Autentico
1) Legalmente riconosciuto come vero, non falsificato
2) estens. Originale, non contraffatto
3) Che corrisponde alla propria interiorità
Sinonimo: schietto
Tutte le informazioni che non sono considerate autentiche vengono invalidate e dichiarate false.
Non c'è nessuno che si fida di ciò che non possiede i requisiti necessari per essere considerato vero, e non può essere fatto nulla con questo e per mezzo di questo.
Anche la fede è così: lei ha bisogno d'essere autenticata da Dio per essere considerata vera e produrre risultati.
Purtroppo, molti tentano di produrre frutti con la loro fede e non riescono, perché stanno facendo uso della fede illegale, che non ha ricevuto l'autenticazione di Dio.
Queste persone, hanno ignorato il fatto che l'Altissimo non considera autentica la fede senza sacrificio.
Il sacrificio è l'unica prova che la fede che esiste è vera.
Conforme a quanto è scritto, la fede senza opere è morta ( Gc 2,17 ).
Infine, come provare qualcosa che non si vede?
Soltanto con i risultati visibili!
Così come l'esistenza del vento è provato dal movimento delle foglie degli alberi, l'esistenza della fede è provata con comportamenti di sacrificio.
Chi apre la mano dalle sue volontà per fare la ciò che Dio orienta nella Sua Parola riceve il sigillo dell'autenticazione della sua fede.
Caso contrario, la fede resta soltanto nelle labbra di chi professa, così come un'informazione non può essere data come vera semplicemente con le parole, anche la fede non può essere valida con affermazioni senza prove.
Se per le cose passeggere di questo mondo l'autenticazione è necessaria, molto di più lo è per le cose di Dio, che coinvolgono l'eternità.
La fede valida ha il potere di identificare qualcuno come figlio dell'Altissimo, dimostrare l'impegno che si ha con Lui e garantire la Salvezza della sua anima.
Per questo, Dio diffida e non considera la fede non autenticata.
Se questo tipo di fede non può essere usata come moneta di scambio per le conquiste terrene, molto meno per le conquiste celestiali!
Nessuno può vivere una vita di qualità o entrare in cielo illegalmente.
Per questo, abbiamo bisogno di legalizzare la nostra fede giorno dopo giorno, attraverso i nostri comportamenti di sacrificio.
Il Dio Autentico esige la fede autentica.
Se la tua credenza è invalida, anche il tuo dio è invalido – perché il tuo dio sei tu stesso.
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Le esperienze, la conoscenza e la lotta per concretizzare propositi di miglioramento fanno sì che con il tempo si formi una personalità propria.
Ogni opera originale è preziosa, soprattutto se pensiamo ad alcune sculture e pitture.
Qualsiasi copia avrebbe dei tratti che la rendono diversa e imperfetta rispetto all'originale.
Per il fatto di esistere e di possedere caratteristiche e qualità proprie, tutti siamo "originali", ma non vuol dire che siamo persone "tutte d'un pezzo", integre, ovvero autentiche.
Il valore dell'autenticità dà alla persona autorità su di sé di fronte ai propri gusti e capricci, iniziativa per proporsi e raggiungere mete elevate, carattere stabile e sincerità, il che le fa avere coerenza di vita.
Il desiderio di superamento sarà sempre ben visto, ma spesso perdiamo tempo a voler essere ciò che non siamo, perché a volte spendiamo più di ciò che abbiamo per far credere che abbiamo un ottimo posto di lavoro o una posizione economica migliore, per non parlare del modo di comportarci o di vestire in base alla cerchia sociale a cui vogliamo appartenere, del copiare il modo di parlare di un'altra persona o della tendenza a partecipare attivamente alle conversazioni come esperti senza avere la minima conoscenza del tema.
Insomma, questo modo di essere è dovuto alla mancanza di accettazione di se stessi.
A volte l'autoaccettazione diventa più difficile perché lamentiamo ciò che non abbiamo.
In vari momenti e circostanze, alcuni hanno detto "Se fossi nato in una famiglia con una condizione economica migliore le cose sarebbero state diverse", "Se avessi le qualità che ha X", "Se avessi avuto la possibilità di avere un'istruzione migliore", "Se mi si fosse presentata quell'opportunità", ecc.
Non è una perdita di tempo come quelle di cui parlavamo all'inizio?
Pensare e analizzare ciò che siamo ci porta a trovare piccole – e grandi – incongruenze nella nostra persona: se ci lasciamo trascinare dall'opinione generale delle persone che frequentiamo, si può intravedere una condotta meccanica, e forse contraria ai nostri valori.
Quante volte non esprimiamo il nostro punto di vista per timore di fare brutta figura ed essere messi da parte?
