Le nozze e la concupiscenza |
A Valerio illustre Signore e figlio, non solo meritamente eccellentissimo ma anche carissimo nell'amore di Cristo, Agostino invia saluti nel Signore
1 Ero già da tempo inquieto per averti scritto più di una volta senza aver mai ricevuto una risposta dall'Eccellenza tua, quand'ecco ricevo all'improvviso ben tre lettere da parte della tua Benevolenza.
Una era diretta non a me solo e mi è stata recapitata da Vendemiale, mio collega nell'episcopato; altre due mi sono state recapitate non molto dopo da Firmo, santo mio confratello nel sacerdozio, unito a me - come tu hai potuto sapere da lui stesso - da strettissimi vincoli d'affetto.
Egli, parlandomi a lungo di te e ragguagliandomi con sincerità sulla tua personalità quale egli l'ha conosciuta nell'affetto di Cristo, ( Fil 1,8 ) ha superato non solo la lettera recapitatami dal suddetto vescovo, o quelle recapitatemi da lui stesso, ma anche quella che ci lamentavamo di non aver ricevuto.
Pertanto quel che mi diceva di te mi riusciva tanto più gradito in quanto m'informava di cose di cui tu non avresti potuto parlarmi in una tua risposta, nemmeno se te le avessi chieste, per evitare di lodarti proclamando da te stesso le tue virtù, cosa questa proibita dalla Sacra Scrittura. ( Pr 27,2 )
Io stesso, del resto, ho un certo ritegno a scriverti così, per paura d'incorrere nel sospetto di adularti, mio illustre ed eccellentissimo signore e figlio carissimo nell'affetto di Cristo.
2 Vedi quale piacere e quale gioia sia stata per me sentir parlare delle tue virtù in Cristo, o meglio delle virtù di Cristo in te, da una persona come lui che non poteva né ingannarmi data la sua lealtà né ignorarle data la tua amicizia.
Avevamo comunque già sentito dire da altre persone altre cose, sebbene non tante né tanto sicure, quanto cioè sia pura e cattolica la tua fede, con quanto spirito di fede aspetti la vita futura; quanto grande è il tuo amore verso Dio e verso i fratelli, quanto grande è la tua modestia nelle tue alte funzioni di magistrato; come non riponi le tue speranze nelle ricchezze malsicure, ma nel Dio vivente, e come sei ricco d'opere buone; ( 1 Tm 6,17-18 ) come la tua casa è ristoro e sollievo dei buoni Cristiani e il terrore degl'empi, quanto ti preoccupi che gli antichi o recenti nemici di Cristo coperti dal manto del nome di Cristo non tendano insidie ai membri di Cristo e con quanto zelo provvedi alla salvezza dei medesimi membri e quanto tu sia nemico dell'errore.
Queste informazioni e altre consimili - come ho detto - sentiamo dire di solito anche da altre persone, ma ora ne abbiamo apprese molto più numerose e più documentate per bocca del suddetto nostro fratello Firmo.
3 Inoltre come avremmo potuto sentir parlare della tua castità coniugale, per poterla amare e lodare tra le altre tue virtù, se non l'avessimo sentito da un tuo amico sì intimo da conoscere non superficialmente, ma a fondo la tua vita?
Di questa tua virtù, ch'è un dono di Dio, piacerebbe anche a me parlartene in tono più familiare e un po' più a lungo.
Sono sicuro di non farti cosa spiacevole se t'invio un mio scritto alquanto prolisso affinché, leggendolo, tu sia più a lungo in mia compagnia.
Sono infatti venuto a sapere anche questo, cioè che tu, pur fra le tue numerose e gravi occupazioni, trovi il tempo e leggi volentieri e provi gran piacere nel leggere le nostre opere, anche quelle scritte per altre persone, che per caso siano potute capitare nelle tue mani; quanto più attentamente ti degnerai di porgere orecchio e quanto maggiormente gradirai uno scritto che si rivolge proprio a te stesso e nel quale io ti parlo come se tu mi fossi presente?
Da questa lettera potrai poi passare al libro che ti ho mandato insieme; in esso, proprio all'inizio, troverai più esattamente spiegato perché l'ho scritto e perché l'ho mandato di preferenza alla tua Reverenza.
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