Esposizione dei Salmi |
Il presente salmo è il secondo nella serie di quelli che hanno per titolo Cantico dei gradini.
Sono un gruppo di salmi nei quali, come avete udito nella spiegazione del primo, si descrive quell'ascesa che noi col cuore facciamo verso Dio dalle valle del pianto, ( Sal 84,6 ) cioè dall'umiltà e dall'afflizione.
Non ci recherà infatti alcun vantaggio l'ascendere, se prima non ci saremo umiliati, ricordandoci che la nostra ascesa ha inizio da una valle: la quale, proprio in quanto valle, è una superficie terrestre situata in basso.
Come i monti e le colline sono regioni elevate della terra, così le valli sono regioni poste in basso.
Se dimenticassimo dove abbia inizio l'ascesa, ambiremmo forse una esaltazione frettolosa e fuori posto per cui, invece di ascendere, andremmo a ruzzoloni.
E che si debba ascendere proprio dalla valle del pianto ce l'ha insegnato di persona nostro Signore degnandosi di patire e di umiliarsi fino alla morte di croce.
Non lasciamo cadere questo esempio.
E poi ci sono i martiri, i quali si resero ben conto della valle del pianto.
Come se ne resero conto? Come? Anche loro, per essere coronati, ascesero dalla valle del pianto.
Anche col giorno di oggi s'intona bene il nostro salmo, cantico dei gradini.
Dei martiri, infatti fu detto: Andando, andavano e piangevano, spargendo il loro seme. ( Sal 126,6 )
La terra è la valle del pianto dove i piangenti spargono i semi.
E i semi cosa sono? Le opere buone compiute durante la vita terrena che è tribolazione.
Colui che nella valle del pianto opera il bene rassomiglia all'uomo che d'inverno sparge la semente.
Forse che il freddo lo trattiene dal lavoro? Così anche noi.
Per quante siano le vessazioni del mondo, non dobbiamo lasciarci spaventare dal compiere il bene.
Osserva infatti come continua: Andando, andavano e piangevano, spargendo il loro seme.
Estremamente miseri, se avessero dovuto piangere sempre; estremamente miseri, se mai avessero dovuto essere liberati dal pianto.
Ma guarda cosa aggiunge: Tornando però vengono nel giubilo, portando i loro covoni. ( Sal 126,6 )
3 - In questi cantici, o fratelli, non ci si insegna altro se non ad ascendere.
Ma dobbiamo ascendere col cuore, mediante sentimenti buoni, mediante la fede, la speranza e la carità, mediante il desiderio dell'eternità e della vita che non avrà fine.
È così che si ascende. E a noi oggi si offre l'opportunità di ripetervi come si debba ascendere.
Quante minacce spaventose non ha udite la vostra Carità alla lettura del Vangelo!
Siete certamente persuasi che l'ora del Signore viene come un ladro di notte.
Se il padrone di casa continua - sapesse l'ora in cui il ladro viene, in verità vi dico, non permetterebbe certo che la parete della sua casa venisse sfondata. ( Mt 24,43 )
Voi Mi osservate: Ma se la sua ora viene come il ladro, chi potrà sapere quando verrà?
Se non sai a che ora viene, sta' sempre desto affinché, non sapendo l'ora in cui viene, ti trovi sempre pronto alla sua venuta.
Anzi, il non conoscere l'ora della venuta mira forse proprio a questo: a farti stare sempre pronto.
Che se quel padrone di casa fu sorpreso dal giungere improvviso dell'ora, fu perché si trattava - così almeno ci è presentato - di un padrone superbo.
Non voler essere un padrone, e l'ora non ti prenderà alla sprovvista.
Ma cosa dovrò essere?, chiederai. Una persona come quella descritta nel salmo: Io sono povero e dolente. ( Sal 69,30 )
Se sarai povero e dolente, non sarai un padrone che l'ora, venendo repentina, sorprenderà e repentinamente abbatterà.
Padroni di questo tipo sono tutti coloro che, facendo assegnamento su se stessi e le proprie cupidigie, diventano gonfi d'orgoglio, anche se poi finiscono con lo squagliarsi nelle delizie di questo mondo.
Essi s'innalzano a danno degli umili e maltrattano i santi, che hanno compreso esser stretta la via per la quale si va alla vita. ( Mt 7,14 )
Gente siffatta verrà colta di sorpresa da quell'ora, somigliando nella loro vita a quei tali che vivevano all'epoca di Noè.
Ne avete udito or ora la descrizione fatta dal Vangelo.
Dice: La venuta del Figlio dell'uomo sarà come ai giorni di Noè.
Mangiavano, bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, piantavano vigne, costruivano case, fino a che Noè non entrò nell'arca, e venne il diluvio che li disperse tutti. ( Mt 24,37-39; Lc 17,26-27 )
Che dire? Andranno davvero tutti in rovina coloro che fanno queste cose? coloro che si maritano o prendono moglie? coloro che piantano vigne o costruiscono case?
No, ma vi andranno coloro che tali cose sopravvalutano, che le preferiscono a Dio e per esse sono disposti a offendere disinvoltamente Dio.
Diametralmente opposti sono coloro che di tutte queste cose o non si servono per nulla o se ne servono come persone non asservite ad esse.
Fanno assegnamento più sull'Autore dei doni ricevuti che non sulle cose ricevute in dono; e, quanto alle cose in se stesse, vi vedono un tratto della sua misericordia che viene a consolarli: per cui non si appagano dei doni per non precipitare lontano dal Donatore.
Persone di questo genere non saranno prese alla sprovvista dal giungere di quell'ora, che sarà come il giungere d'un ladro.
A loro diceva l'Apostolo: Voi non siete nelle tenebre, sì che quel giorno vi abbia a sorprendere come un ladro, poiché siete tutti figli della luce e figli del giorno.
Ecco perché il Signore, quando raccomandava di temere quell'ora come un ladro, volle far menzione della notte, e l'Apostolo si espresse così: L'ora del Signore verrà come un ladro di notte.
Non vuoi che ti sorprenda? Non essere nella notte.
