Discorsi sui tempi Liturgici |
1.1 - L'apparizione di Gesù risorto a Maria
2.2 - Cristo non si tocca con le mani ma con la fede
3.3 - Le funzioni dei vari organi nel corpo risuscitato
4.4 - Armonia fra le membra del corpo umano
5.5 - In cielo ci si vedrà in maniera completa e assoluta
6.6 - Alcune membra sono nell'uomo solo come abbellimento
8.7 - L'eterno Alleluia dei santi
Oggi si è cominciato a leggere il racconto della resurrezione del nostro Signor Gesù Cristo secondo l'evangelista Giovanni.
È infatti cosa a voi nota e da me già ricordata che in questi giorni si legge quanto ci è stato tramandato dai quattro Evangelisti circa la resurrezione del Signore.
Nel racconto che abbiamo adesso ascoltato normalmente ci stupiscono solo le parole dette dal Signore Gesù alla donna che cercava il suo corpo e che era ormai convinta che egli fosse vivo: Non toccarmi poiché non sono ancora asceso al Padre mio. ( Gv 20,15-17 )
A questo riguardo vi ho detto - e voi dovete ricordarlo - che non tutti gli Evangelisti raccontano tutto l'accaduto ma l'uno riferisce quel che gli altri hanno omesso.
Non è tuttavia da immaginarsi che siano in discordia fra loro, se li si legge non con intenzioni litigiose ma con quel rispetto che li rende comprensibili.
Ecco, ad esempio, quel che si legge presso l'evangelista Matteo.
Dopo la resurrezione Gesù si fece incontro a due donne ( e una di queste era Maria ) e disse loro: Salute!
Ed esse gli si avvicinarono e gli toccarono i piedi e lo adorarono. ( Mt 28,9 )
Eppure non era asceso al Padre!
In che senso allora si dice a costei: Non mi toccare poiché non sono ancora asceso al Padre mio? ( Gv 20,17 )
Queste parole sembrerebbero indicare che Maria l'avrebbe potuto toccare dopo che fosse salito in cielo.
Ma se uno non può toccarlo quando è in terra, chi fra i mortali potrà toccarlo assiso in cielo?
Ebbene quel toccare rappresenta la fede.
Tocca Cristo chi crede in Cristo.
Così fu di quella donna che soffriva perdite di sangue.
Diceva dentro di sé: Se toccherò il lembo del suo vestito sarò salva. ( Mt 9,20-21 )
Lo toccò con la fede e ottenne la guarigione che sperava.
Ma c'è di più. Perché apprendessimo in che cosa veramente consista il toccare, ecco il Signore chiedere prontamente ai suoi discepoli: Chi mi ha toccato?
I discepoli risposero: Le turbe ti fan ressa tutt'all'intorno e tu chiedi: Chi mi ha toccato?
E lui: Qualcuno mi ha toccato, ( Lc 8,43-46 ) come per significare: la folla mi si accalca intorno ma la fede mi tocca.
Ma torniamo alla nostra Maria alla quale il Signore disse: Non mi toccare poiché non sono ancora asceso al Padre mio. ( Gv 20,17 )
Dà l'impressione che essa raffiguri la Chiesa, che credette in Cristo dopo che egli se ne fu tornato al Padre.
Ecco, voglio interrogarvi: Voi quando avete creduto?
Voglio interrogare la Chiesa sparsa per tutto il mondo, la cui figura troviamo in quell'unica donna.
All'unisono tutta la Chiesa mi risponde: Ho creduto dopo che Gesù è salito al Padre.
E che vuol dire: Ho creduto in questo periodo, se non che in questo periodo l'ho toccato?
Molte persone, di levatura solo carnale, hanno ritenuto che Cristo fosse soltanto un uomo, non hanno scoperto la divinità che in lui si celava.
Non lo toccarono rettamente perché non ebbero retta fede.
Vuoi toccarlo rettamente? Penetra con la mente in Cristo, scopri quella natura per la quale è coeterno al Padre: è così che lo tocchi.
Se invece pensi che egli sia solo un uomo e nient'altro, per te Cristo non è ancora asceso al Padre.
