Discorsi su argomenti vari |
1 - Il genere umano, gravato dalle sue brame, simile alla peccatrice del Vangelo
2 - Non è lecito tenere concubine né sposare donne separate o ripudiate dal marito
3 - Devono fare pubblica penitenza quelli che hanno rotto il voto di castità
4 - Non è tollerabile l'adulterio dei mariti, non meno di quello delle mogli
5 - L'uomo deve essere una valida guida della donna, che lo deve seguire
6 - I penitenti cambino vita, i catecumeni si scelgano come guida un buon cristiano
Abbiamo ascoltato ora l'Apostolo che, rivolto a noi, dice: Noi siamo come ambasciatori inviati da Cristo, per esortarvi a riconciliarvi con Dio. ( 2 Cor 5,20 )
Non ci avrebbe esortato a riconciliarci se non fossimo stati suoi avversari.
Il mondo intero era nemico del suo Salvatore, del suo Dio, e amico invece del diavolo che lo aveva fatto suo prigioniero; tutto il genere umano era curvo a terra come la donna peccatrice [ presentata nel Vangelo ].
Qualcuno, già accorgendosene, gridò contro questi nemici rivolgendosi così a Dio: Hanno piegato la mia anima. ( Sal 57,7 )
Il diavolo e i suoi messi piegano a terra gli uomini nel senso che li rendono sottoposti ai beni temporali e terreni e li distolgono dall'aspirare ai beni più alti.
A questo si riferisce il Signore quando nel Vangelo parla della donna che era incatenata da Satana ormai da diciotto anni: essa doveva essere quindi sciolta dalle catene, sciolta nel giorno di sabato.
Coloro che criticavano Gesù che la fece raddrizzare, ( Lc 13,11-16 ) erano certamente curvi allo stesso modo, poiché guardavano con cuore terreno anche ai comandamenti del Signore, senza comprenderli; celebravano il sacramento del sabato in senso materiale, non cogliendone il senso spirituale.
Prestate ascolto, carissimi, membra del Cristo e figli della madre cattolica.
Ascoltino i fedeli quello che dico ai battezzandi e i battezzandi quello che dico ai fedeli, e quello che dico agli uni e agli altri lo ascoltino i penitenti e i catecumeni, lo ascoltino tutti, tutti con timore e con rispetto.
Dal vostro ascolto mi auguro di ricevere consolazione, perché un mio dolore non sia invece una prova contro di voi.
Dico dunque ai battezzandi: Non vi è lecito fornicare.
Deve bastare a voi la moglie o dovete farne a meno, se non l'avete, ma vi è vietato di tenere una concubina.
Se voi siete sordi a questo comando che vi do, c'è Dio che ascolta; se voi non volete accogliere l'ammonimento, gli angeli di Dio ascoltano.
Non vi è lecito tenere concubine.
Anche nel caso che non abbiate mogli, non vi è lecito tenere una concubina, da congedare poi per prendere moglie.
Ancor più grave sarà la vostra condanna se vorrete tenere concubina e moglie.
Non è neppure ammesso che prendiate in moglie una donna il cui precedente marito sia vivo; e a voi, donne, non è lecito avere come marito un uomo la cui precedente moglie sia vivente: unioni coniugali di questo genere sono degli adultèri, se non secondo il diritto dei vostri tribunali, secondo il diritto del cielo.
Non è neppure ammesso che prendiate in moglie una che sia stata ripudiata dal marito, finché il marito è vivo.
Solo nel caso che la moglie abbia fornicato, è lecito ripudiarla come adultera, ma poi, finché essa è viva, non potete prenderne un'altra.
E voi donne, non è ammesso che prendiate come marito un uomo che abbia ripudiato la moglie.
Unioni di questo genere sono unioni adulterine, non coniugali.
Se non prendete in considerazione Agostino, abbiate almeno timore di Cristo.
Non imitate la schiera dei malvagi, degli infedeli, o miei figli.
Non seguite le vie larghe che portano alla morte.
Quando uno riceve il battesimo, gli si pone l'alternativa o di far voto a Dio di vivere nella continenza o di restare stabilmente unito alla moglie che ha e, se non l'ha ancora, di sposarsi.
Ascoltatemi voi fedeli che avete ricevuto il battesimo.
Perché perdervi, una volta rinati?
Dovete sapere che se dopo il battesimo andate per vie storte, sdrucciolevoli, immonde, voi finite male.
Credetemi, figli miei, voi vi perdete.
Non volete credermi? Come farvelo capire?
Voi che siete fedeli e che mi state ascoltando, qualora siate caduti in questi errori, non vogliate ricadervi e pregate Dio che vi perdoni.
