Temi scelti d'Ecclesiologia |
È stata sempre persuasione della Chiesa non solo che Gesù Cristo è il fondamento della Chiesa ( cf. DS 774 ), ma che egli stesso ha voluto fondare una Chiesa e che di fatto l'ha fondata.
La Chiesa è nata dalla libera decisione di Gesù ( DS 3302 ss. ) essa deve la propria esistenza al dono che Cristo ha fatto della sua vita sulla croce ( DS 539 e 575 ).
Per tali ragioni, il Concilio Vaticano II chiama Gesù Cristo fondatore della Chiesa ( cf. Lumen Gentium, n. 5 ).
Tuttavia certi esponenti della moderna critica storica dei Vangeli sono giunti talora a sostenere la tesi secondo cui Gesù non ha, di fatto, fondato la Chiesa e che, a motivo della priorità concessa all'annuncio del Regno di Dio, egli non ha neppure voluto istituirla.
Questo modo di vedere ha avuto come conseguenza di dissociare la fondazione della Chiesa dal Gesù storico e di rinunciare persino ai termini « fondazione » o « istituzione », privando d'ogni importanza gli atti che vi si riferivano.
La nascita della Chiesa fu quindi considerata - così si preferisce dire oggi - come un avvenimento postpasquale, avvenimento che venne sempre più interpretato come puramente storico e/o sociologico.
Tale discordanza tra la fede della Chiesa - come sopra accennato - e certe concezioni abusivamente attribuite alla moderna critica storica ha creato non pochi problemi.
Per affrontarli e risolverli occorrerà, sempre rimanendo nel campo della critica e servendosi dei suoi metodi, ricercare una nuova maniera di giustificare e confermare la fede della Chiesa.
« Chiesa » ( Ekklesia ) è un termine teologico molto denso di significati sin dall'inizio della storia della Rivelazione quale ci viene proposta dal Nuovo Testamento.
Ekklesia ( Qahāl ) deriva indubbiamente dall'idea veterotestamentaria di riunione del « popolo di Dio », sia tramite la versione dei Settanta, sia tramite il giudaismo apocalittico.
Benché rifiutato da Israele, Gesù non ha fondato una sinagoga diversa, né ha creato una comunità separata nel senso di un « santo resto » o di una setta secessionista.
Volle invece convertire Israele, rivolgendogli un messaggio di salvezza che alla fine verrà trasmesso in modo universale ( cf. Mt 8,5-13; Mc 7,24-30 ).
Tuttavia non esiste Chiesa nel senso pieno e teologico del termine se non dopo la Pasqua, sotto forma di una comunità composta di giudei e pagani nello Spirito Santo ( Rm 9,24 ).
Il termine Ekklesia, che nei quattro Vangeli appare solo tre volte in Matteo ( Mt 16,18; Mt 18,17 ), riveste nel Nuovo Testamento tre possibili significati, che, del resto, s'intersecano spesso tra loro:
a) l'assemblea della comunità;
b) ognuna delle comunità locali;
c) la Chiesa universale.
Nei Vangeli troviamo due avvenimenti che esprimono in modo particolare la convinzione che la Chiesa è stata fondata da Gesù di Nazaret.
Il primo è l'imposizione a San Pietro del suo nome ( cf. Mc 3,16 ) in seguito alla sua professione di fede messianica e in relazione alla fondazione della Chiesa ( cf. Mt 16,16ss ).
Il secondo è l'istituzione dell'Eucaristia ( cf. Mc 14,22ss; Mt 26,26ss; Lc 22,14; 1 Cor 11,23 ).
I logia di Gesù riguardanti Pietro come la narrazione dell'ultima Cena assumono un'importanza primaria nell'odierna discussione sul problema dell'istituzione della Chiesa.
Oggi però si preferisce non legare più la risposta all'interrogativo sull'istituzione della Chiesa unicamente a questa o a quella parola di Gesù o a un avvenimento particolare della sua vita.
L'intera opera e tutta la vita di Gesù costituiscono in certo qual modo la radice e il fondamento della Chiesa, la quale è come il frutto di tutta la sua esistenza.
La fondazione della Chiesa presuppone l'insieme dell'opera salvifica di Gesù nella sua morte e risurrezione, come pure la missione dello Spirito.
Per questo nell'agire di Gesù è possibile riconoscere elementi preparatori, sviluppi progressivi e tappe che conducono alla fondazione della Chiesa.
Ciò può già dirsi con esattezza per quello che Gesù ha detto e compiuto prima della Pasqua, in quanto molti elementi fondamentali della Chiesa, che solo dopo la Pasqua si manifesteranno nella loro pienezza, già s'intravedono nella vita terrena di Gesù e vi trovano il loro fondamento.
Gli sviluppi e le tappe ora menzionati, anche se presi singolarmente, ma con maggiore evidenza se considerati nel loro orientamento complessivo, rivelano un'evoluzione dinamica che conduce alla costituzione della Chiesa.
