Allegoria
1) Procedimento retorico, partic. usato nel Medioevo, con il quale i concetti vengono rappresentati in figure concrete di persone, animali o cose dotati di significato autonomo;
interpretazione della Sacra Scrittura secondo la quale gli avvenimenti descritti nell'Antico Testamento prefigurano momenti della vita di Cristo e della storia della salvezza.
2) estens. Nelle arti figurative, personificazione
L'allegoria è un procedimento interpretativo di un testo o di un'antica tradizione che, reinterpretandoli, si propone di svelarne il senso nascosto, anche in rapporto alla necessità di adattare il testo a nuove condizioni di vita.
L'allegoria passa dal mondo greco a quello giudaico attorno al sec. II a.C.: il giudeo-alessandrino Aristobulo pare sia stato il primo ad applicarla alle Sacre Scritture.
La lettura allegorica si imporrà nel periodo che va da Aristobulo a Filone ( ca 40 d.C. ); la piena legittimazione di questo metodo si ebbe con l'accoglienza nel canone ( v. ) biblico del Cantico dei Cantici, nel quale l'amore di un uomo per la sua donna è interpretato come simbolo dell'amore di Dio per il suo popolo.
La coscienza della ricchezza della Parola portò il giudaismo a interpretarla anche attraverso l'allegoria, anche se ha sempre considerato irrinunciabile il riferimento al senso letterale.
Con Paolo il metodo allegorico entrò nel mondo cristiano e favorì una interpretazione cristologica dell'Antico Testamento: rimosso il velo che acceca la mente ( 2 Cor 3,14 ), viene alla luce il vero significato delle Scritture.
Soprattutto i Padri e la teologia monastica trovarono nell'allegoria la strada per elaborare e per esprimere la loro fede.
Ma il problema fondamentale è precisamente quello dei rapporti tra senso letterale e senso allegorico; problema all'origine di un dibattito che dall'antichità è arrivato fino all'epoca moderna e contemporanea.
Si ritiene comunque che il senso letterale debba restare il fondamento di ogni interpretazione; tuttavia il senso spirituale, in forme delimitate, può consentire una comprensione più globale e più unitaria della storia della salvezza.
v. Ermeneutica
Allegoria ( Gr. " esprimere un significato diverso da quello letterale ").
Interpretazione esauriente che non si ferma al detto narrativo che si palesa, ma cerca legami ulteriori e più profondi con la realtà ( per es., l'allegoria della vigna in Is 5,1-7; Sal 80,9-17 ).
In certi passi, san Paolo segue l'esegesi ebraica del suo tempo per interpretare allegoricamente l'AT ( per es., Gal 4,21-31 ).
Nel linguaggio biblico, l'allegoria è impiegata per esprimere delle realtà sotto forma di immagini: Gesù è il buon pastore; è la vite e noi siamo i tralci.
Anche nella liturgia si usa questo linguaggio, ma quando se ne abusa si cade nell'allegorismo, degenerazione del simbolismo.
A differenza degli scrittori antiocheni, Origene ( circa 185 - circa 254 ) privilegiò il significato allegorico anziché quello letterale degli scritti narrativi dell'AT.Come altri Padri Latini, sant'Agostino ( 354-430 ) riconobbe sia il significato letterale sia quello allegorico delle Scritture.
Espressione, discorso o racconto che ha, oltre al senso letterale, un significato più profondo e nascosto.
Nell'allegoria, un concetto astratto ( di rilievo ideale, morale, religioso o politico ) è espresso attraverso una serie di immagini o esplicitato in una serie di azioni collegate, cui l'autore attribuisce significato metaforico.
Alcuni intendono infatti l'allegoria come una "metafora continuata", cioè una metafora con una durata e uno sviluppo narrativo.
Nell'allegoria,
il rapporto tra significante e significato è arbitrario e intenzionale ( non si basa quindi sull'analogia );
il processo di decodifica dell'allegoria è razionale ( non quindi intuitivo );
la relazione tra universale e particolare, istituita dall'allegoria, non è universale, ma socialmente e culturalmente connotato.
Nell'allegoria, come nella metafora, vi è la sostituzione di un oggetto ad un altro ma, a differenza di quella, l'allegoria non si basa sul piano emotivo, bensì richiede un'interpretazione razionale di ciò che sottintende.
