poco, togliendogli la sua anima.

8. Nella tradizione vivente della Chiesa, in risposta alla spinta dell'Esortazione Ecclesia in Africa,8 vedere la Chiesa come una famiglia e una fraternità equivale a restaurare un aspetto del suo patrimonio.

In questa realtà dove Gesù Cristo, « il primogenito tra molti fratelli » ( Rm 8,29 ), ha riconciliato tutti gli uomini con Dio Padre ( cfr Ef 2,14-18 ) e ha donato lo Spirito Santo ( cfr Gv 20,22 ), la Chiesa diventa a sua volta portatrice di questa Buona Novella della filiazione divina di ogni persona umana.

Essa è chiamata a trasmetterla a tutta l'umanità, proclamando la salvezza realizzata per noi da Cristo, celebrando la comunione con Dio e vivendo la fraternità nella solidarietà.

9. La memoria dell'Africa conserva il ricordo doloroso delle cicatrici lasciate dalle lotte fratricide tra le etnie, dalla schiavitù e dalla colonizzazione.

Ancora oggi il Continente si trova di fronte a rivalità, a nuove forme di schiavitù e di colonizzazione.

La prima Assemblea Speciale l'aveva paragonata all'uomo vittima dei briganti, lasciato moribondo sul bordo della strada ( cfr Lc 10,25-37 ).

Per questo si è potuto parlare della « marginalizzazione » dell'Africa.

Una tradizione nata in terra africana identifica il buon Samaritano con il Signore Gesù stesso e invita alla speranza.

Clemente di Alessandria infatti scriveva: « Chi, più di lui, ha avuto pietà di noi, che eravamo per così dire messi a morte dalle potenze del mondo delle tenebre, prostrati da una quantità di ferite, di paure, di desideri, di ire, di angosce, di menzogne e di piaceri? L'unico medico di queste ferite è Gesù ».9

Ci sono allora numerosi motivi di speranza e di azione di grazie.

Così, per esempio, malgrado le grandi pandemie – come la malaria, l'AIDS, la tubercolosi, e altre – che decimano la sua popolazione e che la medicina cerca sempre più efficacemente di sradicare, l'Africa mantiene la sua gioia di vivere, di celebrare la vita che proviene dal Creatore nell'accoglienza delle nascite perché crescano la famiglia e la comunità umana.

Vedo ugualmente un motivo di speranza nel ricco patrimonio intellettuale, culturale e religioso di cui l'Africa è depositaria.

Essa desidera preservarlo, esplorarlo maggiormente e farlo conoscere al mondo.

Si tratta di un apporto essenziale e positivo.

10. La seconda Assemblea sinodale per l'Africa si è soffermata sul tema della riconciliazione, della giustizia e della pace.

La ricca documentazione che mi è stata rimessa dopo l'Assise – i Lineamenta, l'Instrumentum laboris, le relazioni redatte prima e dopo la discussione, gli interventi e i verbali dei gruppi di lavoro – invita a « trasformare la teologia in pastorale, cioè in un ministero pastorale molto concreto, in cui le grandi visioni della Sacra Scrittura e della Tradizione vengono applicate all'operare dei Vescovi e dei sacerdoti in un tempo e in un luogo determinati ».10

11. È dunque per sollecitudine paterna e pastorale che indirizzo questo documento all'Africa di oggi, che ha conosciuto i traumi e i conflitti che sappiamo.

L'uomo è plasmato dal suo passato, ma vive e cammina nell'oggi.

E guarda al futuro.

Come il resto del mondo, l'Africa vive uno choc culturale che minaccia le fondamenta millenarie della vita sociale e rende talvolta difficile l'incontro con la modernità.

In questa crisi antropologica che si trova ad affrontare, il Continente africano potrà trovare vie di speranza instaurando un dialogo tra i membri delle componenti religiose, sociali, politiche, economiche, culturali e scientifiche.