Il Signore Gesù presentò ai sensi dell'uomo le fattezze del suo corpo per darci conferma della resurrezione della carne.
Mostrandosi vivo e dotato di corpo dopo la sua resurrezione non volle insegnarci altro se non farci credere nella resurrezione dei morti.
Pertanto, se tutte le cose dovranno essere ripristinate nello stato di integrità che avevano prima, da coloro che bramano sapere a fondo le cose si suole presentare ( e la cosa viene proposta anche da coloro che provano gusto a suscitare contese ) una questione difficile, quella cioè dell'uso delle membra.
Dicono che il nostro corpo ha un insieme di membra e da tutti è risaputo quali siano le operazioni per le quali è necessario ogni membro.
Chi non sa infatti, chi non vede che gli occhi servono per vedere, gli orecchi per udire, la lingua per parlare, le narici per odorare, i denti per mangiare, le mani per lavorare, i piedi per camminare, e quei membri che si è soliti chiamare vergogne per procreare? Ancora.
Gli organi interni, che Dio ha disposto fossero nascosti perché non venissimo disgustati dalla loro vista, quegli organi che chiamiamo interiora o intestini, a che cosa servono lo sanno molti fra la gente comune e molto meglio i medici.
Orbene, ci sono certuni che, basandosi su argomentazioni filosofiche, ci dicono: Se avremo gli orecchi che ci serviranno per udire, gli occhi per vedere, la lingua per parlare, per qual motivo dovremo avere i denti se lassù non si mangia, la gola, lo stomaco, i polmoni, gli intestini per dove passa il cibo e si cambia adeguandosi alle esigenze del nostro fisico?
E ancora: quegli organi cosiddetti vergogne, perché dovremmo averli - dicono - se lassù non c'è né generazione né digestione?
Cosa risponderemo? Risponderemo che, una volta risorti, non avremo più gli organi interni, come non ce l'hanno le statue?
Quanto ai denti, la risposta è facile, poiché ci servono non solo per mangiare ma anche per parlare, in quanto battono contro la nostra lingua come il plettro sulle corde e ne fanno risuonare le sillabe.
Quanto poi alle altre nostre membra, esse resteranno come ornamento, non per un qualche uso: avranno cioè solo funzione di abbellimento e non saranno richieste da alcun bisogno o necessità.
O che forse per il fatto di non avere funzioni da assolvere diventeranno sconvenienti?
È vero che adesso, se vediamo i nostri organi interni, proviamo un senso di ripulsa e non un trasporto affettivo; ma ciò dipende dal fatto che siamo degli incompetenti e non conosciamo le ragioni delle cose.
Chi infatti conosce come le membra siano tra loro interdipendenti e secondo quali norme siano ordinate?
A motivo di tutto questo si suole parlare - con un vocabolo preso dalla musica - di una armonia.
Si parla così partendo dall'osservare una cetra, dove notiamo che le corde sono più o meno tirate.
Se tutte le corde suonassero allo stesso modo non ci sarebbe alcuna melodia; ma, siccome le corde sono tirate in maniera diversa l'una dall'altra, ecco venir fuori note diverse, e queste note diverse fra loro, se le si unisce a regola d'arte, producono non una cosa bella per chi le vede ma una gustosa armonia in chi le ascolta.
Ora, chi è in grado di comprendere la ragione secondo la quale sono disposte le membra dell'uomo rimane così stupito, così incantato, che una simile disposizione - in chi la comprende - la si preferisce ad ogni altra bellezza visibile.
Ora non la conosciamo, ma lassù la conosceremo: non perché gli organi nascosti verranno scoperti ma perché, anche se coperti, non potranno rimanere celati.
Uno che volesse ribattere le mie affermazioni potrebbe dirmi: Se resteranno al coperto come potranno non essere celati?
Non saranno celati i pensieri del cuore; e saranno celati gli organi del corpo?
Miei fratelli, quei pensieri che ora solo a Dio è dato vedere, in quell'assemblea dei santi saranno visti da tutti.
Nessuno vorrà che il proprio pensiero rimanga nascosto, perché lassù non ci sarà nessuno che pensi il male.
