Discorsi sul Vecchio Testamento |
1 - Gli inganni dei manichei
2 - Una loro affermazione
3 - Breve risposta a tale affermazione
4 - Dio può parlare in varie maniere
5 - Il diavolo poté udire la voce di Dio
6 - Che cosa s'intende per "alla presenza di Dio"
7 - Il diavolo poté udire la voce di Dio senza vederlo
8 - Spudoratezza dei manichei
9 - Alcuni angeli ebbero un corpo reale
10 - Cristo assunse un corpo reale
11 - I manichei adorano come dio il sole
12 - Cristo volle assumere il corpo umano da una donna
Vogliamo sperare, fratelli dilettissimi, che nella vostra saggezza abbiate avuto modo di verificare abbastanza bene come i manichei con perfido inganno attentino alla verità dei divini e santi libri dell'Antico Testamento.
Presentiamo tuttavia ancora i loro inganni perché siano vagliati dagli occhi del vostro cuore affinché non solo, per quanto sta in voi, li evitiate, ma anche perché insegniate ad altri, deboli nella fede e inesperti nelle divine Scritture, per quanto ciascuno di voi lo potrà fare, ad evitarli e a non prenderli neanche in considerazione.
"Nel libro di Giobbe - dicono - sta scritto: Un giorno gli angeli andarono a presentarsi davanti a Dio e il diavolo era in mezzo ad essi.
Dio domandò al diavolo: Donde vieni? Il diavolo gli rispose dicendo: Sono venuto, percorrendo tutta la terra. ( Gv 1,6-7 )
Qui - dicono - risulta chiaramente che il diavolo non solo vide Dio, ma che si mise anche a parlare con lui.
Nel Vangelo invece - continuano - si dice: Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. ( Mt 5,8 )
E ancora si dice: Io sono la porta: ( Gv 10,7 ) nessuno può venire al Padre se non per me". ( Gv 14,6 )
Aggiungono quindi un ragionamento dicendo: "Se soltanto i puri di cuore vedono Dio, come mai il diavolo, dal cuore sommamente sordido e immondo, poté vedere Dio?
O in che maniera passa per la porta, cioè per Cristo?
E ancora: l'Apostolo - aggiungono - afferma e dichiara che né i Principati né le Potestà né le Virtù hanno conosciuto Dio". ( Rm 8,38 )
Finora da queste parole appare molto bene il loro inganno, e veramente il problema posto può essere risolto da un qualunque cristiano, che sia saggio.
Ma l'intenzione di coloro che espongono questo falso problema è quello di distogliere coloro che sono inesperti come essi dall'autorità salvifica delle Scritture, per farli credere ad essi.
Anzitutto vorrei chiedere a costoro in quale passo dell'Apostolo abbia letto Adimanto - è costui l'autore di queste falsità -, vorrei dunque che dicesse dove abbia letto che l'Apostolo afferma e dichiara, come dice lui, che né i Principati né le Potestà né le Virtù hanno conosciuto Dio, ( Rm 8,38 ) mentre il Signore dice che anche gli angeli di coloro che credono in lui vedono sempre la faccia del Padre. ( Mt 18,10 )
Forse intende quel passo in cui l'apostolo Paolo afferma: Tra i perfetti noi predichiamo la sapienza, non la sapienza di questo secolo, né dei principi di questo mondo, che vengono ridotti al nulla; ma predichiamo la sapienza di Dio che è nel mistero ed è nascosta, quella sapienza che Dio, prima ancora che fossero i secoli, aveva già destinato per la gloria nostra, sapienza che nessuno dei principi di questo mondo ha mai conosciuto.
Infatti, se l'avessero conosciuta, non avrebbero mai crocifisso il Signore della gloria. ( 1 Cor 2,6-8 )
Se Adimanto pensava di riferirsi a questo passo, perché ha aggiunto: "le Potestà e le Virtù", che non sono nominate, e ha tolto: di questo mondo, come è scritto?
Magari l'avesse fatto per sbaglio, anziché con malizia!
Ma anche se l'Apostolo avesse detto in quel modo, forse per ciò il diavolo non poté sentire la voce di Dio?
Sta scritto che il diavolo si presentò al cospetto di Dio; ( Gb 1,6 ) non è scritto che abbia visto Dio.
