Cantico spirituale Manoscritto B

Indice

Nota sulla strofa seguente

1 - Uno dei motivi principali per cui l'anima, desidera di essere sciolta e trovarsi con Cristo ( Fil 1,23 ) e quello di vedere a faccia a faccia e di capire radicalmente le profonde vie e i misteri eterni dell'Incarnazione del Verbo, inn cui non consiste certo la parte minore della propria

beatitudine.

Cristo stesso, parlando con il Padre, dice in San Giovanni ( Gv 17,3 ): Questa è la vita eterna: che conoscano te, unico vero Dio, e il tuo Figlio Gesù Cristo, che hai inviato.

Per questo, come una persona giunta di lontano, prima di tutto cerca di vedere e di parlare con chi ama, così l'anima, giungendo alla visione di Dio, in primo luogo cerca di conoscere e di godere i segreti e i misteri profondi della Incarnazione e le antiche vie di Dio che da essa dipendono. Pertanto appena ha finito di dire che desidera specchiarsi nella bellezza del Signore, soggiunge subito la seguente strofa:

Strofa 37

E quindi alle profonde

caverne della pietra ce ne andremo,

che sono ben celate,

colà noi entreremo,

di melagrana il succo gusteremo.

Spiegazione

2 - Una delle cause che maggiormente spingono l'anima a desiderare di penetrare nelle profondità della sapienza divina e di conoscerne la bellezza è, come è stato detto, quella di giungere per questa via all'unione dell'intelletto con la conoscenza dei profondi misteri dell'Incarnazione del Verbo, che per lei è la sapienza più sublime e gustosa che esista.

La sposa quindi in questa strofa dice che, dopo essere penetrata più intimamente nella sapienza divina, cioè più intimamente del matrimonio spirituale di cui ora gode, il che avverrà nella gloria dove vedrà Dio a faccia a faccia e si unirà con questa sapienza divina, cioè con il Figlio di Dio, conoscerà i sublimi misteri dell'Uomo-Dio, che sono i più profondi in sapienza e nascosti in Dio.

Insieme con lo Sposo, ella si addentrerà nella loro conoscenza, immergendovisi completamente, e gusterà il sapore e il diletto causato dalla loro conoscenza e dalle virtù e attributi divini che per mezzo dei misteri suddetti si scoprono in Dio, come sono la giustizia, la misericordia, la sapienza, la potenza, la carità, ecc.

E quindi alle profonde

caverne della pietra ce ne andremo.

3 - La pietra di cui ora si parla è il Cristo, secondo quanto S. Paolo scrive ( 1 Cor 10,4 ).

Le profonde caverne sono i misteri sublimi, alti e profondi della sapienza divina nascosti in Lui, che riguardano l'unione ipostatica della natura umana con il Verbo divino, la relazione che esiste fra questa e l'unione degli uomini con Dio, l'armonia fra la giustizia e la misericordia divina in rapporto alla salvezza del genere umano per la manifestazione dei suoi giudizi i quali, perché sono tanto alti e profondi, con molta proprietà vengono detti profonde caverne: profonde per l'altezza dei misteri, caverne per la profondità della sapienza divina nascosta in essi.

Infatti, come le caverne sono profonde e hanno molte cavità, così qualsiasi mistero del Cristo è profondissimo in sapienza ed ha molte cavità di occulti giudizi di predestinazione e di prescienza relativa ai figli degli uomini.

Per questo dice subito:

che sono ben celate.

4 - Per quanto i misteri e le meraviglie scoperte dai santi dottori e intese dalle anime sante nel presente stato di vita siano molti, tuttavia ne è rimasta da dire e da capire la maggior parte e quindi c'è ancora molto, da approfondire in Cristo.

Questi infatti è come una miniera ricca di immense vene di tesori, dei quali, per quanto si vada a fondo, non si trova la fine; anzi in ciascuna cavità si scoprono nuove vene di ricchezze.

Perciò S. Paolo dice del Cristo ( Col 2,3 ): In Cristo si trovano nascosti tutti i tesori della sapienza nei quali l'anima non può penetrare, se prima non passa per le strettezze della sofferenza interna ed esterna.

Infatti a quel poco dei misteri di Cristo che è possibile sapere in questa vita non si può giungere senza aver sofferto molto, aver ricevuto da Dio numerose grazie intellettuali e sensibili e senza aver fatto precedere un lungo esercizio spirituale, poiché tutte queste grazie sono più imperfette della sapienza dei misteri di Cristo, per la quale servono di semplice disposizione.

Chiedendo dunque Mosè a Dio di mostrargli la sua gloria ( Es 33,18-19 ), si sentì rispondere che in questa vita egli non avrebbe potuto vederla; gli sarebbe stato mostrato invece tutto il bene possibile in terra.

