Messa
"È il sacrificio del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo che, sotto le specie del pane e del vino, viene offerto dal sacerdote a Dio sull'altare, in memoria e rinnovazione del sacrificio della croce" CPio X n. 348. È il medesimo sacrificio della croce, con la diversità che, sulla croce, Gesù versò effettivamente il suo sangue meritandoci la grazia, mentre nella messa si offre misticamente applicandoci la grazia meritata. Le messa viene offerta unicamente a Dio ( i santi, che vi sono in talune ricorrenze nominati, non ne sono i destinatari, ma solo i trasmettitori con la loro intercessione ) per quattro fini principali: adorazione della sua infinità, ringraziamento per i suoi benefici, espiazione dei nostri peccati, richiesta di grazie per i vivi e per i defunti. La sua celebrazione nel corso delle generazioni corrisponde ad un esplicito comando di Gesù: "Fate questo in memoria di me" ( Lc 22,19; 1 Cor 11,24 ). L'esigenza, intuitiva, per la creatura di tenersi in contatto con Dio, per ringraziarlo della vita e dell'elevazione allo stato soprannaturale e domandargli luce e forza per corrispondervi, comporta l'obbligo di una partecipazione periodica, che tutta la tradizione cristiana ha fissata nelle domeniche e feste di precetto, quale unione alla Risurrezione di Gesù: solo gravi impedimenti o motivi ne possono esentare. Pare che il nome derivi dal rinvio ( missà ), che si faceva dei catecumeni prima dell'Offertorio. |
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Termine con cui viene comunemente designata la celebrazione eucaristica. Secondo il liturgista J. A. Jungmann, "oggi non si possono più avere dubbi sul significato originario della parola. Nel latino della decadenza Missa sta a indicare il licenziamento, il congedo, che si compie al termine di un'udienza o dopo un'adunanza. Nel linguaggio cristiano si usò tale denominazione per significare la fine dell'adunanza. Adoperata in questo senso la si ritrova alla fine del IV sec. Questo chiudere l'adunanza non era solamente una semplice dichiarazione, ma, sia che si trattasse della messa o di un altro atto del culto divino, era sempre qualcosa di religioso, un atto della Chiesa, un congedo in cui essa ancora una volta traeva maternamente a sé i suoi figli per dare loro la benedizione che li accompagnasse lungo la via". La messa lungo la storiaLa celebrazione della messa ha subito vari adattamenti rituali nel corso dei secoli. Nel I sec. la Didaché ( v. ) descrive una celebrazione che riproduce esattamente il rito adempiuto da Gesù nell'Ultima Cena: benedizione sul pane e "comunione al corpo" del Signore, pasto ( agape ), benedizione sul vino e "comunione al sangue". Anche la testimonianza tramandata dalla prima Apologia di s. Giustino, scritta non oltre il 195, è interessante perché mostra uno schema di assemblea eucaristica sostanzialmente identico a quello odierno: lettura dell'Antico e del Nuovo Testamento, sermone del presidente, preghiera universale, bacio di pace, preparazione dei doni, preghiera eucaristica, con "Amen" finale dei fedeli, comunione. Se il periodo delle origini si caratterizza per semplicità e spontaneità in campo rituale e per la partecipazione attiva dell'assemblea alla celebrazione eucaristica, nei secc. IV e V si assiste a un processo di sistemazione della liturgia. Per la messa vengono creati formulari, come le preghiere eucaristiche, che tendono a diventare stabili. Successivamente, con la compilazione dei primi libri liturgici ufficiali, tra cui anche quelli che riguardano i riti ( i cosiddetti ordines ), comincia uno stadio nuovo di evoluzione, che risente, sia pure in modo sobrio, della solennità e del fasto del cerimoniale imperiale. Vanno ricordati fondamentalmente questi elementi: l'introduzione nella messa delle preghiere private ( apologie ); la recita sottovoce e poi silenziosa della preghiera eucaristica, diventata "canone", cioè regola fissa; il moltiplicarsi delle messe private; l'uso del pane azzimo; l'usanza da parte dei fedeli di ricevere la comunione, ormai poco frequente, non più stando in piedi, ma in ginocchio, non più sulla mano, ma in bocca. Tutto questo è indice di un certo distacco operatesi tra liturgia e popolo e inevitabilmente di una diminuzione della partecipazione attiva di tutti