Discorsi sui tempi Liturgici

Indice

Nel sabato dell'ottava della santa Pasqua

1 - Pietro riscatta col pianto la sua presunzione
2 - Pietro interrogato se e quanto ami Cristo
3 - Pietro pasce le pecore di Cristo, non le sue
4 - Racconto della conversione di un eunomiano

1 - Pietro riscatta col pianto la sua presunzione

Avete udito la confessione fatta dall'apostolo Pietro al Signore che lo interrogava, come in altra occasione avevate udito, del medesimo Pietro, la negazione del Signore fatta per paura di una serva.

Quand'era dominato dalla presunzione gli fu detto: Mi rinnegherai; ( Mt 26,34 ) ora che è animato dall'amore gli si chiede: Mi ami? ( Gv 21,17 )

L'apostolo Pietro intanto vacillò [ nella fede ] in quanto presunse delle forze del suo animo.

Ma nei tempi antichi un Salmo aveva asserito: Coloro che confidano nella propria forza … ( Sal 49,7 ) e così Pietro s'era ridotto nelle condizioni di colui del quale nei Salmi si canta: Io ho detto nella mia abbondanza: Non sarò smosso in eterno. ( Sal 30,7 )

Sentendosi ricco di sé, aveva detto a Cristo: [ Sarò ] con te fino alla morte; ( Lc 22,33 ) sentendosi ricco di sé, aveva detto: Non sarò smosso in eterno.

Ma il Signore, come medico che interviene, sapeva meglio che non il malato come stessero in lui le cose.

Così si comportano i medici quando curano i diversi stati di salute del corpo; allo stesso modo si può comportare il Signore intervenendo per la salute delle anime.

Ti prego, cos'è, secondo te, ciò che il malato s'aspetta di udire dal medico circa le sue condizioni fisiche?

Il malato può conoscere, è vero, i dolori che soffre, ma non sa se sono un pericolo, né da quali cause dipendano né se potrà venirne a capo o no.

Il medico tasta il polso, e riferisce al malato come vanno le cose.

Ebbene, quando il Signore diceva all'apostolo Pietro: Mi rinnegherai tre volte, ( Mt 26,34 ) tastava il polso del suo cuore.

Ed ecco, accadde quel che prediceva il medico e risultò inesatto quel che presumeva il malato.

Ivi infatti, nel Salmo sopra citato, continua lo Spirito Santo: Io ho detto nella mia abbondanza: Non sarò smosso in eterno - quasi parlasse uno che presuma delle sue forze -, ma subito dopo aggiunge: Signore, nella tua volontà hai dato valore alla mia dignità, poi hai distolto da me la tua faccia e io ne sono stato sconvolto: ( Sal 30,8 ) Cosa dice? Quel che avevo, l'avevo ricevuto da te, mentre io credevo che fosse roba mia.

Tu volgesti la tua faccia, cioè mi togliesti quanto mi avevi donato, e io ne rimasi sconvolto.

Allontanandoti tu, scopersi chi fossi io.

Sì, il Signore abbandonò temporaneamente Pietro per renderlo salutarmente umile; tant'è vero che, non appena lo guardò, subito si mise a piangere.

Così trovi nel Vangelo.

Dopo che l'ebbe rinnegato tre volte ( e così si adempì la predizione del Signore ), cosa vi è scritto?

Il Signore lo guardò e Pietro si ricordò.

Se il Signore non l'avesse guardato, Pietro avrebbe dimenticato ogni cosa.

Ma il Signore lo guardò, e Pietro si ricordò che Gesù gli aveva predetto: Prima che il gallo canti mi rinnegherai tre volte, e uscito fuori pianse amaramente. ( Lc 22,61-62 )

Aveva dunque bisogno, Pietro, di un battesimo di lacrime per lavare il peccato del rinnegamento; ma dove avrebbe potuto trovarlo se non fosse stato il Signore a dargli anche questo?

Non per altro l'apostolo Paolo, di fronte a certuni che avanzavano sentenze erronee, volendo avvertire i cristiani come si dovessero contenere nei loro riguardi diceva: Richiamate al dovere quelli che opinano diversamente, ma fatelo con dolcezza di modo che Dio possa dar loro la conversione. ( 2 Tm 2,25 )

Anche la conversione, in effetti, è dono di Dio.

Terra dura è un cuore superbo: non si ammorbidisce verso la conversione se non lo bagna, come pioggia, la grazia di Dio.

2 - Pietro interrogato se e quanto ami Cristo

Ed ecco che ora, dopo la resurrezione del Signore, Pietro viene interrogato.

Egli professa e gli viene predetta la passione.

Nel suo cuore c'è la carità; viene rinvigorito nelle forze.

Dopo la resurrezione gli chiede il Signore: Pietro, mi ami più di costoro? ( Gv 21,15 )

Tu che mi rinnegasti, mi ami? Molte cose sono intervenute a tuo favore: colui che vedesti morire quando anche tu temesti di morire, ora lo vedi vivere.

Eccomi, sono vivo; eccomi, sono io: perché temesti di morire?

Quando mi rinnegasti non mi perdesti certo definitivamente.

