Protreptico ai Greci |
Considera un poco, se vuoi, rifacendoti alle origini, il beneficio divino.
Il primo uomo quando giuocava in piena libertà nel paradiso era ancora il fanciullo di Dio; ma quando, soggiacendo al piacere ( il serpente rappresenta allegoricamente il piacere che striscia sul ventre, vizio terreno volto verso la materia ) si lasciava sedurre dalle passioni, il fanciullo divenuto uomo a causa della sua disubbidienza, e per non avere ascoltato il Padre, si vergognava di Dio.
Quanto non potè il piacere! L'uomo, che per la sua innocenza era stato libero, fu trovato avvinto dai peccati.
Il Signore volle di nuovo scioglierlo dai legami e legatosi alla carne ( questo è un mistero divino ) soggiogò il serpente e rese schiavo il tiranno, cioè la morte, e cosa più straordinaria di tutte mostrò libero, grazie al gesto delle sue mani distese, quell'uomo ch'era stato fuorviato dal piacere ed era stato legato dalla corruzione.
O misterioso prodigio! Si è piegato il Signore, ma si rialzò l'uomo, e quegli che era caduto dal paradiso riceve dell'ubbidienza un premio più grande, il cielo!
Perciò mi sembra che, Poiché lo stesso Verbo è venuto a noi dal cielo, noi non dobbiamo più andare alle scuole umane, cercando con soverchio interesse Atene e il resto dell'Ellade e, oltre a questo, la Ionia.
Se infatti nostro maestro è Colui che ha riempito il tutto coi suoi santi poteri, con la creazione, la salvezza, la beneficenza, la legislazione, la profezia, l'istruzione, tutto ora ci insegna il maestro e per mezzo del Verbo tutto il mondo è diventato ormai Atene ed Ellade.
Giacché, certamente, dopo aver creduto al mito poetico, che ricorda come Minosse il Cretese sia stato compagno di Zeus, voi non negherete fede al fatto che noi siamo diventati scolari di Dio, che ci siamo acquistata la sapienza realmente vera, quella a cui i sommi filosofi accennarono oscuramente soltanto, ma che gli scolari di Cristo compresero e predicarono.
Inoltre, l'intero Cristo, per dir così, non si divide; non vi è più né barbaro, né Giudeo né Greco, non vi è né maschio né femmina, ma un uomo nuovo trasformato dal santo spirito di Dio.
Quindi, gli altri consigli e precetti sono di poco conto e trattano di questioni specifiche, per esempio, se occorra sposare, se occorra prender parte alla politica, se occorra procreare figliuoli; sola universale esortazione e che riguarda evidentemente l'intera vita, che tende in ogni occasione, in ogni circostanza al fine supremo, cioè alla vita, è la pietà verso Dio.
È necessario soltanto vivere secondo la norma di essa, per vivere eternamente; la filosofia invece, come dicono gli antichi, è una continua deliberazione, che concilia un perpetuo amore di sapienza.
" Ma il precetto del Signore è splendente da lungi, e che dà luce agli occhi ".
Accogli Cristo, accogli la facoltà di vedere, accogli la tua luce perché ben tu conosca tanto l'uomo che il dio.
" È dolce " il Verbo che ci ha illuminati " più dell'oro e delle pietre preziose; è desiderabile più del miele e del favo ".
Come infatti non dovrebbe essere desiderabile Colui che ha reso chiara la mente che stava sepolta nelle tenebre, e ha aguzzato " i luciferi occhi" dell'anima?
Come infatti " se non ci fosse il sole, per ciò che dipende dagli altri astri tutto il mondo sarebbe notte", così, se non avessimo conosciuto il Verbo e non fossimo stati illuminati dai suoi raggi, in nulla differiremmo dalle galline alimentate con ogni cura, essendo ingrassati nelle tenebre e allevati per la morte.
Accogliamo la luce per potere accogliere Dio.
Accogliamo la luce e diventiamo discepoli del Signore.