Il cristiano vi scopre il disegno salvifico del Padre e l'azione redentrice del Figlio, che vengono comunicati all'uomo mediante lo Spirito Santo ( cf. Lumen Gentium, nn. 2-5 ).
Più in particolare, è possibile rilevare e descrivere questi elementi preparatori, questi sviluppi e queste tappe, come segue:
- le promesse veterotestamentarie riguardanti il popolo di Dio, che si presuppongono nella predicazione di Gesù e che conservano tutta la loro forza salvifica;
- l'ampio invito rivolto a tutti gli uomini da parte di Gesù a convertirsi e a credere in Lui;
- la chiamata e l'istituzione dei Dodici quale segno del futuro ristabilimento di tutto Israele;
- l'imposizione del nome a Simon Pietro, il posto precipuo a lui riservato nella cerchia dei discepoli e la sua missione;
- il rifiuto di Gesù da parte d'Israele e la spaccatura tra il popolo giudaico e i discepoli di Gesù;
- il fatto storico che Gesù, nell'istituzione della Cena e nella sua passione e morte, liberamente assunte, persista nel predicare il Regno universale di Dio, che consiste nel dono della vita a tutti gli uomini;
- la ricostituzione, grazie alla risurrezione del Signore, della comunità infranta tra Gesù e i suoi discepoli e, dopo la Pasqua, l'introduzione di costoro nella vita propriamente ecclesiale; - l'invio dello Spirito Santo che fa della Chiesa veramente una creatura di Dio ( cf. la descrizione della « Pentecoste » negli scritti di San Luca ); - la missione dei discepoli verso i pagani e la costituzione della Chiesa dei pagani;
- la definitiva rottura tra il « vero Israele » e il giudaismo.
Nessuna di tali tappe, se presa da sola, può costituire il tutto, ma unite tutte tra loro mostrano con evidenza che la fondazione della Chiesa va intesa come un processo storico, come il divenire cioè della Chiesa all'interno della storia della Rivelazione.
L'eterno Padre « i credenti in Cristo li ha voluti convocare nella santa Chiesa, la quale, già prefigurata sino dal principio del mondo, mirabilmente preparata nella storia del popolo d'Israele e nell'Antica Alleanza e istituita "negli ultimi tempi", è stata manifestata dall'effusione dello Spirito e avrà glorioso compimento alla fine dei secoli » ( Lumen Gentium, n. 2 ).
In questo medesimo svolgimento si costituisce la struttura fondamentale permanente e definitiva della Chiesa.
La Chiesa terrena è già essa stessa il luogo di riunione del popolo escatologico di Dio, continuando così la missione affidata da Gesù ai suoi discepoli.
In tale prospettiva la Chiesa, come dice la costituzione Lumen Gentium, n. 5, « costituisce il germe e l'inizio in terra del Regno di Dio e del Cristo » cf. anche il cap. 10 del presente studio.
Fondata da Cristo, la Chiesa non dipende da lui solo nella sua nascita esteriore, storica o sociale; ma proviene dal suo Signore in maniera ancora più intima, essendo lui che la nutre e la edifica incessantemente mediante lo Spirito.
La Chiesa nasce, come dice la Scrittura e nel senso inteso dalla tradizione, dal costato ferito di Gesù Cristo ( cf. Gv 19,34; Lumen Gentium, n. 3 ); è « acquistata dal sangue del Figlio» ( At 20,28; cf. Tt 2,14 ); e la sua natura si fonda sul mistero della persona di Gesù Cristo e della sua opera salvifica.
La Chiesa, perciò, vive costantemente del suo e per il suo Signore.
Questa struttura fondamentale si manifesta, sotto aspetti diversi, in numerose immagini bibliche;
sposa di Cristo,
gregge di Cristo,
proprietà di Dio,
tempio di Dio,
popolo di Dio,
casa di Dio,
podere o campo di Dio ( Lumen Gentium, n. 6 )
e soprattutto corpo di Cristo ( Lumen Gentium, n. 7 ),
immagine che San Paolo sviluppa riferendosi più verosimilmente all'Eucaristia, che gli offre nel capitolo XI della 1 Lettera ai Corinti il fondamento più profondo della sua interpretazione.
Questa immagine viene ulteriormente sviluppata nella Lettera ai Colossesi e nella Lettera agli Efesini ( cf. Col 1,18; Ef 1,22; Ef 5,23 ): Cristo è il capo del corpo della Chiesa.
Il Padre « tutto ha sottomesso ai suoi piedi e lo ha costituito su tutte le cose a capo della Chiesa, la quale è il suo corpo, la pienezza di colui che si realizza interamente in tutte le cose » ( Ef 1,22s ), affinché sia ricolma di « tutta la pienezza di Dio » ( Ef 3,19 ).
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