Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis

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XII - Gli studi teologici

76. Gli studi teologici, che debbono durare almeno un intero quadriennio,175 mirano a far sì che gli alunni penetrino più profondamente la dottrina diligentemente attinta alle fonti della divina rivelazione nella luce della fede e sotto l'autorevole guida del magistero; la trasformino in alimento della propria vita spirituale; la custodiscano nel ministero sacerdotale e siano in grado di annunciarla e di esporla per il bene spirituale dei fedeli.176

77. Le discipline teologiche - avuti presenti i vari aspetti ( ecumenico, missionario, ecc. )177 - siano insegnate in modo tale da fare chiaramente risaltare la loro intima connessione;178 da mettere nella debita luce il mistero della Chiesa;179; e da farle armonicamente convergere tutte insieme - ciascuna a suo modo - nella spiegazione della storia della salvezza, che continuamente si attua nella vita della Chiesa e nelle vicende del mondo.180

78. La sacra Scrittura è come l'anima di tutta la teologia; perciò essa deve informare tutte le discipline teologiche.181

Sia attribuita pertanto la debita importanza alla formazione biblica.

Premessa una conveniente introduzione, gli alunni siano accuratamente iniziati ai metodi esegetici con l'aiuto delle discipline ausiliarie.

Siano idoneamente edotti dai professori circa la natura e la soluzione dei principali problemi e vengano efficacemente aiutati ad acquistare uno sguardo d'insieme di tutta la sacra Scrittura ed a capire con maggiore profondità i punti più salienti della storia della salvezza.

Si sforzino parimenti i professori di offrire ai seminaristi una sintesi teologica della divina rivelazione, per assicurare dei solidi fondamenti alla loro vita spirituale ed alla loro futura predicazione.182

79. La sacra liturgia deve essere ora considerata una delle discipline principali; perciò deve essere presentata non soltanto sotto l'aspetto giuridico, ma soprattutto sotto l'aspetto teologico, spirituale e pastorale in connessione con le altre discipline, affinché gli alunni conoscano prima di tutto come i misteri della salvezza siano presenti ed operino nelle azioni liturgiche.

Inoltre, spiegati i testi ed i riti sia dell'Oriente sia dell'Occidente, la sacra liturgia sia illustrata come un « locus theologicus » di particolare importanza, attraverso il quale si esprime la fede della Chiesa e la sua vita spirituale.183

Infine devono essere esposte agli alunni le norme riguardanti la riforma liturgica, affinché capiscano meglio gli adattamenti o i cambiamenti stabiliti dalla Chiesa; siano anche in grado di discernere le cose che possono essere legittimamente mutate; e, in mezzo ai problemi più gravi e più difficili oggi spesso dibattuti, sappiano distinguere la parte immutabile della liturgia, in quanto è di istituzione divina, dalle altre parti che possono andar soggette a mutamenti.184

La teologia dogmatica sia insegnata integralmente ed ordinatamente, in modo che prima di tutto siano esposti i testi biblici, poi si facciano conoscere gli apporti dei Padri della Chiesa di Oriente e di Occidente ai fini della trasmissione e dello sviluppo delle verità rivelate;

si esponga il progresso storico dei dogmi;

ed infine, mediante l'indagine speculativa, sotto la guida di s. Tommaso, gli alunni imparino a penetrare più pienamente i misteri della salvezza ed a capire i legami che tra di essi sussistono;

si insegni che questi misteri sono sempre presenti ed operanti nelle azioni liturgiche;

imparino inoltre gli alunni a cercare le soluzioni ai problemi umani con l'aiuto della rivelazione, a vedere le eterne verità inserite nelle condizioni mutabili della realtà umana, e a comunicarle convenientemente agli uomini.185

Nulla tuttavia impedisce che l'esposizione dei dogmi cominci dalle definizioni conciliari col cosiddetto « metodo regressivo », risalendo attraverso la dottrina dei Padri alla sacra Scrittura, che in tal modo può essere letta e capita nella luce della tradizione viva della Chiesa.186

Nei modi idonei e fin dall'inizio della formazione teologica sia presentata la chiara dottrina circa le fonti teologiche;187 né si ometta, nello spirito ecumenico e in forme adatte alle odierne circostanze, tutto ciò che andava sotto il nome di apologetica, e che riguarda la preparazione alla fede ed i suoi fondamenti razionali ed esistenziali, tenuti pure presenti gli elementi di ordine sociologico che esercitano particolare influsso sulla vita cristiana.188

Anche La teologia morale dovrà essere ancorata alla Sacra Scrittura.

