Atarassia
1) filos. Per gli Epicurei e gli Stoici imperturbabilità dell'animo ottenuta seguendo la ragione anziché le passioni
Nella lingua greca, la parola significa « spassionatezza, tranquillità dello spirito ».
È anche usata come sinonimo di « imperturbabilità » nella corrente filosofica stoica ed in quelle seguenti.
Dal greco, " senza turbamento ", imperturbabilità.
Stato dello spirito che ha raggiunto la pace e l'imperturbabilità delle facoltà umane.
Fu l'ideale di scuole filosofiche come quella di Epicuro ( ca. 341-270 a.C. ) e di correnti ascetiche, principalmente orientali, come introduzione alla contemplazione.
L'atarassia ( letteralmente, dal greco antico, ἀταραξία, "assenza di agitazione", "tranquillità" ) è un termine filosofico, già usato da Democrito, ma adottato principalmente dalle scuole post-aristoteliche stoica, epicurea e scettica per designare « la perfetta pace dell'anima che nasce dalla liberazione dalle passioni », nel più ampio contesto della filosofia morale ( etica ) legata alla ricerca della felicità.
Al di là delle diverse sfumature assunte nell'ellenismo e dell'affinità con termini quali apatia, aponia, adiaforia ed eutimia, la consolidazione del concetto di atarassia è opera della media e tarda Stoà e più precisamente di Crisippo, Panezio, Polibio, Cicerone, Plutarco, Epitteto, Seneca e da ultimo Marco Aurelio con la traduzione del termine dal greco ataraxia nel latino tranquillitas.
Per estensione, in medicina il termine può venir utilizzato per definire genericamente una condizione di imperturbabilità ed evidente mancanza di legami emotivi con l'ambiente e le persone che circondano il paziente, che si presenta in affezioni psichiatriche come la schizofrenia.
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Prendiamo in considerazione l'ambito filosofico: nello Stoicismo, questo termine sembrava rappresentare l'assenza di confusione e ansia.
In questa cornice, il saggio era colui che riusciva ad essere padrone di se stesso e che era in grado di dominare le proprie passioni con la razionalità.
A tal proposito non possiamo che considerare Epicuro, il quale ha affermato che un uomo che si lascia trasportare dai suoi sogni e desideri è un uomo sempre in conflitto con se stesso e che la sua felicità non può essere intesa come il raggiungimento degli stessi, ma che solo risparmiandoci il dolore dell'obiettivo non raggiunto possiamo essere davvero felici.
Nella visione di Epicuro dunque il desiderio provoca dolore.
Come si evince da quanto detto fin ora l'atarassia, in filosofia, è un concetto che sembra essere associato ad altri termini come freddezza e apatia.
Come vedremo in seguito, però, in ambito medico questo termine è utilizzato per definire quella condizione di mancanza di legami emotivi del paziente rispetto all'ambiente in cui vive a causa di problemi neurologici.
libertà di scegliere Sempre in ambito filosofico, è stato preso in considerazione il concetto di atarassia come quella condizione caratterizzata da voler desiderare sempre di più o dal voler cambiare qualcosa, partendo dal presupposto che lo si può fare, proprio perché nulla ci è precluso.
In un certo senso, vogliamo cogliere una concezione positiva dell'atarassia, poiché mette in risalto il desiderio di voler trovare una nuova serenità senza avere la pretesa di sfuggire al dolore: questo implica il poter essere liberi di scegliere la propria strada facendo attenzione più che alla meta, al percorso che si fa per raggiungerla.
La persona atarassica è imperturbabile: se si pone un obiettivo da raggiungere e se non lo raggiunge, va bene lo stesso, poiché non ripone tutto nell'obiettivo in sé, ma nei passi fatti per poterlo raggiungere dando sfogo alle sue passioni, ma non in modo distruttivo.
Che rapporto esiste tra atarassia e felicità?
Sicuramente questi sono concetti molto simili per certi versi, ma non vanno confusi: l'atarassia potrebbe essere paragonata alla serenità, a quella pace che ha bisogno di qualcosa per diventare gioia per sentirci finalmente vivi.
uno sguardo che va oltre
A prescindere dal concetto di atarassia ripreso in ambito filosofico, questo termine è stato utilizzato per designare una condizione che si verifica a causa di un incidente o ad altri fattori che possono portare a dei danni al cervello.
L'atarassia viene intesa come imperturbabilità, mancanza di rabbia e confusione ed è data proprio dalla presenza di lesioni gravi che, a loro volta, hanno ripercussioni sulla propria vita relazionale e non.
L'atarassia non è elencata nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali ( DSM-V ), ma è riconosciuta come il sintomo di un problema neurologico: in tal senso, dobbiamo ricordare che il nostro cervello è anche la base dei nostri stati emotivi e se alcune parti vengono intaccate anche le nostre emozioni lo sono.
Nel caso dell'atarassia assistiamo a dei problemi che si verificano a livello di interazione tra il nostro sistema limbico e il lobo frontale che è proprio quella parte del nostro cervello responsabile dell'impatto che le nostre emozioni hanno sul nostro comportamento; alla base possono esserci shock traumatici o ictus.
Come sono le persone con atarassia medica?
Le persone che presentano questo tipo di problematica hanno caratteristiche specifiche:
tendono ad essere passive, questo significa che
non sono in grado di prendere iniziative,
non riescono a provare rabbia, ansia e
non riescono nemmeno a godere dei momenti più belli,
non sentono di essere influenzate da ciò che li accade e quindi di conseguenza non hanno reazioni.
In questo senso, mantengono sempre la calma e appaiono come imperturbabili, ma solo perché dietro vi è una causa neurologica o un disturbo neurologico.
Come abbiamo potuto notare, l'atarassia indica quella condizione di imperturbabilità che forse tutti vorremmo avere in alcuni momenti della nostra vita: ma se reagissimo così non smetteremmo forse di essere delle persone?
Per quanto, in ambito filosofico, questo termine sembri avere un'accezione positiva, in ambito psicologico abbiamo visto essere associata anche ad un disturbo neurologico o comunque a delle lesioni al cervello che hanno delle conseguenze importanti.
Magistero |
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Angelus Paolo VI | 16-5-1976 |
Il rifiuto alla solidarietà nel dolore e nell'angustia altrui non è cristiano | |
Messaggio Paolo VI - XI giornata mondiale della pace | 1-1-1978 |
Non è la Pace uno stato di atarassia pubblica, in cui chi ne gode è dispensato da ogni cura e difeso da ogni disturbo, e può concedersi una beatitudine stabile e tranquilla, che più sa d'inerzia e di edonismo, che non di vigore vigilante ed operoso | |
Filosofia |
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Pascal - Pensieri | 56 |
Uno dice che il bene supremo è la virtù, l'altro lo identifica nel piacere, un altro nel seguire la natura, un altro nella verità, uno nella totale ignoranza, uno nell'indifferenza, altri nel resistere alle apparenze, uno nel non meravigliarsi di niente, i veri scettici nella loro atarassia, nel dubbio e nella perenne sospensione del giudizio, mentre altri, più saggi, dicono che non si può trovare, e neppure desiderare di trovarlo. |