Discorsi sui Santi |
1 - Discorso tenuto a Cartagine. Comune determinazione dei santi Martiri
2 - Cipriano fece conoscere Cristo, visse in Cristo, morì per Cristo. Prende nome da cipro.
I suoi scritti noti ovunque. Rassegna degli scritti di San Cipriano
Con la celebrazione annuale del martirio di lui, questo giorno non richiama - come se sfuggito - alla nostra memoria l'insigne martire di Cristo, per il quale il Signore governò, incrementò e rese illustre questa Chiesa, ma con più letizia e desiderio la fa riconoscere quale ricorrenza stabile.
Bisogna pertanto che da parte nostra, con un discorso celebrativo, lodiamo nel Signore l'anima del suo servo, perché ascoltino gli umili e si rallegrino. ( Sal 34,3 )
Di certo quell'anima, nel tempo trascorso in queste membra destinate a morire, disprezzò la morte che una volta ha da venire, per guadagnare la vita che mai avrà termine, dietro una scelta fedele e prudente, perdendo ciò che, pur conservato, dovrà aver fine, per trovare ciò che non si potesse perdere.
Se questa vita temporale può essere certamente conservata rinnegando Cristo, essa ha ugualmente una fine, senza che si trovi quella vita che dura sempre.
Quanto sarebbe meglio procurarsi l'altra non facendo conto di una, piuttosto che perderle tutt'e due per averne amato infelicemente una?
Ecco la comune risoluzione e il comune impegno dei santi martiri: disprezzare le cose transitorie per procurarsi quelle eterne; vivere morendo piuttosto che morire vivendo: precisamente, sempre vivere morendo una volta sola, invece che morire due volte, per non meritare di vivere dopo col differire la morte che verrà e non giungere affatto alla vita duratura, una volta sopraggiunta la morte pur differita.
È questa, dico, la comune risoluzione e il comune impegno dei santi martiri, questo appresero dal loro Maestro e, ad un tempo, Redentore e Signore, poiché a tutti egli disse: Chi ama la propria anima la perderà, e chi l'avrà perduta per causa mia la conserverà per la vita eterna. ( Gv 12,25; Mc 8,35 )
Di conseguenza, l'anima, se è amata, è perduta; se si perde, si conserverà; si perda, se ama, perché non perisca quando è amata.
In due modi può intendersi ciò che è stato detto: Chi ama la propria anima la perderà.
Chi ama la propria anima in questa vita, la perderà nella vita futura; chi ama la propria anima per l'eternità, la perderà in questo mondo.
Secondo il primo modo, chi ama la propria anima temendo di morire per Cristo, la perderà così che non viva in Cristo; e chi ama la propria anima perché viva in Cristo, la perderà morendo per Cristo.
Continua infatti: E chi l'avrà perduta per causa mia, la conserverà per la vita eterna.
Ma questi che disse: Per causa mia, egli è il vero Dio e la vita eterna. ( 1 Gv 5,20 )
Allora, poiché questo è compito di tutti i Santi, oggi questo nostro Martire ha il premio non solo per quanto meritò personalmente, ma anche per quanto meritarono molti altri.
Infatti diffuse in lungo e in largo il buon odore di Cristo con l'insegnamento, con la vita, con la morte: facendo conoscere Cristo, vivendo in Cristo, morendo per Cristo.
Pertanto, carissimi, poiché non si può intendere altri che Cristo là dove la sposa, la Chiesa, dice: Il mio diletto è un grappolo di cipro, ( Ct 1,13 ) volendo significare nell'albero del profumo intenso la fragranza delicatissima della grazia; di certo, come nella sua retta fede divenne cristiano da Cristo, così, nel suo buon odore, Cipriano da cipro.
Anche l'apostolo Paolo dice infatti: Nel mondo intero noi siamo il buon odore di Cristo. ( 2 Cor 2,14-15 )
Da questa sede, dunque, nel nostro Cipriano il buon odore di Cristo: e non si limitò soltanto a questa città, né solo all'Africa, di cui questa città è la capitale, ma si diffuse dovunque, così che da Oriente a Occidente in lui viene lodato il nome del Signore, nel quale sarà lodata l'anima sua perché ascoltino gli umili e si rallegrino. ( Sal 33,3 )
Infatti quale regione della terra si può trovare ove non si legga la sua parola, non si lodi la dottrina, non si ami la carità, non si proclami la vita, non si veneri la morte, non si celebri la festa del martirio?
La tromba del suo discorso quanti combattenti contro il diavolo infiammò a seguire l'esempio del martirio!
In seguito, quanto furono numerosi quelli che, non solo leggendo le sue parole, ma ammirandone anche la fama, seguirono per amore ciò che giunsero ad amare apprendendo da lui!
Pertanto, attraverso l'insegnamento, fece precedere alcuni che doveva seguire, con il martirio precedette altri che avrebbero imitato.
Chiuse la bocca a coloro che latravano contro la dottrina di Cristo: rese belle per Cristo le vergini, non nelle membra e nell'aspetto, ma nei costumi; privò degli aculei gelosia e invidia, e spremette veleni; trattò salutarmente della preghiera del Signore, perché potessimo renderci conto di quel che chiediamo; compose un libello per gli apostati, con premura pastorale e clemente comprensione, e fece abbassare i protervi fino all'umiliazione di un pentimento sofferente, sollevò i pentiti dall'abisso della disperazione, lodò la pazienza, ne fece persuasi, la dimostrò: spezzò l'ostinazione arrogante degli eretici con l'affermazione e la proclamazione dell'unità.
Per la sua trattazione del tema della morte e per l'esaltazione della vita immortale, fu superato con rossore ogni timore di chi sta per morire e il lutto di chi piange i morti; riuscì a persuadere dell'assoluta vanità degli idoli e dell'estremo danno del culto prestato ad essi, anche traendone la prova da scritti profani; dimostrato il non senso dell'avarizia terrena, interessò vivamente gli animi dei cristiani al profitto assai vantaggioso delle elemosine ed ai tesori del cielo.
E che dirò di più? Sono in molti dovunque ad avere al completo i testi delle sue opere.
Da parte nostra, però, ancora di più siamo tenuti a rendere grazie al Signore, perché abbiamo meritato di avere l'intero suo santo corpo; qui presso e con più vivo affetto dobbiamo elevare le nostre preghiere al Signore, al quale egli piacque e da cui ebbe il dono di essere tale e, nel Signore, diamogli lode, rallegrandoci che tanto da lui è stato lodato il Signore.
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