i fedeli. Ne consegue l'accentuazione della dimensione individuale di partecipazione al rito, anche per il sacerdote celebrante. Il sigillo di questa complessa evoluzione è la redazione del Messale plenario, che risulta dalla fusione in un unico libro dei vari sussidi propri dei vari ministri ( lezionari, antifonari ecc. ); diviene evidente che il "protagonista" della celebrazione è appunto il sacerdote celebrante. Il concilio di Trento estende obbligatoriamente a tutta la Chiesa ( 1570 ) il messale in uso nella Curia Romana dall'inizio del sec. XIII, nel quadro di centralizzazione di tutta la Chiesa intorno alla Santa Sede per arginare il protestantesimo e gli abusi liturgici. Esattamente 400 anni dopo, nel 1970, papa Paolo VI promulga il nuovo Messale, con annesso Legionario, a coronamento del movimento liturgico teso a far riaccostare il popolo alla liturgia secondo una linea fatta propria dal concilio Vaticano II. La celebrazione attuale della messaAttualmente la messa consta di quattro parti: riti di introduzione, liturgia della Parola, liturgia eucaristica e riti conclusivi. Le due parti essenziali sono quelle centrali, così strettamente congiunte tra loro da formare un unico atto di culto. Nello spirito della riforma conciliare il rito della messa non va interpretato come uno schema assolutamente fisso e intangibile. Infatti, secondo le premesse al Messale ( v. ), la celebrazione eucaristica, in quanto azione di Cristo e del popolo di Dio gerarchicamente ordinato, costituisce il centro di tutta la vita cristiana per la Chiesa universale, per quella locale e per i singoli fedeli. Pertanto viene ordinata in funzione della partecipazione dei credenti, perché ne traggano più abbondantemente i frutti. E si può sperare di ottenere questo risultato, se tutta la celebrazione tiene conto della natura caratteristica di ogni assemblea e si struttura in modo da portare i fedeli a una partecipazione consapevole e attiva. In questo quadro anche il Messale non ha più soltanto la funzione di libro da altare, mero appannaggio del sacerdote celebrante, ma assume il valore di strumento pastorale, punto di riferimento per l'elevazione qualitativa di ogni celebrazione, fonte per la crescita nella fede e nella comunione ecclesiale, sussidio di tutta l'opera evangelizzatrice e catechistica. La celebrazione della messa, in definitiva, è il mezzo fondamentale per plasmare la comunità ecclesiale, stimolandola a testimoniare nella carità la speranza che splende sul volto di Cristo. Si realizza così in pienezza l'imperativo originario di Gesù: "Fate questo in memoria di me". v. Eucaristia |
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Probabilmente, la parola deriva dal latino « mittere, missus » , ossia « mandare, mandato ». « Messa » contiene l'idea di « missio » ( congedo, invio ). Dal IV secolo in poi, sembra che tale congedo ( o quello dei catecumeni, o dopo la liturgia l'invio del pane eucaristico ai malati e ad altre comunità eucaristiche minori ) abbia dato il nome a tutto il complesso dei riti liturgici centrali della fede cristiana. La Messa è articolata nelle due parti fondamentali di ascolto della Parola e celebrazione del sacrificio di Gesù attraverso i segni da lui stesso scelti. |
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Schedario biblico |
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Cena del Signore | B 91 |
Pasqua di Cristo | B 92 |
Sacrifici ( A. T. ) | D 24 |
Sacrificio spirituale | D 25 |
Sacrificio di Abele | D 26 |
Frazione del pane | D 27 |
Pane di vita | D 28 |
Sacramento dell'unità | D 29 |
Banchetto escatologico | D 30 |
Coppa ( Calice ) della salvezza | D 31 |
Pane sacrificale | D 32 |
Amore di Dio | E 44 |
Magistero |
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Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti: |
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Vale di più l'intelligenza della preghiera, che non le vesti seriche e vetuste di cui essa s'è regalmente vestita; vale di più la partecipazione del popolo, di questo popolo moderno saturo di parola chiara, intelligibile, traducibile nella sua conversazione profana. |
Catechesi Paolo VI 26-11-1969 |
