Discorsi sui Santi

Indice

Nel natale di Giovanni Battista

1 - Sono paragonate la nascita di Giovanni a quella di Cristo
2 - La bocca di Zaccaria prima si chiude, poi si apre
3 - Giovanni la voce. Cristo la Parola. La voce ritenuta la Parola
4 - Perché a rendere testimonianza a Cristo fu inviato un uomo tanto dotato di grazia
5 - Cristo è Dio incarnato
6 - Giovanni, che ebbe discepoli come Cristo, diventa il testimone di Cristo più degno di fede
7 - Nelle nozze di Cristo il paraninfo è Giovanni; Cristo mediatore in quanto uomo
8 - La grazia del Mediatore è indispensabile a tutti perché siano riconciliati con Dio
9 - Tutti in Adamo e tutti in Cristo
10 - Anche i bambini hanno bisogno del Salvatore
11 - Cristo è Gesù, cioè Salvatore, anche per i bambini
12 - Giovanni nato con la colpa, ha avuto bisogno di un Salvatore

1 - Sono paragonate la nascita di Giovanni a quella di Cristo

Oggi celebriamo la solennità di san Giovanni; con ammirazione abbiamo ascoltato della nascita di lui mentre veniva data lettura del Vangelo.

Quant'è grande la gloria del Giudice, se è tanta quella dell'araldo?

Qual è Colui che verrà come via se è tale chi prepara la via?

La Chiesa considera come cosa sacra la nascita di Giovanni, né si trova alcuno dei Padri di cui possiamo celebrare con solennità la nascita: celebriamo la nascita di Giovanni e celebriamo quella di Cristo.

Non ce ne possiamo astenere e, se accade che il commento, da parte nostra, debba restare al di sotto di così grande evento, tuttavia, rimane oggetto di riflessione con più frutto e maggiore profondità.

Giovanni nasce da una vecchierella sterile, Cristo nasce da una giovanetta vergine.

La sterilità generò Giovanni, l'integrità Cristo.

Nella nascita di Giovanni, l'età non si confaceva alla generazione di figli, nella nascita di Cristo non ci fu unione coniugale.

Quello viene annunziato dall'angelo che ne predicava la venuta, questi viene concepito all'annunzio dell'angelo.

Non si crede che Giovanni nascerà e il padre diventa muto; di Cristo si crede e viene concepito nella fede.

Prima, la fede raggiunge la mente della Vergine, poi si attua la fecondità in seno alla madre.

Nondimeno, quando l'angelo annunziò Giovanni, sono quasi le stesse le parole di Zaccaria: Come posso conoscere questo?

Io sono vecchio e mia moglie avanzata in età, ( Lc 1,18 ) e di Maria all'annunzio dell'angelo della sua prossima maternità: Come è possibile? Non conosco uomo. ( Lc 1,34 )

Quasi le stesse parole.

A Zaccaria viene detto: Ecco, sarai muto, incapace di parlare, finché avverranno queste cose, perché non hai creduto alle mie parole, che si adempiranno a tempo debito. ( Lc 1,20 )

Al contrario a lei: Lo Spirito Santo scenderà su di te e stenderà su di te la sua ombra la potenza dell'Altissimo.

Colui che nascerà da te sarà Santo e sarà chiamato Figlio di Dio. ( Lc 1,35 )

Quello viene ammonito, costei viene illuminata.

A lui si dice: Perché non hai creduto; a lei si dice: Ricevi quel che hai domandato.

Sono pressappoco le stesse parole: Come posso conoscere questo? e come avverrà questo?

Ma il loro senso non rimaneva celato a chi ascoltava le parole e vedeva nella mente.

Nelle parole di entrambi non era palese il pensiero; ma agli uomini era nascosto, non all'angelo; anzi, non si celava a Colui che parlava per il ministero dell'angelo.

Infine nasce Giovanni quando già comincia a decrescere la luce del giorno, mentre aumenta il periodo della notte; Cristo nasce quando la notte diminuisce a vantaggio della luce del giorno.

