Logos
È parola greca che deriva dal verbo légo ( "raccogliere", "scegliere" e di qui "raccontare", "esporre" ), per cui significa "racconto", "ragione" fino a salire a "ragione-intelligenza-sapienza assoluta": di conseguenza si prestò a designare la Seconda Persona della Trinità, la Sapienza del Padre. Questo appellativo fu usato solo da S. Giovanni e solo nel Prologo del suo Vangelo: egli intese affermare che la Seconda Persona divina nell'Incarnazione è venuta a rivelarci il mistero della vita divina e quello della nostra chiamata a condividerla quali suoi figli adottivi. Giovanni ci dichiara che è Dio, eterno. Persona distinta dal Padre, pur avendo comune con lui la sostanza. Ce lo presenta quale creatore del mondo e quale fonte di vita e di luce. Il Logos che esisteva "in principio", prima del tempo, è quello stesso che nacque uomo e che tra gli uomini si aggirò. È l'apertura su un mondo di infinita prosperità e letizia, ma insieme sulla tragica assurdità di un dramma ... " e gli uomini non lo accolsero". |
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Termine greco d'uso assai vasto e dai significati molteplici: essenzialmente significa "parola", ma, più originariamente, pensiero, atto e principio ordinatore della realtà, legge che struttura l'universo. In questa accezione primaria appare come prodotto dall'Intelligenza che governa il mondo; si riflette nell'intelletto dell'uomo, consentendogli di accedere alla verità ultima e può esprimersi attraverso la parola. Lungamente rielaborato dalla filosofia greca, il termine/concetto di logos viene riutilizzato da Filone, un pensatore ebreo vissuto ad Alessandria d'Egitto ( 30-20 ca a.C. - 45 ca d.C. ), che, nello sforzo di rendere accessibile l'Antico Testamento alla cultura pagana, identificò il logos con la biblica Parola di Dio o Verbo di Dio e lo concepì come un intermediario tra Dio e il mondo: per lui il logos "è l'ombra di Dio", "servendosi del quale, come di strumento, Dio creò il mondo. Quest'ombra è quasi l'immagine derivata e il modello delle altre cose" ( Legum allegoriae, III, 31 ). Per il tramite di queste correnti di pensiero, il Vangelo di Giovanni, rivolto a un pubblico colto d'estrazione pagana, identifica il logos con il Cristo. Di conseguenza può affermare: "Il Verbo [ logos ] si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" ( Gv 1,14 ). Nella successiva sistemazione dogmatica dell'annuncio cristiano la teologia della Chiesa insisterà sulla natura divina del logos/Figlio, consustanziale a Dio Padre, e sul fatto che Egli è, per l'uomo, la piena manifestazione di Dio e la via per arrivare alla comunione con lui. v. Parola di Dio; Verbo |
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Nel greco, il termine ha il significato di « parola, discorso, studio ». Nella filosofia neoplatonica del periodo ellenistico ( fra i secoli III a.C. e II d.C. ), il Logos era come un essere semidivino, come la Sapienza di Dio, che riempiva di sé la debole intelligenza degli uomini. Logos è un importante titolo dato a Gesù Cristo ( Gv 1,1-18 ), visto come « Verbo » ( nella lingua latina ), cioè « Parola » eterna del Padre, Parola creatrice e salvatrice. |
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Catechismo della Chiesa Cattolica |
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« Il sacro Mistero dell'unità della Chiesa » | 813 |