Lunedì, 29 settembre 2014
La lotta contro i piani astuti di distruzione e disumanizzazione portati avanti dal demonio - che « presenta le cose come se fossero buone » inventando persino « spiegazioni umanistiche » - è « una realtà quotidiana ».
E se ci facciamo da parte, « saremo sconfitti ».
Ma abbiamo la certezza di non essere soli in questa lotta, perché il Signore ha affidato agli arcangeli il compito di difendere l'uomo.
Ed è proprio il ruolo di Michele, Gabriele e Raffaele che Papa Francesco ha ricordato nella messa celebrata lunedì 29 settembre, giorno della loro festa, nella cappella della Casa Santa Marta.
Il Pontefice ha fatto subito notare che « le due letture che abbiamo ascoltato - sia quella del profeta Daniele ( Dn 7,9-10.13-14 ) sia quella del vangelo secondo Giovanni ( Gv 1,47-51 ) - ci parlano di gloria: la gloria dal cielo, la corte del cielo, l'adorazione nel cielo ».
Dunque, ha spiegato, « c'è la gloria » e « in mezzo a questa gloria c'è Gesù Cristo ».
Dice, infatti, Daniele: « Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile ad un figlio d'uomo.
Gli furono dati potere, gloria e regno.
Tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano ».
Ecco dunque, ha detto Francesco, « Gesù Cristo, davanti al Padre, nella gloria del cielo ».
Una realtà che la liturgia rilancia anche nel Vangelo.
Così, ha proseguito il Papa, « a Natanaèle che si stupiva, Gesù dice: Ma, vedrai cose più grandi.
Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell'uomo ».
E « prende l'immagine della scala di Giacobbe: Gesù è al centro della gloria, Gesù è la gloria del Padre ».
Una gloria che, ha chiarito il vescovo di Roma, « è promessa in Daniele, è promessa in Gesù.
Ma è anche promessa fatta nell'eternità ».
Il Pontefice ha poi fatto riferimento all'« altra lettura » tratta dall'Apocalisse ( Ap 12,7-12 ).
Anche in quel testo, ha precisato, « si parla di gloria, ma come lotta ».
Vi si legge infatti: « Scoppiò una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago.
Il drago combatteva insieme ai suoi angeli, ma non prevalse e non vi fu più posto per loro in cielo.
E il grande drago, il serpente antico, colui che è chiamato diavolo e il Satana, e che seduce tutta la terra abitata, fu precipitato sulla terra e con lui anche i suoi angeli ».
È « la lotta fra il demonio e Dio », ha spiegato.
Ma « questa lotta avviene dopo che Satana cerca di distruggere la donna che sta per partorire il figlio ».
Perché, ha affermato il Papa, « Satana sempre cerca di distruggere l'uomo: quell'uomo che Daniele vedeva lì, in gloria, e che Gesù diceva a Natanaèle che sarebbe venuto in gloria ».
E « dall'inizio la Bibbia ci parla di questo: questa seduzione per distruggere di Satana.
Magari per invidia ».
E in proposito Francesco, facendo riferimento al salmo 8, ha sottolineato che « quell'intelligenza tanto grande dell'angelo non poteva portare sulle spalle questa umiliazione, che una creatura inferiore fosse fatta superiore; e cercava di distruggerlo ».
« Il compito del popolo di Dio - ha spiegato il Pontefice - è custodire in sé l'uomo: l'uomo Gesù.
Custodirlo, perché è l'uomo che dà vita a tutti gli uomini, a tutta l'umanità ».
E, da parte loro, « gli angeli lottano per far vincere l'uomo ».
Così « l'uomo, il Figlio di Dio, Gesù e l'uomo, l'umanità, tutti noi, lotta contro tutte queste cose che Satana fa per distruggerlo ».
Infatti, ha affermato Francesco, « tanti progetti, tranne i peccati propri, ma tanti, tanti progetti di disumanizzazione dell'uomo sono opera di lui, semplicemente perché odia l'uomo ».
Satana « è astuto: lo dice la prima pagina della Genesi.
È astuto, presenta le cose come se fossero buone.
Ma la sua intenzione è la distruzione ».
Davanti a questa opera di Satana « gli angeli ci difendono: difendono l'uomo e difendono l'uomo-Dio, l'uomo superiore, Gesù Cristo, che è la perfezione dell'umanità, il più perfetto ».
È per questo che « la Chiesa onora gli angeli, perché sono quelli che saranno nella gloria di Dio - sono nella gloria di Dio - perché difendono il grande mistero nascosto di Dio, cioè che il Verbo è venuto in carne ».
Proprio « quello vogliono distruggere; e quando non possono distruggere la persona di Gesù cercano di distruggere il suo popolo; e quando non possono distruggere il popolo di Dio, inventano spiegazioni umanistiche che vanno propriamente contro l'uomo, contro l'umanità e contro Dio ».
Ecco perché, ha detto il Papa, « la lotta è una realtà quotidiana nella vita cristiana, nel nostro cuore, nella nostra vita, nella nostra famiglia, nel nostro popolo, nelle nostre chiese ».
Tanto che « se non si lotta, saremo sconfitti ».
Ma « il Signore ha dato questo compito di lottare e vincere principalmente agli angeli ».
E anche per questo, ha aggiunto, « il canto finale dell'Apocalisse, dopo questa lotta, è tanto bello: "Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il Regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, perché è stato precipitato l'accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte" ».
L'obiettivo era perciò la distruzione e, di conseguenza, nell'Apocalisse c'è questo « canto di vittoria ».
Proprio ricordando la festa degli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, il Papa ha ribadito come questo sia, appunto, un giorno particolarmente adatto per rivolgersi a loro.
E anche « per recitare quella preghiera antica ma tanto bella all'arcangelo Michele, perché continui a lottare per difendere il mistero più grande dell'umanità: che il Verbo si è fatto uomo, è morto ed è risorto ».
Perché « questo è il nostro tesoro ».
E all'arcangelo Michele, ha concluso Francesco, chiediamo di continuare « a lottare per custodirlo ».
San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia: sii tu nostro sostegno contro la perfidia e le insidie del diavolo.
Che Dio eserciti il suo dominio su di lui, te ne preghiamo supplichevoli.
E tu, o principe della milizia celeste, con la potenza divina, ricaccia nell'Inferno satana e gli altri spiriti maligni i quali errano nel mondo per perdere le anime.
Amen.