E quasi volgendosi indietro a questo fatto significativo della nascita di entrambi, Giovanni stesso dice: Bisogna che egli cresca e io diminuisca. ( Gv 3,30 )

Abbiamo enunciato ciò che vogliamo ricercare e abbiamo promesso che vogliamo trattarne, ma ho anticipato questo perché, se non riusciamo ad investigare tutti i sensi reconditi di così grande mistero, per mancanza di capacità e di tempo, meglio vi insegnerà Colui che parla in voi, anche senza di noi, che pensate con devozione, che avete accolto nel cuore e del quale siete diventati templi.

Giovanni quasi limite tra l'A. e il N. Testamento.

Per questo nasce da genitori vecchi e balza di gioia nel grembo.

2 - La bocca di Zaccaria prima si chiude, poi si apre

Giovanni sembra dunque interposto, quasi limite dei due Testamenti, dell'Antico e del Nuovo.

Come ho detto, che in certo qual modo è il limite lo afferma lo stesso Signore dicendo: La Legge e i Profeti fino a Giovanni Battista. ( Lc 16,16 )

Impersona così l'Antico e si fa banditore del Nuovo.

Quanto all'Antico, nasce da vecchi; prefigurando il Nuovo, è chiamato profeta fin dal grembo materno.

Poiché, non ancora nato, al sopraggiungere di Maria, balzò di gioia in seno alla madre.

Fin d'allora veniva designato; era già eletto prima di nascere: viene presentato quale precursore di colui dal quale non era stato ancora veduto.

Questi sono eventi divini, superiori alla debolezza umana.

Detto in breve, nasce, riceve il nome, si scioglie la lingua del padre. ( Lc 1 )

Riferisco ciò che avvenne a figura significativa della realtà; non trascurare come non avvenuto quanto di grande avvenne, in quanto probabilmente chiederai che volesse significare.

Rapporta tutto ciò che avvenne a indicazione della realtà e intendi il grande mistero.

Zaccaria tace e perde la voce fino alla nascita di Giovanni, precursore del Signore, che ne schiuse la voce.

Che altro è il mutismo di Zaccaria se non profezia latente e, prima della predicazione di Cristo, in certo qual modo segreta e impenetrabile?

Si apre con la venuta di Giovanni e si manifesta con la venuta di Colui del quale parlava la profezia.

Significa questo lo schiudersi della voce di Zaccaria nella nascita di Giovanni, così significa quello lo squarciarsi in due del velo del tempio quando Cristo muore.

Se Giovanni avesse presentato se stesso, la bocca di Zaccaria non si sarebbe schiusa.

Si scioglie la lingua perché nasce la voce; quando infatti a Giovanni, ormai impegnato ad annunziare il Signore, fu chiesto: Tu chi sei? ( Gv 1,22 ) rispose: Io sono voce di uno che grida nel deserto. ( Gv 1,23 )

3 - Giovanni la voce. Cristo la Parola. La voce ritenuta la Parola

Giovanni la voce, il Signore, invece, in principio era il Verbo. ( Gv 1,1 )

Giovanni voce nel tempo, Cristo in principio Parola eterna.

Togli la parola, che cos'è la voce? Non ha nulla di intellegibile, è strepito a vuoto.

La voce, senza la parola, colpisce l'orecchio, non apporta nulla alla mente.

Nondimeno, proprio nell'edificazione della nostra mente, ci rendiamo conto dell'ordine delle cose.

Se penso a quel che dirò, la parola è già dentro di me; ma, volendo parlare a te, cerco in qual modo sia anche nella tua mente ciò che è già nella mia.

Cercando come possa arrivare a te e trovar posto nella tua mente la parola che occupa già la mia, mi servo della voce e, mediante la voce, ti parlo.

Il suono della voce ti reca l'intelligenza della parola; appena il suono della voce ti ha recato l'intelligenza della parola, il suono stesso passa oltre; ma la parola, a te recata dal suono, è ormai nella tua mente e non si è allontanata dalla mia.

Perciò il suono, proprio il suono, quando la parola è penetrata in te, non ti sembra dire: Egli deve crescere ed io, invece, diminuire? ( Gv 3,30 )

La sonorità della voce ha vibrato nel far servizio, quindi si è allontanata, come per dire: Questa mia gioia è completa. ( Gv 3,29 )

Conserviamo la parola, badiamo a non perdere la parola concepita nel profondo dell'essere.

Vuoi aver la prova che la voce passa e il Verbo rimane?

Dov'è ora il battesimo di Giovanni? Egli adempì il suo servizio e scomparve.