La messa « non è una rappresentazione; è un'altra cosa. È proprio l'Ultima Cena; è proprio vivere un'altra volta la passione e la morte redentrice del Signore. È una teofania: il Signore si fa presente sull'altare per essere offerto al Padre per la salvezza del mondo ». |
Meditazione Francesco 10-2-2014 |
Stiamo cercando quella sorgente che "zampilla acqua viva" per la vita eterna?, che fa della nostra vita un sacrificio spirituale di lode e di ringraziamento e fa di noi un solo corpo con Cristo? Questo è il senso più profondo della santa Eucaristia, che significa "ringraziamento": ringraziamento a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo che ci coinvolge e ci trasforma nella sua comunione di amore. |
Catechesi Francesco 8-11-2017 |
La Messa è preghiera, anzi, è la preghiera per eccellenza, la più alta, la più sublime, e nello stesso tempo la più "concreta". |
Catechesi Francesco 15-11-2017 |
L'Eucaristia ci porta sempre al vertice dell'azione di salvezza di Dio: il Signore Gesù, facendosi pane spezzato per noi, riversa su di noi tutta la sua misericordia e il suo amore, come ha fatto sulla croce, così da rinnovare il nostro cuore, la nostra esistenza e il nostro modo di relazionarci con Lui e con i fratelli. |
Catechesi Francesco 22-11-2017 |
Noi cristiani andiamo a Messa la domenica per incontrare il Signore risorto, o meglio per lasciarci incontrare da Lui, ascoltare la sua parola, nutrirci alla sua mensa, e così diventare Chiesa, ossia suo mistico Corpo vivente nel mondo. |
Catechesi Francesco 13-12-2017 |
Se veramente l'Eucaristia rende presente il mistero pasquale, vale a dire il passaggio di Cristo dalla morte alla vita, allora la prima cosa che dobbiamo fare è riconoscere quali sono le nostre situazioni di morte per poter risorgere con Lui a vita nuova. |
Catechesi Francesco 20-12-2017 |
Ascoltare in silenzio la voce della coscienza permette di riconoscere che i nostri pensieri sono distanti dai pensieri divini, che le nostre parole e le nostre azioni sono spesso mondane, guidate cioè da scelte contrarie al Vangelo. Perciò, all'inizio della Messa, compiamo comunitariamente l'atto penitenziale mediante una formula di confessione generale, pronunciata alla prima persona singolare. |
Catechesi Francesco 3-1-2018 |
E a questo serve il breve silenzio prima che il sacerdote, raccogliendo le intenzioni di ognuno, esprima a voce alta a Dio, a nome di tutti, la comune preghiera che conclude i riti d'introduzione, facendo appunto la "colletta" delle singole intenzioni. |
Catechesi Francesco 10-1-2018 |
La proclamazione liturgica delle medesime letture, con i canti desunti dalla Sacra Scrittura, esprime e favorisce la comunione ecclesiale, accompagnando il cammino di tutti e di ciascuno. |
Catechesi Francesco 31-1-2018 |
Nella Messa non leggiamo il Vangelo per sapere come sono andate le cose, ma ascoltiamo il Vangelo per prendere coscienza che ciò che Gesù ha fatto e detto una volta; e quella Parola è viva, la Parola di Gesù che è nel Vangelo è viva e arriva al mio cuore. |
Catechesi Francesco 7-2-2018 |
Perciò, dopo l'omelia, un tempo di silenzio permette di sedimentare nell'animo il seme ricevuto, affinché nascano propositi di adesione a ciò che lo Spirito ha suggerito a ciascuno. |
Catechesi Francesco 14-2-2018 |
Il sacerdote, che nella Messa rappresenta Cristo, compie ciò che il Signore stesso fece e affidò ai discepoli nell'Ultima Cena: prese il pane e il calice, rese grazie, li diede ai discepoli, dicendo: « Prendete, mangiate … bevete: questo è il mio corpo … questo è il calice del mio sangue. Fate questo in memoria di me ». |
Catechesi Francesco 28-2-2018 |
La Chiesa vuole unirci a Cristo e diventare con il Signore un solo corpo e un solo spirito. È questa la grazia e il frutto della Comunione sacramentale: ci nutriamo del Corpo di Cristo per diventare, noi che ne mangiamo, il suo Corpo vivente oggi nel mondo. |
Catechesi Francesco 7-3-2018 |
Quando noi preghiamo il "Padre Nostro", ci colleghiamo col Padre che ci ama, ma è lo Spirito a darci questo collegamento, questo sentimento di essere figli di Dio. |
Catechesi Francesco 14-3-2018 |
Nutrirsi dell'Eucaristia significa lasciarsi mutare in quanto riceviamo. Come il pane e il vino sono convertiti nel Corpo e Sangue del Signore, così quanti li ricevono con fede sono trasformati in Eucaristia vivente. |
Catechesi Francesco 21-3-2018 |
