Apostolicam actuositatem |
Grande è la varietà delle associazioni apostoliche4
alcune si propongono il fine apostolico generale della Chiesa;
altre in particolare il fine dell'evangelizzazione e della santificazione;
altre attendono ai fini dell'animazione cristiana dell'ordine delle realtà temporali;
altre rendono in modo speciale testimonianza a Cristo con le opere di misericordia e di carità.
Tra queste associazioni vanno considerate in primo luogo quelle che favoriscono e rafforzano una più intima unità tra la vita pratica dei membri e la loro fede.
Le associazioni non sono fine a se stesse, ma devono servire a compiere la missione della Chiesa nei riguardi del mondo: la loro incidenza apostolica dipende dalla conformità con le finalità della Chiesa, nonché dalla testimonianza cristiana e dallo spirito evangelico dei singoli membri e di tutta l'associazione.
Inoltre la missione universale della Chiesa, in considerazione del progresso delle istituzioni e sotto la spinta del rapido evolversi della società odierna, richiede che le iniziative apostoliche dei cattolici perfezionino sempre più le forme associate in campo internazionale.
Le organizzazioni internazionali cattoliche raggiungono meglio il proprio fine, se le associazioni che ne fanno parte e i loro membri sono più intimamente uniti ad esse.
Salvo il dovuto legame con l'autorità ecclesiastica5 i laici hanno il diritto di creare associazioni6 e guidarle, e di aderire a quelle già esistenti.
Occorre tuttavia evitare la dispersione delle forze che si ha allorché si promuovono nuove associazioni e opere senza motivo sufficiente, o si mantengono in vita, più del necessario, associazioni o metodi invecchiati; né sarà sempre opportuno che forme istituite in una nazione vengano portate indiscriminatamente in altre.7
Indice |
4 | Pio XII, Alloc. al Consiglio della Federazione Internazionale degli Uomini Cattolici,
8 dicembre 1956 |
5 | Infra cap V, n. 24 |
6 | S. Congr. del Concilio, Risoluz. nella causa Corrientes, 13 novembre 1920: AAS 13 ( 1921 ), p. 139 |
7 | Giovanni XXIII, Enc. Princeps Pastorum, 28 novembre 1959 |