Sapienza |
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
Secondo contrappasso: le rane |
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1 Per questo furono giustamente puniti con esseri simili e tormentati da numerose bestiole. |
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2 Invece di tale castigo, tu beneficasti il tuo popolo; per appagarne il forte appetito gli preparasti un cibo di gusto squisito, le quaglie. |
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3 Gli Egiziani infatti, sebbene bramosi di cibo, disgustati dagli animali inviati contro di loro perdettero anche il naturale appetito; questi invece, dopo una breve privazione, gustarono un cibo squisito. | |||||
4 Era necessario che a quegli avversari venisse addosso una carestia inevitabile e che a questi si mostrasse soltanto come erano tormentati i loro nemici. |
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Terzo contrappasso: cavallette e serpente di bronzo |
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5 Quando infatti li assalì il terribile furore delle bestie e perirono per i morsi di tortuosi serpenti, la tua collera non durò sino alla fine. |
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6 Per correzione furono spaventati per breve tempo, avendo già avuto un pegno di salvezza a ricordare loro i decreti della tua legge. |
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7 Infatti chi si volgeva a guardarlo era salvato non da quel che vedeva, ma solo da te, salvatore di tutti. |
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8 Anche con ciò convincesti i nostri nemici che tu sei colui che libera da ogni male. | |||||
9 Gli Egiziani infatti furono uccisi dai morsi di cavallette e di mosche, né si trovò un rimedio per la loro vita, meritando di essere puniti con tali mezzi. |
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10 Invece contro i tuoi figli neppure i denti di serpenti velenosi prevalsero, perché intervenne la tua misericordia a guarirli. | |||||
11 Perché ricordassero le tue parole, feriti dai morsi, erano subito guariti, per timore che, caduti in un profondo oblio, fossero esclusi dai tuoi benefici. | |||||
12 Non li guarì né un'erba né un emolliente, ma la tua parola, o Signore, la quale tutto risana. |
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13 Tu infatti hai potere sulla vita e sulla morte; conduci giù alle porte degli inferi e fai risalire. |
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14 L'uomo può uccidere nella sua malvagità, ma non far tornare uno spirito già esalato, né liberare un'anima già accolta negli inferi. | |||||
Quarto contrappasso: la grandine e la manna |
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15 È impossibile sfuggire alla tua mano: | |||||
16 gli empi, che rifiutavano di conoscerti, furono colpiti con la forza del tuo braccio, perseguitati da strane piogge e da grandine, da acquazzoni travolgenti, e divorati dal fuoco. |
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17 E, cosa più strana, l'acqua che tutto spegne ravvivava sempre più il fuoco: l'universo si fa alleato dei giusti. |
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18 Talvolta la fiamma si attenuava per non bruciare gli animali inviati contro gli empi e per far loro comprendere a tal vista che erano incalzati dal giudizio di Dio. | |||||
19 Altre volte anche in mezzo all'acqua la fiamma bruciava oltre la potenza del fuoco per distruggere i germogli di una terra iniqua. | |||||
20 Invece sfamasti il tuo popolo con un cibo degli angeli, dal cielo offristi loro un pane già pronto senza fatica, capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto. |
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21 Questo tuo alimento manifestava la tua dolcezza verso i tuoi figli; esso si adattava al gusto di chi l'inghiottiva e si trasformava in ciò che ognuno desiderava. | |||||
22 Neve e ghiaccio resistevano al fuoco senza sciogliersi, perché riconoscessero che i frutti dei nemici il fuoco distruggeva ardendo tra la grandine e folgoreggiando tra le piogge. |
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23 Al contrario, perché si nutrissero i giusti, dimenticava perfino la propria virtù. | |||||
24 La creazione infatti a te suo creatore obbedendo, si irrigidisce per punire gli ingiusti, ma s'addolcisce a favore di quanti confidano in te. |
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25 Per questo anche allora, adattandosi a tutto, serviva alla tua liberalità che tutti alimenta, secondo il desiderio di chi era nel bisogno, |
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26 perché i tuoi figli, che ami, o Signore, capissero che non le diverse specie di frutti nutrono l'uomo, ma la tua parola conserva coloro che credono in te. |
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27 Ciò che infatti non era stato distrutto dal fuoco si scioglieva appena scaldato da un breve raggio di sole, |
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28 perché fosse noto che si deve prevenire il sole per renderti grazie e pregarti allo spuntar delle luce, |
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29 poiché la speranza dell'ingrato si scioglierà come brina invernale e si disperderà come un'acqua inutilizzabile. |
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Indice |