Avrà allora bisogno di ritrovare e promuovere una concezione della persona e del suo rapporto con la realtà basata su un rinnovamento spirituale profondo.

12. Nell'Esortazione Ecclesia in Africa, Giovanni Paolo II faceva notare che « nonostante la civiltà contemporanea del "villaggio globale", in Africa come altrove nel mondo lo spirito di dialogo, di pace e di riconciliazione è lungi dall'abitare nei cuori di tutti gli uomini.

Le guerre, i conflitti, gli atteggiamenti razzisti e xenofobi dominano ancora troppo il mondo delle relazioni umane ».11

La speranza, che caratterizza la vita autenticamente cristiana, ricorda che lo Spirito Santo è all'opera dappertutto, anche nel Continente africano, e che le forze della vita, che nascono dall'amore, prevalgono sempre sulle forze della morte ( cfr Ct 8,6-7 ).

Perciò i Padri sinodali hanno visto che le difficoltà incontrate dai Paesi e dalle Chiese particolari in Africa non rappresentavano ostacoli insormontabili, ma che piuttosto sfidavano ciò che di meglio vi è in noi: la nostra immaginazione, la nostra intelligenza, la nostra vocazione a seguire senza riserve i passi di Gesù Cristo, a ricercare Dio, « Amore eterno e Verità assoluta ».12

Con tutti i protagonisti della società africana, la Chiesa si sente dunque chiamata a raccogliere queste sfide.

È, in qualche modo, come un imperativo del Vangelo.

13. Con questo documento, desidero offrire i frutti e gli incoraggiamenti del Sinodo, e invito tutti gli uomini di buona volontà a considerare l'Africa con sguardo di fede e di carità, per aiutarla a diventare, per mezzo di Cristo e dello Spirito Santo, luce del mondo e sale della terra ( cfr Mt 5,13.14 ).

Un tesoro prezioso è presente nell'anima dell'Africa, in cui scorgo « un immenso "polmone" spirituale per un'umanità che appare in crisi di fede e di speranza »,13 grazie alle straordinarie ricchezze umane e spirituali dei suoi figli, delle sue culture multicolori, del suo suolo e del suo sottosuolo dalle immense risorse.

Tuttavia, per stare in piedi, con dignità, l'Africa ha bisogno di sentire la voce di Cristo che proclama oggi l'amore per l'altro, anche per il nemico, fino al dono della propria vita, e che prega oggi per l'unità e la comunione di tutti gli uomini in Dio ( cfr Gv 17,20-21 ).

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1 Giovanni Paolo II, Esort. ap. postsinodale Ecclesia in Africa, 1 ( 14 settembre 1995 )
2 Cfr I Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, Messaggio finale, 24-25 ( 6 maggio 1994 );
Giovanni Paolo II, Esort. ap. postsinodale Ecclesia in Africa, 63 ( 14 settembre 1995 )
3 Cfr II Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, Propositio 1
4 Cfr Propositio 2
5 Benedetto XVI, Discorso al Consiglio Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi ( Yaoundé, 19 marzo 2009 ): AAS 101 (2009), 310
6 Giovanni Paolo II, Esort. ap. postsinodale Ecclesia in Africa, 63 ( 14 settembre 1995 )
7 Cfr n. 92;
Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen gentium, 11;
Decr. sull'apostolato dei laici Apostolicam actuositatem, 11;
Giovanni Paolo II, Esort. ap. postsinodale Familiaris consortio, 21 ( 22 novembre 1981 )
8 Cfr n. 63
9 Quis dives salvetur, 29: PG 9, 633
10 Benedetto XVI, Discorso alla Curia Romana ( 21 dicembre 2009 ): AAS 102 (2010), 35
11 N. 79
12 Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate, 1 ( 29 giugno 2009 )
13 Id., Omelia nella Messa di apertura della II Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi ( 4 ottobre 2009 ): AAS 101 (2009), 907