Che significa: Non essere nella notte? Voi siete figli della luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre. ( 1 Ts 5,4-5 )
Chi sono invece i figli della notte e delle tenebre? I cattivi, gli empi, gli increduli.
Prima che venga l'ora, però, ascoltino anche costoro e si lascino dire dall'Apostolo: Un giorno foste tenebre, ma ora siete luce nel Signore. ( Ef 5,8 )
Ovvero, come dice questo salmo, si dèstino.
I monti sono già nella luce; perché loro vogliono restare nel sonno?
Sollevino i loro occhi ai monti da cui verrà ad essi l'aiuto.
Che vuol dire: " I monti sono già nella luce "?
Il sole della giustizia è sorto; gli Apostoli hanno predicato il Vangelo e fatto conoscere le Scritture; tutti i misteri sono svelati, il velo è stato squarciato e i più segreti recessi del tempio sono penetrabili. ( Mt 27,51 )
Levino finalmente gli occhi ai monti, da dove verrà loro l'aiuto.
Questo ingiunge il presente salmo, il secondo fra quanti s'intitolano: Cantico dei gradini.
Nessuno però riponga la sua fiducia nei monti, in quanto i monti non emettono luce da se stessi ma sono illuminati da colui di cui fu detto: Era la luce vera, che illumina ogni uomo che viene in questo mondo. ( Gv 1,9 )
Per " monti " possiamo intendere gli uomini eminenti e illustri.
E chi più grande di Giovanni Battista?
Che monte sublime doveva essere costui, se nei suoi confronti poteva dire il Signore: Tra i nati di donna non è sorto mai alcuno più grande di Giovanni Battista! ( Mt 11,11 )
A te certamente non sfugge questo monte grande e luminoso; ma ascolta cosa confessa.
Che cosa? Dice: Della pienezza di lui noi tutti abbiamo ricevuto. ( Gv 1,16 )
L'aiuto ti proviene dunque non dai monti ma da colui dalla cui pienezza i monti hanno ricevuto.
Però, se tu attraverso le Scritture non solleverai gli occhi ai monti, non ti avvicinerai in maniera tale da poter essere da lui illuminato.
Canta dunque le parole che [ il salmo ] aggiunge.
Se ti piace udire in quale dei gradini puoi con ogni sicurezza posare il piede per non stancarti nell'ascesa e non scivolare e cadere, di quel che segue: Non far vacillare il mio piede.
Cosa rende instabili i piedi all'uomo? La stessa che glieli fece muovere quand'era in paradiso.
Anzi, osserva prima da che cosa fu mosso colui che aveva il posto fra gli Angeli ma, caduto per essersi mosso il suo piede, da angelo divenne diavolo.
In effetti, anche lui cadde perché gli si mosse il piede, e cadde.
Chiedigli come sia caduto. Cadde per la superbia.
Quindi a muovere il piede non c'è che la superbia; nulla, all'infuori della superbia, muove il piede verso la rovina.
Chi muove al cammino, al progresso e alle ascensioni è la carità; chi muove alla rovina è la superbia.
Ebbene, cosa dice quell'altro cantore del salmo?
I figli degli uomini spereranno al riparo delle tue ali. ( Sal 36,8 )
Finché restano al riparo, sono sempre umili, sempre fidenti in Dio e mai presuntuosi di sé stessi.
Spereranno al riparo delle tue ali.
Non è infatti in se stessi che trovano la beatitudine che li sazi.
Ma cosa aggiunge? Si inebrieranno dell'abbondanza della tua casa, e al torrente delle tue delizie li disseterai. ( Sal 36,9 )
Eccoli, assetati e inebriati. Ecco: hanno sete e bevono.
Ma non bevono del loro, né sono loro stessi la loro fonte.
Da quale fonte allora bevono? Spereranno al riparo delle tue ali.
Se stanno sotto le ali, sono umili.
Perché? Perché presso di te - dice - è la fonte della vita. ( Sal 36,10 )
I monti dunque non si irrigano da loro stessi, come da loro stessi non sono illuminati.
Osserva infatti cosa aggiunge: Nel tuo lume noi vedremo la luce. ( Sal 36,10 )
Se dunque è nel suo lume che vediamo la luce, chi cadrà lontano dalla luce se non colui al quale non fa più da luce?
Chi vuol essere luce a se stesso cade e si allontana dalla luce che lo illumina.
Sapendo pertanto che cade solamente colui che, essendo tenebra, pretende di essere luce a se stesso, il salmo aggiunge prontamente: Non venga a me il piede della superbia, e la mano dei peccatori non mi smuova. ( Sal 36,12 )
Cioè: la voglia di somigliare ai peccatori non mi muova sì che io mi allontani da te e cada.
Ma perché hai paura e dici: Non venga a me il piede della superbia?
Prosegue: In questo sono caduti tutti gli operatori di iniquità. ( Sal 36,13 )
Coloro che attualmente vedi dediti all'iniquità sono già condannati; ma se sono condannati, è perché già prima erano caduti.
Caddero quando venne a loro il piede della superbia.
Ha fatto bene quindi costui a prestare ascolto all'invito di salire senza esporsi a cadute, a progredire muovendo dalla valle del pianto, non dalla gonfiezza dell'orgoglio.
Per questo diceva a Dio: Non far vacillare il mio piede.
E Dio a lui: Che non si addormenti il tuo custode. Stia attenta la vostra Carità!
Di due espressioni se n'è fatta quasi una sola.
In realtà è l'uomo che sale e canta il Cantico dei gradini a dire: Non far vacillare il mio piede.
E Dio in risposta: Tu mi dici: Non far vacillare il mio piede, ma aggiungi anche: Che non si addormenti il tuo custode.
In questo modo il tuo piede non si muoverà.
Quel tale avrebbe potuto replicargli: Ma che forse è in mio potere impedire al mio custode d'addormentarsi?
Per quanto sta in me, voglio che non dorma né prenda sonno.
Ebbene, scegliti colui che non avrà mai sonno né mai si addormenterà; facendo così, non si muoverà il tuo piede.
Dio non è preda del sonno; e se vuoi un custode che non si addormenti mai, prenditi per custode Dio.