Per "principi di questo mondo" vanno intesi o gli uomini superbi e diventati altezzosi per un'ostentata vanagloria, oppure lo stesso diavolo e i suoi angeli.
Il Signore infatti in maniera molto chiara lo chiama principe o dominatore di questo mondo, ( Gv 12,31 ) perché sotto il nome di questo mondo s'intendono i peccatori, la cui speranza è riposta unicamente in questo mondo.
Come diciamo "casa malvagia" intendendo i suoi abitanti, così diciamo cattivo questo mondo intendendo coloro che abitano con il cuore in questo mondo, cioè la cui abitazione non è nei cieli.
La nostra abitazione - dice l'Apostolo - è nei cieli. ( Fil 3,20 )
Tutti i peccati obbediscono al diavolo, che con libera determinazione volle essere principe del peccato; per questo viene detto principe di questo mondo. ( Gv 12,31 )
Vi prego di ben imprimere nei vostri cuori questa norma di interpretazione.
Con questa il Signore vi aiuterà ad esaminare e a risolvere molti passi della Scrittura, sui quali essi cercano di gettare i lacci del loro errore.
Se dunque non è scritto che il diavolo ha visto Dio, ma solo che è pervenuto insieme agli angeli alla presenza del Signore e che ha udito la sua voce, ( Gb 1,6-7 ) perché questi disgraziati si danno tanto da fare per attribuire alle Scritture che il diavolo ha visto Dio, adescando gli inesperti?
Questa loro difficoltà si risolve con una brevissima risposta.
Per quanta sia la prolissità con cui si sforzano di cercare in che modo il diavolo abbia potuto vedere Dio, noi risponderemo: "Il diavolo non ha visto Dio".
Riprenderanno: "Come dunque ha parlato con lui?".
Qui veramente non noi, ma i ciechi debbono confutare la cecità del loro cuore.
Coloro infatti che sono ciechi negli occhi del corpo, sempre possono parlare con coloro che essi non possono vedere.
"Come allora - soggiungono - il diavolo è giunto alla sua presenza?".
Alla stessa maniera con cui il cieco è alla presenza di chi vede, anche se non lo può vedere.
Questi esempi, fratelli carissimi, sono stati portati per smascherare la malizia degli uomini carnali affinché, se possibile, confutati in questo modo, pieghino i loro cuori, divenuti onesti, ad istruirsi con docilità.
Che forse Dio è circoscritto da un luogo, lui al quale è presente ogni coscienza angelica e umana, non solo buona, ma anche cattiva?
Veramente è importante questa distinzione: che mentre alle buone coscienze è presente come Padre, alle cattive è presente come giudice.
Sta scritto infatti: Dio giudica il giusto e l'empio. ( Sal 11,6 )
Come anche sta scritto: Saranno esaminati i pensieri dell'empio. ( Sap 1,9 )
Il Signore non si fa sentire alle orecchie del corpo in maniera più forte che nel segreto del pensiero, dove lui solo ascolta, dove lui solo è udito.
Non succede forse che anche gli empi, quando dicono il vero e non si crede loro, giurano dicendo ( e lo dicono con perfetta verità ): "Mi è testimone Dio"? Dove, per favore, è testimone?
Nella lingua o nel cuore? Nel rumore della voce o nel silenzio della coscienza?
Perché la maggior parte degli uomini si spazientisce se non gli si crede, mentre sa di aver detto il vero, se non perché non possono aprirci il loro cuore, dove Dio è testimone?
Molti sono i modi con cui Dio parla a noi.
A volte ci parla tramite qualche documento, come attraverso il libro delle sacre Scritture.
Parla tramite qualche elemento del mondo, come ha parlato ai magi attraverso una stella. ( Mt 2,2 )
Che cosa è il parlare se non la manifestazione della volontà?
Parla tramite la sorte, come ha parlato nella scelta di Mattia al posto di Giuda. ( At 1,26 )
Parla tramite l'essere umano, come attraverso il profeta.
