Cerimoniale dei Vescovi |
1177. Il vescovo, nell'adempiere il dovere di visitare le parrocchie e le comunità della sua diocesi, non dia l'impressione di compiere un dovere puramente amministrativo, ma si faccia chiaramente conoscere dai propri fedeli come annunziatore del vangelo, dottore, pastore e gran sacerdote dei proprio gregge.
1178. Perché si possa più efficacemente ottenere ciò, la visita del vescovo avvenga, per quanto è possibile, in quei giorni in cui i fedeli possano partecipare più numerosi; essi inoltre, a tempo debito, siano preparati dai loro presbiteri con una catechesi adeguata.
La visita poi sia sufficientemente protratta, in modo che il vescovo possa esaminare, promuovere, favorire e indirizzare ad unità di azione l'apostolato dei presbiteri e dei laici e le opere di carità ed inoltre presiedere le celebrazioni liturgiche.
1179. Il vescovo, dopo aver indossato le vesti descritte più sopra al n. 63, venga accolto convenientemente, secondo le circostanze di luogo e situazione.
Se sembra opportuno, venga accolto e salutato solennemente alla porta della chiesa o nella chiesa stessa dal clero e dal popolo.
Dove poi si può fare e sembra opportuno, sia anche condotto alla chiesa con un canto festivo.
La sobria solennità con cui viene accolto il vescovo sia segno dell'amore e della devozione del popolo fedele verso il buon pastore.
1180. Alla porta della chiesa il vescovo viene ricevuto dal parroco, rivestito di piviale, che presenta al bacio del vescovo l'immagine del crocifisso; quindi gli porge l'aspersorio con l'acqua benedetta.
Il vescovo asperge sé stesso e i fedeli.
Quindi il vescovo, dopo una breve adorazione in silenzio al ss. sacramento, si reca al presbiterio, dove il parroco, stando davanti all'altare, invita i fedeli a pregare per il vescovo e dopo una breve preghiera in silenzio, proclama l'orazione colletta O Dio, pastore eterno oppure: O Dio, pastore e guida di tutti credenti, come si trovano nel "Messale Romano".858
Quindi il vescovo saluta il popolo e spiega quali siano le incombenze in occasione della visita; infine proclama l'orazione del titolo della chiesa o del patrono del luogo e benedice il popolo nel modo consueto.
Il parroco infine congeda l'assemblea.
1181. Quando invece segue la messa, subito dopo l'orazione per il vescovo, egli indossa alla sede le vesti sacre per la messa; la concelebrino con il vescovo i presbiteri che hanno la cura pastorale della parrocchia o che dimorano nel suo territorio, e ad essa partecipino attivamente i fedeli.
Bisogna soprattutto procurare che ciò avvenga in quelle distaccate regioni della diocesi i cui abitanti raramente o mai possono partecipare alla messa stazionale del vescovo nella loro città.
1182. Affinché poi appaia più chiaramente ai fedeli che il vescovo è il principale dispensatore dei misteri di Dio, come anche il moderatore e custode di tutta la vita liturgica nella Chiesa a lui affidata, è desiderabile che egli amministri, durante la visita pastorale, non solo il sacramento della confermazione, ma talvolta anche gli altri sacramenti, soprattutto nella visita agli infermi.
1183. Se poi la visita si protrae, si tenga in chiesa qualche celebrazione della liturgia delle ore o della parola di Dio, con l'omelia dei vescovo e le preghiere per la Chiesa sia universale, sia diocesana.
1184. Secondo l'opportunità, il vescovo si rechi anche al cimitero con il popolo e li elevi preghiere per i fedeli defunti, osservando le norme date più sopra ai nn. 399ss. circa l'aspersione dei sepolcri.
Indice |
858 | Cf. Messale Romano, Messe per varie necessità, 3. Per il vescovo, A |