Illustrerà la vocazione cristiana dei fedeli fondata sulla carità, esponendo in modo scientifico i loro obblighi.

Cercherà di trovare una soluzione ai problemi umani alla luce della rivelazione e di applicare le verità eterne alle diverse condizioni della realtà umana.

Si preoccuperà pure di restaurare nella coscienza degli uomini il senso della virtù e del peccato, senza trascurare, a questo fine, le scoperte più recenti della sana antropologia.189

Questa dottrina morale ha il suo completamento nella teologia spirituale, che, tra le altre cose, deve abbracciare anche lo studio della teologia e della spiritualità sacerdotale e della vita consacrata mediante l'esercizio dei consigli evangelici, affinché si possano dirigere gli uomini, ciascuno secondo il proprio stato, verso la via della perfezione.190

La teologia pastorale dovrà illustrare i principi teologici dell'azione con cui la volontà salvifica di Dio può essere portata ad effetto nella Chiesa di oggi per mezzo di diversi ministeri ed istituzioni.191

E poiché una solida formazione in materia sociale porta un non piccolo contributo per un buon successo del compito pastorale, si deve curare che almeno un numero determinato e sufficiente di lezioni sia riservato all'insegnamento della dottrina sociale della Chiesa, affinché gli alunni imparino come la dottrina ed i principi evangelici debbano essere adattati alla vita sociale.192

La storia ecclesiastica deve illustrare l'origine e lo sviluppo della Chiesa come popolo di Dio che si diffonde nel tempo e nello spazio, esaminando scientificamente le fonti storiche.

Nell'esposizione della materia è necessario che si tenga conto del progresso delle dottrine teologiche e della concreta situazione della realtà sociale, economica e politica, nonché delle opinioni e delle dottrine che hanno esercitato più forte influsso, dopo averne studiato a fondo la reciproca interdipendenza, la connessione, l'evoluzione.

Si dovrà infine mettere in risalto il mirabile incontro dell'azione divina e dell'azione umana, e favorire negli alunni il genuino senso della Chiesa e della Tradizione.193

È necessario anche che sia accordata la dovuta attenzione alla storia della propria nazione.

Il diritto canonico sia insegnato tenendo conto del mistero della Chiesa più profondamente penetrato dal Concilio Vaticano II.

Nell'esporre i principi e le leggi si dovrà, tra l'altro, far vedere come tutto l'ordinamento e la disciplina ecclesiastica debbano essere rispondenti alla volontà salvifica di Dio, cercando in tutto il bene delle anime.194

80. Siano pure determinate le discipline ausiliarie ed i corsi speciali, e quali debbano essere necessariamente o liberamente scelti.

Nello stesso tempo sia data agli alunni l'opportunità di imparare le lingue ebraica e greco-biblica,195 per mezzo delle quali possono accostare, capire e spiegare i testi biblici originali.

Più che moltiplicare il numero delle discipline bisognerà cercare di inserire adeguatamente in quelle già prescritte nuove, questioni o nuovi aspetti.196

Si faccia pure in modo che gli alunni siano guidati ad una più profonda conoscenza delle Chiese e delle comunità ecclesiali separate dalla Sede Apostolica, per poter contribuire al ristabilimento dell'unità,197 tenendo conto del decreto De oecumenismo e del Direttorio ecumenico promulgato dalla Santa Sede.198

Si provveda parimenti perché gli alunni siano introdotti alla conoscenza delle altre religioni più diffuse in ogni paese, perché riconoscano quanto vi è in esse di buono e di vero, rifiutino gli errori e possano comunicare la piena luce della verità a quanti non la posseggono.199

Né, inoltre, deve essere posta minor cura nel trattare sotto i vari aspetti le questioni relative all'ateismo, perché i futuri sacerdoti diventino più capaci di adempiere i gravi compiti pastorali che ne derivano.200

81. Nella « Ratio intitutionis sacerdotalis » ( o in appendice ) sia riportato il prospetto di tutte le discipline del corso teologico, indicandone brevemente il programma, il numero degli anni o dei semestri, nonché l'orario settimanale delle lezioni.