Ora si accorre con frequenza al Battesimo di Cristo.

Tutti siamo credenti in Cristo, speriamo salvezza in Cristo: questo annunziò la voce.

E poiché è certo difficile distinguere la parola dalla voce, anche lo stesso Giovanni fu ritenuto il Cristo.

La voce fu creduta la Parola: ma la voce riconobbe se stessa per non recare danno alla Parola.

Disse: Io non sono il Cristo, né Elia, né un profeta. ( Gv 1,20-22 )

Gli fu chiesto: Dunque, chi sei? Io sono - disse - la voce di uno che grida nel deserto: preparate la via al Signore. ( Gv 1,23 )

Voce di uno che grida nel deserto, voce di uno che rompe il silenzio.

Preparate la via al Signore, quasi a dire: per questo io grido, per introdurre lui nel cuore; ma non può degnarsi di venire per dove voglio introdurlo se non preparerete la via.

Che vuol dire: preparate la via, se non: elevate suppliche degne?

Che vuol dire: preparate la via, se non: siate umili nei vostri pensieri?

Da lui stesso prendete esempio di umiltà.

È ritenuto il Cristo, afferma di non essere quel che viene creduto, né sfrutta per il suo prestigio l'errore altrui.

Se avesse detto: Sono io il Cristo, con quanta facilità egli non avrebbe convinto, dal momento che se ne aveva la persuasione prima ancora che parlasse?

Non lo disse: si riconobbe, si distinse, si umiliò.

Avvertì dov'era per lui la salvezza: comprese di essere lucerna ed ebbe timore perché non venisse spenta dal vento della superbia.

4 - Perché a rendere testimonianza a Cristo fu inviato un uomo tanto dotato di grazia

Tale infatti il disegno voluto da Dio: che a Cristo rendesse testimonianza un uomo dotato di tanta grazia da poter essere ritenuto, lui, il Cristo.

Infine, come Cristo stesso ha detto: Tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni Battista. ( Mt 11,11 )

Se nessuno più grande di quest'uomo, chi è più grande di lui è più che uomo.

Eccellente testimonianza di Cristo a se stesso, ma agli occhi cisposi e malati risulta debole la testimonianza di sé che dà la luce del giorno.

Gli occhi malati hanno terrore della luce del giorno e tollerano la lucerna.

Perciò, la luce del giorno, nell'imminenza del suo arrivo, si fece precedere dalla lucerna.

Ma si fece precedere dalla lucerna nei cuori dei credenti, a confusione della mentalità degli increduli.

Ho preparato - dice - una lucerna al mio Cristo: ( Sal 132,17 ) è Dio Padre a parlare nella profezia: Ho preparato una lucerna al mio Cristo; Giovanni, araldo per il Salvatore, precursore per il Giudice venturo, amico per il futuro Sposo.

Ho preparato - dice - una lucerna al mio Cristo.

A che scopo l'hai preparata?

Coprirò di vergogna i suoi nemici, ma su di lui splenderà la mia santificazione. ( Sal 132,18 )

In che modo per mezzo di questa lucerna sono stati coperti di confusione i suoi nemici? Consultiamo il Vangelo.

Decisi a incriminarlo, dei Giudei dissero al Signore: Con quale autorità fai questo?…

Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente. ( Mt 21,23 )

Cercavano un pretesto, non la fede; come coglierlo in fallo, non come essere salvati.

Alla fine, badate a quel che rispose Colui che vide i loro cuori, per svergognarli riguardo alla lucerna.

Disse: Vi farò anch'io una domanda: ditemi, da dove viene il battesimo di Giovanni? dal cielo o dagli uomini? ( Mt 21,24-25 )

Trovandosi immediatamente ribattuti, per quanto decisi a un tentativo di verifica molto discreto, dato lo splendore meridiano, poiché non potevano fissare quel chiarore, si rintanarono nelle tenebre della loro mente ed ivi entrarono in una tumultuosa riflessione, contrariati dallo scacco e nell'orgasmo.

Se avremo detto - dicono: e questo tra sé, dove si davano a pensare, e dove Cristo giungeva con lo sguardo.

Se avremo detto - dicono - viene dal cielo, ci risponderà: Perché non gli avete creduto? ( Mt 21,26 )

Giovanni infatti aveva reso testimonianza a Cristo Signore.