Questo appunto è quello che egli ha promesso al Padre: " Narrerò il tuo nome ai miei fratelli; in mezzo all'assemblea inneggerò a te ".
Inneggia e narra a me il Padre tuo, Dio; le tue narrazioni mi salveranno, il tuo canto mi istruirà.
Fino ad ora ho errato nella mia ricerca di Dio, ma poiché tu mi guidi con la tua luce, o Signore, io trovo Dio per mezzo tuo e ricevo il Padre da te, divento tuo coerede, poiché non ti vergognasti di avermi per tuo fratello.
Cancelliamo dunque, cancelliamo l'oblio della verità; rimosse l'ignoranza e le tenebre che ci impediscono come nebbia la vista, contempliamo quegli che è veramente Dio inneggiando a Lui prima con queste parole: " Salve, luce".
Una luce brillò dal cielo su noi, che eravamo seppelliti nelle tenebre, e chiusi nell'ombra della morte, una luce più pura del sole, più dolce della vita di quaggiù.
Quella luce è la vita eterna, e quante cose partecipano di essa, vivono; ma la notte teme la luce e nascondendosi per la paura lascia il posto al giorno del Signore: l'universo è diventato luce insonne, e l'occidente si è trasformato in oriente.
Questo è ciò che ha voluto dire " la nuova creazione ": giacché "il sole di giustizia " che cavalca l'universo, percorre in modo uguale tutto il genere umano, imitando il padre suo che " fa sorgere il suo sole su tutti gli uomini " e sparge su di essi la rugiada della verità.
Egli trasformò l'occidente in oriente e crocifisse la morte in vita e, avendo strappato l'uomo dalla rovina, lo elevò al cielo, tramutando la corruzione in incorruttibilità e trasformando la terra in cielo - egli, l'agricoltore divino, " che mostra i presagi favorevoli e desta i popoli al lavoro ", che è buono, " richiamandoci alla memoria la vita" vera e largendoci l'eredità del padre, eredità grande veramente e divina e che non può essere tolta, per mezzo del celeste insegnamento facendo un Dio dell'uomo, " dando leggi alla loro mente e scrivendole nel cuore di essi ".
A quali leggi egli allude? " Che tutti conosceranno Dio, dal piccolo fino al grande; e propizio", dice Dio, " sarò ad essi e non mi ricorderò dei loro peccati".
Accogliamo le leggi della vita, ubbidiamo a Dio che ci esorta; apprendiamolo, affinché ci sia benigno; rendiamo a Lui, benché non abbia bisogno di niente, una ricompensa di gratitudine, cioè l'obbedienza, come una specie di pigione pagata a Dio per la nostra dimora di quaggiù.
Oro per bronzo, il valore di cento bovi per quello di nove, per il prezzo di un po' di fede Egli ti dà da coltivare questa immensa terra e l'acqua per bere e altra per navigarvi, e l'aria per respirare e il fuoco per esercitare i mestieri e il mondo per abitarvi; da qui egli ti ha concesso di mandare una colonia nel cielo: tutte queste grandi opere e benefici egli ti ha dato in compenso di un po' di fede.
Inoltre: coloro che credono nei ciurmadori ammettono gli amuleti e le formule di incantagione, perché credono che essi apportino salvezza; e voi non volete fornirvi dello stesso celeste amuleto del Verbo Salvatore, e, credendo nella incantagione di Dio, essere liberati dalle passioni, che sono malattie dell'anima, ed essere strappati al peccato?
Giacché il peccato è morte eterna.
Certo, completamente privi di senso e ciechi come le talpe passate la vostra vita nelle tenebre, null'altro facendo che mangiare, andando in sfacelo per la corruzione di cui riboccate.
Ma vi è, vi è la verità che grida: " Dalle tenebre splenderà la luce ".
Splenda dunque questa luce nella parte più profonda dell'uomo, nel cuore, e sorgano i raggi della conoscenza, rivelando e illuminando l'uomo nascosto dentro, il discepolo della luce, l'amico di Cristo e suo coerede; specialmente quando alla nostra conoscenza sarà giunto il nome, preziosissimo e venerabile sopra ogni altro, di Colui che è buon padre a un figlio pio e buono, e che dà precetti miti e ordini salutari al figlio suo.
