Il dialogo e l'annuncio

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5. Gesù nostro modello

85. L'esempio di Gesù

È in questo clima di attesa e di ascolto che la Chiesa e i Cristiani affrontano l'annuncio e il dialogo interreligioso con un vero spirito evangelico.

Essi sono consapevoli del fatto che "tutto concorre al bene di coloro che amano Dio" ( Rm 8,28 ).

Per mezzo della Grazia essi sono arrivati a sapere che Dio è Padre di tutti e che Egli si è rivelato in Gesù Cristo.

Non è forse proprio Gesù il loro modello e la loro guida nell'impegno nell'annuncio e nel dialogo?

Non è forse Egli il solo che possa ancora oggi dire a una persona sinceramente religiosa: "Non sei lontano dal Regno di Dio" ( Mc 12,34 )?

86. Intimamente uniti a Cristo

I Cristiani non devono soltanto imitare Gesù, ma devono anche essere strettamente uniti a Lui.

Egli ha invitato i Suoi discepoli e amici a unirsi a Lui nella sua unica offerta per la salvezza di tutta l'umanità.

Il pane e il vino per i quali Egli ha reso grazie simbolizzavano l'intera creazione, e sono diventati il Suo corpo "dato" e il Suo sangue "versato per il perdono dei peccati".

Tramite il ministro della Chiesa, l'unica Eucaristia viene offerta da Gesù in ogni tempo e in ogni luogo, a partire dall'epoca della Sua passione, morte e resurrezione a Gerusalemme.

È lì che i Cristiani si uniscono al Cristo nella Sua offerta che "porta la salvezza a tutto il mondo. ( Preghiera Eucaristica IV ).

Siffatta preghiera è gradita a Dio, che "desidera che tutti gli uomini siano salvati e pervengano alla conoscenza della verità" ( 1 Tm 2,4 ).

Così essi rendono grazie per "tutto ciò che è vero, tutto ciò che è onorabile, tutto ciò che è giusto e puro, tutto ciò che noi amiamo e ammiriamo, tutto ciò che è buono e degno di fede ( Fil 4,8 ).

Qui essi disegnano la traccia della Grazia, per essere in grado di leggere i segni della presenza dello Spirito e per riconoscere il tempo opportuno e il giusto modo di annunciare Gesù Cristo.

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