Ebbene, mi ami tu?, poiché sono io. E Pietro: Sì, Signore, tu sai che ti amo. ( Gv 21,15 )

Perché mi interroghi su una cosa a te nota?

Anche quando mi predicevi che ti avrei rinnegato, lo sapevi.

Tu sapevi di me quel che io non sapevo; e ora non sai quel che io so?

Vedo infatti che nel mio cuore c'è l'amore per te, ma questa stessa cosa la vedi anche tu.

Non è infatti pensabile che tu non legga l'amore già esistente in me, se potesti leggervi il timore che vi sarebbe stato solo più tardi.

Ma il Signore, che pur sa la cosa, lo interroga di nuovo, e a questa nuova domanda da lui fatta Pietro risponde la stessa cosa.

E per la terza volta lo interroga il Signore, affinché la triplice professione cancelli la triplice negazione.

Rallegriamoci con l'Apostolo! Era morto ed è tornato in vita, s'era perduto ed è stato ritrovato. ( Lc 15, 24.32 )

3 - Pietro pasce le pecore di Cristo, non le sue

Viene armato per mansioni più importanti e impegnative.

Gli si dice: Pasci le mie pecore, compito, questo, in cui certamente avrebbe incontrato pericoli sotto il profilo umano ma che gli avrebbe procurato gloria nello spirito.

In effetti, col pascere il gregge di Cristo quante sofferenze avrebbe dovuto subire per il nome di Cristo!

Pasci le mie pecore, pasci i miei agnelli! ( Gv 21,15-17 )

Se infatti mi ami, quale servizio puoi rendere a me?

Il Principe dei pastori lo costituisce pastore, affinché Pietro pasca non le pecore sue ma le pecore di Cristo.

Ci furono, in realtà, certuni che vollero essere discepoli alla scuola degli Apostoli; ma dagli stessi Apostoli vennero richiamati a idee più esatte.

Erano infatti pecore di Cristo ma desideravano essere seguaci di uomini e dicevano certuni: Io sono di Paolo, altri: Io di Apollo, e altri ancora: Io di Cefa.

C'erano poi delle pecore che si rifacevano al Signore: Io invece sono di Cristo. ( 1 Cor 1,12 )

Ecco ora Paolo. Sapendo che Cristo aveva affidato agli Apostoli le sue proprie pecore e non le pecore di qualcuno di loro, respinse vivacemente da sé ogni specie di dominio sulle pecore.

Per essere con il Signore protestò energicamente di non essere lui il padrone.

Forse che Paolo è stato crocifisso per voi? o nel nome di Paolo avete ricevuto il battesimo? ( 1 Cor 1,13 )

Siete pecore di lui. Se non lo sapete, leggete lo stampiglio del sigillo con cui siete contrassegnati.

Pasci le mie pecore! Perché? Per il fatto che mi ami, che mi vuoi bene, ecco io ti affido le mie pecore: pascile, ma ricordati che sono mie.

I capi dei movimenti ereticali hanno voluto far proprie le pecore di Cristo; ad ogni modo, volenti o nolenti, sono costretti a imprimere in esse il sigillo di Cristo.

Pretendono renderle loro proprietà, tuttavia stampano in esse il nome del Signore.

Ma cosa dice a questa gente la divina Scrittura nel Cantico dei cantici?

Cristo sposo interroga la Chiesa sua sposa e le dice: Se non conoscerai te stessa, o bella fra le donne … ( Ct 1,8 )

Che significa: O bella fra le donne? La Chiesa cattolica in mezzo alle eresie.

E notate come la minacci.

Se non conoscerai te stessa, cioè di chi sei proprietà, qual è la tua fede, a chi appartieni, quanto ti sei propagata in lungo e in largo, da quale sangue sei stata redenta; se non conoscerai te stessa, o bella fra le donne, se non conoscerai te stessa, ecco io ti scaccio da me.

Esci! Che vuol dire: Esci? Ciò che Giovanni dice nella sua lettera: Uscirono da noi, ma non erano dei nostri. ( 1 Gv 2,19 )

Esci dietro le orme dei greggi: non dietro le orme del Pastore ma dietro le orme dei greggi; segui infatti le orme di uomini, non di Cristo.

E pasci i tuoi capretti, non, come Pietro, le mie pecore.

E dove pascerai i tuoi capretti? Nelle tende dei pastori. ( Ct 1,8 )

Li dividerai fra le tende di diversi pastori, non li radunerai nella tenda dell'unico Pastore.

Ho altre pecore che non sono di questo ovile: anche quelle devo radunare, e ascolteranno la mia voce e si farà un solo gregge con un solo pastore. ( Gv 10,16 )

4 - Racconto della conversione di un eunomiano

Voglio comunicare alla vostra Carità che ieri non fummo severi infruttuosamente: con l'asprezza della riprensione abbiamo ottenuto un guadagno: uno di quei quattro ha abbandonato quest'oggi l'eresia degli ariani e degli eunomiani insieme con Ario ed Eunomio, e si è fatto cattolico.

Pertanto colui che ieri vi indicavamo come persona da evitare, oggi ve lo presentiamo perché lo amiate.

Ecco, ve lo raccomando.

Guardatelo con letizia e non con sospetto!

Vi raccomando di pregare anche per gli altri.

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