Vita prima |
A lode e gloria di Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen.
Incomincia la vita del beatissimo padre nostro Francesco
[317] 1. Viveva ad Assisi, nella valle spoletana, un uomo di nome Francesco.
Dai genitori ricevette fin dalla infanzia una cattiva educazione, ispirata alle vanità del mondo.
Imitando i loro esempi, egli stesso divenne ancor più leggero e vanitoso.
[318] Questa pessima mentalità, infatti, si è diffusa tra coloro che si dicono cristiani: si è fatto strada il sistema funesto, quasi fosse una legge, di educare i propri figli fin dalla culla con eccessiva tolleranza e dissolutezza.
Ancora fanciulli, appena cominciano a balbettare qualche sillaba, si insegnano loro con gesti e parole cose vergognose e deprecabili.
Sopraggiunto il tempo dello svezzamento, sono spinti non solo a dire, ma anche a fare ciò che è indecente.
Nessuno di loro, a quella età, osa comportarsi onestamente, per timore di essere severamente castigato.
Ben a ragione, pertanto, afferma un poeta pagano: « Essendo cresciuti tra i cattivi esempi dei nostri genitori, tutti i mali ci accompagnano dalla fanciullezza ».
E si tratta di una testimonianza vera: quanto più i desideri dei parenti sono dannosi ai figli, tanto più essi li seguono volentieri!
[319] Raggiunta un'età un po' più matura, istintivamente passano a misfatti peggiori, perché da una radice guasta cresce un albero difettoso, e ciò che una volta è degenerato, a stento si può ricondurre al suo giusto stato.
E quando varcano la soglia dell'adolescenza, che cosa pensi che diventino?
Allora rompono i freni di ogni norma: poiché è permesso fare tutto quello che piace, si abbandonano senza riguardo ad una vita depravata.
Facendosi così volutamente schiavi del peccato, trasformano le loro membra in strumenti di iniquità; cancellano in se stessi, nella condotta e nei costumi, ogni segno di fede cristiana.
Di cristiano si vantano solo del nome.
Spesso gli sventurati millantano colpe peggiori di quelle realmente commesse: hanno paura di essere tanto più derisi quanto più si conservano puri
[320] 2. Ecco i tristi insegnamenti a cui fu iniziato quest'uomo, che noi oggi veneriamo come santo, e che veramente è santo!
Sciupò miseramente il tempo, dall'infanzia fin quasi al suo venticinquesimo anno.
Anzi, precedendo in queste vanità tutti i suoi coetanei, si era fatto promotore di mali e di stoltezze.
Oggetto di meraviglia per tutti, cercava di eccellere sugli altri ovunque e con smisurata ambizione: nei giuochi, nelle raffinatezze, nei bei motti, nei canti, nelle vesti sfarzose e morbide.
E veramente era molto ricco ma non avaro, anzi prodigo; non avido di denaro, ma dissipatore; mercante avveduto, ma munificentissimo per vanagloria; di più, era molto cortese, accondiscendente e affabile, sebbene a suo svantaggio.
Appunto per questi motivi, molti, votati all'iniquità e cattivi istigatori, si schieravano con lui.
Così, circondato da facinorosi, avanzava altero e generoso per le piazze di Babilonia, fino a quando Dio, nella sua bontà, posando il suo sguardo su di lui, non allontanò da lui la sua ira e non mise in bocca al misero il freno della sua lode, perché non perisse del tutto.
[321] La mano del Signore si posò su di lui e la destra dell'Altissimo lo trasformò, perché, per suo mezzo, i peccatori ritrovassero la speranza di rivivere alla grazia, e restasse per tutti un esempio di conversione a Dio.
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