Interpretazione della Bibbia nella Chiesa |
L'interpretazione della Bibbia, anche se compito particolare degli esegeti, non è tuttavia loro monopolio poiché essa comporta nella Chiesa, degli aspetti che vanno al di là dell'analisi scientifica dei testi.
La Chiesa, infatti, non considera la Bibbia semplicemente un insieme di documenti storici concernenti le sue origini; l'accoglie come Parola di Dio che si rivolge ad essa, e al mondo intero nel tempo presente.
Questa convinzione di fede ha come conseguenza uno sforzo di attualizzazione e di inculturazione del messaggio biblico, come pure l'elaborazione di diversi modi di uso di testi ispirati, nella liturgia, nella lectio divina, nel ministero pastorale e nel movimento ecumenico.
Già all'interno stesso della Bibbia, come abbiamo osservato nel capitolo precedente, si può notare la pratica dell'attualizzazione: i testi più antichi sono stati riletti alla luce di circostanze nuove e applicati alla situazione presente del popolo di Dio.
L'attualizzazione, basata sulle stesse convinzioni, continua necessariamente a essere praticata nelle comunità credenti.
I principi che fondano la pratica dell'attualizzazione sono i seguenti: L'attualizzazione è possibile, perché il testo biblico, per la sua pienezza di significato, ha valore per tutte le epoche e tutte le culture ( cf. Is 40,8; Is 66,18-21; Mt 28,19-20 ).
Il messaggio biblico può al tempo stesso relativizzare e fecondare i sistemi di valori e le norme di comportamento di ogni generazione.
L'attualizzazione è necessaria, perché, anche se il loro messaggio ha valore duraturo, i testi della Bibbia sono stati redatti in funzione di circostanze passate e in un linguaggio condizionato da epoche diverse.
Per manifestare la portata che hanno per gli uomini e le donne di oggi, è necessario applicare il loro messaggio alle circostanze presenti ed esprimerlo in un linguaggio adattato al tempo attuale.
Ciò presuppone uno sforzo ermeneutico che miri a discernere attraverso il condizionamento storico i punti essenziali del messaggio.
L'attualizzazione deve costantemente tener conto dei complessi rapporti che esistono, nella Bibbia cristiana, tra il Nuovo Testamento e l'Antico, per il fatto che il Nuovo si presenta al tempo stesso come compimento e superamento dell'Antico.
L'attualizzazione si effettua in conformità con l'unità dinamica così costituita.
L'attualizzazione si realizza grazie al dinamismo della tradizione vivente della comunità di fede.
Questa si situa esplicitamente nel prolungamento delle comunità in cui la Scrittura è nata, è stata conservata e trasmessa.
Nell'attualizzazione la tradizione adempie un duplice ruolo: procura, da una parte, una protezione contro le interpretazioni aberranti e assicura, dall'altra, la trasmissione del dinamismo originale.
Attualizzazione non significa dunque manipolazione dei testi.
Non si tratta di proiettare sugli scritti biblici opinioni o ideologie nuove, ma di ricercare con sincerità la luce che essi contengono per il tempo presente.
Il testo della Bibbia ha autorità in tutti i tempi sulla Chiesa cristiana e, anche se sono passati parecchi secoli dal tempo della sua composizione, conserva il suo ruolo di guida privilegiata che non può essere manipolata.
Il magistero della Chiesa « non è al di sopra della Parola di Dio, ma la serve, insegnando soltanto ciò che è stato trasmesso, in quanto, per divino mandato e con l'assistenza dello Spirito Santo, piamente la ascolta, santamente la custodisce e fedelmente la espone » ( Dei Verbum, 10 ).
Partendo da questi principi, si possono utilizzare diversi metodi di attualizzazione.
L'attualizzazione, praticata già all'interno della Bibbia, è proseguita poi nella Tradizione giudaica per mezzo di procedimenti che si possono osservare nei targumim e nei midrashim:
ricerca di passi paralleli ( gezerah shawah ),
modifiche nella lettura del testo ( 'al tiqrey ),
adozione di un secondo significato ( tartey mishma' ), ecc.