16,1-4 | Le creature come castigo e beneficio: le quaglie Gli Egiziani sono puniti da una grave carestia, causata dall'invio di animali nauseanti ( forse vi è un'allusione alla piaga delle rane, Es 7,28-29 ); gli Ebrei invece sono saziati mediante l'invio di quaglie ( Es 16,9-13 ). Ciò che si dimostrò castigo per gli Egiziani, fu un beneficio per Israele. 16,1-29 Dopo una lunga digressione, la fine del libro ( cc 16-19 ) riprende il parallelismo tra egiziani e israeliti ( cf. Sap 11,4+ ). La seconda antitesi è stata preparata da lontano con il ricordo in generale delle piaghe ( cf. Sap 11,15-16; Sap 12,23-27 ). L'autore continua ad aggiungere numerosi particolari ai racconti biblici anteriori ( per esempio v 3 ), interpretandoli liberamente secondo il genere letterario del midrash. |
16,5-14 | Serpenti, cavallette, mosconi Nel deserto anche gli Israeliti furono puniti con l'invio di serpenti velenosi, a motivo della loro contestazione nei confronti di Mosè ( Nm 21,6 ), ma poi il serpente di bronzo innalzato da Mosè fu salvezza per loro ( Nm 21,8-9 ). Agli Egiziani non fu concesso un rimedio simile, e caddero sotto la fitta invasione di cavallette e mosconi ( Es 8,16-20; Es 10,15 ). Gli episodi narrati nel libro dell'Esodo vengono esposti dall'autore con grande libertà e in forme iperboliche. |
16,6 | pegno di salvezza: BJ traduce: « segno » di salvezza, al cui posto molti mss importanti hanno « consigliere ». |
16,7 | L'autore interpreta
Nm 21,4-9 nel senso della misericordia. Afferma così che il serpente di bronzo non aveva alcun potere in se stesso. Egli ci vede un richiamo alla legge e il segno di una salvezza che Dio offre a tutti, cosa che non risulta dal testo antico. - Serpente di bronzo e disegno salvifico universale di Dio figurano in un medesimo contesto in Gv 3,14-17. |
16,8 | Si suppone che i nemici siano a conoscenza di questi avvenimenti ( cf. Sap 11,13 ), a meno che l'autore non pensi a un insegnamento sempre valido nel presente. |
16,9 | Sembra che l'autore voglia unire alla piaga delle cavallette (
Es 10,4-15 ), con un termine assai vago, i tafani (
Es 8,16-20 ) e le zanzare (
Es 8,12-15 ). L'idea di affidare loro un'azione mortifera può provenire da una amplificazione di Es 10 ( « calamità mortali » ) e di Sal 78,45 ( « tafani che divoravano » ); per una trasposizione apocalittica di queste piaghe, si avvicina anche Ap 9,3-12. |
16,11 | fossero esclusi dai tuoi benefici o « divenissero insensibili ai tuoi benefici ». |
16,13 | Qui l'autore vuol proporre il potere assoluto di Dio sulla vita e sulla morte, non solo nel senso che può strappare dal pericolo di morte chi gli piace ( cf.
Sal 9,14; Sal 107,17-19; Is 38,10-17 ), ma anche, sembra, nel senso più profondo che può riportare alla vita fisica l'anima scesa nello sheòl ( cf. 1 Re 17,17-23; 2 Re 4,33-35; 2 Re 13,21 ). |
16,14 | Il termine inferi ( BJ traduce: « Ade » ) non è espresso nel testo originale, ma il senso non lo mette in dubbio; alla lettera: « l'anima che è stata ricevuta ». |
16,15-19 | La grandine e la pioggia Gli elementi atmosferici ( pioggia, grandine, acquazzoni, fuoco ) diventano strumenti di punizione per gli Egiziani, che hanno rifiutato di riconoscere Dio e la potenza prodigiosa della sua azione. |
16,16 | Tutti i particolari di questo elenco rimandano alla piaga della grandine (
Es 9,13-35 ), ma l'autore utilizza, al modo del midrash, tutte le indicazioni bibliche: per le piogge cf. Es 9,29.33.34 ( LXX ); per il fuoco cf. Es 9,23-24; Sal 78,47-49; Sal 105,32 ( dove si trova anche la « pioggia » ). |
16,18 | L'autore sembra pensare che le prime piaghe durassero ancora quando sull'Egitto si abbatté la settima, quella della grandine ( Es 9,13-35 ). |
16,20-21 | La manna I giusti ottengono dal Signore un cibo speciale, cibo degli angeli: la manna ( v. 20 ). L'autore offre del testo di Es 16 una lettura spirituale, che il NT farà propria ( Gv 6,32-33.49-51 ). 16,20 offristi: una var. attestata da buoni mss ha: « hai loro mandato »; … la manna, « pane degli angeli » ( Sal 78,25 ) o « pane del cielo » ( Sal 105,40 ), che aveva il « sapore d'una torta di miele » ( Es 16,31 ), diventa un cibo capace di adattarsi a tutti i gusti e di rendere tutti i sapori desiderabili, e il simbolo stesso della dolcezza di Dio ( v 21 ). Questo passo trova paralleli molto concreti nei testi rabbinici e attesta già l'esistenza d'una leggenda giudaica sulla manna. La liturgia cristiana lo ha applicato all'eucaristia. |
16,22-29 | Neve, acqua e fuoco 16,22 Neve e ghiaccio: è ancora la manna, che Es 16,14 paragona alla rugiada, e Nm 11,7 ( LXX ) al ghiaccio ( cf. Sap 19,21 ). |
16,24 | si irrigidisce … s'addolcisce ( BJ traduce: « si tende … si distende » ): immagine desunta dagli strumenti a corda ( cf. Sap 19,18 ). |
16,25 | L'autore cerca di spiegare questo particolare della manna ( cf.
vv 20c.21c ) con l'aiuto della fisica d'allora, mediante una mutazione degli elementi o un cambiamento delle loro proprietà. Ma insiste meno su questo fatto straordinario che sull'insegnamento che ne deriva. - di chi era nel bisogno o « di coloro che domandavano » o « pregavano ». |
16,26 | Vedi Dt 8,3. |
16,28 | si deve prevenire il sole: allusione alla preghiera del mattino; ad essa, che costituisce la prima delle tre preghiere liturgiche quotidiane dell'ebraismo, invitano più volte i Salmi (
Sal 5,4;
Sal 88,14 ). Questa lezione, che poggia su una interpretazione assai libera di Es 16,21, rileva l'uso di far coincidere la preghiera del mattino con l'aurora o i primi raggi del sole. |