Discorsi sul Nuovo Testamento |
1 - Ci trovi preparati il nostro ultimo giorno
2 - Fare buon uso del castigo della morte
3 - La sola morte è certa
4 - Cristo ha vinto il mondo e lo vinceremo anche noi se saremo uniti a Dio
Fratelli miei, poiché avete udito poc'anzi la Scrittura che ci esorta dicendo d'essere vigilanti a causa dell'ultimo giorno, ciascuno pensi al proprio ultimo giorno; e ciò per evitare che, allorché crederete o penserete che l'ultimo giorno del mondo è lontano, dormicchiate al vostro ultimo giorno.
A proposito dell'ultimo giorno di questo mondo, avete sentito che cosa dice il Cristo, che cioè non ne conoscono la data né gli angeli del cielo, né il Figlio, ma soltanto il Padre. ( Mt 24,36; Mc 13,32 )
Quest'affermazione veramente racchiude un difficile problema: non dobbiamo pensare secondo la nostra mentalità umana che il Padre sappia qualcosa che non sappia il Figlio.
Cristo però dicendo: Lo sa solo il Padre, disse certamente così in quanto anche il Figlio lo sa nel Padre.
Che c'è infatti nel giorno che non sia stato fatto nel Verbo, per mezzo del quale fu fatto il giorno?
"Nessuno - dice - cerchi di conoscere quando arriverà l'ultimo giorno ".
Ma cerchiamo tutti di vigilare vivendo bene, perché l'ultimo giorno di ciascuno di noi non ci trovi impreparati e, come ciascuno uscirà di vita quaggiù nel proprio ultimo giorno, così venga trovato nell'ultimo giorno del mondo.
Non ti sarà d'alcun aiuto ciò che non avrai fatto quaggiù.
Per ciascuno saranno di sollievo o di tormento le proprie opere.
In che modo abbiamo cantato nel salmo al Signore? Pietà di me, Signore, poiché l'uomo mi opprime. ( Sal 56,2 )
Viene chiamato "uomo" uno che vive conforme alla natura umana.
Per conseguenza a coloro che vivono secondo Iddio la Scrittura dice: Voi tutti siete dèi e figli dell'Altissimo. ( Sal 82,6 )
Ai reprobi invece, chiamati ad essere figli di Dio mentre preferirono essere semplici uomini, cioè vivere secondo la natura umana, la Scrittura dice: Voi invece morrete come uomini e cadrete come uno dei principi. ( Sal 82,7 )
Poiché il fatto che l'uomo è mortale gli deve servire per regolare la sua vita, non per montare in superbia.
Di che cosa si vanta un verme destinato a morire in un domani?
Fratelli, lo dico alla vostra Carità; i mortali superbi devono vergognarsi di fronte al diavolo.
Esso infatti, benché superbo, è tuttavia immortale: è uno spirito, anche se cattivo.
Per lui l'ultimo giorno è riservato per la fine come castigo; esso però non subisce la morte che invece abbiamo noi.
L'uomo infatti si sentì dire: Morirai di morte. ( Gen 2,17 )
Faccia quindi buon uso del proprio castigo.
Che significa quel che ho detto: "Faccia buon uso del proprio castigo"?
Vuol dire: "Non monti in superbia per il fatto per cui ha ricevuto il castigo; si riconosca mortale e reprima l'alterigia.
Ascolti la Scrittura che gli dice: Perché insuperbisce chi è polvere e cenere? ". ( Sir 10,9 )
Anche se il diavolo insuperbisce, non è polvere o cenere.
Ecco perché la Scrittura dice: Voi invece morrete come uomini, come uno dei principi cadrete. ( Sal 82,7 )
Voi non riflettete non fosse altro al fatto che siete mortali, eppure siete superbi come il diavolo.
Tragga dunque l'uomo vantaggio dal suo castigo, fratelli; faccia buon uso del proprio male perché progredisca per il suo bene.
Chi ignora che la morte è un castigo ed è inevitabile che noi moriamo e, quel ch'è peggio, non sappiamo quando?
È una pena certa, ma la sua ora è incerta; tra gli eventi umani, di questa sola pena noi siamo certi.
Tutti gli altri nostri casi, buoni e cattivi, sono incerti; solo la morte è certa.
Che significa ciò che dico? È stato concepito un bambino: forse nascerà, forse avverrà un aborto.
In tal modo l'evento è incerto.