Ne parla anche l'Apostolo dicendo: Non giudicate nulla prima del tempo; cioè: Non giudicate con faciloneria ciò che non sapete con quale intenzione sia stato fatto.
Se vedi fare una cosa che potrebbe farsi anche con retta intenzione, non essere severo nel rimproverare, non andare oltre i limiti concessi all'essere umano.
Dio solo può scrutare i cuori; l'uomo non deve giudicare se non ciò che è manifesto.
Dice: Dunque non giudicate nulla prima del tempo, Che significa: Prima del tempo?
Continuando dice: Finché non venga il Signore che illumini le tenebrosità nascoste.
E cosa siano queste tenebrosità lo mostra all'evidenza con le parole che seguono: Illuminerà - dice - le tenebrosità nascoste.
Che vuol dire? Ascolta come continua: E manifesterà i pensieri del cuore. ( 1 Cor 4,5 )
Illuminare le tenebrosità nascoste è quindi lo stesso che manifestare i pensieri del cuore.
Al presente dunque i nostri pensieri sono nella luce per noi, a ciascuno i suoi, in quanto ciascuno di noi li conosce; ma essi sono nelle tenebre per gli altri, poiché non riescono a vederli.
Lassù, viceversa, il tuo pensiero come lo sai tu così lo sapranno anche gli altri.
O che forse hai paura? Adesso ti piace che i tuoi pensieri restino occulti, e temi che siano resi pubblici.
Può darsi infatti che pensi qualcosa di male o di disdicevole o di inutile.
Lassù - quando ci sarai arrivato - non si penserà se non ciò che è buono, onesto, vero, puro, schietto.
Come adesso ti piace che sia veduto il tuo volto, così lassù godrai che si veda la tua coscienza.
6.5 - Il nostro conoscerci infatti, o carissimi, il nostro conoscerci non si estenderà forse a tutti noi?
O pensate forse che voi avrete conoscenza di me, per avermi già conosciuto, e non l'avrete di mio padre, che non avete conosciuto, o di qualcuno, non saprei, dei vescovi che ressero questa chiesa molti anni fa?
Conoscerete tutti. Coloro che saranno lassù non si conosceranno perché potranno vedersi in faccia, ma il loro conoscersi a vicenda sarà basato su elementi conoscitivi molto più profondi.
Tutti si vedranno con quella penetrazione che in terra è privilegio dei profeti, anzi in una maniera ancora più sublime.
Essendo pieni di Dio si vedranno divinamente; né ci sarà qualcosa che offenda o che rimanga nascosta a chi conosce.
Lassù tutte le membra saranno perfette, e quelle stesse di cui quaggiù ci vergogniamo lassù non saranno oggetto di vergogna.
Difatti non saremo nella preoccupazione di perdere la bellezza dell'integrità poiché non ci saranno le sconvenienze prodotte dalla libidine.
Anzi, anche quaggiù, dove alla radice di tutte le nostre azioni c'è, per un qualche verso, la necessità ( quella necessità che lassù non ci sarà più ), tuttavia abbiamo trovato alcune componenti del corpo che Dio ha posto in esso non per qualche funzione concreta ma solo come ornamento.
7.6 - Più sopra vi elencavo rapidamente le diverse membra e ora vorrei ritornare su quel discorso in una maniera un po' più accurata.
Abbiamo gli occhi per vedere, gli orecchi per udire, le narici per odorare, la bocca e la lingua per parlare, i denti per masticare, la gola per ingoiare, lo stomaco per ricevere e digerire il cibo, gli intestini per espellerlo fuori, e quegli organi chiamati le vergogne o per l'eliminazione o per la generazione.
Le mani ci sono date per lavorare, i piedi per camminare; ma la barba a cosa serve se non ad abbellire?
Per qual motivo Dio ha messo nell'uomo la barba?
Ne vedo la bellezza, non vado a cercare l'utilità.
È ben noto il motivo per cui le donne abbiano le mammelle: evidentemente perché debbono allattare i figli, ma gli uomini per qual motivo le hanno?
Chiediti a che cosa servano: non servono a niente.