Tu gli dici: Non far vacillare il mio piede. Bene, perfetto!
Ma lui ti replica: Che non si addormenti il tuo custode.
Forse tu pensavi di rivolgerti agli uomini per trovare fra loro dei custodi e dicevi: Ma chi potrò trovare che mai si addormenti?
C'è forse fra gli uomini qualcuno che non dorma? Chi troverò? Dove andrò?
Da che parte mi volgerò? Te lo mostra il salmo: Ecco, non si addormenterà né dormirà colui che custodisce Israele.
Vuoi dunque avere un custode che non dorma né sia preso dal sonno?
Ecco, non si addormenterà né dormirà colui che custodisce Israele.
Chi infatti custodisce Israele è Cristo. Sii dunque un Israele.
Cosa significa essere un Israele? Israele corrisponde a: " Colui che vede Dio ".
E come si vede Dio? Prima attraverso la fede e poi nella visione.
Se non ti è dato per ora vederlo svelatamente, vedilo attraverso la fede.
Se non puoi vederne il volto, perché si richiede l'intuizione, vedine almeno il dorso.
Così infatti disse il Signore a Mosè: Non potrai vedere il mio volto; di spalle mi vedrai, quando sarò passato. ( Es 33,20.23 )
Forse stai aspettando che passi. Ecco, è passato: guardane il dorso.
Dove è passato? Ascolta Giovanni.
Essendo giunta per lui - dice - l'ora di passare dal mondo al Padre. ( Gv 13,1 )
Il Signore nostro Gesù Cristo ha già fatto la sua Pasqua: dove Pasqua significa " passaggio ".
È infatti, " Pasqua ", una parola ebraica, anche se certuni la suppongono greca, quasi un sinonimo di " passione ".
Ma non è così. L'hanno ben intravisto e spiegato gli esegeti più accurati ed eruditi: " Pasqua " è un termine ebraico, e non significa passione ma " passaggio ".
Attraverso la Passione infatti il Signore passò dalla morte alla vita, e a noi che crediamo nella sua resurrezione egli ha aperto la via per la quale anche noi passiamo dalla morte alla vita.
Non è gran cosa credere nella morte di Cristo.
Vi credono anche i pagani, anche i Giudei, e tutti gli empi.
Che egli sia morto, lo credono tutti; la fede del cristiano è nella risurrezione di Cristo.
Questo è il nostro distintivo fondamentale: credere che Cristo è risuscitato.
Quella fu dunque l'ora in cui volle essere veduto passare: quando risuscitò.
Fu allora, durante quel passaggio, che egli volle si credesse in lui, in quanto, consegnato al supplizio per i nostri delitti, risuscitò per la nostra giustificazione. ( Rm 4,25 )
Questa fede nella risurrezione di Cristo raccomandava soprattutto l'Apostolo, quando diceva: Se nel tuo cuore hai fede che Dio lo ha risuscitato da morte, sarai salvo. ( Rm 10,9 )
Non dice: " Se crederai che Cristo è morto ", cosa che ammettono e i pagani e i Giudei e tutti i suoi nemici, ma: Se nel tuo cuore hai fede che Dio lo ha risuscitato da morte, sarai salvo.
Credere a questa verità è diventare un Israele, è vedere Dio.
Sebbene per ora ne vedi solo il dorso, è però solo dopo aver creduto a quel dorso che ne raggiungerai la visione facciale.
Che significa? Vi giungerai dopo aver creduto a ciò che in un secondo tempo Cristo si è fatto per te, dopo aver creduto a quello che Cristo ha assunto per te.
Qual è infatti il volto che aveva fin da principio? In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio.
E il dorso di lui qual è? E il Verbo si è fatto carne, ed ha abitato fra noi. ( Gv 1,1.14 )
Quando dunque tu credi a ciò che il Verbo è diventato per te, quando credi nella sua risurrezione corporea, avvenuta perché tu non disperassi della sorte riservata alla tua carne, allora tu diventi un Israele.
E una volta diventato Israele, chi ti custodisce non prenderà sonno né dormirà.
Essendo un Israele, varrà per te ciò che hai udito nel salmo: Ecco! non si addormenterà né dormirà colui che custodisce Israele.
Personalmente infatti Cristo si addormentò, ma poi risorse.
E al riguardo cosa disse lui stesso nel salmo? Io ho dormito e ho preso sonno. ( Sal 3,6 )
Ma allora? È rimasto forse per sempre nel sonno? Dice: Mi sono levato, poiché il Signore mi sorreggerà.
Se pertanto è risorto, è già passato; se è passato, guardane almeno il dorso.
Che significa: Guardane il dorso? Credi nella sua risurrezione.
Siccome poi l'Apostolo dice: Fu crocifisso sì per debolezza, ma vive per la potenza di Dio, ( 2 Cor 13,4 ) e ancora: Cristo, risorto da morte, non muore più e la morte non avrà più dominio su di lui, ( Rm 6,9 ) ben a ragione ti canta il salmo: Ecco! non si addormenterà né dormirà colui che custodisce Israele.
Ma tu forse continui ancora a domandare con sentimento carnale: Chi è questo che non si addormenterà né dormirà?
Se lo cercassi fra gli uomini ti inganneresti: non lo troveresti mai.
Non riporre quindi la tua fiducia in nessun uomo!
Tutti gli uomini infatti sono soggetti al sonno e dormono.
In che senso sono preda del sonno? In quanto portano una carne fragile.
Quando poi dormiranno? Quando morranno.
Non riporre quindi nell'uomo la tua fiducia.
Essendo mortale, può cadere nel sonno, e dorme quando muore. Non cercare fra gli uomini [ il tuo custode ].
Dirai: Ma chi sarà quel mio custode che non prende sonno né dorme?
Ascolta cosa aggiunge: Il Signore ti custodirà.
Non è dunque l'uomo, soggetto ad addormentarsi e a dormire, ma il Signore, colui che ti custodisce.
Come ti custodisce? Il Signore è il tuo riparo, sopra la mano della tua destra.
