Discorsi sui tempi Liturgici |
1 - Quaresima tempo d'umiltà
2 - Due specie di elemosine: dare e perdonare
3 - I digiuni graditi a Dio
Dopo un anno è ritornato il tempo della Quaresima e io mi sento in dovere di farvi delle esortazioni.
Anche voi infatti siete debitori verso Dio di azioni adeguate al tempo che state vivendo, azioni che possano giovare a voi, non a Dio.
Il cristiano anche negli altri tempi dell'anno deve essere fervoroso nelle preghiere, nei digiuni e nelle elemosine.
Tuttavia questo tempo solenne deve stimolare anche coloro che negli altri giorni sono pigri in queste cose.
Ma anche quelli che negli altri giorni sono solleciti nel fare queste opere buone, ora le debbono compiere con più fervore.
La vita che trascorriamo in questo mondo è il tempo della nostra umiltà ed è simboleggiata da questi giorni nei quali il Cristo Signore, il quale ha sofferto morendo per noi una volta per sempre, sembra che ritorni ogni anno a soffrire.
Infatti ciò che è stato fatto una sola volta per sempre, perché la nostra vita si rinnovasse, lo si celebra tutti gli anni per richiamarlo alla memoria.
Se pertanto dobbiamo essere umili di cuore con tutta la forza di una pietà assolutamente verace per tutto il tempo di questo nostro pellegrinaggio, durante il quale viviamo in mezzo a tentazioni: quanto più dobbiamo esserlo in questi giorni nei quali non solo, vivendo, stiamo trascorrendo questo tempo della nostra umiltà, ma lo simboleggiamo anche con un'apposita celebrazione?
L'umiltà di Cristo ci ha insegnato ad essere umili: nella morte infatti si sottomise ai peccatori; la glorificazione di Cristo glorifica anche noi: con la risurrezione infatti ha preceduto i suoi fedeli.
Se noi siamo morti con lui - dice l'Apostolo - vivremo pure con lui; se perseveriamo, regneremo anche insieme con lui. ( 2 Tm 2,11-12 )
La prima parte di questa espressione dell'Apostolo celebriamola ora con la dovuta devozione, avvicinandosi la sua passione; la seconda parte la celebreremo dopo Pasqua, a risurrezione avvenuta.
Dopo Pasqua infatti, passati questi giorni in cui manifestiamo la nostra umiltà, sarà il tempo anche della nostra glorificazione, benché non possa essere pienamente realizzato perché non c'è ancora la visione - tuttavia già reca gioia soltanto il pensarci sopra
Ora dunque gemiamo con preghiere più insistenti: poi saremo più abbondantemente ricolmi di gioia nella lode.
Alle nostre preghiere, perché volando possano raggiungere più facilmente Dio, aggiungiamo, con le elemosine e i digiuni, le ali della pietà.
Di qui il cristiano ben comprende quanto debba guardarsi dall'appropriarsi indebitamente di una cosa altrui: quando sente dire che è quasi un furto il non dare all'indigente le cose che gli sono superflue.
Il Signore dice: Date e vi sarà dato; perdonate e vi sarà perdonato. ( Lc 6,37-38 )
Con mitezza e con fervore facciamo dunque queste due specie di elemosine: il dare e il perdonare, noi che preghiamo il Signore perché ci dia cose buone e ci perdoni quelle cattive.
Date - dice il Signore - e vi sarà dato.
Che cosa c'è di più vero e più giusto che chi ricusa di dare inganna se stesso e non si ritrova niente in mano?
Se giudichiamo sconsiderato l'agricoltore che presume di trovare la messe nel campo ove sa bene di non aver precedentemente seminato, quanto più sconsiderato è chi pensa di trovare un Dio ricco che dà con larghezza, quando egli non ha voluto ascoltare il povero che gli chiedeva qualcosa?
Colui che non ha bisogno di nulla infatti volle essere nutrito nella persona dei poveri.
Non disprezziamo dunque nel povero il nostro Dio che si mostra bisognoso per poter, anche noi bisognosi, essere appagati in lui, ricco.
Abbiamo dei poveri, ma anche noi siamo nella povertà: diamo dunque, affinché anche noi possiamo ricevere.
E in fondo che cos'è ciò che diamo?
E in compenso di quello che diamo, che è cosa esigua, visibile, temporale e terrena, che cosa desideriamo ricevere?
Ciò che occhio non vide né orecchio udì né entrò in cuore d'uomo. ( 1 Cor 2,9 )
Se non ce l'avesse promesso lui stesso, sarebbe stata spudoratezza dare beni terreni e aspettarci in cambio quanto detto sopra; figuriamoci se non si volesse dare neanche qualche bene terreno!
Ma noi non li avremmo neanche questi beni se non ce li desse colui che ci esorta ad elargirli.
Con che coraggio speriamo che Dio ci conceda i beni temporali e quelli eterni, se non obbediamo a lui che ci comanda cose di poco peso?
Perdonate e vi sarà perdonato, ( Lc 6,38 ) ossia non tenete conto ( del male altrui ) e neanche del vostro si terrà conto.
Il servo si riconcilii con il conservo perché non venga giustamente punito dal padrone. ( Mt 18,23-35 )
Per quanto riguarda questa specie di elemosina nessuno è talmente povero che non possa farla.
Per acquistare la vita eterna può farla anche chi in questa vita terrena non ha di che vivere.
Questa elemosina la si dà gratuitamente e dando si accumulano tesori che non vengono meno se non quando non si elargisce.
Coloro che fino a questi giorni avevano delle discordie non diano loro tregua fino a che non sono scomparse.
Vengano eliminate affinché esse non eliminino chi ce l'ha, non vengano trattenute nel cuore affinché non lo rendano schiavo, vengano distrutte dal Redentore affinché non distruggano chi le conserva.
I vostri digiuni non siano come quelli che il profeta condanna dicendo: Non è questo il digiuno che io voglio, dice il Signore. ( Is 58,5 )
Biasima i digiuni di chi è in lite, vuole digiuni di uomini pii.
Biasima gli oppressori, vuole chi dia conforto.
Biasima coloro che creano inimicizie, vuole coloro che se ne liberano.
In questi giorni pertanto moderate i desideri delle cose lecite per astenervi del tutto da quelle illecite.
Mai deve sguazzare nel vino o nell'adulterio colui che in questi giorni si modera nei rapporti coniugali.
In tal modo la nostra preghiera, fatta in umiltà e carità, nel digiuno e nell'elemosina, nella temperanza e nel perdono, dando cose buone e non restituendo quelle cattive, allontanandosi dal male e facendo il bene, cerca la pace e la consegue. ( Sal 34,15 )
Con le ali di queste virtù la nostra preghiera vola sicura e più facilmente viene portata fino al cielo, dove Cristo nostra pace ( Ef 2,14 ) ci ha preceduto.
Indice |