Parla tramite l'angelo, come sappiamo abbia parlato ad alcuni dei patriarchi, ( Gen 22,11 ) dei profeti ( Dn 14,33 ) e degli Apostoli. ( At 5,19-20 )
Parla tramite una qualche creatura fatta di voce e di suono, come leggiamo e crediamo siano scese delle voci dal cielo, pur non vedendosi nessuno con gli occhi. ( Mt 3,17 )
Infine all'uomo stesso Dio parla, non esternamente tramite le sue orecchie o gli occhi, ma interiormente, nell'anima, in varie maniere: o in sogno, come è scritto che parlò a Labano l'arameo, perché non facesse alcun male al suo servo Giacobbe, ( Gen 31,24 ) e al faraone per annunciargli sette anni di abbondanza e altrettanti di carestia. ( Gen 41,1-7 )
Oppure inebriando lo spirito dell'uomo, ciò che i greci chiamano estasi, come a Pietro, mentre era intento alla preghiera, apparve un recipiente, che veniva calato dal cielo, pieno di simboli dei pagani che avrebbero creduto; ( At 10,10-16 ) o infine nella stessa mente, quando ciascuno intuisce l'autorità o la volontà di Dio, come Pietro da quella stessa visione conobbe, riflettendo fra sé, quanto il Signore voleva che facesse. ( At 10,19 )
Nessuno può conoscere ciò che Dio vuole, se interiormente non risuona un certo tacito grido della verità.
Dio parla inoltre nella coscienza dei buoni e dei cattivi.
Infatti nessuno può rettamente approvare quanto fa di bene e disapprovare quanto fa di male se non per quella voce della verità che loda o disapprova queste cose nel silenzio del cuore.
Ma la verità è Dio. E se in tanti modi essa parla agli uomini sia buoni che cattivi - benché non tutti quelli ai quali parla in così diverse maniere possano vedere la sua sostanza e natura - quale uomo può, congetturando o riflettendo, contare in quanti e quali modi questa Verità parli agli angeli: sia ai buoni, i quali godono, contemplandola con singolare carità, del suo ineffabile splendore e bellezza; sia ai cattivi i quali, rovinati dalla loro superbia e condannati all'inferno dalla stessa Verità, possono in qualche modo a noi sconosciuto udire la sua voce, benché non siano degni di vedere il suo volto?
Perciò, dilettissimi fratelli, fedeli di Dio e veri e propri figli della Madre cattolica, nessuno vi inganni con cibi avvelenati, anche se ancora avete bisogno di essere nutriti di latte. ( 1 Cor 3,2; Eb 5,12-14 )
Camminate ora con perseveranza nella fede della verità, ( 2 Ts 2,12 ) perché a tempo determinato e opportuno possiate arrivare alla visione della stessa verità. ( Tt 1,1-2 )
Come dice l'Apostolo: Mentre viviamo nel corpo siamo pellegrini lungi dal Signore; camminiamo infatti nella fede e non nella visione. ( 2 Cor 5,6-7 )
La fede in Cristo conduce alla visione del Padre.
Perciò il Signore dice: Nessuno viene al Padre se non per me. ( Gv 14,6 )
Senza motivo pertanto [ i manichei ] cercano di indagare come il diavolo poté arrivare a Dio tramite Cristo.
Il diavolo infatti non può arrivare alla beatitudine della contemplazione, alla quale la fede in Cristo conduce quanti sono puri di cuore. ( Mt 5,8 )
Non per questo però il diavolo non poté udire la voce di Dio che parlava, come molti uomini, anche coloro che non credettero in Cristo, poterono udire dal cielo la voce di Dio che diceva: L'ho glorificato e lo glorificherò ancora, quando il Signore pregò: Padre, glorifica il Figlio tuo. ( Gv 12,28 )
La frase che troviamo scritta: che cioè il diavolo venne alla presenza di Dio, ( Gb 1,6 ) non è stata scritta nel senso che taluno possa qualche volta fuggire dalla presenza di Dio, al cui sguardo ogni cosa soggiace e al quale sono manifesti i reconditi di ogni cuore, ma nel senso che quanto la Scrittura ha narrato avvenne nell'ignoranza da parte della creatura; per questo è scritto: Un giorno gli angeli andarono a presentarsi davanti a Dio, ( Gb 1,6 ) benché mai si ritraggano dalla presenza di Dio.
In qualunque parte vengano inviati, c'è sempre la presenza di Dio.