Si sono viste persone entrare in chiesa quasi "in incognito" per paura di essere sorprese da qualche conoscente che poteva passare in quel momento da quelle parti.
Una persona coerente reagisce, pensa e agisce sempre in base alle sue convinzioni e alla sua formazione.
La riflessione su ciò che vogliamo essere dev'essere accompagnata da propositi con mete raggiungibili.
Cosa fa la persona che è un'ottima conversatrice?
Si dà il tempo di leggere, di informarsi, di imparare a raccontare aneddoti.
Come mai quel collega è tanto efficiente?
Ha studiato, ha approfondito e ha imparato quei temi che erano di suo particolare interesse, oltre a un'autodisciplina che gli fa fare le cose con ordine.
Perché un amico è capace di interpretare qualsiasi melodia gli venga richiesta?
Sicuramente ha imparato la musica e dedica un tempo sufficiente all'esercizio.
Ogni persona che possiede una serie di caratteristiche distintive ha impiegato tempo e sforzo per riuscire ad essere "ciò che vuole essere".
Per essere autentici serve qualcosa di più che copiare parti di un modello, come se volessimo impadronirci di una personalità che non ci appartiene, o peggio ancora passare la vita in attesa della "grande opportunità" per dimostrare ciò che siamo e ciò che possiamo ottenere.
Le esperienze, la conoscenza e la lotta per concretizzare propositi di miglioramento fanno sì che con il tempo si formi una personalità propria.
Cosa fare allora per essere autentici?
– Evitare la menzogna e la personalità multipla.
Essere sempre gli stessi, indipendentemente dalle circostanze.
– Lottare contro la vanità, che ci porta a metterci al di sopra di ciò che siamo per coprire le nostre debolezze o esaltare le nostre qualità.
Vivere in base alle nostre possibilità, evitando un lusso al di fuori della nostra portata.
– Prepararci ad acquisire quelle capacità che ci servono per il lavoro o per portare avanti la famiglia.
– Cooperazione e comprensione per evitare il desiderio di dominio sugli altri, rispettandone diritti e opinioni.
– Essere fedeli alle promesse che abbiamo fatto, perché così siamo fedeli a noi stessi.
– Compiere responsabilmente i doveri che abbiamo acquisito in famiglia o sul lavoro.
– Mettere da parte simpatie e interessi personali, per poter giudicare e operare correttamente.
– Sforzarci di vivere le leggi, le norme e i costumi della nostra società.
– Non aver paura di farci vedere come siamo.
Ad ogni modo, finché non facciamo qualcosa per cambiare non potremo essere altro.
L'autenticità dà alla persona una fiducia naturale, perché col passare del tempo ha saputo rispettare i doveri che le sono propri nello studio, in famiglia e sul lavoro, cercando di perfezionare l'esercizio di questi compiti superando apatia e superficialità, e senza lamentarsi.
Per l'integrità che dà il fatto di coltivare questi lavori, diventiamo persone degne di fiducia e che meritano onore, mettendo le nostre qualità e i nostri atteggiamenti al servizio degli altri, perché le nostre mire vanno al di là della nostra persona e dei nostri interessi.
Magistero |
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Catechesi Paolo VI | 18-8-1965 |
L'educazione cristiana stenta spesso a dare un'impronta precisa e robusta alle nuove generazioni, che minimizzando il contenuto e l'impegno della vita cristiana finiscono per sentirne più il peso, che la realtà, la pienezza e la gioia. Un bisogno di assoluta sincerità, un'esigenza di logica vissuta, un coraggio sprezzante del rispetto umano, delle viltà convenzionali, dei ripieghi vili e indolenti, e un'indefinibile attrattiva interiore alla perfezione, all'autenticità cristiana spingono oggi anime giovanili ad una franchezza cristiana, ad una fedeltà cattolica, ad un'originalità spirituale, che lasciano chi le osserva stupiti e commossi. |
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Catechesi Paolo VI | 20-11-1974 |
Il problema della verità assale la nostra conoscenza, non più solo nella sua capacità di afferrare la realtà, ma nella effettiva conquista e nella concreta definizione, che noi diamo di questa realtà. | |
Catechesi Paolo VI | 20-8-1975 |
Che l'uomo abbia bisogno d'essere guidato da un insegnamento accreditato da qualche nome d'un insigne personaggio, meritevole o no della fiducia dei suoi seguaci, ce lo insegna la storia, anche quella moderna non meno di quella antica: l'uomo, in genere, non è sufficiente a se stesso; ha bisogno d'un maestro, d'un capo, d'un « leader », per pensare, per agire | |
Codice Diritto Canonico |
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interpretazione … della legge | 16 |
esemplare dei documenti | 1544 |
mandato dell'avvocato | 1484 |