Se questo risultasse molto difficile o non potesse assolutamente essere fatto nelle nazioni più grandi, molto estese per territorio, ove è in atto una legittima diversità nell'ordinamento degli studi, approvata dalla Conferenza Episcopale, siano almeno indicati, come esempio, alcuni programmi, perche vengano determinati alcuni punti più generali degli studi.

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175 C.I.C.: Can. 250
176 C.I C: Can. 252;
Decr. Optatam totius, n. 16;
cfr. Pio XII, Lett. Encicl. Humani generis, 22 agosto 1950;
Cost. Apost. Sedes Sapientiae, 31maggio 1956: A.A.S. 48 (1956), pp. 361-363;
Paolo VI, Alloc. Incensissimo desiderio, al Senato Accademico e agli alunni della Pontificia Università Gregoriana di Roma, 12 marzo 1964: Insegnamenti, II, pp. 178 ss.;
Alloc. Libentissimo sane, a coloro che presero parte in Roma al Convegno internazionale sulla teologia del Concilio Vat. II, 1 ott. 1966;
Alloc. Gratia Domini, alla Commissione teologica internazionale, 6 ott. 1969;
Giovanni Paolo II, Alloc. Con senso, alle autorità, ai professori e agli alunni della Pontificia Università Gregoriana, 15 dicembre 1979
177 Decr. Unitatis redintegratio, n. 4, n. 5, n. 6, n. 10, n. 17;
Decr. Ad gentes divinitus, n. 39;
Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 16;
Decr. Orientalium Ecclesiarum, n. 4, n. 6;
Giovanni Paolo II, Alloc. È con gioia particolare, a coloro che intervennero al Seminario di Missiologia alla Pontificia Università Gregoriana, 2 dicembre 1982;
Segretariato per l'unità dei cristiani, Directorium, Parte II, nn. 71-74: A.A.S. 62 (1970), pp. 710-712;
S. Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, Lett. circ. Puisque la Ratio, sulla dimensione missionaria della formazione sacerdotale, Pentecoste 1970
178 Cfr. Decr. Optatam totius, n. 17;
Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 16;
cfr. Pio XII, Cost. Apost. Sedes sapientiae, 31 maggio 1956: A.A.S. 48 (1956), p. 363
179 Decr. Optatam totius, n. 16;
Cost. dogm. Lumen gentium, n. 8 e passim;
Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 2;
Decr. Ad gentes divinitus, n. 16;
cfr. Paolo VI, Alloc. Salvete, Fratres, all'inizio della seconda Sessione del Conc. Vat. II, 29 sett. 1963;
S. Congregazione per la dottrina della fede, Dichiar. Mysterium Ecclesiae, circa la Dottrina Cattolica sulla Chiesa contro alcuni odierni errori, 24 giugno 1973
180 Decr. Optatam totius, n. 14, n. 16;
Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 16;
Decr. Ad gentes divinitus, n. 16;
cfr. Paolo VI, Alloc. Nous sommes profondément, agli Osservatori delegati al Conc. Vat. II, 17 ott. 1963: Insegnamenti, I, pp. 232-235
181 C.I.C.: Can. 252, § 2;
Decr. Optatam totius, n. 16;
Cost. dogm. Dei verbum, n. 24;
cfr. LEO XIII, Lett. Encicl. Providentissimus Deus, 18 nov. 1893
182 Decr. Optatam totius, n. 16;
Cost. dogm. Dei verbum, n. 23;
cfr. Pio XII, Lett. Encicl. Divino afflante Spiritu, 30 sett. 1943;
cfr. Pont. comm. biblica, Instructio de S. Scriptura recte docenda, 13 maggio 1950: A.A.S. 42 (1950), pp. 502 ss.;