Suvvia, fratelli! Con l'aiuto del Signore cerchiamo di comprendere cosa significhino le parole: Il Signore è il tuo riparo, sopra la mano della tua destra.
Mi sembra che si nasconda un significato misterioso nel non essersi limitato a dire semplicemente e brevemente: Il Signore ti custodirà, ma abbia aggiunto: Sopra la mano della tua destra.
Cos'è mai questo? Custodirà forse Dio la nostra destra senza custodire la nostra sinistra?
Ma non ci ha creati lui tutti interi? Non è stato forse lui a creare anche la sinistra come ha creato la destra?
E finalmente, se gli piaceva parlare della destra, perché dire: Sopra la mano della tua destra, e non piuttosto: Sopra la tua destra?
Perché dire così, se non avesse voluto nascondere nelle sue parole un qualche mistero, al quale saremmo pervenuti insistendo nel bussare?
Altrimenti avrebbe detto o: Il Signore ti custodirà senza aggiungere altro; o, aggiungendo il particolare della destra: Il Signore ti custodirà sopra la tua destra.
Ovvero, aggiungendo la menzione della mano, avrebbe dovuto dire: Il Signore ti custodirà sopra la tua mano destra, e non: Sopra la mano della tua destra.
Vi paleserò ciò che il Signore si degna ispirarmi.
Abitando anche dentro di voi, egli vi farà senza dubbio constatare come sia vero quello che vi dico.
In effetti, quel che vi diremo voi adesso lo ignorate; ma quando ve l'avremo detto, non ci sarà bisogno che interveniamo noi a dimostrarne la verità, poiché da voi stessi la riconoscerete.
Ma come la riconoscerete se non perché ve la mostra colui che abita dentro di voi?
Siete infatti del numero di coloro che invocano: Non far vacillare il mio piede, ( Sal 121,3 ) di coloro ai quali viene risposto: Non si addormenti colui che ti custodisce.
È necessario che Cristo non si addormenti in voi, e subito vi accorgerete della verità di quanto vi diciamo.
Ma come può capitarmi questo? dirai.
Ecco: Cristo dorme in voi se in voi si addormenta la fede.
Difatti aver Cristo nel cuore è aver la fede in Cristo.
Lo dice l'Apostolo: Che Cristo abiti per la fede nei vostri cuori. ( Ef 3,17 )
Cristo veglia quando la fede in un cristiano non è addormentata.
E se dianzi la tua fede dormiva, e per questo nei riguardi della questione presente ondeggiavi come quella barca in cui dormiva Cristo all'infuriare della tempesta, sveglia Cristo e la tempesta sarà sedata. ( Mt 8,24 )
O carissimi, voglio sondare la vostra fede.
Voi siete figli della Chiesa, e nella Chiesa avete anche compiuto progressi.
Se non ne avete finora compiuti ne compirete, e se ne avete già compiuti dovete compierne altri ancora.
Voglio dunque domandarvi come siete soliti intendere la parola del Vangelo: La tua sinistra non sappia cosa fa la tua destra. ( Mt 6,3 )
Se infatti avrete compreso questo, avrete anche scoperto cosa sia la destra e cosa la sinistra, e insieme avrete compreso che le due estremità, la destra e la sinistra, tutte e due l'ha fatte Dio; eppure la sinistra non deve sapere ciò che fa la destra.
Si chiama nostra sinistra tutto ciò che abbiamo nell'ordine temporale, mentre si chiama nostra destra quanto di eterno e immutabile il Signore ci promette.
Se quindi il Signore che ci darà la vita eterna è lo stesso Signore che ci consola nella vita attuale con dei beni materiali, è lui che ha fatto e la destra e la sinistra.
Di certuni parla un salmo, attribuito a David, ove si afferma che la loro bocca proferisce vanità e la loro destra è una destra iniqua. ( Sal 144,8 )
Si è dunque imbattuto in certi uomini biasimevoli, che scambiavano con la sinistra ciò che in realtà è destra e prendevano per destra ciò che in realtà è sinistra.
Nei versi successivi precisa chi siano costoro.
Quanti ritengono non esserci per l'uomo altra felicità all'infuori di quella che si trova nelle risorse e nei godimenti temporali, ovvero nell'abbondanza strabocchevole dei beni materiali è uno stolto, un dissennato, uno che della sinistra fa destra.
Tali gli individui descritti nel salmo.
Non perché non avessero effettivamente ricevuto da Dio anche i beni temporali che possedevano, ma perché pensavano che la vita da loro condotta fosse l'unica beata e non aspiravano ad altro.
Ascoltate ciò che di loro conseguenzialmente è detto: La loro bocca proferisce vanità e la loro destra è una destra iniqua.
E continua: I loro figli sono come piante novelle in rigoglio, le loro figlie adorne come un tempio.
Le loro dispense piene, riboccanti di questo e di quello; le loro pecore feconde, frequenti i loro parti; grassi i loro bovi.
Non v'è rovina o passaggio nelle loro mura né grida nelle loro piazze. ( Sal 144,8.11-14 )
Ha descritto il grande livello di prosperità raggiunto da certuni.
In tale prosperità, di per sé, si potrebbe trovare anche il giusto, come fu di Giobbe; ma Giobbe considerava tale prosperità come la sua sinistra, non come la destra.
Come destra infatti non considerava altro se non la felicità indefettibile ed eterna che si attendeva presso Dio.
Se gli fu accordata la sinistra, fu perché fosse flagellata; quanto a lui però, gli bastò la destra.
In che senso la sua sinistra fu flagellata? Perché colpita dalle tentazioni del diavolo.
In un istante il diavolo lo spogliò di tutto, certo con l'autorizzazione di Dio: e questo affinché Giobbe, se fosse rimasto giusto ne fosse rimunerato, mentre se fosse divenuto empio ne fosse punito.
Lo spogliò dunque di tutto, ma Giobbe, che sapeva come la sinistra è sinistra e solo la destra è veramente destra, si tenne a destra.
Come? Si rallegrò nel Signore, e del danno subito si consolò pensando che non era stato danneggiato nelle ricchezze interiori.
