Discorsi sui Santi |
1 - I nomi delle martiri Perpetua e Felicita
2 - Le donne vittoriose sul nemico
3 - La ragione per cui i nomi dei compagni martiri non hanno lo stesso risalto celebrativo
Oggi celebriamo la festa di due sante martiri che non solo si distinsero nel martirio per virtù straordinarie ma, in premio di tanto fervore di zelo, con gli stessi loro nomi indicarono inoltre quale fosse la loro ricompensa e quella di tutti gli altri compagni.
Perpetua e Felicita, in realtà sono i nomi di due, ma stanno a rappresentare la ricompensa di tutti.
Non per altro fine che per godere di una "felicità perpetua", tutti i martiri sostennero generosi il temporaneo travaglio del combattimento del martirio e della professione di fede.
Perciò, secondo le disposizioni della Provvidenza divina, queste dovettero essere non solo martiri ma anche inseparabili compagne, proprio come avvenne, in modo da fissare un unico giorno alla loro gloria e per tramandare ai posteri l'impegno di celebrare una solennità comune.
Infatti, come ci esortano all'imitazione con l'esempio del gloriosissimo martirio, così, attraverso i loro nomi, attestano che riceveremo un dono immancabilmente completo.
Si conservino insieme entrambe, l'una sia vincolata all'altra.
Non speriamo l'una senza l'altra.
Del resto, se di felicità non si tratta, a nulla giova che sia perpetua e, se la felicità non è perpetua, viene a mancare.
Siano sufficienti per il momento queste poche note riguardo alle denominazioni delle martiri, alle quali è dedicato questo giorno.
D'altra parte, per quel che riguarda costoro, di cui sono questi i nomi, come abbiamo ascoltato mentre si dava lettura della loro passione e abbiamo appreso come tramandato, esse, di così grandi virtù e meriti, non solo furono donne, ma donne maritate.
Anche madre una di loro, così che alla debolezza del sesso si aggiungeva un irresistibile sentimento affettivo e il nemico, tentandole in ogni modo, come se incapaci a sostenere le dure e atroci molestie della persecuzione, credeva che avrebbero ceduto a lui immediatamente e sarebbero finite subito in suo potere.
Ma quelle, forti di straordinaria prudenza ed energia, propria dell'uomo interiore, ne vanificarono tutte le insidie e ne rintuzzarono tutti gli assalti.
Di questa compagnia dalla gloria insigne fecero parte anche uomini martiri, in quello stesso giorno, anche uomini valorosissimi si resero vincitori nei patimenti, nondimeno non legarono i loro nomi a quel giorno.
E non si verificò questo perché le donne si resero superiori agli uomini in fierezza di contegno, ma perché e la debolezza propria della donna ebbe il sopravvento sull'antico nemico in modo più prodigioso e la forza virile lottò per conseguire la felicità perpetua.
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