Paolo VI, Alloc. Noi dobbiamo esprimere, a coloro che intervennero alla XIX settimana biblica degli esegeti italiani, 23 sett. 1966;
Alloc. Nous remercions, a coloro che intervennero al VI convegno internazionale degli esegeti del Vecchio Testamento, 19 aprile 1968: Insegnamenti, VI, pp. 138 ss.;
S. Congregazione per l'educazione cattolica, La formazione teologica dei futuri sacerdoti, 22 febbraio 1976, nn. 79-84
183 Decr. Optatam totius, n. 16;
cfr. Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 10, n. 14, n. 15, n. 16;
Decr. Orientalium Ecclesiarum, n. 4;
S. Congregazione per l'educazione cattolica, Istruzione sulla formazione liturgica nei Seminari, 3 giugno 1979, nn. 43 ss
184 Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 23;
cfr. S. Congr. dei riti, Istr. Inter 0ecumenici, per l'esecuzione della Costituzione sulla liturgia, 26 sett. 1964: A.A.S. 56 (1964),pp. 879 s., nn. 11, 12;
S. Congregazione per l'educazione cattolica, Istruzione sulla formazione liturgica nei Seminari, 3 giugno 1979, n. 47
185 C.I.C.: Can. 252, § 3;
Decr. Optatam totius, n. 16;
cfr. Dich. Gravissimum educationis, n. 10;
Pio XII, Lett. Encicl. Humani generis, 22 agosto 1950;
Cost. Apost. Sedes sapientiae, 31 maggio 1956: A.A.S. 48 (1956), pp. 362 s.;
Giovanni XXIII, Alloc. Gaudet Mater Ecclesia, con la quale è stato solennemente aperto il Concilio Vaticano II, 11 ottobre 1962;
Paolo VI, Alloc. Siamo particolarmente lieti, a coloro che intervennero a Roma al Convegno di studio sul peccato originale, 11 luglio 1966;
Alloc. Incensissimo desiderio, al Senato Accademico e agli alunni della Pont. Università Gregoriana di Roma, 12 marzo 1964: Insegnamenti, II, pp. 178 ss.;
S. Congregazione per l'educazione cattolica, La formazione teologica dei futuri sacerdoti, 22 febbraio 1976, nn. 89-94
186 Cfr. Cost. dogm. Dei verbum, nn. 8, 9
187 Cfr. Cost. dogm. Dei verbum
188 Cfr. Cost. Gaudium et spes, n. 62;
Decr. Ad gentes divinitus, n. 22;
S. Congregazione per l'educazione cattolica, La formazione teologica dei futuri sacerdoti, 22 febbraio 1976, nn. 107-113
189 Decr. Optatam totius, n. 16;
Cost. past. Gaudium et spes, n. 52, n. 62;
Decr. Ad gentes divinitus, n. 22;
cfr. Pio XII, Alloc. Animus Noster, al Senato Accademico e agli alunni della Pontificia Università Gregoriana di Roma, 17 ott. 1953: A.A.S. 45 (1953), p. 688;
Paolo VI, Alloc. Praesentia vestra, al Capitolo Generale della Congregazione del S.S. Redentore, 22 sett. 1967: Insegnamenti, V, p. 444;
Alloc. Instaurantur Nobis, alla Commissione Teologica Internazionale, 16 dicembre 1974;
Giovanni Paolo II Alloc. Magno cum gaudio, alla Commissione Teologica Internazionale, 5 dicembre 1983;
S. Congregazione per l'educazione cattolica, La formazione teologica dei futuri sacerdoti, 22 febbraio 1976, nn. 95-101
190 Decr. Optatam totius, n. 19;
Decr. Presbyterorum Ordinis, nn. 5, 6;
Decr. Christus Dominus, n. 15
191 S. Congregazione per l'educazione cattolica, La formazione teologica dei futuri sacerdoti, 22 febbraio 1976, nn. 102-106;
la specializzazione pastorale è trattata più ampiamente nel cap. XVI
192 Conc. Vat.. II Decr. Optatam totius, n. 20;
