Applicazione
1) Disposizione di un oggetto a contatto con un altro, il farlo aderire
decorazione, ornamento
2) Attuazione, messa in pratica
imposizione
3) Impegno, diligenza in una data attività
Sinonimo: concentrazione
4) med. ( spec. pl. ) Irradiazioni con speciali apparecchiature
5) inform. Programma che specializza il funzionamento di un computer in una determinata attività
Il mondo di Dio, insegnano i mistici, non è colto principalmente con il ragionamento, ma prima di tutto con il cuore e con i sensi: la vista, l'udito, il tatto, il gusto, l'odorato.
Per i Padri della Chiesa, « la carne è il cardine della salvezza.
Quando l'anima viene unita a Dio, è la carne che rende possibile questo legame.
È la carne che viene battezzata, perché l'anima venga mondata; la carne viene unta affinché l'anima sia consacrata ».
La consapevolezza di questo coinvolgimento dei sensi nell'esperienza di Dio affonda le sue radici culturali soprattutto in 1 Gv 1,1-4, dove l'annuncio è finalizzato alla gioia che fondamentalmente è frutto della comunione con il Padre e con il Figlio nel dono dello Spirito.
Ebbene, qui, i temi che creano l'ambientazione della comunione e della gioia sono:
l'ascoltare,
il vedere,
il contemplare,
il toccare,
la testimonianza,
l'annuncio
e la manifestazione.
La maggior parte di questi temi ha un carattere sensoriale e ci dice che Dio viene percepito come qualcosa che pervade anche i sensi e viceversa i sensi vengono sentiti, avvertiti come pervasi della presenza di Dio.
Alla luce di questo orizzonte biblico e patristico, s. Ignazio nei suoi Esercizi spirituali ( n. 121, n. 125 ), dopo avere impegnato l'intelligenza e la volontà dell'esercitante a vedere, udire e guardare « le persone sulla faccia della terra », ma anche « le Persone divine » ( n. 106, n. 116 ) lo invita a coinvolgere i sensi nelle realtà contemplate.
Si tratta di « vedere le Persone con la vista immaginativa », ( n. 122 ) « udire con l'udito », ( n. 123 ) « odorare e assaporare con l'odorato e col gusto », ( n. 124 ) « toccare col tatto ». ( n. 125 )
Si tratta, in fondo di coinvolgere tutto l'uomo, con la sua corporeità nella contemplazione del mistero di Dio.
A questo linguaggio molto concreto ed espressivo di Ignazio, fa eco Teresa d'Avila la quale ribadisce la valenza del corpo e dei sensi nell'esperienza spirituale: « Non siamo angeli, ma abbiamo un corpo.
Pretendere di fare gli angeli ancor quaggiù sulla terra … è una autentica pazzia ». ( Vita 22,10 )
E, poi, vincendo i pregiudizi dei maestri che guardavano con sospetto la corporeità e la stessa umanità di Cristo, evidenzia che « non possiamo piacere a Dio, né Dio accorda le sue grazie se non per il tramite dell'Umanità sacratissima di Cristo …
Dobbiamo entrare da questa porta, se vogliamo che Dio ci riveli i suoi segreti ». ( Vita 22,6 )
Questa ricca tradizione spirituale non è priva di importanza per l'attuale sensibilità culturale che, dopo alcuni secoli di oblio, prende in seria considerazione il corpo e di conseguenza la sensibilità in tutte le sue concrete manifestazioni.
Essa stimola la riflessione teologico spirituale a liberarsi da un modello di ascesi, che mortificava l'identità umana globale, interpretando secondo moduli rigidamente spiritualistici il vissuto dell'uomo; la provoca ad assumere in modo responsabile, senza pregiudizi, il coinvolgimento della propria sensibilità emozionalità nell'esperienza spirituale.
Certo, perché i sensi diventino ricettori e strumenti dell'esperienza contemplativa è necessaria una pedagogia che li sottragga all'ambiguità di questo mondo, li metta in sintonia con il compito che li attende, li renda docili al divino che li avvolge e li permei fino a divenirne trasparenza, epifania.
* * *
Per applicazione della legge si intende la concreta realizzazione di quanto è ordinato dalle regole che compongono il diritto dello Stato.
La maggior parte delle liti che sorgono possono essere risolte attraverso:
- rinuncia alla lite da parte di uno dei litiganti
- transazione, ossia accordo tramite il quale le parti si sanno reciproche concessioni
- compromesso in cui il giudizio è lasciato a terzi, in genere al giudice.
Di fronte ad una iniziativa giudiziale il convenuto può:
- non costituirsi a giudizio, ovvero rinunciare a difendersi
- costituirsi in giudizio per opporsi all'accoglimento della domanda dell'attore.
In questo caso il convenuto può promuovere eccezioni di fatto, ovvero contestare e provare la falsità dei fatti, eccezioni di diritto ovvero contestare l'applicabilità delle norme citate dall'attore alla fattispecie in esame.
Catechismo della Chiesa Cattolica |
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La coscienza morale comprende la percezione dei principi della moralità, la loro applicazione nelle circostanze | 1780 |
L'applicazione della legge naturale | 1957 |
Nell'opera di insegnamento e di applicazione della morale cristiana | 2038 |
Mediante la promulgazione di leggi e l'efficace loro applicazione | 2498 |
Codice Diritto Canonico |
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delle pene: discrezionalità dell'Ordinario e del giudice | 1341 |
1343-1344 | |
via amministrativa | 1342 |
in presenza di cause attenuanti l'imputabilità del delitto | 1345 |
in caso di cumulo di pene ferendae sententiae | 1346 |
a un chierico | 1350 |
della Messa v. Messa | |
delle indulgenze | 994 |
Summa Teologica |
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v. Studiosità | |
v. Approvazione | I, q. 39, a. 7s |