Giobbe |
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
Apologia di Giobbe |
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1 Avevo stretto con gli occhi un patto di non fissare neppure una vergine. |
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2 Che parte mi assegna Dio di lassù e che porzione mi assegna l'Onnipotente dall'alto? |
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3 Non è forse la rovina riservata all'iniquo e la sventura per chi compie il male? | ||||||
4 Non vede egli la mia condotta e non conta tutti i miei passi? | ||||||
5 Se ho agito con falsità e il mio piede si è affrettato verso la frode, | ||||||
6 mi pesi pure sulla bilancia della giustizia e Dio riconoscerà la mia integrità. |
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7 Se il mio passo è andato fuori strada e il mio cuore ha seguito i miei occhi, se alla mia mano si è attaccata sozzura, | ||||||
8 io semini e un altro ne mangi il frutto e siano sradicati i miei germogli. | ||||||
9 Se il mio cuore fu sedotto da una donna e ho spiato alla porta del mio prossimo, |
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10 mia moglie macini per un altro e altri ne abusino; |
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11 difatti quello è uno scandalo, un delitto da deferire ai giudici, |
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12 quello è un fuoco che divora fino alla distruzione e avrebbe consumato tutto il mio raccolto. |
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13 Se ho negato i diritti del mio schiavo e della schiava in lite con me, |
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14 che farei, quando Dio si alzerà, e, quando farà l'inchiesta, che risponderei? | ||||||
15 Chi ha fatto me nel seno materno, non ha fatto anche lui? Non fu lo stesso a formarci nel seno? |
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16 Mai ho rifiutato quanto brama il povero, né ho lasciato languire gli occhi della vedova; |
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17 mai da solo ho mangiato il mio tozzo di pane, senza che ne mangiasse l'orfano, | ||||||
18 poiché Dio, come un padre, mi ha allevato fin dall'infanzia e fin dal ventre di mia madre mi ha guidato. | ||||||
19 Se mai ho visto un misero privo di vesti o un povero che non aveva di che coprirsi, | ||||||
20 e non hanno dovuto benedirmi i suoi fianchi, o con la lana dei miei agnelli non si è riscaldato; | ||||||
21 se contro un innocente ho alzato la mano, perché vedevo alla porta chi mi spalleggiava, | ||||||
22 mi si stacchi la spalla dalla nuca e si rompa al gomito il mio braccio, | ||||||
23 perché mi incute timore la mano di Dio e davanti alla sua maestà non posso resistere. | ||||||
24 Se ho riposto la mia speranza nell'oro e all'oro fino ho detto: « Tu sei la mia fiducia »; |
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25 se godevo perché grandi erano i miei beni e guadagnava molto la mia mano; | ||||||
26 se vedevo il sole risplendere e la luna chiara avanzare, |
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27 si è lasciato sedurre in segreto il mio cuore e con la mano alla bocca ho mandato un bacio, | ||||||
28 anche questo sarebbe stato un delitto da tribunale, perché avrei rinnegato Dio che sta in alto. | ||||||
29 Ho gioito forse della disgrazia del mio nemico e ho esultato perché lo colpiva la sventura, |
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30 io che non ho permesso alla mia lingua di peccare, augurando la sua morte con imprecazioni? | ||||||
31 Non diceva forse la gente della mia tenda: « A chi non ha dato delle sue carni per saziarsi? ». | ||||||
32 All'aperto non passava la notte lo straniero e al viandante aprivo le mie porte. | ||||||
33 Non ho nascosto, alla maniera degli uomini, la mia colpa, tenendo celato il mio delitto in petto, | ||||||
34 come se temessi molto la folla, e il disprezzo delle tribù mi spaventasse, sì da starmene zitto senza uscire di casa. | ||||||
38 Se contro di me grida la mia terra e i suoi solchi piangono con essa; | ||||||
39 se ho mangiato il suo frutto senza pagare e ho fatto sospirare dalla fame i suoi coltivatori, | ||||||