Colui che gli obbedisce ha la meglio in ogni cosa: egli segue Dio, obbedisce al Padre, lo conobbe mentre egli errava, amò Dio, amò il prossimo, adempì il comandamento di Dio, cerca il premio, reclama la promessa.
Proposito di Dio è sempre di salvare il gregge degli uomini.
Questa fu anche la ragione per cui il buon Dio mandò il buon Pastore: e il Verbo, avendo spiegata la verità, mostrò agli uomini l'altezza della salvezza, affinché essi o, pentitisi, si salvassero, o, non avendo ubbidito, fossero giudicati.
Questa è la predicazione della giustizia, buon annunzio per coloro che ubbidiscono, segnale del giudizio per coloro che hanno disubbidito.
Ma la tromba "dal forte suono " raccoglie col suo squillo i soldati e proclama la guerra: e Cristo, intonato un canto di pace fino ai limiti della terra, non raccoglierà dunque i suoi soldati di pace?
Egli raccolse davvero, o uomo, col suo sangue e con la sua parola il suo esercito incruento, e affidò ad essi il regno dei cieli.
La tromba di Cristo è il suo evangelo: Egli suonò la tromba, e noi l'udimmo.
Armiamoci delle armi di pace " vestendoci della corazza della giustizia " e imbracciando lo scudo della fede e cingendo il nostro capo dell'elmo della salvezza, e aguzziamo " il pugnale dello Spirito, che è la parola di Dio".
Così l'Apostolo ci schiera in pacifici ordinamenti: queste sono le nostre armi invulnerabili: armati di queste schieriamoci contro il Maligno.
Spegniamo i dardi incandescenti del Maligno con le cuspidi d'acqua temprate dal Verbo, ricambiando i benefici con lodi di ringraziamento e onorando Dio per mezzo del Verbo divino.
" Giacché mentre tu ancora parli, Egli dirà - dice: - ecco, io ti sono vicino ".
Santa e benedetta questa potenza, per mezzo della quale Dio diventa concittadino degli uomini!
È dunque meglio e preferibile per l'uomo diventare nello stesso tempo imitatore e servitore della essenza più alta fra le cose che esistono; giacché nessuno potrà imitare Dio, se non per mezzo del servizio che gli rende piamente, né, d'altra parte, servirlo e venerarlo, se non con l'imitarlo.
L'amore celeste e veramente divino in questo modo viene agli uomini, quando nella stessa anima può brillare la scintilla della vera bellezza accesa dal Verbo divino; e, ciò ch'è la cosa più grande, la salvezza corre di pari passo insieme col sincero desiderio di essa, poiché sono, per così dire, aggiogati insieme l'elezione e la vita.
Perciò è questa sola esortazione, quella alla verità, che si può dire simile ai più fedeli degli amici, in quanto a che essa resta con noi fino all'estremo soffio della vita, ed è buona guida per mezzo dell'intero e perfetto spirito dell'anima a coloro che si dirigono verso il cielo.
A che cosa dunque ti esorto? A salvarti io ti spingo.
Questo vuole Cristo: in una parola, Egli ti fa dono della vita.
E chi è Lui? Apprendilo in breve: Verbo di verità, Verbo di incorruttibilità, Colui che rigenera l'uomo, riconducendolo alla verità; lo stimolo della salvezza, Colui che scaccia la corruzione, Colui che espelle la morte, Colui che costruì negli uomini il suo tempio per collocare negli uomini Dio.
Purifica il tempio, e i piaceri e le mollezze, come fiore effimero, abbandonali al vento ed al fuoco, ma coltiva saggiamente i frutti della temperanza, e consacra te stesso come primizia a Dio, affinché tu possa essere non solo opera di Dio, ma anche sua gioia.
L'una e l'altra cosa conviene a chi è amico di Cristo, mostrarsi, cioè, degno del regno ed essere stimato degno del regno.
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