Essa opera quindi su un piano superiore rispetto al visibile e al primo significato: spesso l'allegoria si appoggia a convenzioni di livello filosofico o metafisico.
Metafora continuata ( la metafora consiste nell'uso delle parole in senso figurato; ad esempio, la gamba del tavolo, i denti della sega ).
L'interpretazione del simbolo è intuitiva, mentre quella dell'allegoria comporta uno sforzo intellettuale.
Il contesto è basilare nell'interpretazione dell'allegoria: un'aquila che all'interno di una narrazione scenda dal cielo e compia una serie di azioni significative può rappresentare un'immagine complessa ( può ad esempio simboleggiare l'Impero o una situazione politica particolare ).
Spesso l'allegoria, al massimo grado di complessità, ha un'interpretazione "soggettiva", cioè legata al tipo di lettura che se ne fa.
In altre parole, si può dire che il legame tra oggetto significato e immagine significante nell'allegoria sia arbitrario e intenzionale, mentre nel simbolo è "naturale".
L'allegoria è comunque sempre "relativa", nel senso che è suscettibile di una discussione critica nella fase di interpretazione e si presta quindi a diverse letture.
Nell'Alto Medioevo, l'interpretazione simbolica era prevalente, essendo quella allegorica riservata alla Bibbia e ai documenti storici e letterari.
Il Vecchio Testamento veniva letto alla luce del Nuovo Testamento; avvenimenti della storia antica venivano riletti e attualizzati in chiave cristiana ( sono prefigurazioni di quanto avverrà dopo Cristo ).
I versi pagani sono letti come "belle menzogne", dietro il cui senso letterale si nasconde un senso profondo, cristiano in ultima istanza.
Nel Basso Medioevo, l'interpretazione simbolica viene via via sostituita da quella allegorica, che non riguarda più solo la Bibbia e altri testi, ma l'intera visione del mondo.
Questo passaggio determina una rivalutazione dell'esistenza concreta dell'uomo nel mondo.
L'arte romanica, squisitamente simbolica, entra in crisi e viene progressivamente sostituita dall'arte gotica ( allegorica per vocazione ).
In filosofia, la scolastica esalta la razionalità umana e il processo di formazione della verità.
L'allegoria è un procedimento che viene usato sia in arte che in letteratura, grazie al quale l'autore allude ad un significato parallelo a quello letterale, utilizzando un processo di simbolizzazione.
Questo significato si nota solo a livello connotativo, diventando comprensibile grazie ad un codice di riferimento comune sia all'emittente che al destinatario, mentre scompare a livello denotativo.
L'allegoria è definita, secondo la tradizione classica, come una metafora continuata, poichè, al contrario della metafora, che si riferisce a un sola immagine, è relativa a tutto il discorso.
L'allegoria cristiana si differenzia dalla semplice allegoria poichè non sopprime la realtà storica del personaggio che la rappresenta.
Essa è considerata la profezia inclusa negli eventi storici; infatti i Padri della chiesa consideravano l'Antico Testamento un'anticipazione di quanto avrebbero in seguito portato a compimento Cristo e la chiesa.
Questo atteggiamento di lettura è alla base di opere capitali della cultura medievale.
Un esempio di allegoria cristiana sono Virgilio e Beatrice, guide di Dante nella Divina Commedia: esse possiedono tutto lo spessore della loro realtà ma rimandano ad un significato allegorico:
Virgilio a quello di un'umanità in cammino verso Dio e ad un viaggio in cui l'uomo viene condotto fino ad un certo punto dalla ragione;
per Beatrice invece il significato è quello di una verità rivelata che conduce l'uomo al cospetto di Dio.
Nell'arte figurativa, un chiaro esempio di lettura figurale è proposto nell'abside di San Vitale, con episodi dell'Antico Testamento, scelti in funzione del significato che assumono alla luce del Nuovo; analogo procedimento si vede nella vetrata dedicata alla storia di Giuseppe della cattedrale di Chartres.
Padri |
S. Agostino - L'utilità del credere 3.8 |
S. Agostino - La Città di Dio - Allegoria in Sara e Agar |
S. Agostino - La Città di Dio - Allegoria della benedizione a Giacobbe |