Forse crescerà, forse non crescerà, forse arriverà alla vecchiaia, forse non ci arriverà; forse sarà ricco, forse povero; forse onorato, forse umiliato; forse avrà figli, forse non ne avrà; forse prenderà moglie, forse non la prenderà.
E così per qualunque altro bene vorrai nominare.
Considera anche i mali. Forse si ammalerà, forse non si ammalerà; forse sarà morso da un serpente, forse non sarà morso; forse sarà divorato da una belva, forse non lo sarà.
E così considera tutti i mali. In ogni circostanza esiste l'alternativa: "Forse avverrà, forse non avverrà".
Puoi forse dire: "Forse morrà, forse non morrà"?
Allo stesso modo che i medici, quando diagnosticano una malattia e la riconoscono mortale, danno questo responso: "Morirà, non la scamperà".
Dal momento che nasce un uomo, si deve dire: "Non la scamperà".
Appena nato comincia a star male; quando muore mette fine alla malattia, ma non sa se va a cadere in una peggiore.
Quel famoso ricco aveva finito un'infermità piena di godimenti, ma andò a finire in un'altra piena di tormenti; al contrario quel povero terminò l'infermità e giunse alla sanità. ( Lc 16,22 )
Questi però aveva già scelto prima quaggiù quel che avrebbe avuto poi; e aveva seminato quaggiù quel che mieté poi di là.
Quando perciò siamo in questa vita, dobbiamo vigilare e dobbiamo scegliere ciò che potremo possedere nella vita futura.
Cerchiamo di non amare il mondo; esso opprime coloro che lo amano, non li conduce al bene.
Bisogna sforzarci che non ci faccia prigionieri piuttosto che temere che perisca.
Ecco, il mondo perisce, ma il cristiano persiste, perché Cristo non perisce.
Perché mai, infatti, dice il Signore: Rallegratevi! poiché io ho vinto il mondo? ( Gv 16,33 )
Potremmo rispondergli, se fosse consentito: "Ma sei tu che devi rallegrarti.
Se hai vinto tu, sei tu che devi rallegrarti. Perché dovremmo rallegrarci noi?".
Per qual motivo ci dice: Rallegratevi, se non perché è per noi ch'egli ha vinto, è per noi ch'egli ha lottato?
In qual modo infatti ha lottato? Per il fatto che ha preso la natura umana.
Escludi la sua nascita dalla Vergine, escludi il fatto che si spogliò della sua divinità prendendo la natura di schiavo e divenendo simile agli uomini e per il suo comportamento fu riconosciuto come un vero uomo; ( Fil 2,7 ) se escludi ciò, come sarebbe stata possibile la lotta, il combattimento, la prova attraverso le sofferenze, la vittoria non preceduta dal combattimento?
Al principio c'era il Verbo e il Verbo era con Dio e il Verbo era Dio. Egli era al principio con Dio.
Per mezzo di lui è stato creato tutto e senza di lui non è stato creato nulla. ( Gv 1,1-3 )
Avrebbe potuto forse il giudeo crocifiggere questo Verbo? avrebbe forse l'empio potuto oltraggiarlo?
Avrebbe potuto forse questo Verbo essere schiaffeggiato? essere coronato di spine?
Perché potesse sopportare tutti questi patimenti il Verbo si fece carne, ( Gv 1,14 ) e, dopo aver subito queste sofferenze, è risuscitato e così ha vinto.
Ha vinto dunque per noi, ai quali ha mostrato la certezza della risurrezione.
Dirai dunque a Dio: Pietà di me, o Signore, perché un uomo mi ha calpestato. ( Sal 53,2 )
Tu non opprimerti e l'uomo non ti vincerà.
Poiché, ecco, un potente ti spaventa. Come ti spaventa?
"Ti spoglierò, ti farò condannare, torturare, uccidere".
Allora tu griderai: Pietà di me, Signore, poiché un uomo mi ha calpestato.
Se dirai la verità, è te stesso che tu hai nella mente.
Poiché temi le minacce d'un uomo, è un morto colui che ti calpesta; e poiché non avresti paura se tu non fossi un uomo, è sempre un uomo che ti opprime.
Qual rimedio c'è dunque? Amico, rimani unito a Dio, dal quale sei stato creato uomo; rimani attaccato a lui, confida in lui, invoca lui, la tua forza è lui.
Digli: In te, Signore, è la mia forza. ( Sal 56,4 )
Allora al riparo dalle minacce degli uomini canterai; lo stesso Signore dice quello che potrai cantare in seguito: Spererò in Dio, non avrò paura di ciò che mi potrà fare un uomo. ( Sal 56,12 )
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