Se poi diciamo: dagli uomini, ci lapida la folla; ( Mt 21,26 ) in realtà, Giovanni era ritenuto un grande profeta.

E dissero: Non sappiamo. ( Mt 21,27 )

Non sapete: vi trovate nelle tenebre, avete perduto la vista.

Quanto meglio infatti, se capita che le tenebre occupino la mente umana, far posto alla luce, non perderla.

Quando dissero: Non sappiamo, rispose il Signore: Neppure vi dico con quale autorità faccio queste cose. ( Mt 21,27 )

So bene infatti con quale intenzione avete detto non sappiamo, non volendo essere illuminati, ma nel timore di essere scoperti.

5 - Cristo è Dio incarnato

Questa l'economia divina per quanto può indagare l'uomo, meglio se più dotato, meno bene se meno dotato; questa divina economia ci fa intravedere un grande mistero.

Infatti, doveva venire nella carne Cristo, non uno qualsiasi, non un angelo, non un legato; ma egli è che viene a salvarli. ( Is 25,4 )

Non trattandosi di uno qualsiasi, come sarebbe ugualmente venuto?

Sarebbe nato in una carne mortale, sarebbe stato un piccolo bambino, doveva esser posto in una mangiatoia, esser protetto da un giaciglio, bisognoso di nutrirsi di latte, soggetto a crescere secondo l'età; da ultimo, persino tolto di mezzo dalla morte.

Tutti questi particolari sono dunque indizi di umiltà e foggiano una figura di straordinaria umiltà.

Chi riguarda tale umiltà? L'Eccelso.

Quanto eccelso? Non cercare sulla terra, va, al di sopra anche oltre gli astri.

Quando avrai raggiunto le schiere celesti degli Angeli, ascolterai da loro: Va' oltre anche di noi.

Quando avrai raggiunto i Troni, le Dominazioni, i Principati, le Potestà, ascolterai: Supera anche noi; anche noi siamo stati creati: Tutte le cose sono state create per mezzo di lui. ( Gv 1,3 )

Trascendi ogni creatura; tutto ciò che ha ricevuto esistenza, tutto ciò che è stato disposto, tutto ciò che è soggetto a mutamento, sia corporeo, sia incorporeo, trascendi ogni cosa.

Non sei ancora capace di farlo visibilmente, trascendi per fede: sono arrivato al Creatore, e precedendoti per ora la fede - che è quella che ti conduce - sono arrivato al Creatore.

Qui osserva: In principio era il Verbo. ( Gv 1,1 )

Infatti non è che un tempo è stato creato: ma era in principio.

Non come creatura di cui si dice: In principio Dio creò il cielo e la terra. ( Gen 1,1 )

Per chi era in principio non esiste un tempo in cui non era.

Ecco dunque Chi in principio era, e il Verbo era presso Dio, e proprio il Verbo era Dio: e tutte le cose sono state create per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto; e: nel quale è la vita di ciò che esiste, ( Gv 1,2-4 ) venne a noi.

A chi venne? a degli essere degni? tutt'altro, ma a degli esseri indegni.

In realtà, Cristo morì per gli empi, ( Rm 5,6 ) anzi, per gli indegni, ma egli, degno.

Noi infatti non meritiamo che ci sia usata misericordia; ma è degno di avere misericordia Colui al quale si può dire: Per la tua misericordia, salvaci, Signore. ( Sal 79,9 )

Non per i nostri precedenti meriti, ma per la tua misericordia salvaci, Signore, e perdona i nostri peccati per amore del tuo nome, ( Sal 79,9 ) non per nostro merito.

Non a causa dei peccati, dunque, ma per amore del tuo nome.

Infatti quel che spetta ai peccati non è certo il premio, ma il castigo.

Quindi, per amore del tuo nome.

Ecco a chi venne, ecco quanto degno venne.

Come venne egli a noi? Il Verbo si fece veramente carne per venire ad abitare in mezzo a noi. ( Gv 1,14 )

D'altra parte, se fosse venuto soltanto nella sua Divinità, chi lo potrebbe accogliere, chi lo potrebbe contenere, chi lo potrebbe ricevere?

Ma prese su di sé quel che noi eravamo, perché non rimanessimo quel che eravamo; tuttavia, quel che eravamo quanto a natura, non quanto a colpa.