Aveva infatti il cuore pieno di Dio. Il Signore ha dato - disse - il Signore ha tolto; come è piaciuto al Signore, così è avvenuto: sia benedetto il nome del Signore! ( Gb 1,21 )
Ecco la sua destra: il Signore, la vita eterna, il possesso della luce increata, la fonte della vita, la luce che brilla nella luce.
Si inebrieranno nell'abbondanza della tua casa. ( Sal 36,9 )
Ecco la destra. Aveva certo anche la sinistra, ma era un sussidio marginale dato a consolazione, non il nucleo della felicità, in quanto la sua vera e autentica felicità era Dio.
Quanto all'altra gente invece, di cui David afferma che la loro bocca proferisce vanità e la loro destra è una destra iniqua, essi non vengono biasimati perché abbondano di tali e tanti beni ma perché la loro bocca proferisce vanità.
Cosa aggiunge infatti? Elencati i loro beni, dice: Beato dicono il popolo che ha queste cose.
Ecco la vanità proferita dalla loro bocca: Dicono beato il popolo che ha queste cose.
Ma tu, che sai cosa sia la sinistra e cosa la destra, che dici?
Il salmo continua e dice: Beato il popolo che ha il Signore per suo Dio. ( Sal 144,8.15 )
Ma stia attenta la vostra Carità! Abbiamo visto la sinistra e abbiamo visto la destra.
Ascoltane la conferma dal Cantico dei cantici, dove si dice: La sua sinistra sotto il mio capo.
È la sposa che lo dice dello sposo, la Chiesa di Cristo nell'abbraccio della pietà e della carità.
Cosa dice? La sua sinistra sotto il mio capo, e la sua destra mi abbracci. ( Ct 2,6 )
Ma che significa quell'essere la destra in alto e la sinistra in basso?
Proprio così infatti lo sposo abbracciava la sposa: tenendole la sinistra al di sotto, e questo per consolarla, e stendendole la destra al di sopra, e questo per proteggerla.
Dice: La sua sinistra sotto il mio capo.
È Dio che la porge; ed è la sinistra di lui, perché anche i beni temporali sono dati da Dio; e quanto sono sciocchi, quanto empi coloro che chiedono le cose materiali agli idoli, cioè ai demoni!
Quanti ce ne sono che vanno a chiedere i beni della terra ai demoni, e non li ottengono!
Mentre al contrario altri che non li chiedono ai demoni li hanno.
Comunque, è certo che non sono dati dai demoni.
E così pure capita che molti li chiedono a Dio e non li ottengono: questo perché egli, mentre ci chiama alla sua destra, ha una sua sapienza nel distribuire le cose della sinistra.
Se pertanto si tratta di sinistra, sia sinistra, e rimanga al di sotto della testa.
La tua testa ne sia al di sopra di essa.
Cioè: la tua fede, dove risiede il Cristo, sia al di sopra.
Non anteporre alla tua fede le cose temporali, e la tua sinistra non sarà al di sopra della tua testa.
Al contrario, assoggetta alla tua fede tutte le cose temporali.
Dà alla tua fede la precedenza fra tutte le cose temporali.
In questa maniera la sinistra sfarà sotto la tua testa e quindi sarà giusto che la sua destra ti abbracci.
Ascolta come la stessa cosa sia spiegata nei Proverbi.
Cosa sia la sinistra e cosa la destra lo dice quando, parlando della Sapienza, afferma: Lunghezza di giorni e anni di vita nella sua destra, e nella sua sinistra ricchezza e gloria. ( Pr 3,16 )
La lunghezza dei giorni è l'eternità.
È solita infatti la Scrittura - secondo un suo proprio linguaggio - chiamare lungo ciò che è eterno, poiché ciò che ha fine è in realtà sempre breve.
In un altro passo dice: Con la lunghezza dei giorni lo sazierò. ( Sal 91,16 )
Se non fosse così, si sarebbe potuto dire come di un valore supremo: Onora tuo padre e tua madre, perché tu sia longevo sulla terra? ( Es 20,2 )
Quale sarà poi questa terra se non quella di cui è detto: Tu sei la mia speranza, la mia eredità nella terra dei viventi? ( Sal 142,6 )
Essere longevo in quella terra che altro è se non vivere in eterno?
Poiché l'essere longevo in questo mondo che significa se non raggiungere la vecchiaia?
Per quanto possa sembrare lunga una serie di anni, quando è passata ci si accorge che era breve, in quanto ha fine.
E poi ci sono molti che pur maledicendo i genitori raggiungono la vecchiaia in questo mondo, mentre ce ne sono altri che, pur rispettando a dovere i genitori, se ne vanno prematuramente al Creatore.
Si adempie anche in questi tali la promessa che li vuole longevi nella vita presente?
Ma " longevo " è detto in vece di " eterno ". ( Pr 3,6 )
Ora, la longevità è nella destra di Dio, mentre la ricchezza e la gloria, cioè l'abbondanza delle cose terrene che gli uomini chiamano beni, sono la sua sinistra.
Ecco ora venire un non so chi con l'intenzione di picchiarti sulla destra, cioè di toglierti la fede.
Ricevuto lo schiaffo sulla destra, sii pronto a presentare la sinistra. ( Mt 5,39 )
Fatti cioè togliere quel che è temporale ma non il bene eterno che possiedi.
Ascoltate come si comportasse proprio così l'apostolo Paolo.
Gli uomini lo perseguitavano per essere cristiano.
Volevano cioè picchiare la sua destra, ma lui presentava la sinistra.
Sono cittadino romano, ( At 22,25 ) disse.
Gli altri non sapevano quanto valesse la destra, lui li spaventava con la sinistra, appunto perché loro - non avendo creduto in Cristo - non erano conseguentemente in grado di temerne la destra.
La destra dunque ti abbraccia, mentre la sinistra rimane sotto la testa; ma, stando così le cose, che significa: Non sappia la tua sinistra quel che fa la tua destra? ( Mt 6,3 )
Eccotelo: quando compi un'opera buona, compila per la vita eterna.
