Il dialogo e l'annuncio |
Tutti i cristiani sono chiamati a lasciarsi coinvolgere personalmente nelle due modalità di portare avanti l'unica missione della Chiesa: queste due modalità sono l'annuncio e il dialogo.
Il modo in cui essi si lasceranno coinvolgere dipende dalle circostanze e anche dal loro grado di preparazione.
I cristiani devono però tenere sempre a mente che il dialogo - come è già stato detto - non costituisce da solo l'intera missione della Chiesa e che esso non può rimpiazzare l'annuncio, ma rimane orientato verso l'annuncio man mano che il processo dinamico della missione evangelizzatrice della Chiesa raggiunge in esso il suo apice e la sua pienezza.
Quando si impegneranno nel dialogo interreligioso, essi scopriranno i "semi del Verbo" piantati nei cuori degli uomini e delle donne e nelle tradizioni religiose cui appartengono.
Approfondendo il loro apprezzamento del mistero di Cristo, saranno in grado di discernere i valori positivi nella ricerca umana del Dio sconosciuto o non completamente conosciuto.
Attraverso le varie fasi del dialogo, le due parti sentiranno una grande necessità di dare e ricevere informazioni e spiegazioni, di fare domande gli uni agli altri.
I Cristiani hanno il dovere di fornire alle persone con cui sono in dialogo
delle risposte soddisfacenti a proposito dei contenuti della fede cristiana,
di rendere testimonianza a questa fede quando ciò è loro richiesto,
di rendere conto della loro speranza ( 1 Pt 3,15 ).
Per poter essere in grado di far questo, i Cristiani devono
approfondire la loro fede,
purificare i loro sentimenti,
rendere chiaro il proprio linguaggio e
rendere la propria fede sempre più autentica.
All'interno di questo approccio dialogico, come potremmo non sperare e desiderare di condividere con gli altri la loro gioia nel conoscere e nel seguire Gesù Cristo, Signore e Redentore?
Siamo qui al cuore del mistero dell'amore.
Dal momento che la Chiesa e i Cristiani hanno un profondo amore per il Signore Gesù, il desiderio di condividere la Sua persona con gli altri non è motivato semplicemente dall'obbedienza al comandamento del Signore, ma da questo stesso amore.
Non dovrebbe essere sorprendente, ma piuttosto normale, il fatto che i seguaci di altre religioni desiderino anch'essi condividere sinceramente la loro fede.
L'intero dialogo implica reciprocità e mira a bandire la paura e l'aggressività.
I Cristiani devono essere sempre coscienti dell'influsso dello Spirito Santo ed essere pronti a seguire il suo impulso in qualsiasi luogo, stabilito dalla Provvidenza e dal disegno di Dio, li sta guidando.
È lo Spirito che guida la missione evangelizzatrice della Chiesa.
Spetta allo Spirito ispirare tanto l'annuncio della Chiesa quando l'obbedienza della fede.
Spetta invece a noi essere attenti alle istruzioni dello Spirito.
Che l'annuncio sia possibile o no, la Chiesa persegue la sua missione nel pieno rispetto della libertà, tramite il dialogo interreligioso, la testimonianza e la condivisione dei valori del Vangelo.
In questo modo, le parti coinvolte nel dialogo procedono in sintonia con la chiamata divina di cui essi sono coscienti.
Tutti, sia i Cristiani che i seguaci di altre tradizioni religiose, sono invitati ad entrare da Dio stesso nel mistero della Sua pazienza nei confronti degli esseri umani che cercano la Sua luce e la verità.
Solo Dio conosce i tempi e le fasi del compimento di questa lunga ricerca umana.
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