Attori
1) Chi, per mestiere, recita in opere teatrali, cinematografiche o televisive
2 fig. Il protagonista di qualcosa
3) dir. Nel processo civile, chi promuove l'azione legale
4) ling. Negli studi di narratologia, personaggio di un testo narrativo
Deriva dal latino actor, ossia colui che agisce.
Nel passato, il termine attore era riservato agli uomini.
Le donne incominciarono a recitare solo nel XVII secolo, e allora si incominciò a usare il termine attrice.
Nell'antichità e nel Medioevo, era considerato disdicevole per una donna salire sul palcoscenico e questa percezione continuò sino al XVII secolo, quando a Venezia fu interrotta.
Al tempo di William Shakespeare, le parti femminili erano interpretate da uomini o ragazzi, sebbene vi sia qualche elemento per sospettare che vi fossero donne che recitavano ( illegalmente ) mascherate da uomini.
Un attore normalmente recita un personaggio.
Nel caso di una storia vera, o una storia di un personaggio storico romanzata, un attore può recitare un personaggio reale, o una sua versione romanzata, eventualmente sé stesso.
L'attore che interpreta personaggi fortemente tipicizzati si definisce caratterista.
* * *
Preti ed attori hanno molte cose in comune.
Anche io come loro vivo per far vivere una parola.
E come un attore so che la Parola a cui presto la mia voce, la mia faccia e i miei gesti mi precede e mi supera da ogni parte.
Che sia la Parola Sacra della Bibbia o quella altrettanto sacra della liturgia, la sfida è sempre la stessa: incarnarla fin quasi a sparire, quasi come se non esistessi più io, ma solo quella Parola che intanto che la dico mi dice.
Nell'immaginario collettivo l'attore è uno che finge, tanto che a volte il suo nome viene usato come sinonimo di ipocrita, ma solo uno che non ha mai recitato può pensare una cosa simile di un attore.
Recitare è tutto fuori che fingere.
Quando un attore interpreta un testo, quando incarna un personaggio, non finge affatto, anzi: meno finge, più è bravo come attore; quanto più egli diventa realmente il personaggio che interpreta tanto più è convincente.
Così i sentimenti che prova in scena sono veri sentimenti, nella misura in cui è vero il mondo che egli ha creato, o subcreato, come direbbe Tolkien.
L'arte dell'attore consiste nell'essere un uomo che appartiene a due mondi, un essere anfibio che sa entrare ed uscire nell'uno e nell'altro, nel mondo delle banche, del traffico e degli ospedali da una parte e nel sub-mondo ospitato dalle quattro tavole di un palco dall'altra.
Per questo ci incantiamo a Teatro, perché per un momento smettiamo di vivere la nostra vita e ci lasciamo portare per mano in un mondo nuovo, più vivo, più luminoso, più ventoso, l'attore, come un sub-Creatore, ci porta a vivere un altra vita.
Attraverso i suoi occhi, la sua voce, le sue mani, cessiamo per un attimo di essere noi stessi e diventiamo un altro.
Quanto simile alla loro è la vita mia!
Anche io devo far vivere una parola che non è la mia: indossare, addirittura incarnare i sentimenti di Dio come fossero i miei, vivere e far vivere la vita di Dio in me stesso e diventare così una porta attraverso cui gli altri possano entrare in un mondo alternativo, far vivere attraverso i miei occhi, la mia voce, le mie mani questo mondo nei loro cuori.
Con la sola differenza che il mio "mondo alternativo" non è un sub-mondo, un mondo creato da me, ma un supra-mondo, in cui io non interpreto più una mia creatura, ma piuttosto il mio stesso Creatore.
È come se fosse questo mondo, quello delle banche, del traffico e degli ospedali, la finzione scenica, mentre il mondo, quello vero, è quello della Parola e della Liturgia; è come se un personaggio teatrale avesse la facoltà di interpretare il ruolo di Colui che ha scritto il dramma!
Ma la divina e demiurgica capacità di interpretare, di uscire ed entrare nei due mondi ed essere credibile in entrambi, la follia di de-personalizzarsi per incarnare un altro la conosco bene.
O non è questo l'agire in persona Christi?
Chi agisce in giudizio | |
Concilio Ecumenico Vaticano II |
|
Responsabilità morale | IM 11 |
Prepararli e sostenerli per il bene di tutti | IM 15 |
Codice Diritto Canonico |
|
chi può esserlo | 1476 |
comparizione personale | 1477 |
segue il foro della parte convenuta | 1406 § 3 |
minori, interdetti e infermi di mente per quanto riguarda il loro agire in giudizio | 1478 |
impedito a presentare il libello | 1503 § 1 |
assenza in giudizio | 1594 |
1595 | |
nella sentenza | 1612 |
l'appello fatto dall'… | 1637 |
nelle azioni reali | 1655 § 1 |
può porre più azioni simultaneamente | 1493 |