Preparazione degli educatori nei seminari

Indice

V - Disposizioni operative

1. Problemi di formazione

72. Se è lecito parlare, in non poche zone geografiche ed ecclesiali, di un nuovo rilancio dei seminari, bisogna in pari tempo riproporre il discorso su un corrispondente rilancio della necessità di una specifica formazione iniziale e permanente degli educatori.

Nulla potrà sostituire a benefico influsso di una rinnovata e motivata convinzione in proposito da parte dei Vescovi e degli altri responsabili nel campo.

Alcune nazioni e Chiese locali hanno già preso al riguardo opportune decisioni.

Altre dovrebbero seguirne l'esempio.

Per dare maggiore impulso a tali iniziative, si dovrà provvedere ad un reciproco scambio di esperienze.

73. Anche se non è dappertutto possibile creare istituti speciali per la formazione degli educatori, è tuttavia necessario procedere ad un minimo di programmazione organica:

disporre di gruppi di esperti in ogni nazione, sulla cui collaborazione si possa sempre contare;

stabilire un programma ben definito sia riguardo alla durata e alla periodicità, sia riguardo ai contenuti;

un programma che risponda alle necessità e garantisca una buona organicità e continuità della formazione.

Nelle zone di maggiore estensione geografica e omogeneità linguistica e culturale è ipotizzabile un istituto « itinerante » che potrà svolgere corsi intensivi a servizio di varie realtà locali.

74. Dov'è possibile, ci si avvalga, ai fini della formazione permanente, della collaborazione delle università ecclesiastiche e di altri istituti accademici e centri di ricerca e di studio soprattutto per quanto riguarda lo studio delle scienze umane.

In questi casi sarà bene stipulare previ accordi con le Conferenze Episcopali per assicurare la solidità dottrinale della linea formativa.

75. Benché, come si è visto, gli spazi e i mezzi per una vera e propria preparazione previa degli educatori siano in pratica assai ristretti, tuttavia si ritiene necessario che sia concesso un conveniente periodo di preparazione spirituale e pedagogica specifica ai futuri rettori e direttori spirituali prima del conferimento dell'incarico, eventualmente combinandola con l'esercizio di altri ministeri in seminario.

Una cura del tutto speciale deve essere dedicata alla formazione iniziale e permanente dei direttori spirituali, in considerazione delle molteplici problematiche che comporta oggi tale missione nei seminari.

76. Per quanto riguarda la preparazione dei professori, sarà necessario richiedere non soltanto i corrispondenti titoli di studio canonicamente riconosciuti,60 ma anche il corredo di una conveniente formazione spirituale, didattica e pedagogica, affinché la loro opera possa dare un efficace contributo alla formazione integrale dei futuri sacerdoti.

77. Dove vengono impiegati nell'insegnamento i laici, nel senso indicato sopra al n. 20, si rende necessario provvedere ad una loro conveniente formazione religiosa ed apostolica, perché la loro opera sia in tutto conforme alle finalità proprie della formazione sacerdotale.

78. Per la preparazione degli educatori dovranno essere maggiormente valorizzate le numerose università ed istituzioni educative pontificie di Roma, com'è già stato opportunamente suggerito dalla « Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis ».61

A tale riguardo, soprattutto per quanto concerne la preparazione pedagogica dei futuri formatori, potranno trovare valido aiuto particolarmente quelle nazioni che, per vari motivi, non sono in grado di dar vita a proprie istituzioni.

79. Mentre si riconosce pienamente il prezioso contributo che stanno fornendo alla formazione degli educatori le varie Congregazioni e Società sacerdotali esistenti, si seguiranno con simpatia ed apertura di spirito alcune nuove iniziative che la grazia di Dio sta suscitando nella Chiesa a favore della santificazione del clero e della formazione sacerdotale, accompagnandole con aiuti ed il necessario discernimento.62

2. Pianificazione e distribuzione più razionale degli educatori dei seminari

80. Dal momento che l'efficienza delle comunità educanti dei seminari dipende in gran parte dalla loro stabilità, si rende necessario prevedere con un certo anticipo le loro necessità di avvicendamento, per programmare in tempo le opportune sostituzioni.

Una buona programmazione, soprattutto del personale docente, è necessaria laddove vige il sistema dei cosiddetti anni o semestri sabbatici, affinché tutti gli insegnamenti rimangano sempre adeguatamente attivi anche durante l'assenza dei singoli docenti.

81. Mentre si cercherà di ovviare all'attuale scarsità di formatori, con una loro migliore preparazione, si dovrà anche pensare ad una loro più conveniente pianificazione e distribuzione.

S'impone anzitutto la necessità di regolare la proliferazione dei seminari maggiori, o evitare il frazionamento di quelli già esistenti.

Data la scarsità del personale, si dovrebbero tenere in maggiore considerazione gli inviti ad un razionale concentramento dei mezzi materiali e del personale mediante la creazione di seminari interdiocesani ( nazionali, regionali, provinciali ).63

82. Inoltre, la necessità dello « scambio dei doni » tra Chiese sorelle, più volte ribadita da Giovanni Paolo Il, esige che le diocesi più ricche di educatori del clero siano disponibili ad aiutare quelle più povere.

Infatti, secondo la « Pastores dabo vobis », il candidato al sacerdozio deve « prepararsi ad un ministero che gli potrà chiedere la concreta disponibilità allo Spirito Santo e al Vescovo per essere mandato a predicare il Vangelo oltre i confini del suo paese »,64 e quindi anche a mettersi a disposizione di qualche seminario.

In tali casi, i sacerdoti i quali « si avviano a una nuova nazione devono cercare di conoscere non solo la lingua che lì si parla, ma anche gli speciali caratteri psicologici e sociali di quel popolo al cui servizio essi umilmente desiderano mettersi ».65

A questo proposito è da segnalare l'istituzione, da parte della Santa Sede, della Commissione Interdicasteriale Permanente per una più equa distribuzione dei sacerdoti nel mondo, che ha come scopo principale proprio quello di favorire lo scambio degli educatori dei seminari e degli animatori vocazionali.

Indice

60 Ratio fundamentalis, 34;
Congregazione per l'educazione cattolica, La formazione teologica dei futuri sacerdoti, n. 118 ( 28 febbraio 1976 );
CIC, 253 § 1
61 Ratio fundamentalis, 85
62 CIC, 605
63 CIC, 237 § 2; rimane però sempre come ideale il Seminario díocesano in quelle situazioni che con sentono un suo funzionamento decoroso e regolare, e cioè « ubi id fieri possit atque expediat », come si esprime a tale proposito il medesimo Can. 237, al 1° paragrafo
64 PDV, 59
65 PO, 10