Se infatti in questa vita compi il bene per conseguire l'abbondanza delle cose terrene, la tua sinistra sa quel che fa la tua destra, e tu mescoli insieme destra e sinistra.
Non agire per altri fini che non siano la vita eterna.
Agisci così e sta' tranquillo, poiché tale è il comando di Dio.
Se in quel che fai agisci soltanto per conseguire cose umane e limitate alla vita presente, è soltanto la tua sinistra ad agire; mentre, se agisci in ordine alla vita eterna, agisce soltanto la tua destra.
Se poi hai l'intenzione rivolta alla vita eterna ma ti si infiltra in cuore anche la bramosia del benessere temporale e tu nel compiere il bene te ne lasci incantare ripromettendoti una qualche ricompensa anche nel tempo, allora la sinistra si mescola alle opere della destra.
E questo è ciò che Dio proibisce.
Ma veniamo ormai alle parole del salmo: Il Signore è il tuo riparo sopra la mano della tua destra.
La mano indica il potere. Come lo dimostriamo?
Dal fatto che la potenza di Dio è chiamata anche mano di Dio.
Ad esempio, quando il diavolo, per tentare Giobbe si rivolse a Dio in questi termini: Stendi la tua mano e toccagli tutto ciò che possiede; e guarda se in faccia ti benedirà. ( Gb 1,1 )
Che significa: Stendo la tua mano, se non: "Dammi la facoltà"?
Ascolta, fratello, un testo più esplicito e non pensare più con mentalità carnale, supponendo che Dio sia un essere composto di varie membra.
Ascolta un testo dove evidentemente per mani si intende il potere.
In un passo della Scrittura si dice: La morte e la vita sono in mano della lingua. ( Pr 18,21 )
Sappiamo cosa sia la lingua: un pezzo di carne che si muove dentro la bocca e battendo sul palato e contro i denti produce i suoni del nostro parlare.
Mostratemi ora le mani della lingua! In effetti la lingua non ha mani; eppure le ha.
Quali sono? Il potere della lingua.
Che significa: La morte e la vita sono in mano della lingua?
Eccotelo: Tu sarai giustificato dalla tua bocca e dalla tua bocca sarai condannato. ( Mt 12,37 )
Dunque, se mano significa potere, cos'è la mano della destra?
Penso non vi si possa intendere con maggiore proprietà altro che il potere ricevuto da Dio di essere un giorno, per suo dono e se tu lo vorrai, alla destra di lui.
Gli empi saranno tutti alla sua sinistra, mentre i figli buoni saranno tutti alla sua destra; e a costoro sarà detto: Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete il regno che vi è stato preparato fin dall'origine del mondo. ( Mt 25,34 )
D'essere alla sua destra, cioè d'essere figlio di Dio, tu hai già ricevuto il potere.
Qual è questo potere? È quello che descrive Giovanni: Diede loro il potere di divenire figli di Dio.
Come hai ricevuto questo potere? Dice: A quanti credono nel suo nome. ( Gv 1,12 )
Se dunque credi, ti è già dato il potere di essere annoverato tra i figli di Dio; ed essere tra i figli di Dio è lo stesso che appartenere alla destra.
È pertanto la tua fede la mano della tua destra, cioè il potere che ti è stato dato d'essere nel numero dei figli di Dio.
Questa è la mano della tua destra.
Ma cosa vale questo potere ricevuto dall'uomo se il Signore non lo protegge?
Ecco uno che ha creduto: egli cammina nella fede, ma è ancora fragile, si dibatte fra le tentazioni e le molestie, tra gli istinti della carne corrotta e le lusinghe delle passioni disordinate, fra le astuzie e i tranelli del nemico.
Cosa gli vale l'aver creduto in Cristo e aver ricevuto il potere d'essere tra i figli di Dio?
Guai a lui se il Signore non ne proteggerà la fede!
Guai a te, dico, se il Signore non interverrà impedendo che tu sia tentato oltre le tue forze, per usare le parole dell'Apostolo: Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre quel che potete sopportare. ( 1 Cor 10,13 )
Veramente, colui che, dopo aver noi abbracciato la fede ( e cioè quando è in noi la mano della nostra destra ), non permette che ci assalgono tentazioni superiori alle nostre forze, è Dio, il quale ci protegge sopra la mano della nostra destra. Non è per noi sufficiente avere la mano della destra, se lui non protegge questa stessa mano della destra.
Questo sia detto riguardo alle tentazioni.
Ma badate cosa aggiunge: Ti protegga il Signore sopra la mano della tua destra.
Ve l'ho detto e, suppongo, voi ne siete convinti.
Se infatti non foste convinti e convinti proprio in base alle Scritture, non mi avreste indicato acclamando il vostro assenso.
Se dunque avete compreso, vedete, fratelli, come prosegue; vedete il motivo per cui il Signore ha da intervenire anche sopra la mano della destra: perché in altre parole debba proteggere la stessa fede per la quale abbiamo ricevuto il potere di essere figli di Dio e di essere collocati alla sua destra.
Per quale motivo il Signore ci deve proteggere? A motivo degli scandali.
Ma da che parte si levano gli scandali? Noi dobbiamo temerli su due fronti, come due sono anche i precetti dai quali dipendono totalmente la Legge e i Profeti: ( Mt 22,40 ) cioè l'amore di Dio e l'amore del prossimo.
Si ama la Chiesa perché si ama il prossimo; Dio lo si ama per amore di Dio stesso.
Quando dunque simbolicamente si parla di sole, si intende Dio, e quando si parla di luna si intende simbolicamente la Chiesa.
Ora, se uno, cadendo in errore, non credesse conforme a verità nei riguardi di Dio ( non credesse, ad esempio, che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono d'una stessa sostanza ), costui sarebbe ingannato dall'astuzia degli eretici, specialmente ariani.
Così chi credesse che nel Figlio e nello Spirito Santo ci sia qualcosa in meno che non nel Padre, avrebbe subito uno scandalo a proposito di Dio.
Ebbene, costoro sono bruciati dal sole.
Ecco, invece, un altro persuaso che la Chiesa la si trovi solamente in una qualche setta, uno che non riconosce com'essa è sparsa per tutta la terra.
