Vita seconda |
Elogio della Regola dei Frati
[797] 208. Francesco era zelantissimo per la vita comune e la Regola, e lasciò una particolare benedizione a quanti ne zelavano l'osservanza.
Questa, ripeteva, è il libro della vita, speranza di salvezza, midollo del Vangelo, via della perfezione, chiave del Paradiso, patto di eterna alleanza.
Voleva che tutti ne avessero il testo e la conoscessero molto bene, e ne facessero sempre oggetto di meditazione con l'uomo interiore, come sprone contro l'indolenza ed a memoria delle promesse giurate.
Insegnò ad averla sempre davanti agli occhi, come richiamo alla propria condotta, e, ciò che più importa, a morire con essa.
[798] Si ricordò di questo insegnamento un frate laico, che a nostro avviso è da venerare nel numero dei martiri, e conseguì la palma di una gloriosa vittoria.
Mentre era trascinato al martirio dai Saraceni, si inginocchiò e tenendo con la estremità delle mani la Regola, disse al compagno: « Fratello carissimo, mi accuso davanti alla Maestà Divina e davanti a te di tutte le colpe che ho commesso contro questa santa Regola ».
Alla breve confessione tenne dietro la spada e così terminò la vita col martirio.
Più tardi si rese celebre con miracoli e prodigi.
Era entrato nell'Ordine così giovinetto, che a stento poteva sopportare il digiuno prescritto dalla Regola.
Eppure così fanciullo portava sulla nuda carne il cilizio!
Giovane felice, che ha cominciato santamente, per concludere ancora più felicemente la sua vita!
[799] 209. Una volta il padre santissimo ebbe dal cielo una visione, che si riferisce alla Regola.
Al tempo in cui i frati tenevano adunanze per discutere la conferma della Regola, il Santo, che era molto preoccupato della cosa, fece questo sogno.
Gli sembrava di aver raccolto da terra sottilissime briciole di pane e di doverle distribuire a molti frati affamati, che gli stavano attorno.
E siccome esitava temendo che briciole così fini, come piccoli granelli di polvere, gli sfuggissero dalle mani, si udi una voce che gli gridava dall'alto: « Francesco, con tutte le briciole forma una sola ostia e dàlla da mangiare a chi vuole ».
Egli obbedì e quelli che non la ricevevano con devozione, o disprezzavano il dono ricevuto, subito apparivano chiaramente colpiti dalla lebbra.
Al mattino il Santo raccontò tutto ai compagni, dolente di non capire il significato misterioso della visione.
Ma poco dopo, mentre vegliava in preghiera, gli giunse dal cielo questa voce: « Francesco, le briciole della notte scorsa sono le parole del Vangelo, l'ostia è la Regola, la lebbra l'iniquità ».
Per quanto riguarda la fedeltà che avevano giurata, i frati di quel tempo non la ritenevano dura o gravosa, ma erano prontissimi a fare in tutto più del dovere.
Del resto, è chiaro che non vi può essere tiepidezza o pigrizia dove lo stimolo dell'amore sprona sempre più in alto.
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