Da parte loro, i Padri della Chiesa hanno fatto ricorso alla tipologia e all'allegoria per attualizzare i testi biblici in modo adatto alla situazione dei cristiani del loro tempo.
Nel nostro tempo l'attualizzazione deve tener conto dell'evoluzione della mentalità e dello sviluppo dei metodi di interpretazione.
L'attualizzazione presuppone una corretta esegesi del testo, che ne determini il senso letterale.
Se la persona che attualizza non ha personalmente una formazione esegetica, deve ricorrere a buone guide di lettura che permettano di ben orientare l'interpretazione.
Per portare a buon fine l'attualizzazione, l'interpretazione della Scrittura mediante la Scrittura è il metodo più sicuro e più fecondo, specialmente nel caso dei testi dell'Antico Testamento che sono stati riletti nell'Antico Testamento stesso ( per es. la manna di Es 16 in Sap 16,20-29 ) e/o nel Nuovo Testamento ( Gv 6 ).
L'attualizzazione di un testo biblico nell'esistenza cristiana non può realizzarsi correttamente se manca la relazione con il mistero di Cristo e della Chiesa.
Non sarebbe normale, per esempio, proporre ai cristiani, come modelli per una lotta di liberazione, unicamente episodi dell'Antico Testamento ( Es 1-2; Maccabei ).
L'operazione ermeneutica, ispirata da filosofie ermeneutiche, comporta quindi tre tappe:
1) ascoltare la Parola a partire dalla situazione presente;
2) discernere gli aspetti della situazione presente che il testo biblico illumina o mette in discussione;
3) trarre dalla pienezza di significato del testo biblico gli elementi suscettibili di far evolvere la situazione presente in maniera feconda, conforme alla volontà salvifica di Dio in Cristo.
Grazie all'attualizzazione, la Bibbia chiarisce molti problemi attuali, per esempio:
la questione dei ministeri,
la dimensione comunitaria della Chiesa,
l'opzione preferenziale per i poveri,
la teologia della liberazione,
la condizione della donna.
L'attualizzazione può anche essere attenta ai valori sempre più sentiti dalla coscienza moderna, come i diritti della persona, la protezione della vita umana la preservazione dell'ambiente naturale, l'aspirazione alla pace universale.
Per restare in accordo con la verità salvifica espressa nella Bibbia, l'attualizzazione deve rispettare certi limiti e guardarsi da possibili deviazioni.
Benché ogni lettura della Bibbia sia necessariamente selettiva sono da evitare le letture tendenziose, cioè quelle che, invece di essere docili al testo, non fanno che utilizzarlo per i loro fini limitati ( come nel caso dell'attualizzazione fatta da alcune sette, per esempio i Testimoni di Geova ).
L'attualizzazione perde ogni validità se si basa su principi teorici che sono in disaccordo con gli orientamenti fondamentali della Bibbia, come, ad esempio, il razionalismo opposto alla fede o materialismo ateo.
Va evidentemente condannata anche ogni attualizzazione orientata in senso contrario alla giustizia e alla carità evangelica; ad esempio quelle che vorrebbero basare sui testi biblici la segregazione razziale, l'antisemitismo o il sessismo, sia esso maschile o femminile.
Un'attenzione particolare è necessaria, secondo lo spirito del concilio Vaticano II ( Nostra aetate, 4 ), per evitare assolutamente attualizzare alcuni testi del Nuovo Testamento in un senso che potrebbe provocare o rafforzare atteggiamenti ostili nei riguardi degli ebrei.
Gli eventi tragici del passato devono, al contrario, spingere a ricordare senza posa che, secondo il Nuovo Testamento, gli ebrei restano « amati » da Dio, « perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili » ( Rm 11,28-29 ).
Le deviazioni saranno evitate se l'attualizzazione parte da una corretta interpretazione del testo e si effettua nella corrente Tradizione vivente, sotto la guida del magistero della Chiesa.
Ad ogni modo, i rischi di deviazione non possono costituire un'obiezione valida contro l'adempimento di un compito necessario, quello di far pervenire il messaggio della Bibbia fino alle chiese al cuore delle nostre generazioni.
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