Certo in quanto uomo per gli uomini, non però, in quanto peccatore per i peccatori.

Di queste due cose: la natura dell'uomo e la colpa dell'uomo, una prese su di sé, l'altra risanò.

Infatti, se avesse assunto il nostro peccato, a sua volta avrebbe avuto bisogno di un salvatore.

Lo prese tuttavia su di sé per farsene responsabile e per eliminarlo, non per farlo proprio: così il Dio nascosto si fece vedere uomo tra gli uomini.

A Dio nascosto nella carne fu necessaria la testimonianza di un uomo, di cui non doveva trovarsi uno più grande.

6 - Giovanni, che ebbe discepoli come Cristo, diventa il testimone di Cristo più degno di fede

Chi dunque può rendere testimonianza a questa luce solare latente nella carne come in una nube?

Appresta una lucerna che assicuri luce, ma rendine tanto vivo il chiarore che da più di essa sia soltanto la luce solare.

Tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni Battista. ( Mt 11,11 )

O ineffabile provvidenza! Io, fratelli, quando penso a queste cose, provo grande ammirazione per ciò che dice Giovanni di Cristo, come attesta il Vangelo: Non sono degno - egli dice - di sciogliere il legaccio del suo sandalo. ( Gv 1,27 )

Che si può dire con maggiore umiltà? Chi più sublime di Cristo? Chi più umile del crocifisso?

Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l'amico dello sposo sta là, e l'ascolta ed esulta di gioia alla voce dello sposo, ( Gv 3,29 ) non alla sua.

Noi tutti - dice - abbiamo ricevuto dalla sua pienezza. ( Gv 1,16 )

Quante cose dice di Cristo e di che magnificenza, di che elevatezza, di che nobiltà, se pure non ne parli alcuno in modo più adeguato!

E tuttavia non fa parte dei discepoli del Signore, non lo ha seguito come Pietro, Andrea, Giovanni, come tutti gli altri.

Anzi, a sua volta radunò dei discepoli attorno a sé; e, per quanto il Signore si fosse ormai affermato con i suoi discepoli, Giovanni continuava ancora ad averne.

Venivano chiamati discepoli di Giovanni.

Si giungeva persino a dire al Signore: Perché i discepoli di Giovanni digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano? ( Mc 2,18 )

Era senza dubbio una rigorosa esigenza della fedeltà del precursore che il Cristo fosse annunziato da chi poteva essere ritenuto un rivale.

Giovanni aveva dei discepoli, anche Cristo li aveva; quasi autonomo nell'insegnare, ma testimone fedelmente devoto a Cristo.

Perciò, tra i nati di donna non sorse uno più grande di Giovanni Battista. ( Mt 11,11 )

Ci furono dei Profeti ed ebbero discepoli, ma non durante la vita terrena di Cristo.

Vi furono in seguito grandi Apostoli, ma in quanto discepoli di Cristo, non perché poterono avere discepoli insieme a Cristo.

Giovanni ha discepoli, raduna, battezza: che ne pensiamo?

Al di fuori di Cristo o in Cristo?

Ma in realtà proprio in lui, così come era Dio a liberare l'uomo; in apparenza quasi al di fuori perché il testimone fosse degno di fede.

Ritienilo secondo lo stesso significato di "rendevano testimonianza al Signore" come ad esempio Pietro, Andrea, Giovanni e gli altri, dicendo loro: Date lode a Colui che seguite, annunziate Colui al quale va la vostra devozione.

Venga la lucerna a confusione dei nemici, abbia dei discepoli.

Come li ha Cristo, li ha anche Giovanni.

Battezza Cristo, battezza anche Giovanni; e si va da Giovanni a dirgli: Colui al quale hai reso testimonianza, ecco sta battezzando e tutti accorrono a lui, ( Gv 3,26 ) a provocarlo, trattandolo da rivale per invidia, a dir male di Cristo.

Ma la lucerna, allora, arde più sicura, allora risplende più luminosa, allora è ravvivata e quanto più si distingue, tanto più libera da pericoli.

Vi ho già detto - dice - che io non sono il Cristo …

Chi possiede la sposa è lo sposo …

Chi viene dall'alto è al di sopra di tutti. ( Gv 3,29.31 )

Allora quanti erano credenti subivano il fascino di Cristo, così pure i nemici si sentivano allora smascherati, dal momento che in qualche modo veniva sollecitato alla lode chi era stato creduto incline all'invidia.