cfr. Pio XII, Alloc. Animus Noster, al Senato Accademico e agli alunni della Pontificia Università Gregoriana di Roma: l.c., pp. 686 s.;
Giovanni XXIII, Lett. Encicl. Mater et Magistra, 15 maggio 1961;
Paolo VI, Lett. Apost. Octogesima adveniens, 14 maggio 1971;
Giovanni Paolo II, Alloc. Esta hora, ai Vescovi dell'America Latina riuniti nella terza Assemblea Generale a Puebla, 28 gennaio 1979;
Lett. Encicl. Laborem exercens, 14 settembre 1981;
S. Congregazione per la dottrina della fede, Istr. Libertatis nuntius, su alcuni problemi della « Teologia della Liberazione », 6 agosto 1984
193 Decr. Optatam totius, n. 9, n. 16;
Pio XII, Alloc. Sollemnis conventus, ai seminaristi studenti in Roma, 24 giugno 1939: A.A.S. 31 (1939), p. 248;
Alloc. Animus Noster, al Senato Accademico e agli alunni della Pontificia Università Gregoriana di Roma, 17 ott. 1953: A.A.S. 45 (1953), p. 689
194 Decr. Optatam totius, n. 16;
Giovanni Paolo II, Cost. Apost. Sacrae disciplinae leges, con la quale è promulgato il nuovo Codice di Diritto Canonico, 25 gennaio 1983;
Alloc. Ho desiderato grandemente, a Cardinali, Vescovi, Sacerdoti e al Corpo Diplomatico, 3 febbraio 1983: Insegnamenti, VI, 1, pp. 308 ss.;
S. Congregazione per l'educazione cattolica, Lettera circolare sulla Dottrina del Diritto Canonico che si deve insegnare ai candidati al sacerdozio, 2 aprile 1975
195 Decr. Optatam totius, n. 13;
S. Congregazione per l'educazione cattolica, La formazione teologica dei futuri sacerdoti, 22 febbraio 1976, n. 130
196 Conc. Vat..II, Decr. Optatam totius, n. 17
197 Conc. Vat..II, Decr. Unitatis redintegratio, n. 9;
Decr. Ad gentes divinitus, n. 16;
S. Congregazione dei Vescovi, Directorium, sul ministero pastorale dei Vescovi, 22 febbraio 1973, n. 195
198 A.A.S. 59 ( 1967 ), pp. 574 ss. ( Parte I ); A.A.S. 62 ( 1970 ), pp. 705 ss. ( Parte II )
199 Decr. Optatam totius, n. 16;
Dichiar. Nostra aetate, n. 2;
Decr. Ad gentes divinitus, n. 16;
Paolo VI, Esort. Apost. Evangelii nuntiandi, n. 53 ( 8 dicembre 1975 );
Giovanni Paolo II, Alloc. It gives me, ai Membri del Segretariato per i non Cristiani, 27 aprile 1979;
Segretariato per l'unità dei cristiani, Orientamenti e consigli per l'applicazione della dichiarazione conciliare « Nostra aetate », n. 4, 1° dicembre 1974: A.A.S. 67 (1975), pp. 73 ss.;
Segretariato per i non cristiani, Notae quaedam, sui problemi della Chiesa verso i fedeli di altre religioni, 10 giugno 1984: A.A.S. 76 (1984), pp. 816 ss
200 Cost. past. Gaudium et spes, n. 21;
Paolo VI, Lett. Encicl. Ecclesiam Suam, 6 agosto 1964;
Alloc. Nous sommes, a coloro che intervennero al VI congresso tomistico internazionale, 10 settembre 1965: Insegnamenti, III, pp. 445 ss.;
Giovanni Paolo II, Alloc. Soyez remercié, a coloro che intervennero al convegno su evangelizzazione e ateismo, 10 ottobre 1980;
Segretariato per i non credenti, Documentum de dialogo,. 28 agosto 1968: A.A.S. 60 (1968), pp. 692-704;
Nota, circa lo studio dell'ateismo e l'istruzione al dialogo con i non credenti, 10 luglio 1970;
S. Congregazione per la dottrina della fede, Istr. Libertatis nuntius, su alcuni problemi della «Teologia della Liberazione», 6 agosto 1984