Meditazioni per il tempo del ritiro |
Gli renderete conto se avete istruito bene quelli di cui avete avuto la guida, perché è un vostro obbligo irrinunciabile e vi avverte che ( se la colpa è vostra ) sarete puniti della loro ignoranza, come se fosse vostra.
Dio vi chiederà anche se siete stati puntuali a fare il catechismo tutti i giorni e durante il tempo prescritto; se avete insegnato ai vostri alunni le nozioni che debbono conoscere, evidentemente secondo l'età e le capacità; se vi siete disinteressati di alcuni di loro, forse i più ignoranti, o forse i più poveri; se, al contrario, avete mostrato preferenza per qualche altro, sia perché più ricco e di piacevole aspetto, sia perché dotato di un carattere più felice.
Renderete conto se avete istruito con cura gli alunni sul modo di assistere alla santa Messa e di confessarsi bene; e se avete dato la preferenza all'insegnamento delle materie profane - come la lettura, la scrittura, l'aritmetica - anziché a quelle che sono molto più utili perché danno un apporto diretto al sostegno della religione.
Questo non vuole dire, però, che dovete trascurare l'insegnamento delle materie profane, a cui siete strettamente tenuti.
Renderete conto anche se, nell'esercizio delle vostre funzioni, avete perduto tempo in cose inutili o magari utili ma che non rientrano nei vostri doveri.
Dio vi chiederà conto, infine, se vi siete applicati ad accrescere la vostra cultura ( nei momenti a questo scopo assegnati ) soprattutto su argomenti che siete obbligati a insegnare a scuola.
I vostri conti su questi argomenti sono esatti?
Siete pronti a presentarli?
Se così non fosse, metteteli in ordine prontamente; esaminate anche, con la massima serietà, qual è stato il vostro comportamento in proposito.
Se c'è stata qualche negligenza da parte vostra, prendete una ferma decisione di correggervene e promettete seriamente, davanti a Dio, di fare meglio in futuro.
Così la morte non vi sorprenderà in una spiacevole situazione.
2 Quando vi presenterete al cospetto di Dio, non basterà dirgli che avete istruito i vostri alunni; Dio potrebbe rimproverarvi di non aver vigilato sul loro comportamento; perché è vostro dovere vigilare su di essi proprio come chi deve rendere conto a Dio delle loro anime ( Eb 13,17 ).Riuscite a immaginare cosa vuol dire rendere conto a Dio della salvezza di un'anima, che si dannerà perché non vi siete preoccupati per nulla di condurla sulla retta via e di aiutarla a fare il bene?
Siete convinti che l'obbligo che avete di sorvegliare i vostri alunni vale sia per i momenti che passano in chiesa come quelli che tascorrono in classe?
solo così riuscirete a impedire che quanto essi fanno possa, anche minimamente, dispiacere a Dio.
E non siete forse obbligati a stare attenti durante le preghiere che fate recitare, in modo che gli alunni le dicano con molta devozione, saggezza e modestia, come se stessero parlando a Dio?
Credete forse che, finite le lezioni, finiscano anche le vostre preoccupazioni?
Che al vostra sorveglianza non debba estendersi a ciò che avviene fuori della scuola?
E che dobbiate fare di tutto per portarli a vivere dovunque cristianamente, per aiutarli a non frequentare le cattive compagnie, almeno finché sono sotto la vostra guida?
Riflettete anche sul fatto che, rendere conto delle loro anime, vuol dire rendere conto di tutto ciò che concerne il problema della salvezza e che vigilare accuratamente vuol dire essere sempre premurosi, senza nulla omettere e nulla trascurare.
Se finora non avete preso in seria considerazione questi aspetti, dovete consideravi molto colpevoli dinanzi a Dio e dovete temere di comparirgli dinanzi al momento della vostra morte, perché avete trascurato così a lungo il suo santo servizio ( Ger 48,10 ).
3 Ciò che deve affligervi maggiormente a proposito del conto che dovrete rendere a Dio, non riguarda ciò che avete detto, o ciò che avete fatto ( perché le colpe di questo genere, ordinariamente, sono abbastanza percettibili e facilmente presenti al vostro spirito ) ma con quali intenzioni e in qual modo avete fatto sia l'una che l'altra cosa.A proposito delle intenzioni, san Paolo afferma che: sia quello che diciamo sia quello che facciamo dobbiamo compierlo nel mone del Signore nostro Gesù Cristo, e non per piacere agli uomini, ma a Dio ( Col 3,17 ).
A questo dovete badare e questo dev'essere l'unico motivo che Dio vuole che abbiate nel vostro impiego.
E invece, non è forse vero che, spesso, non vi avete neanche pensato?
e che, ancora più spesso, non ci avete messo alcuna intenzione o se, qualcuna c'è stata, era solo naturale e umana?
Può darsi che questo solo difetto sia riuscito a rovinare tutto ciò che avete fatto 8 anche se era in se stesso buono ) e a ostacolare l'arrivo delle benedizioni divine.
Ma il conto da rendere verterà soprattutto sul ministero; Dio vi chiederà se l'avete compiuto con giudizio e serietà e senza familiarizzare poco opportunamente con i vostri alunni.
È questa la gravità che san Paolo raccomandò, con tanta insistenza, al suo discepolo Tito quando lo inviò come ministro del Vangelo e che egli stesso considerava la più necessaria di qualsiasi altra qualità.
Sappiate bene che, dopo lo zelo per l'istruzione e la purezza dei costumi, un contegno serio e modesto è la virtù più utile che deve avere chi istruisce i giovani.
Non trascurate, infine, il conto che dovrete rendere a proposito della pazienza e della moderazione delle vostre passioni; perché questo pure è un punto molto importante al quale dovete porre molta attenzione, soprattutto quando i ragazzi a voi affidati commettono qualche sproposito che siete costretti a rimproverare o a punire.
In questi casi dovete stare assolutamente attenti a non far prendere il sopravvento alla passione.
Quest'ultimo aspetto deve impegnarvi molto nell'esame che dovete fare a proposito del conto che Dio vi domanderà circa il vostro impiego.
Pensateci molto seriamente.
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