Il servo infatti non può fare a meno di riconoscere il Signore, la creatura non può fare a meno di rendere testimonianza al Creatore; non perché viene costretto, ma perché lo fa volentieri.

Infatti è amico, non un geloso rivale; e non cerca la propria gloria, ma quella dello sposo.

7 - Nelle nozze di Cristo il paraninfo è Giovanni; Cristo mediatore in quanto uomo

Tale compito è proprio degli amici dello sposo; nelle nozze umane è tradizionale un rito solenne, per cui, oltre tutti gli altri amici, è presente anche il paraninfo, amico più intimo, che conosce la casa dello sposo.

Ma costui è importante, veramente molto importante.

Quel che nelle nozze umane, uomo a uomo è il paraninfo, questo è Giovanni in rapporto a Cristo; e il medesimo Dio Cristo sposo è mediatore di Dio e degli uomini, ma in quanto uomo.

Poiché in quanto Dio non è mediatore ma uguale al Padre, quel medesimo che è il Padre, un solo Dio con il Padre.

Una tale eccelsa grandezza a quali condizioni avrebbe operato la sua mediazione, se noi svincolati da essa eravamo prostrati a terra ad una distanza smisurata?

A rendere possibile l'opera di mediazione deve assumere qualcosa di diverso da sé; tuttavia, perché ne possiamo ottenere il compimento, deve rimanere quello che era.

Ecco infatti Dio al di sopra di noi, ecco noi, oltre gli spazi immensi che si interpongono, al di sotto di lui.

È soprattutto la barriera del peccato che ci tiene a tanta distanza e ci esclude completamente.

Dovendo tornare a Dio da questa sconfinata distanza, quale via dovevamo percorrere?

Dio per se stesso resta Dio: l'uomo si unisce a Dio e si fa una sola persona, in modo che non risulti un semidio, quasi ad essere Dio per la parte di Dio e uomo per la parte dell'uomo, ma integralmente Dio e integralmente uomo; in quanto Dio, Salvatore, in quanto uomo, Mediatore.

A lui per mezzo di lui, non per la mediazione di un altro, né ad un altro che non sia lui; ma, tramite ciò che in lui siamo noi, a lui, per mezzo del quale siamo stati creati noi.

Perciò l'Apostolo, pur avendo riconosciuto Cristo quale Dio - infatti, riferendosi ai meriti anteriori dei Giudei, disse: I loro padri, dai quali proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli ( Rm 9,5 ) riconoscendolo Dio e Dio al di sopra di tutte le cose - e senza dubbio al di sopra di tutte le cose proprio perché tutte le cose sono state create per mezzo di lui, giunse a presentare il Mediatore e non lo chiamò Dio, poiché non è Mediatore per il fatto che è Dio; dal momento che in tanto, invece, è Mediatore, in quanto si fece uomo.

È proprio questa la nostra salvezza. Uno solo infatti è Dio. ( 1 Tm 2,5 )

Perché lo ammettete senza esitazione come Cattolici, lo ammettete da persone instruite, lo ammettete consapevolmente: Uno solo è Dio.

Che sia solo il Padre? Che sia solo il Figlio? Che sia solo lo Spirito Santo?

Ma il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo assolutamente un solo Dio.

Dunque: Uno solo è Dio e uno solo il Mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù. ( 1 Tm 2,5 )

Se avesse detto: Uno solo è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù, sarebbe considerato come un Dio minore.

Infatti risulterebbe quasi distinto da quella Trinità divina se uno solo Dio, uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, Gesù Cristo, quasi non sia quel Dio di cui si dice "uno solo".

Ma perché nell'unità di Dio ivi il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, la Divinità deve conservare l'unità, l'umanità deve assumere la mediazione.

8 - La grazia del Mediatore è indispensabile a tutti perché siano riconciliati con Dio

Da questa mediazione la massa del genere umano viene riconciliata con Dio, dal quale si era alienata a causa di Adamo.

Infatti a causa di Adamo il peccato è entrato nel mondo, e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini perché tutti hanno peccato in Adamo. ( Rm 5,12 )

Chi potrebbe esservi sottratto? Chi da questa massa diventata odiosa può esservi privilegiato di misericordia?