Egli presta fede a quei tali che ripetono: Eccolo qui il Cristo, eccolo la ( Mt 24,23 ) ( come avete udito dal Vangelo che vi è stato letto ), mentre si sa che lui, dando un prezzo così grande, ha redento tutto il mondo.
Ebbene, costui subisce uno scandalo nei riguardi del prossimo ed è bruciato dalla luna.
Chi, insomma, erra nei confronti della sostanza della verità viene bruciato dal sole e di giorno, in quanto erra proprio circa la Sapienza di cui sta scritto: Il giorno passa al giorno la parola. ( Sal 19,3 )
A questo riguardo afferma anche l'Apostolo: Adattando le cose spirituali agli uomini spirituali. ( 1 Cor 2,13 )
Ecco cos'è: Il giorno passa al giorno la parola; è: Adattando le cose spirituali agli uomini spirituali.
Ecco cos'è: Il giorno passa al giorno la parola; è: Noi parliamo di sapienza tra i perfetti. ( 1 Cor 2,6 )
Cos'è invece: E la notte alla notte trasmette la notizia? ( 1 Cor 2,13 )
Ai piccoli si predica l'abbassamento di Cristo: la sua incarnazione e la sua crocifissione.
Questo è il latte che basta ai piccoli.
In tal modo questi piccoli non vengono abbandonati durante la notte, perché anche durante la notte risplende la luna, cioè attraverso la carne di Cristo si predica loro la Chiesa, della quale la carne di Cristo è la testa.
Ora, chi non si lascia scandalizzare in queste cose, cioè nei riguardi della Chiesa e della carne di Cristo, non viene bruciato dalla luna.
Chi poi non si lascia scandalizzare nei riguardi della verità immutabile e intoccabile, non viene bruciato dal sole.
Non mi riferisco a questo sole che insieme con noi vedono anche le mosche e gli animali, ma a quel sole del quale alla fine diranno gli empi: Che cosa ci ha giovato la superbia? e quale vantaggio ci ha arrecato la iattanza delle ricchezze?
Tutto è passato come ombra.
E dopo questo diranno ancora: Errammo dunque dalla via della verità, e la luce della giustizia non rifulse per noi e il sole per noi non si levò. ( Sap 5,8 )
Se si trattasse del sole materiale, non sorge forse per tutti gli empi, secondo la disposizione di colui del quale fu detto che fa sorgere il suo sole sopra i buoni e sopra i cattivi? ( Mt 5,45 )
Ne segue che Dio ha fatto un altro sole, diverso da questo che sorge sui buoni e sui cattivi e che vedono i buoni e cattivi.
È, quest'altro, un sole non creato ma generato, un sole per opera del quale tutte le cose sono state create, un sole dove ha sede la percezione della verità immutabile.
Di questo sole diranno gli empi: E il sole per noi non si levò. ( Sap 5,6 )
Chi non erra nei riguardi della Sapienza in se stessa non viene bruciato dal sole; come chi non erra riguardo alla Chiesa e alla carne di Cristo e a tutte le cose accadute nel tempo per la nostra salute, non viene bruciato dalla luna.
Se però non s'avvera nell'uomo quanto dice il salmo, e cioè: Il Signore è il tuo riparo sopra la mano della tua destra, egli, anche se già ha creduto in Cristo, cadrà in errore, o nel primo campo o nel secondo.
Da ciò si spiega l'aggiunta che segue le parole: Il Signore è il tuo riparo sopra la mano della tua destra.
Si immagina una difficoltà da parte del credente, questa cioè: " Ecco, io ormai posseggo la mano della mia destra; ho scelto la fede in Cristo; ho ricevuto il potere d'essere annoverato tra i figli di Dio.
Che bisogno c'è che Dio mi faccia ancora da copertura restando sopra di me?
Cioè: perché deve starmi ancora sopra la mano della mia destra? ".
Continua: Di giorno il sole non ti brucerà, né la luna di notte.
Per questo è al di sopra della mano della tua destra colui che ti copre: affinché il sole non ti bruci di giorno né la luna di notte.
Comprendete, fratelli, che tutto questo è ovviamente un parlare figurato.
In realtà, se pensiamo al sole visibile, è vero che esso brucia durante il giorno, ma forse che brucia anche la luna quando splende di notte?
Cosa sarà quindi questo bruciare? Lo scandalo.
Ascolta le parole dell'Apostolo: Chi è infermo che anch'io non lo sia? chi è scandalizzato senza che io ne bruci? ( 2 Cor 11,29 )
Dunque di giorno il sole non ti brucerà, né la luna di notte.
Perché? Perché il Signore ti custodirà da ogni male.
Ti custodirà dagli scandali in tempo di sole, dagli scandali in tempo di luna, insomma da ogni male, lui che è il tuo riparo sopra la mano della tua destra, lui che non dorme né si lascia prendere dal sonno.
Ma che bisogno c'è? Il Signore ti custodirà da ogni male, perché siamo fra le tentazioni.
Il Signore custodisca la tua anima. Sì, anche riguardo all'anima, il Signore custodisca il tuo entrare e il tuo uscire, sin da ora e in eterno.
Non la custodisca come fa col corno, poiché quanto al corpo i martiri furono trucidati, ma custodisca veramente il Signore la tua anima, poiché riguardo all'anima i martiri non cedettero.
Ecco i persecutori infierire contro Crispina, di cui oggi celebriamo il natale.
Infierivano contro una donna ricca e delicata, ma lei era forte perché il Signore era il suo riparo sopra la mano della sua destra e la custodiva.
C'è forse in Africa qualcuno che non conosca questa martire?
Fu una persona celeberrima, nobile di famiglia, facoltosa negli averi; ma tutte queste cose costituivano la sua sinistra e le stavano al di sotto della testa.
Venne il nemico con l'intenzione di colpirla alla testa, ma lei gli presentò la sinistra che si trovava sotto la testa.
La testa stava più in alto e la destra l'abbracciava da sopra.
Cosa poteva farle il persecutore, anche se lei era una donna delicata?
