Dialogo della Divina Provvidenza

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Capitolo LXXXVI

Repetizione utile di molte cose giá decte; e come Dio induce questa devota anima a pregarlo per ogni creatura e per la sancta Chiesa.

- Ora hai veduto con l'occhio de l'intellecto tuo ed hai udito con l'orecchia del sentimento da me, Veritá etterna, che modo ti conviene tenere a fare utilitá, a te e al proximo tuo, di doctrina e di cognoscere la mia veritá, sí come nel principio ti dixi che a cognoscimento della veritá si viene per lo cognoscimento di te: non puro cognoscimento di te, ma condito e unito col cognoscimento di me in te.

Unde hai trovato umilitá, odio e dispiacimento di te, e il fuoco della mia caritá per lo cognoscimento che trovasti di me in te; unde venisti ad amore e dileczione del proximo, facendo a lui utilitá di doctrina e di sancta e onesta vita.

Anco t'ho mostrato el ponte come egli sta, ed hotti mostrato e' tre scaloni generali posti per le tre potenzie de l'anima; e come veruno può avere la vita della grazia se non gli saglie tucti e tre, cioè che sieno congregati nel nome mio.

E anco te gli ho manifestati in particulare per li tre stati de l'anima figurati nel Corpo de l'unigenito mio Figliuolo, del quale ti dixi che egli aveva facto scala del Corpo suo, mostrandolo ne' piei confitti, e ne l'apritura del lato, e nella bocca dove gusta l'anima la pace e la quiete, per lo modo che decto è.

E hotti mostrata la imperfeczione del timore servile e la imperfeczione de l'amore, amando me per dolcezza; e la perfeczione del terzo stato di coloro che sonno gionti a la pace della bocca, essendo corsi con ansietato desiderio per lo ponte di Cristo crocifixo, salendo e' tre scaloni generali, cioè d'avere congregate le tre potenzie de l'anima, dove congrega tucte le sue operazioni nel nome mio, sí come di sopra ti spianai piú chiaramente; e de' tre scaloni particulari e' quali ha saliti, passato dallo stato imperfecto al perfecto.

E cosí gli hai veduti córrire in veritá, e factati gustare la perfeczione de l'anima con l'adornamento delle virtú, e gl'inganni che riceve prima che gionga a la sua perfeczione, se essa non essercita el tempo suo nel cognoscimento di sé e di me.

Anco t'ho dichiarata la miseria di coloro che vanno annegandosi per lo fiume, non tenendo per lo ponte della doctrina della mia Veritá, el quale Io vi posi perché voi none annegaste; ma eglino, come matti, sono voluti annegare nella miseria e puzza del mondo.

Tucto questo t'ho dichiarato per farti crescere il fuoco del sancto desiderio e la compassione e dolore della dannazione de l'anime, acciò che 'l dolore e l'amore ti costringa a strignere me con lagrime e sudori: con lagrime de l'umile e continua orazione offerta a me con fuoco d'ardentissimo desiderio.

E non solamente per te, ma per molte altre creature e servi miei che l'udiranno.

Saranno costrecti da la mia caritá ( cosí insiememente tu e gli altri servi miei ) di pregare e strignere me a fare misericordia al mondo e al corpo mistico della sancta Chiesa per cui tu tanto mi preghi.

Perché giá ti dixi, se ben ti ricorda, che Io adempirei e' desidèri vostri dandovi refrigerio nelle vostre fadighe, cioè satisfacendo a' penosi vostri desidèri, donando la reformazione della sancta Chiesa di buoni e sancti pastori: non con guerra, come Io ti dixi, né con coltello né crudeltá, ma con pace e quiete, lagrime e sudori de' servi miei, e' quali v'ho messi come lavoratori de l'anime vostre e di quelle del proximo, e nel corpo mistico della sancta Chiesa.

In voi, lavorare in virtú: nel proximo e nella sancta Chiesa, in exemplo e in doctrina, e continua orazione offerire a me per lei e per ogni creatura; parturendo le virtú sopra del proximo vostro per lo modo che decto t'ho.

Perché giá ti dixi che ogni virtú e difecto si faceva e aumentavasi sopra del proximo.

E però voglio che facciate utilitá al proximo vostro; e per questo modo darete de' fructi della vigna vostra.

Non vi ristate di gittarmi oncenso d'odorifere orazioni per salute de l'anime e perch'Io voglio fare misericordia al mondo, e con esse orazioni e sudori e lagrime lavare la faccia della sposa mia, cioè della sancta Chiesa, perché giá te la mostrai in forma d'una donzella lordata tucta la faccia sua, quasi come lebbrosa.

Questo era per lo difecto de' ministri, e di tucta la religione cristiana, che al pecto di questa sposa si notricano.

De' quali difecti Io in un altro luogo ti narrarò.

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