Ma è chiamato propriamente presenza di Dio ciò che lo sguardo umano non può penetrare, come sono i segreti della coscienza.
Pertanto, quando rimproveriamo un tale che ha mentito, diciamo che non ha parlato alla presenza di Dio, poiché non ha detto quanto nel suo animo vede solo Dio, in cui invece l'uomo non può penetrare con lo sguardo.
Poiché quegli avvenimenti sono accaduti tanto occultamente che non potevano essere manifestati agli uomini se non per rivelazione dello Spirito Santo, attraverso le sacre Scritture viene narrato che si venne alla presenza di Dio e che lì accaddero.
Il fatto poi che il diavolo era in mezzo agli angeli, se intendi gli angeli buoni, intendi anche il diavolo in mezzo a loro come il reo sta in mezzo agli uscieri per essere ascoltato dal giudice.
La Scrittura non specifica quali fossero quegli angeli.
Se invece si trovava in mezzo agli angeli cattivi, che meraviglia fa che il principe e il comandante fosse contornato dalla turba dei suoi ministri?
Se invece la frase "al cospetto di Dio" la prendi nel senso che gli angeli sono venuti alla presenza di Dio e che non solo sono da lui visti, ma che anch'essi vedono lui, l'affermazione che il diavolo era in mezzo ad essi devi intenderla nel senso che egli non vedeva Dio che invece gli stessi angeli vedevano e anche che Dio parlò al diavolo tramite qualcuno dei santi angeli.
Nel libro sacro c'è scritto soltanto: Dio disse. ( Gb 1,7-8.12 )
Anche nei processi giudiziari, benché il giudice parli per lo più tramite il pubblico ufficiale, quando si scrivono gli atti viene riportato il nome del giudice, non anche quello del pubblico ufficiale.
Come un uomo, indegno della visione profetica, può tuttavia stare in mezzo a profeti e udire soltanto quanto tramite essi rivela il Signore, senza vedere quanto essi vedono, così anche il diavolo poté stare in mezzo agli angeli santi che vedevano Dio, tramite i quali poteva udire la voce di Dio, mentre non poteva vederlo.
Vedete dunque che, per quanto riguarda questo argomento, le astuzie dei manichei sono state smascherate in molti modi.
Non dovete pertanto credere, carissimi fratelli, che il diavolo abbia veramente parlato a Dio in maniera che abbia potuto anche vedere il volto della Verità, che solo i puri di cuore vedono; ( Mt 5,8 ) o che abbia potuto arrivare a quella visione della beatitudine, alla quale a nessuno è permesso di arrivare se non tramite il Signore Gesù Cristo. ( Gv 14,6 )
Ma tuttavia mi stupisco grandemente per la spudoratezza di questi uomini, i quali vogliono criticarci con malevolenza su quanto riguarda la visione della sostanza divina e attribuiscono falsamente alle nostre Scritture cose che non vi sono scritte, cioè che il diavolo abbia veduto Dio.
Per questo fatto cercano di far nascere tanto sdegno che chi, inorridendo, giudica inammissibile che il diavolo abbia potuto vedere Dio, non comprendendo pienamente, nella sua diffidente ignoranza, il significato di quanto vi è scritto, non riconosce più l'autorità delle divine Scritture; mentre essi stessi non negano che il Signore nostro Gesù Cristo sia Dio, pur inventandosi che sia apparso in mezzo agli uomini senza aver assunto un corpo umano.
Quando il diavolo osò tentare il Signore, ( Mt 4,1-11 ) certo lo vedeva, ma che cosa vedeva?
Se vedeva il suo corpo, allora il Signore aveva un corpo, ciò che quei malvagi non vogliono ammettere.
Se il Signore non aveva un corpo, allora era la stessa sostanza divina ad essere soggetta alla vista del diavolo.
Ma se questa non la possono vedere se non i puri di cuore, come dal Vangelo essi stessi ce lo ricordano, ( Mt 5,8 ) o spudorata cecità di questi eretici!
Perché accusi falsamente le nostre Scritture, quasi che affermino che il diavolo ha visto Dio, quando tu, negando il corpo di Cristo, sei costretto ad ammettere che egli volle far vedere la sua divina sostanza dagli occhi del diavolo?