40 in luogo di frumento, getti spine, ed erbaccia al posto dell'orzo. | ||||||
35 Oh, avessi uno che mi ascoltasse! Ecco qui la mia firma! L'Onnipotente mi risponda! Il documento scritto dal mio avversario |
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36 vorrei certo portarlo sulle mie spalle e cingerlo come mio diadema! | ||||||
37 Il numero dei miei passi gli manifesterei e mi presenterei a lui come sovrano. |
Indice |
31,1-37 | Sicuro della propria innocenza, Giobbe si appella a Dio c 31 In questa protesta di innocenza, la morale dell'AT raggiunge la sua purezza più alta, al punto di preludere direttamente alla morale evangelica. La forma letteraria è quella del giuramento imprecatorio contro se stessi, che nell'ambiente forense si richiedeva da parte dell'accusato ( Es 22,9-10; Nm 5,20-22; 1 Re 8,31-32 ). 31,1 neppure una vergine: Giobbe comincia dalle colpe più segrete, í desideri malvagi di cui sono organo soltanto gli occhi ( cf. v 7 ). |
31,5 | In questa dichiarazione generale sembrano incluse le frodi negli scambi e nel commercio. In ogni caso, facendo appello alla legge del taglione, Giobbe chiede di essere pesato con una bilancia esatta ( v 6 ). |
31,7 | Altre colpe contro la giustizia: Giobbe non ha desiderato né toccato i beni altrui. |
31,9-10 | Se il mio cuore si lasciò sedurre: l'adulterio era punito con la morte. mia moglie macini: alla macinazione erano addetti gli schiavi. |
31,11 | Questo v è probabilmente una glossa. |
31,12 | avrebbe consumato: tiserof, conget.; il TM ha: « avrebbe sradicato », tesharesh. |
31,13 | La legge aveva sempre mitigato i rapporti tra servi e padroni, improntandoli a umanità. Il v 15 fonda i diritti dei servi sulla condizione comune di creature di uno stesso Dio. San Paolo richiamerà il fatto che padroni e servi hanno tutti uno stesso Signore. |
31,16a | Dopo la giustizia viene la beneficenza, ispirata dalla riconoscenza verso Dio. |
31,18 | mi ha guidato: conget.; il TM ha: « io la guidavo » ( mia madre ). |
31,21 | ho alzato la mano: in segno di ostilità o di minaccia ( cf.
Is 11,15;
Is 19,16; Zc 2,13 ), per sopraffarlo in giudizio. |
31,23 | mi … la mano di Dio: 'elaj 'êd 'el del TM; BJ congettura: « di Dio, cadrebbe su di me », 'el je'eta' lî. |
31,24 | L'avarizia, e anche la superbia del ricco che crede di poter fare a meno di Dio. |
31,27 | Il bacio va qui inteso come gesto idolatrico, anticamente era un gesto di adorazione. Dopo il culto di Mammona, quello degli astri. |
31,29 | Giobbe non parla della vendetta effettiva, molto comune e considerata cosa normale ( cf. però
Es 23,4-5;
Lv 19,18;
Pr 20,22;
Pr 25,21-22 ). Egli va oltre e vieta a se stesso di rallegrarsi della sventura del nemico o di maledirlo. |
31,32 | al viandante: con vers.; il TM ha: « alla strada ». - Nell'antico Oriente, l'ospitalità era una delle massime virtù. |
31,33 | alla maniera degli uomini: alla lettera « come un uomo », con il TM, che viene interpretato: « come l'uomo del volgo », oppure « come Adamo »; BJ congettura: « agli uomini ». - I vv 33-34 non intendono un peccato particolare, ma un atteggiamento che fa presupporre una colpa. Giobbe non ha mai dovuto nascondersi alla vista degli altri. È pronto anzi a comparire dinanzi a Dio stesso ( vv 35-37 ). |
31,34 | Dopo questo versetto, BC fa seguire i vv 38-40a; cf. nota ai vv 38-40 e Gb 31,40b. |
31,35 | la mia firma: alla lettera "il mio tau". Il tau, ultima lettera dell'alfabeto ebraico ( in antico a forma di croce ), era usato dagli illetterati come firma. BJ rende: « la mia ultima parola ». 31,35-40 L'ordine di questi versetti è cambiato, per una migliore comprensione del testo. |
31,36 | cingerlo come mio diadema: è il rotolo che porta scritto l'atto di accusa. Giobbe, sicuro di poterlo confutare, vuol indossarlo come una insegna onorifica. Secondo BJ, il c 31 termina con i vv 36-37. |
31,38-40 | Un'altra forma di ingiustizia: l'acquisizione disonesta di un terreno. - BJ inserisce i vv 38-40a immediatamente dopo il v 15; BC li colloca dopo il v 34. |
31,40 | erbaccia: traduzione incerta di una parola la cui radice ha il senso di « maleodorare ». Si pensa alla mercuriale o all'ortica fetida. 31,40b Quando Giobbe …: notizia di un redattore, che BC collega direttamente col c 32. |