Sacrilegio
Da sacra lègere, "raccogliere ( nell'accezione ladresca ) cose sacre", è quindi "il furto di oggetti sacri" e di qui "la loro profanazione". Dall'operare "come se Dio non russe", si passa al disprezzo attivo, alla sfida tracotante: empietà verso Dio, scelleraggine verso gli uomini, squallore morale dentro se stesso. Nella disciplina della Chiesa è trattamento sprezzante e violento di persone consacrate a Dio e ministri del culto, dissacrazione di oggetti liturgici, contaminazione di sacramenti ( specie l'Eucaristia e la Confessione ricevute senza le condizioni richieste ). È peccato gravissimo. |
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Il sacrilegio è un'offesa portata contro le cose sante. Il termine non è presente nella Bibbia ebraica; l'epiteto di sacrilego è infatti impiegato solo dal secondo libro dei Maccabei ( 2 Mac 4,39s ) riferito a Lisimaco e a Menelao che avevano sottratto dal Tempio dei vasi d'oro per venderli. Il concetto di sacrilegio è scarsamente presente anche nel Nuovo Testamento, dove è richiamato da Paolo ( Rm 2,22 ) per rimproverare i giudei della loro incoerenza. Nell'attuale Codice di diritto canonico, il sacrilegio è annoverato fra i delitti contro la religione e si riferisce alla profanazione delle specie consacrate; chi incorre in questo delitto e colpito dalla scomunica ( v. ) latae sententiae, ossia automatica. |
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Profanazione di persona, cosa o luogo sacri o consacrati con rito religioso. |
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Catechismo della Chiesa Cattolica |
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L'irreligione | 2118 |
2120 | |
In sintesi | 2139 |
Codice Diritto Canonico |
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scopo, nel prendere e conservare le specie consacrate, pene | 1367 |
Summa Teologica |
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II-II, q. 99 | |
II-II, q. 154, a. 10 |