In realtà era una donna fragile per il sesso, indebolita forse ancor più dalle ricchezze e dal genere di vita a cui s'era assuefatta.
Ma come prevalere su di lei se era così riparata?
Come prevalere sullo sposo che con la sinistra la cingeva al di sotto della testa e l'abbracciava con la destra? ( Ct 2,6 )
Essendo così difesa, come avrebbe potuto colpirla il nemico?
E tuttavia la colpì, ma nel corpo.
Pertanto, cosa dice il salmo? Il Signore custodisca l'anima tua.
Con l'anima non cedette; solo il corpo fu colpito, e colpito solo temporaneamente, poiché alla fine risorgerà.
Non diversamente fece colui che si degnò diventar capo della Chiesa.
Offrì il suo corpo perché fosse colpito temporaneamente; e in capo a tre giorni lo risuscitò, riservandosi di risuscitare la nostra carne alla fine dei tempi.
Per questo infatti è risorto il Capo, perché il corpo avesse ad attendersi la stessa sorte, e così non venisse meno [ nella prova ].
Il Signore custodisca la tua anima.
L'anima non ceda, non si lasci sopraffare dagli scandali durante le persecuzioni e le prove, non ceda né venga meno, come dice il Signore: Non temete coloro che uccidono il corpo ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di uccidere il corpo e l'anima nella geenna di fuoco. ( Mt 10,28 )
Custodisca dunque il Signore questa tua anima, impedendo che tu ceda a chi ti suggerisce il male, a chi ti promette beni falsi o ti minaccia mali temporali.
Sì, il Signore custodisca la tua anima.
E inoltre il Signore custodisca il tuo ingresso e la tua uscita, sin da ora e in eterno.
Fa' attenzione un istante al tuo ingresso.
Il Signore custodisca il tuo ingresso e la tua uscita, sin da ora e in eterno.
Il Signore custodisca la tua uscita.
Cos'è l'ingresso? Cos'è l'uscita?
Quando veniamo tentati, entriamo [ nella lotta ]; quando vinciamo la tentazione ne usciamo.
Ecco l'ingresso, ecco l'uscita.
Dice la Scrittura: Come il fuoco prova i vasi del vasaio, così la tribolazione prova gli uomini giusti. ( Sir 17,6 )
Se i giusti sono come i vasi del vasaio, è necessario che tali vasi entrino nella fornace del vasaio.
Né il vasaio è sicuro della loro riuscita quando li caccia dentro la fornace ma solo quando ne escono.
Il Signore invece è sicuro [ anche prima della prova ], perché sa chi sono i suoi ( 2 Tm 2,17 ) e sa in quali vasi non si formeranno crepe dentro la fornace.
Non si screpolano quei vasi dentro i quali non c'è il vento della superbia.
È infatti l'umiltà la virtù che ci custodisce in ogni prova, e quanti cantiamo il Cantico dei gradini saliamo dalla valle del pianto, e abbiamo con noi il Signore che custodisce il nostro ingresso e ci salva.
Siamo saldi nella retta fede quando c'incoglie la prova, e il Signore custodirà l'uscita sin da ora e in eterno.
Quando infatti saremo usciti da questa vita piena di tentazioni, non ci sarà mai più in eterno alcuna tentazione, come non ci sarà più alcuna passione a infastidirci minimamente.
Ascolta l'Apostolo che ti rammenta quello stesso che poc'anzi io ti rammentavo.
Dice: Fedele è Dio, che non permetterà siate tentati sopra le vostre forze. ( 1 Cor 10,13 )
Ecco in che modo è custodito il tuo ingresso.
Quando Dio non permette che t'incolga una tentazione che tu non potresti superare, allora custodisce il tuo ingresso.
E osservate se egli custodisce anche l'uscita.
Dice: Ma con la tentazione vi procurerà anche la via d'uscita, onde possiate sopportarla. ( 1 Cor 10,13 )
E potremo noi, fratelli, interpretare il testo diversamente da come ci insegnano le stesse parole dell'Apostolo?
Custoditevi dunque [ dal male ], e questo non da voi stessi ma sia il Signore il vostro riparo: lui che vi custodisce senza dormire né cadere nel sonno.
Si addormentò un giorno, è vero, per amor nostro; ma poi si ridestò né mai più si addormenterà.
Nessuno quindi faccia assegnamento su se stesso.
Saliamo dalla valle del pianto: non fermiamoci lungo la via, come vi restano fissi i gradini.
Noi non dobbiamo né fermarci per pigrizia né cadere per superbia.
Diciamo a Dio: Fa' che non vacilli il nostro piede.
E lui, il nostro custode, non dormirà.
Col suo aiuto è in nostro potere fare di Dio il nostro custode, un custode che non dorma né sia preda del sonno, lui che custodisce Israele.
Chi è questo Israele? L'uomo che vede Dio.
In questo modo avrai aiuto da parte del Signore, e avrai ancora una tua copertura sopra la mano della tua destra, e il tuo ingresso e la tua uscita saranno custoditi da ora, adesso, e per sempre.
Se presumi di te, il tuo piede si muove; e se si muove il tuo piede, tu potrai anche pensare d'aver guadagnato in altezza ma ne cadrai per essere stato superbo.
È infatti l'umile che resta nella valle del pianto a dire: Non far vacillare il mio piede. ( Sal 121,3 )
Pur trattandosi d'un salmo breve, l'esposizione è stata lunga e lungo il discorso.
Ascrivetelo, fratelli, al fatto che, avendovi invitato in occasione del natale della beata Crispina, nel servirvi il pranzo sono stato un po' troppo generoso.
Non potrebbe del resto capitarvi qualcosa del genere quando, invitati da qualche gerarca, una volta a tavola vi si costringa a bere oltre misura?
Sia quindi consentito a noi fare lo stesso con la parola di Dio.
Inebriati e saziati [ di questa parola ], come ha fatto anche il Signore degnandosi d'irrigare la terra con la pioggia materiale ora caduta, con gioia maggiore rechiamoci ora alla tomba dei martiri, come ieri avevamo promesso.
I martiri infatti, ormai esenti da sofferenze, sono qui in mezzo a noi.
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