O forse - come sono soliti dire - non aveva un corpo umano, ma si manifestava come se l'avesse?
Stolti, chi intende in maniera più vera e più retta: chi crede che Dio abbia parlato con il diavolo, o chi crede che Dio non solo abbia parlato con il diavolo, ma che anche abbia mentito al diavolo?
La Scrittura parla di alcuni angeli che apparvero ad occhi umani.
Ma certamente il Signore rese talmente soggetta la creatura corporea al loro potere, che potevano adattarla a sé a loro piacere.
Per cui anche essi, benché non nati da donna, avevano tuttavia un vero corpo, che potevano mutare da una forma all'altra in ragione del servizio e dell'incombenza che dovevano svolgere, da una forma vera però ad un'altra vera.
Non possiamo dire infatti che, quando il Signore mutò l'acqua in vino, ( Gv 2,1-10 ) l'acqua fosse falsa o fosse falso il vino.
Ogni corpo, che per natura e condizione è mutevole, in qualunque forma - venga mutato, ad un cenno dell'onnipotentissimo Creatore, non smette di essere vero nel suo genere, poiché in qualunque diverso aspetto venga mutato, non cessa tuttavia di essere corpo e vero corpo.
Ma siccome costoro s'inventano che ogni natura corporea proviene non da Dio, l'onnipotente Creatore, ma da una non so quale genia delle tenebre, chiediamo ad essi donde il Signore nostro Gesù Cristo abbia preso il corpo.
Se dicono che Cristo non ha preso nessun corpo, che cos'era ciò che appariva agli occhi umani e corporei?
O infatti era una specie di fantasma, ma credere ciò è esecrabile; o, se sostengono che Cristo ha mostrato agli occhi umani la sua stessa divina sostanza senza assumere alcun corpo, e che questa natura ha visto anche il diavolo, com'è che in questa questione schiamazzano con voce fraudolenta: Beati i puri di cuore perché vedranno Dio? ( Mt 5,8 )
E se dicono che la divina e propria sostanza del Signore non è presso il Padre tale quale volle mostrarsi sulla terra senza assumere alcun corpo, che cos'altro ancora hanno creduto, miserabili, se non che egli è mutabile in rapporto ai luoghi e ai tempi?
Non vogliono leggere o non possono intendere facilmente quanto è detto dal profeta: Li muti ed essi mutano; tu però sei sempre lo stesso e i tuoi anni non hanno fine; ( Sal 102,27 ) e quanto si dice, della Sapienza stessa, nel libro ispirato della Sapienza: Rimanendo in se stessa rinnova ogni cosa. ( Sap 7,27 )
Se in base alla loro interpretazione uno dicesse loro: "Perché vi meravigliate se anche Dio ha mutato l'aspetto della sua divinità, affinché il diavolo, dal cuore immondo, potesse vederlo, come voi dite nei riguardi di Cristo Dio?", non saprei che cosa risponderebbero.
Anche perché mai hanno osato affermare che il Padre e il Figlio non sono di un'unica sostanza.
Se affermassero che il Figlio è di un'altra sostanza, si potrebbe ad essi rispondere: "Donde sapete se il diavolo ha parlato con il Padre o con il Figlio?
Lo dice forse quel libro dell'Antico Testamento?".
Quindi chiediamo: "Questo sole il diavolo lo vede o non lo vede?
Se lo vede, come mai il sole è Dio e il diavolo lo vede?
Se non lo vede lui, tuttavia i cattivi uomini lo vedono: come mai è Dio e lo vedono coloro che non sono puri di cuore?
O anche: se, perché possa essere veduto, egli stesso si trasforma e non è ciò che si vede, che sarebbe se anche voi mostraste di esser una cosa, mentre ne siete un'altra, per potere non soltanto adorare il sole, ma anche imitarlo?".
E tuttavia se chiedi loro se la sostanza divina sia mutabile o immutabile, non possono non dire che è immutabile, non indotti a ciò dalla ragione, ma confusi dalla vergogna.
Resta da indurli ad ammettere che il Signore nostro Gesù Cristo da altro luogo ha assunto un corpo [ all'infuori della sua sostanza ], perché potesse essere visibile agli occhi umani.