Il Signore rivelò questo bene al santo condottiero facendolo entrare nella caverna di pietra, che, come e stato detto, è il Cristo, e mostrandogli il suo dorso ( Es 33,23 ), dandogli con ciò la conoscenza dei misteri dell'umanità di Cristo.

5 - L'anima quindi desidera penetrare in queste caverne per essere immersa, inebriata e trasformata completamente nell'amore della loro sapienza, nascondendosi nel seno dell'Amato.

In questa caverna l'invita Egli nel Cantico dicendo: Alzati, affrettati, amica mia, sorella mia e vieni nei fori della pietra e nella caverna del muro di cinta ( Ct 2,13-14 ), fori che sono le caverne di cui stiamo parlando.

Di essi dice la sposa:

colà noi entreremo,

6 - colà, cioè in quelle notizie dei misteri divini, entreremo.

Non dice « entrerò io sola », in apparenza più giusto perché lo Sposo non ha bisogno di entrare, ma entreremo io e l'Amato, per fare intendere che quest'opera non è compiuta da lei, ma da lei e dallo Sposo.

Inoltre, poiché ormai l'anima e Dio nel presente stato del matrimonio spirituale sono intimamente uniti, ella non fa nessuna opera da sola senza l'aiuto di Dio.

Perciò colà noi entreremo equivale a dire: lì noi ci trasformeremo, cioè io mi trasformerò in te per amore dei dolci giudizi divini.

Infatti nella conoscenza della predestinazione dei buoni e della prescienza dei malvagi, per cui mezzo il Padre previene i giusti con le benedizioni della sua dolcezza ( Sal 21,4 ) nel suo Figlio Gesù Cristo, l'anima in maniera sublime e stretta si trasforma in amore di Dio secondo queste notizie, amando e ringraziando nuovamente il Padre con grande gusto e diletto, per avere dato il suo Figlio Gesù Cristo.

Ciò ella fa insieme con Lui.

Il sapore poi di questa lode è sì delicato che è totalmente ineffabile: l'anima lo dice nel verso seguente:

di melagrana il succo gusteremo.

7 - Le melagrane sono simbolo dei misteri di Cristo, dei giudizi della sapienza divina, delle virtù e degli attributi di Dio che dalla conoscenza di quei misteri e giudizi si vengono a conoscere in Lui, e che sono innumerevoli.

Infatti come ogni melagrana contiene molti chicchi nati e contenuti nella sua cavità sferica, così ogni attributo, mistero, giudizio e virtù di Dio contiene in sé una grande moltitudine di effetti e provvidenze meravigliose di Dio, contenuti e sostentati nel seno sferico della virtù e del mistero che riguarda quei determinati effetti.

Si noti qui la figura circolare o sferica della melagrana, poiché per ciascuna di esse intendiamo una virtù e un attributo divino, attributo o virtù che sono lo stesso Dio, il quale, in quanto è senza principio e fine, viene simboleggiato dal cerchio o dalla sfera.

Poiché la sapienza divina contiene in sé giudizi e misteri senza numero, la sposa dei Cantici dice allo Sposo: il tuo seno è di avorio, smaltato di zaffiri ( Ct 5,14 ), dai quali vengono significati i misteri e giudizi suddetti della sapienza ( simboleggiata nel « seno » ), poiché lo zaffiro è una pietra preziosa del colore del cielo limpido e sereno.

8 - Il succo di queste melagrane che gusteranno lei e lo Sposo è la fruizione e il diletto dell'amore di Dio che ridonda nell'anima dalla conoscenza di quei misteri.

Come da molti chicchi di melagrana quando si mangiano esce un unico succo, così da tutte queste meraviglie e grandezze di Dio infuse nell'anima ridonda in lei una sola fruizione e un solo diletto di amore, la bevanda dello Spirito Santo, cosa che ella offre subito a Dio, al Verbo, suo Sposo, con grande tenerezza della volontà.

Ella infatti nel Cantico la promette allo Sposo, se Egli la introdurrà in queste notizie: Lì tu mi ammaestrerai ed io ti darò una bevanda di vino aromatico ed il succo delle mie melagrane ( Ct 8,2 ).

Chiama sue le divine notizie, quantunque siano di Dio che gliele ha date, e quindi essa, come proprie, le offre a Lui.

L'anima dunque offre come bevanda al Signore il godimento e la fruizione di tali notizie nel vino d'amore.

Ecco ciò che significa di melagrana il succo gusteremo poiché, mentre lo gusta, Dio lo fa gustare anche all'anima la quale, gustandolo a sua volta lo fa gustare a Dio, e così il diletto è comune.

Indice