Dialogo della Divina Provvidenza |
Levandosi una anima ansietata di grandissimo desiderio verso l'onore di Dio e la salute de l'anime; exercitandosi per alcuno spazio di tempo nella virtú, abituata e abitata nella cella del cognoscimento di sé per meglio cognoscere la bontá di Dio in sé; perché al cognoscimento séguita l'amore, amando cerca di seguitare e vestirsi della veritá.
E perché in veruno modo gusta tanto ed è illuminata d'essa veritá quanto col mezzo de l'orazione umile e continua fondata nel cognoscimento di sé e di Dio ( però che l'orazione, exercitandola per lo modo decto, unisce l'anima in Dio, seguitando le vestigie di Cristo crocifixo ), e cosí per desiderio e affecto e unione d'amore ne fa un altro sé.
Questo parbe che dicesse Cristo quando disse: « Chi m'amará e servará la parola mia Io manifestarò me medesimo a lui, e sará una cosa con meco e Io con lui ».
E in piú luoghi troviamo simili parole, per le quali potiamo vedere che egli è la veritá che per affecto d'amore l'anima diventa un altro lui.
E per vederlo piú chiaramente, ricòrdomi d'avere udito d'alcuna serva di Dio che essendo in orazione, levata con grande elevazione di mente, Dio non nascondeva a l'occhio de l'intellecto suo l'amore che aveva a' servi suoi: anco el manifestava,- e tra l'altre cose diceva: - Apre l'occhio de l'intellecto e mira in me, e vedrai la dignitá e bellezza della mia creatura che ha in sé ragione.
E tra la bellezza che io ho data a l'anima creandola a la imagine e similitudine mia, raguarda costoro che sono vestiti del vestimento nupziale, cioè della caritá, adornato di molte vere e reali virtú, uniti sonno con meco per amore.
E però ti dico che se tu mi dimandassi: - Chi sonno costoro?
- Rispondarei - diceva il dolce e amoroso Verbo: - Sonno un altro me, perché hanno perduta e annegata la propria volontá, e vestitisi, unitisi e conformatisi con la mia.
- Bene è dunque vero che l'anima s'unisce per affecto d'amore.
Sí che, volendo piú virilmente cognoscere e seguitare la veritá, levando il desiderio suo, prima per se medesima ( considerando che l'anima non può fare vera utilitá di doctrina, d'exemplo e d'orazione al proximo suo se prima non fa utilitá a sé, cioè d'avere e acquistare la virtú in sé ) domandava al sommo ed etterno Padre quattro petizioni.
La prima era per se medesima;
La seconda per la reformazione della sancta Chiesa;
La terza generale per tucto quanto il mondo, e singularmente per la pace dei cristiani e' quali sonno ribelli con molta irreverenzia e persecuzione alla sancta Chiesa.
Nella quarta dimandava la divina providenzia che provedesse in comune, e in particulare in alcuno caso che era adivenuto.
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