Che se lo ammettono, domando da dove l'abbia assunto.
Se dicono: "Da questo mondo", chiedo: "Il corpo di questo mondo donde viene?"
Mi risponderanno subito: "Dalla genia delle tenebre".
O incredibile pazzia! Sventurati, non volete ammettere l'origine del corpo del Salvatore dall'utero di una vergine e l'ammettete dalla genia di demoni?
Noi invece affermiamo che ogni natura corporea ha origine da Dio, onnipotente creatore.
E pertanto, da qualunque parte il Signore nostro avesse assunto il corpo, l'avrebbe assunto sempre da una sua creatura.
Ma preferì assumerlo da una donna.
Era venuto infatti a liberare la creatura umana, che decadde per il tramite di una donna.
Volendo quindi riportare alla speranza della rinnovazione e della riparazione ambedue i sessi, scelse il maschile in cui nascere, il femminile tramite il quale nascere.
Voi che aborrite il casto grembo di una vergine, scegliete, vi prego, da che cosa il Signore avrebbe dovuto assumere il corpo.
Voi dite che ogni corpo è sostanza della genia delle tenebre.
Scegliete, dunque, come ho detto, da dove il Figlio di Dio avrebbe dovuto assumere il corpo.
Forse avete perduto la luce per rispondere, poiché dovunque girate lo sguardo vedete solo tenebre?
"Ma la carne mortale - dicono - sembra più immonda".
Leggete loro l'Apostolo: Tutto è mondo per i mondi.
E leggete, nei loro riguardi, ancora l'Apostolo: Ma niente è mondo per i contaminati e gl'increduli, perché hanno contaminato l'intelligenza e la coscienza. ( Tt 1,15 )
Se invece di dire: "più immonda" dicessero: "più debole", saremmo certamente d'accordo.
Perciò Cristo è la nostra forza, perché la nostra debolezza non lo ha cambiato.
Qui vedo realizzata quella voce del profeta: Li muti ed essi mutano; tu però sei sempre lo stesso e i tuoi anni non hanno fine. ( Sal 102,27-28 )
Non solo la debolezza della carne non lo ha cambiato in peggio, ma la debolezza stessa in lui si è cambiata in meglio.
Questo nostro sole materiale, che essi pensano non essere un corpo - fino al punto che non sanno neanche che cosa sia un corpo, essi che si gettano, per lo più ingannandosi, in dispute spirituali - questo sole materiale dunque illumina la terra soltanto perché è un corpo celeste, e da questa esso non viene oscurato; asciuga l'acqua, ma non ne viene bagnato; scioglie il ghiaccio, ma non ne viene raffreddato; indurisce la terra, ma non ne diventa molle.
E questi sventurati temono che il Signore nostro Gesù Cristo, Verbo del Padre, per il quale sono state fatte tutte le cose, ( Gv 1,1-3 ) Potenza e Sapienza di Dio, ( 1 Cor 1,24 ) ovunque presente, ovunque nascosto, ovunque tutto, da nessun luogo limitato, che si estende con potenza da un'estremità all'altra e con bontà governa ogni cosa, ( Sap 8,1 ) non avrebbe potuto assumere il corpo umano in maniera da vivificare le realtà mortali senza essere da esse mortificato, da santificare la carne senza esserne contaminato, da distruggere la morte senza restarne prigioniero, da mutare l'uomo in sé senza essere mutato nell'uomo?
Siamo stati costretti a trattare un argomento invece di un altro per la perplessità e la pericolosa debolezza della fede di alcuni.
Per quanto riguarda l'argomento proposto, benché quei passi scritturistici, che [ gli eretici ] preferiscono contestare anziché essere da essi illuminati, non dicano espressamente che Dio sia stato veduto dal diavolo, essi dimostrino come la genia delle tenebre possa aver veduto la sostanza divina quando, prima della lotta per la quale dicono che il bene e il male si sono mescolati, la sostanza divina non aveva ancora assunto nessun corpo, affinché potesse essere veduto dal suo nemico.
Da questo riconoscano che inutilmente cercano di minare le basi della fede cattolica, non potendo tenere in piedi le loro fole cadenti con tutti i vari sostegni delle loro risposte.
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