Segretario del Crocifisso |
Preziose testimonianze abbiamo sull'eminente carità che pel prossimo nutriva il Servo di Dio,
sui sacrifici, le preoccupazioni, le fatiche a cui andava incontro per soccorrere i malati e i miseri.
L'amor di Dio ha come precipuo effetto questa soprannaturale dedizione;
il Santo è al tempo stesso il primo sincero amante dell'umanità sofferente, il martire dell'amore che si dona.
" Luigi Musso amava molto il prossimo e specialmente i poveri; nel tempo libero curava e,
se era necessario, assisteva i malati di giorno e di notte.
C'era a Viale un pover'uomo che da parecchio tempo teneva il letto per una ferita;
Luigi si fece mandare dell'acqua della Madonna di Lourdes e curandolo nell'anima
e nel corpo ne ottenne la guarigione.
Fuggiva l'ozio col lavorare sempre o per i poveri o per la Chiesa o col pregare,
ed invitava tutti ad aiutarlo nella preghiera del Santo Rosario che recitava nella Chiesa
per ottenere grazie per il bene del paese.
Il suo riposo era breve, poiché lavorava sino a tardi alla sera, mentre al mattino si alzava presto.
Osservava scrupolosamente il digiuno e l'astinenza ".2
" Luigi ha sempre fatto elemosina. Viveva in quel tempo a Viale una povera mia zia,
chiamata Occhiena Teresa, in una specie di grotta sotto una pietra, come i selvaggi:
Luigi le portava una razione del suo cibo, tutti i giorni ".3
" Non solo nel tempo che abbiamo passato assieme a Viale d'Asti,
ma anche quando viveva a Torino il signor Musso Luigi condusse sempre vita illibatissima
e cioè ritirata, modesta, religiosissima.
Quando nel castello di Viale e a Torino il signor Conte Caissotti indiceva feste,
il cuoco presenziava per quanto era necessaria la sua presenza, ma cessata tale necessità, tosto si ritirava.
Riguardo al cibo, egli dava sempre la parte migliore agli altri e, ora con un pretesto, ora con un altro,
trovava sempre modo di mortificarsi facendoci restare edificati per la sua virtù.
La sua parola era sempre affabile con tutti; con i suoi compagni di lavoro non accampava mai pretese di sorta.
Era sempre ilare; con tutti dimostrava la sua piena pace di cuore e la tranquillità di spirito.
Da lui non ho mai sentito parola sdegnosa o che sia stata men che cristiana e santa;
ciò posso attestare per i sette anni che vivemmo assieme ".4
" Io avevo in famiglia la nonna Angela bisognosa di aiuto, e il buon cuoco Musso Luigi tutti i giorni la visitava
portandole minestra, pietanza e altre cibarie, privandosene per amor di Dio.
Non solo a noi di famiglia, ma in generale, soleva consigliare, oltre la Comunione frequente,
la divozione al Santissimo Crocifisso.
Gli ammalati poveri erano i suoi amici più cari ".5
" Il signor Musso Luigi nutriva un odio profondo per il peccato, e in riparazione di questo,
più volte d'accordo col Signor Arciprete, stabiliva funzioni parrocchiali con le confessioni, la Comunione,
e per questo passava egli stesso nelle famiglie a esortare, consigliare
e a spingere i fedeli alla santa opera di espiazione ".6
La stagione di villeggiatura mette dunque Luigi in relazione con molti borghigiani coi quali,
per essere nato e cresciuto in campagna, possiamo credere che si trovasse bene
e gli fossero fornite maggiori occasioni all'esercizio della sua carità cristiana.
Vediamo pertanto che il periodo di relativo riposo estivo non addormentava la sua virtù;
egli è sempre ammirabile per purezza di vita, giocondità e affabilità di modi, per mortificazione e spirito di sacrificio.
« Il 19 novembre 1896 si fece ritorno di bel nuovo a Torino.
Mi fermai in quella nobilissima famiglia Caissotti di Chiusano ancora sette mesi,
poi ritornai alla casa paterna, per assistere la mia buona madre inferma.
Negli ultimi mesi volli più volte portarmi al Santuario della cara Madonna della Consolata e servirvi la Santa Messa.
Feci pure acquisto di una grande immagine della Consolata e in compagnia d'un mio amico, Angelo Gemelli,
andai da S. Em. il Card. Richelmy per farla benedire.
Non contento, volli metterla sull'altare mentre servivo per la Santa Comunione nel detto Santuario,
e dissi confidenzialmente alla nostra cara Mamma Maria SS. Consolata, sempre per esternare il mio amore,
la mia divozione verso la gran Madre di Dio: "Dolcissima Vergine, tu conosci le nostre miserie,
tu sai che in ogni momento della nostra vita sempre abbiamo bisogno di soccorso;
avrò ancora giorni difficili in questa valle di pene e di dolori;
Vergine purissima, in quei momenti stendi il tuo manto di Misericordia; ottienimi dal tuo Figlio Gesù la celeste pace;
che brillino sempre nel mio cuore i nomi santissimi di te, o Maria, e del mio Gesù, tuo Divin Figlio dolcissimo " » ( D 9 ).
Indice |
2 | Emilio Navone, giardiniere del castello di Viale d'Asti |
3 | Giuseppina Conti da Viale d'Asti |
4 | Luigi Francesco Nebiolo, aiutante di cucina di Fra Leopoldo a Torino e a Viale s'Asti |
5 | Clara Conti da Viale d'Asti |
6 | Luigia Andorno da Viale d'Asti |