Dalla celebrazione alla vita, dunque, consapevoli che la Messa trova compimento nelle scelte concrete di chi si fa coinvolgere in prima persona nei misteri di Cristo. Significa lasciare agire Cristo nelle nostre opere: che i suoi pensieri siano i nostri pensieri, i suoi sentimenti i nostri, le sue scelte le nostre scelte. |
Catechesi Francesco 4-4-2018 |
Concilio Ecumenico Vaticano II |
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Unico sacrificio del N. T. | Lumen gentium 28 |
suoi scopi: convito pasquale | Sacrosanctum concilium 2 |
Sacrosanctum concilium 6 | |
Sacrosanctum concilium 10 | |
Sacrosanctum concilium 12 | |
Sacrosanctum concilium 47 | |
Lumen gentium 3 | |
sacrificio offerto in modo incruento e sacramentale | Presbyterorum ordinis 2 |
Cristo vi è presente nella persona del ministro e soprattutto sotto le specie eucaristiche | Sacrosanctum concilium 7 |
Presbyterorum ordinis 5 | |
Vittima per la santificazione degli uomini | Presbyterorum ordinis 13 |
rinnova l'opera della redenzione | Lumen gentium 3 |
Presbyterorum ordinis 13 | |
Celebrata dagli Apostoli | Lumen gentium 13 |
Dei verbum 10 | |
Poteri del Vescovo | Lumen gentium 26 |
Il sacerdote con la … svolge la sua funzione principale | Lumen gentium 17 |
Presbyterorum ordinis 2 | |
la … è il centro e la radice di tutta la sua vita | Presbyterorum ordinis 14 |
e della sua santità | Prebyterorum ordinis 4 |
fonte del suo spirito missionario | Ad gentes 35 |
potere, compiti, doveri | Lumen gentium 28 |
Lumen gentium 41 | |
il parroco e la … | Christus Dominus 30 |
… e religiosi | Lumen gentium 45 |
La … e la formazione sacerdotale | Optatam totius 4 |
La … e la comunità cristiana: la … è centro e culmine di tutta la sua vita | Christus Dominus 30 |
Presbyterorum ordinis 5 | |
Ad gentes 15 | |
I fedeli e l'offerta della … loro sacrificio spirituale | Sacrosanctum concilium 12 |
Sacrosanctum concilium 28 | |
Presbyterorum ordinis 2 | |
Presbyterorum ordinis 4 | |
Rito: disposizioni per la riforma | Sacrosanctum concilium 48-58 |
la Liturgia della Parola e la … | Presbyterorum ordinis 5 |
… e lingua volgare | Sacrosanctum concilium 36 |
Sacrosanctum concilium 24 | |
… comunitaria | Sacrosanctum concilium 27 |
Lumen gentium 42 | |
… conventuale | Sacrosanctum concilium 57 |
Sacrosanctum concilium 95 | |
Privata: è sempre un atto di Cristo e della Chiesa | Presbyterorum ordinis 13 |
… quotidiana, raccomandata | Presbyterorum ordinis 13 |
v. Comunione; Eucaristia | |
Catechismo della Chiesa Cattolica |
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Comp. 275; 432 | |
v. Eucaristia | |
Codice Diritto Canonico |
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celebrazione | 899 |
celebra validamente soltanto il sacerdote validamente ordinato | 900 § 1 |
celebra lecitamente soltanto il sacerdote che non ne sia canonicamente impedito | 900 § 2 |
per l'utilità dei fedeli e non contemporaneamente nella stessa chiesa | 902 |
941 § 2 | |
il sacerdote celebri frequentemente | 904 |
una sola volta al giorno, salvo per necessità pastorali | 905 |
v. Binazione | |
preparazione e ringraziamento alla … | 909 |
uso della lingua latina e dei paramenti prescritti | 928 |
929 | |
sacerdoti anziani e infermi quanto alla celebrazione della … | 930 |
luogo e ora | 931 |
932 | |
in una chiesa o comunità non in piena comunione con la chiesa cattolica | 933 |
applicazione: ogni sacerdote ha diritto di applicare sia ai vivi sia ai defunti | 901 |
opportunità della applicazione | 946 |
una messa ad ogni intenzione per la quale è stata fatta l'offerta anche se minima | 948 |
il sacerdote che celebra più messe al giorno quanto all'applicazione ( nel giorno di Natale ) | 951 |
numero delle messe da applicare | 954 |
956 | |
trasmissione di messe da applicare ad altri sacerdoti, annotazione | 955 |
obblighi degli amministratori di cause pie | 956 |
vigilanza del Vescovo su l'adempimento degli oneri di messe | 957 |
registro delle messe | 958 |
955 § 4 | |
obbligo di partecipare | 1247 |
1248 | |
esequiale | 1185 |
nella chiesa Cattedrale | 389 |
per il popolo: vi è tenuto il Vescovo | 388 |
429 | |
e il parroco | 534 |
543 § 2 n. 2 | |
oneri di Messe, quanto alla riduzione | 1308 |
1309 | |
v. Riduzione | |
Summa Teologica |
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III, q. 83 |