Chi dunque ti ha dato questo privilegio? Ma che cosa possiedi che tu non abbia ricevuto? ( 1 Cor 4,7 )

Non siamo dunque privilegiati per meriti, ma per grazia.

Infatti, se sono meriti, la cosa è dovuta; se dovuta, non si tratta di gratuità: se manca di gratuità, non è grazia.

È quanto ha detto lo stesso Apostolo: Ma se è per grazia, non lo è affatto per le opere, altrimenti la grazia non sarebbe più grazia. ( Rm 11,6 )

Da uno solo viene la nostra salvezza quali che siamo, potenti, di umile condizione, vecchi, giovani, fanciulli, bambini; da uno solo siamo salvati.

Uno solo è Dio e uno solo il Mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù.

A causa di un uomo venne la morte, e a causa di un uomo la risurrezione dai morti, e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. ( 1 Cor 15,21-22 )

9 - Tutti in Adamo e tutti in Cristo

Questo punto qualcuno si fa avanti a dirmi: Come è possibile tutti?

Ed allora quelli che saranno cacciati nella Geenna, quelli che saranno dannati insieme al diavolo, quelli che saranno tormentati nel fuoco eterno?

Come tutti e tutti? Poiché nessuno muore se non in Adamo e nessuno riceverà la vita se non in Cristo.

Se ci fosse anche un altro dal quale ci verrebbe la morte, non morirebbero tutti in Adamo.

Se ci fosse un altro da cui ricevere la salvezza non tutti in Cristo riceverebbero la vita.

10 - Anche i bambini hanno bisogno del Salvatore

Qualcuno può dire: Come? anche il bambino dunque ha bisogno del Salvatore?

Sì, proprio ne ha bisogno.

Lo attesta la madre che, piena di fede, si affretta a portare in chiesa il bambino perché sia battezzato.

Lo attesta anche la madre Chiesa nell'accogliere il bambino che deve essere purificato dalla colpa e che lo lascia andare liberato o che in carità trattiene per allevarlo.

Chi può avere l'ardire di contestare una madre così grande?

Infine anche il pianto dello stesso bambino ne attesta la condizione di miseria.

Nei suoi limiti, lo attesta la debolezza della natura che può capire poco; non comincia dal riso, comincia dal pianto.

Riconosci che è misero, soccorri. Abbia il cuore ogni sentimento di tenerezza.

Quanto meno possono aiutarsi da sé, con tanto più amore noi parliamo per il bene dei fanciulli.

La Chiesa soccorre abitualmente i pupilli in tutto ciò che serve al loro mantenimento: leviamoci tutti in difesa dei piccoli, si venga loro in aiuto da parte di tutti perché non perdano l'eredità del cielo.

Anche il loro Signore si fece bambino perché li ama.

Com'è possibile che non abbiano diritto alla salvezza che egli reca, quando meritarono di morire per lui per primi?

11 - Cristo è Gesù, cioè Salvatore, anche per i bambini

Infine, proprio nei riguardi del Signore Salvatore, nell'annunziare la sua nascita imminente, si disse: Lo chiameranno Gesù.

Egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati. ( Mt 1,21 )

Possiamo comprendere il nome di Gesù, abbiamo il significato del suo nome.

Perché Gesù - che infatti in latino vuol dire Salvatore - perché Gesù?

Egli infatti salverà il suo popolo.

Ma salvò il suo popolo con mano potente Mosè e, con l'aiuto dell'Eccelso, dalla persecuzione e dall'oppressione degli Egiziani; salvò il suo popolo anche Giosuè dai persecutori e dalle guerre delle genti; salvarono il loro popolo i Giudici liberandolo dagli Allofili; lo salvarono anche i Re liberandolo dal dominio delle genti che latravano tutto all'intorno.

Gesù non è così che salva, ma dai loro peccati.

Lo chiameranno Gesù. Perché?

Egli infatti salverà il suo popolo Da che cosa? Dai suoi peccati.

Ora pongo la questione del bambino: è recato in chiesa perché venga fatto, cristiano, sia battezzato e, penso, allo scopo che entri a far parte del popolo di Gesù.

Di quale Gesù? Di colui che salva il suo popolo dai suoi peccati.

Se in lui non si trova da che sia fatto salvo, si porti via di qui.

Perché non diciamo alle madri: portate via di qui questi bambini?