Se non avete saputo o non avete voluto mantenere la castità nel matrimonio e la continenza, e avete deviato dall'impegno e dal vincolo coniugale o dal voto di castità, fatene penitenza con contrizione e umiltà.
Parlerò più apertamente perché nessuno possa dire di non aver capito.
Se uno, dopo aver preso moglie, ha macchiato se stesso con un illecito rapporto sessuale fuori di quello con la moglie, giacendo con qualche altra donna, ne faccia la penitenza in Chiesa secondo la consuetudine, perché la Chiesa preghi per lui.
Nessuno pensi di poter trattare di nascosto con Dio perché il suo atto era stato un atto nascosto, dicendo tra sé: Dio sa, Dio perdoni perché nel mio cuore faccio penitenza.
Non avrebbe più senso quello che è stato detto: Quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. ( Mt 18,18 )
E senza motivo sarebbero state date le chiavi alla Chiesa di Dio; non possiamo rendere vano il Vangelo, rendere vane le parole di Cristo.
Se vi promettiamo quello che egli rifiuta, vi inganniamo.
Giobbe dice: Non ho avuto vergogna di confessare davanti alla folla i miei peccati; ( Gb 31,33 ) se così parla quel giusto che fu oro provato del tesoro divino, provato nel suo crogiuolo, come potete oppormi resistenza voi?
Siete forse figli appestati, e la vostra superba cervice e il vostro animo tortuoso vi impediscono di piegarvi in ginocchio alla benedizione di Dio?
Dio volle che l'imperatore Teodosio facesse penitenza pubblica davanti al popolo soprattutto perché il suo peccato non aveva potuto restare nascosto; ma ora quello che non fece arrossire un imperatore può forse far arrossire un senatore o addirittura un semplice cittadino, un uomo del popolo, un commerciante?
Dimostrate una superbia tale che essa sola meriterebbe la geenna, anche se non ci fosse di mezzo l'adulterio.
Infine, fratelli miei, uomini e donne mi prestano ascolto: perché mai voi ve la prendete con me?
Almeno fosse come leggiamo nel Salmo: Adiratevi pure, ma basta con i vostri peccati. ( Sal 4,5 )
Devo temere che mi capiti quello che avvenne all'apostolo Paolo?
Come avete udito, se siete stati attenti alla lettura ascoltata poco fa, egli dice: Ora sono diventato vostro nemico perché vi ho detto la verità? ( Gal 4,16 )
Se è cosa inevitabile, accetto che mi sentiate vostro nemico; preferisco essere in contrasto con voi che con la giustizia.
Ora rivolgo una raccomandazione alle vostre mogli: raccomando che vi custodiscano.
Sono figlie mie come voi siete miei figli.
Mi ascoltino: siano gelose dei loro mariti e non trovino vanto nelle lodi che i mariti infedeli sogliono tributare alle loro mogli perché sopportano tranquillamente le loro infedeltà.
Non voglio questa forma di sopportazione da parte delle donne cristiane, le quali devono essere gelose del proprio marito non per un attaccamento carnale, ma per sollecitudine dell'anima di lui.
In breve, è un ammonimento, una raccomandazione, un comando quello che vi do.
Sono io vescovo che vi comando, e Cristo comanda in me, lui che sa, lui davanti al quale arde il mio cuore.
Io, ripeto, comando: non permettete che i vostri mariti commettano fornicazione.
Appellatevi alla Chiesa contro di loro.
Non vi dico di rivolgervi ai giudici pubblici, al proconsole o al suo vicario, ai funzionari o all'imperatore; dovete rivolgervi a Cristo.
In tutto il resto siate le serve del vostro marito, sottomesse con amorosa dedizione.
Non siate ostinate o superbe, non abbiate reazioni che offendano, non mostratevi disubbidienti; insomma siate buone e docili serve.
Ma c'è un aspetto per il quale l'Apostolo vi ha messo entrambi sullo stesso piano; egli scrive: Il marito compia il suo dovere verso la moglie, ugualmente anche la moglie verso il marito.
Poi aggiunge: La moglie non è arbitra del proprio corpo, ma lo è il marito, ma perché questi non abbia ad esaltarsi, prosegue ancora: Allo stesso modo il marito non è arbitro del proprio corpo, ma lo è la moglie. ( 1 Cor 7,3-4 )
Quando è in gioco questo diritto, rivendicate quello che vi spetta.
Se poi il marito vuol vendere l'oro della moglie per una sua necessità, tu, moglie, tu, sua serva, sopportalo, non litigare, non contrastarlo.
Il distacco dal tuo oro attesterà il tuo amore per lui.