Cerca se non siano un elemento di bellezza: troverai che un petto fornito di mammelle sta bene anche nell'uomo.
Togli dal petto dell'uomo le mammelle e ti accorgerai di quanta bellezza l'hai privato e di quanta deformità l'hai rivestito.
Pertanto, o carissimi, credete e convincetevi del fatto che molte membra lassù non serviranno a nulla, ma non ce ne sarà nessuna che sia priva di bellezza.
Lassù non ci sarà nulla di sconvenevole: ci sarà somma pace, per cui nulla sarà discorde o deforme o tale che offenda la vista.
E Dio sarà lodato in tutte le cose.
Qualcosa del genere accade anche adesso.
Pur essendo la carne debole e meschina la capacità che le membra esplicano nell'agire, tuttavia il corpo presenta una tale bellezza che attira potentemente i voluttuosi e sollecita le ricerche degli studiosi, veri o curiosi che siano.
Se poi si riesce a trovare nel corpo una disposizione razionalmente ordinata, si riscontrerà che l'artefice di tale disposizione è lo stesso che ha ordinato i cieli: lo stesso che ha creato le cose più insignificanti ha creato anche quelle più eccelse.
E questa lode di Dio quanto sarà più grande lassù, dove non ci sarà alcuna passione disordinata, nessuna corruzione, nessuna deformità o bruttura, nessuna molestia o necessità, ma un'eternità senza fine, la verità in tutta la sua bellezza, la felicità suprema?
9.8 - Mi chiederai: Che farò dunque? Non potrò usare le mie membra; e allora che farò?
E ti sembrano azioni da nulla lo stare in posizione eretta, il vedere, l'amare, il lodare?
Ecco, questi giorni santi che celebriamo dopo la resurrezione del Signore rappresentano la vita futura, quella che vivremo dopo la resurrezione.
Come i giorni della quaresima, celebrati prima della Pasqua, hanno simboleggiato la vita stentata fra le tribolazioni della condizione mortale, così questi giorni di letizia simboleggiano la vita futura quando regneremo insieme col Signore.
La vita raffigurata dalla quaresima, prima di Pasqua, è quella che viviamo adesso; la vita raffigurata dai cinquanta giorni che seguono la resurrezione del Signore non è quella che viviamo adesso ma quella che speriamo e, nella speranza, amiamo.
Mentre la si ama, si loda Dio che ce l'ha promessa, e tali lodi costituiscono l'Alleluia.
Cosa significa infatti Alleluia?
È un vocabolo ebraico Alleluia, e significa " Lodate Dio ".
Alleluia vuol dire: lodate, Ia vuol dire: Dio.
Ogni volta che echeggia tra noi l'Alleluia, cioè: lodate Dio, ci sproniamo a lodare Dio.
Con la concordia del cuore, che supera quella delle corde di una cetra, innalziamo lodi a Dio, cantiamo Alleluia.
Terminato il canto, essendo deboli ci allontaniamo per rifocillare il corpo.
Perché lo ristoriamo se non perché ci sentiamo venir meno? Ma c'è di peggio.
È tale e tanta la fragilità della carne, tanti i fastidi che ci causa la vita presente, che tutte le cose, anche le più importanti, ci vengono a noia.
Adesso che questi giorni stanno volgendo al termine, come abbiamo desiderato che tornassero da qui a un anno! e con quanta avidità siamo tornati a loro durante questo intervallo!
Eppure, se ci si dicesse: Acclamate dicendo Alleluia senza interruzione, addurremmo delle scuse.
Perché tali scuse? Perché per la stanchezza non potremmo perseverare, perché anche fare il bene ci darebbe fastidio e stancherebbe.
Lassù, al contrario, non si viene mai meno, non ci si stanca mai.
State dunque in piedi e lodate, voi che abitate nella casa del Signore, negli atri della casa del nostro Dio. ( Sal 134,1 )
Perché cercare quali saranno le tue occupazioni lassù?
Dice: Beati coloro che abitano nella tua casa, Signore! Ti loderanno nei secoli dei secoli. ( Sal 84,5 )
Indice |