Evidentemente Gesù è Salvatore: se questi non hanno che sia da salvare in loro, portateli via di qui.

Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. ( Mt 9,12 )

In questa discriminazione a carico del fanciullo, c'è chi oserà dirmi: Gesù è per me, non è per costui.

Dunque, Gesù è per te, non è per costui Gesù?

Non è venuto forse da Gesù? Non si risponde in sua voce di credere in Gesù?

Per i bambini abbiamo istituito un battesimo diverso in cui non si compie la remissione dei peccati?

È certo che se questo bambino potesse difendersi, smentirebbe la parola di chi contraddice e griderebbe: Dammi la vita di Cristo; in Adamo sono morto, dammi la vita di Cristo, al cui sguardo non è puro neppure il bambino che ha un giorno di vita sulla terra. ( Gb 14,4 sec. LXX )

A costoro non dovrebbe negare la grazia nemmeno chi dovesse dare del suo.

Si usi misericordia verso i piccoli.

A che scopo se ne loda senza misura l'innocenza?

Trovino il Salvatore, non sentano ancora l'adulatore.

In così grave rischio per i bambini, non dobbiamo assolutamente stare a discutere, né ci sembra giusto differire la loro salvezza, sia pure trattandone.

Si porti il bambino, sia purificato, sia liberato, riceva la vita.

Come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. ( 1 Cor 15,22 )

Non trova un mezzo per entrare nella vita del tempo che non sia tramite Adamo: non troverà una via che gli permetta di evitare la pena eterna che non sia la mediazione di Cristo.

Perché chiudi l'unica porta?

Uno solo è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù; ( 1 Cor 15,21 ) ascolta, ti grida: Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati, ( Mt 9,12 ) come puoi dire che costui è sano se non perché è al medico che fai opposizione?

12 - Giovanni nato con la colpa, ha avuto bisogno di un Salvatore

Addirittura - dice - anche Giovanni di cui parlavi nacque con il peccato?

Hai trovato chi è nato senza peccato in chi scopri estraneo alla stirpe di Adamo.

Tu non porti via dalla stretta delle mani dei fedeli questa affermazione: Se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti.

E come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. ( 1 Cor 15,21-22 )

A causa di un uomo entrò il peccato nel mondo e, con il peccato, la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini. ( Rm 5,12 )

Se queste fossero parole mie, potrei rendere ancora più espressiva tale affermazione? potrebbe risultare più evidente, più precisa?

Così ha raggiunto tutti gli uomini perché tutti hanno peccato. ( Rm 5,12 )

Ora tu escludi Giovanni; ma, distinguendolo dagli altri uomini, sottraendolo alla partecipazione alla comune origine, non considerandolo nato dall'unione coniugale, escluderai per lui anche la suddetta affermazione.

Infatti, colui che la volle evitare per sé, si è degnato nascere da una vergine.

A che scopo mi costringi a discutere sui meriti di Giovanni?

Nel grembo materno salutò il Signore; ma ritengo che volle salutare colui dal quale si attendeva la salvezza.

Non ha intenzione di procurarsi una difesa estremamente pericolosa.

Al Signore che si avvicina per essere battezzato, egli, partecipe del male comune, dice: Sono io che devo essere battezzato da te. ( Mt 3,14 )

Infatti, anche nel battesimo, il Signore intendeva raccomandare l'umiltà e veniva a conferire al Battesimo la grazia di Sacramento.

Perciò, ricevette il battesimo da giovane così come, da neonato, la circoncisione.

Ricevette i rimedi da proporre, non le ferite.

Giovanni, invece, per quale ragione avrebbe detto: Sono io che devo essere battezzato da te se si trovava del tutto immune da colpa, se non c'era in lui alcunché da risanare, se non c'era in lui alcunché da purificare?

Da parte sua si dichiara in debito e tu lo discolpi perché i debiti non vengano condonati.

Egli dice: Sono io che devo essere battezzato da te: sono io che ne ho bisogno, a me si rende necessario.

E questo gli venne concesso allora.

Infatti, quando il Signore scese nell'acqua, egli non restò fuori dell'acqua.

A che serve dilungarmi? La smetta d'ora in poi, se possibile, chi sostiene parere contrario, perché lo stesso Salvatore anche al suo araldo ha dato la liberazione.

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