La sua necessità è anche tua, se v'è in te l'amore che la moglie deve al marito; per questo, nel caso che la necessità porti tuo marito a vendere una tua casa di campagna, devi accettare la cosa con pazienza, e anzi, se egli esita, offrigliela tu stessa.
Per amore di tuo marito devi saperti staccare da qualsiasi bene.
Lui lo devi volere casto, e devi lottare per la sua castità.
Se devi sopportare la perdita di un tuo possedimento, non devi allo stesso modo permettere che si perda l'anima di tuo marito.
Ai mariti non ho bisogno di raccomandare a questo proposito che siano gelosi delle mogli perché so bene che lo sono.
Chi sopporterebbe una moglie adultera?
Mi chiedo dunque se è giusto che s'imponga invece alla moglie di sopportare il marito adultero.
É forse cosa giusta?
É una giustificazione il fatto che sono uomini?
Siete uomini? - chiedo loro - Mostrate di fatto con la vostra fortezza che lo siete.
Siete uomini? Vincete la libidine.
Come può uno dirsi uomo se la donna è più forte di lui?
É vero che l'uomo è capo della donna e come tale la deve guidare, e la donna lo deve seguire, ma questo richiede che la casa sia governata bene.
Il marito, come capo, deve guidare la donna, la quale lo deve seguire; ma questo implica che lui sappia dove va, e non vada per una via sulla quale non vorrebbe che la moglie lo seguisse: ci sarebbe il rischio che precipitino entrambi nell'adulterio, imparando la moglie a fare quello che fa il marito.
Certamente ti farebbe soffrire il cadere entrambi insieme, ma ti deve dar dolore anche solo la tua caduta.
E se amando gelosamente la moglie, non vuoi che cada in adulterio, stai in guardia e non caderci tu stesso.
Quanto a voi, mogli fedeli, non imitate i vostri mariti infedeli: guardatevene bene.
O vivano uniti a voi o vadano in rovina da soli.
Se la donna non è tenuta alla castità per il marito infedele, è però tenuta ad essa per Dio, per Cristo.
Si conservi dunque casta non per il marito, che non lo merita, ma per Cristo.
Consideri il proprio prezzo, legga le sue tavole matrimoniali.
Infine se qualcuno è irritato dal mio parlare, è libero di pensare quello che crede.
Ma so che coloro che sono saggi, mi amano proprio per quello che ho detto; giustamente è stato scritto: Se fai rimprovero a un saggio, ti sarà riconoscente.
Se correggi un ignorante, aumenterà il suo disprezzo per te. ( Pr 9,8 )
Non dice che comincerà a disprezzarti, ma che aumenterà il suo odio, perché già lo detestava.
Dunque io so bene che i saggi approvano quello che sto dicendo.
Invito ora ad astenersi dalla Comunione quelli che sanno che io conosco la loro colpa, altrimenti li dovrei far respingere fuori dai cancelli.
Quelli di cui ignoro la colpa, li cito davanti a Dio.
Devono far penitenza e in seguito astenersi dall'immonda fornicazione.
Mi rivolgo ora ai penitenti e chiedo se sanno che cosa stanno facendo.
Dovete sapere che la vostra penitenza non varrebbe a niente se al vostro umiliarvi ora non seguisse la trasformazione di voi stessi.
Rivolto ai catecumeni dico: Accendete in voi il desiderio di ricevere la grazia.
Ma dovete scegliervi nella chiesa un fedele che intendete imitare.
Se non lo troverete …: ohimè! Dio mio, non voglio neppure supporre questo, non posso pensare che nel popolo dei fedeli non troviate qualcuno da imitare.
Avremmo battezzato invano per tanti anni tante persone se non vi fossero fedeli che conservano la grazia ricevuta e tengono fede alla parola che hanno ascoltata.
Non devo neppure pensarlo, altrimenti sarebbe meglio che non fossi vostro vescovo.
Invece spero, credo di essere davvero il vostro vescovo.
Mi spiace che mentre sono costretto a conoscere l'adulterio di alcuni, non sia invece a conoscenza della castità di altri.
Resta nascosto l'aspetto che mi darebbe gioia, mentre è manifesto quello che mi dà tormento.
Voi dunque, catecumeni, esorto ad attendere con desiderio la grazia di Dio, e a scegliervi la persona da seguire, per condividerne la vita e intrattenervi con lei in cari colloqui in amicizia.
Non date spazio a chi suggerisce il male: I suggerimenti cattivi rovinano chi si comporta bene. ( 1 Cor 15,33 )
Siate nella vita come le spighe tra la zizzania; resistete alle tribolazioni di questo mondo, come i grani di frumento sull'aia.
Verrà chi compirà il vaglio; ma nessuno si assuma il compito di attuare la separazione generale in questo tempo.
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