L'anima dell'apostolato |
Risoluzione della custodia del cuore:
Io voglio, o Gesù, che il mio cuore sia abitualmente sollecito a preservarsi da ogni macchia e ad unirsi sempre più al vostro Cuore in tutte le mie occupazioni, conversazioni, ricreazioni ecc.
L'elemento negativo, ma indispensabile, di questa risoluzione mi fa ripudiare ogni macchia nel motivo e nell'esecuzione dell'azione.304
L'elemento positivo spinge la mia ambizione a voler intensificare la fede, la speranza e l'amore che sono l'anima dell'azione.
Questa risoluzione sarà la vera misura del valore pratico delle altre precedenti, perchè in essa si riassume la vita interiore nell'esercizio del mio apostolato.
La meditazione e la vita liturgica mi fanno riprendere lo slancio per unirmi a Dio ma è la Custodia del cuore quella che permetterà al viaggiatore di trarre profitto del nutrimento preso prima di mettersi in cammino o durante le fermate, per conservare sempre il buon passo della partenza.
So già in che cosa consiste la Custodia del cuore.
Con essa si avvera manete in me et ego in vóbis;305 con essa la mia unione indiretta con Dio, per mezzo delle sue opere, cioè per mezzo delle relazioni che, secondo la sua volontà, ho con le creature, diventa la continuazione della mia unione diretta con Lui per mezzo della meditazione, della vita liturgica e dei Sacramenti.
In tutti e due i casi l'unione deriva dalla fede e dalla carità e si compie sotto l'influsso della grazia.
Nell'unione diretta siete Voi medesimo e Voi solo, o mio Dio, che io ho di mira; nell'unione indiretta invece mi applico ad altri oggetti.
Ma siccome lo faccio per obbedire a Voi, quegli oggetti a cui dò la mia attenzione diventano mezzi voluti da Voi per unirmi a Voi: vi lascio, ma per ritrovarvi.
Siete sempre Voi quello che io cerco e con lo stesso cuore, ma nella vostra volontà.
E questa divina volontà è l'unico faro che la Custodia del cuore mi fa fissare per dirigere la mia attività al vostro servizio: nell'un caso e nell'altro posso dunque dire: Mihi adhaerere Deo bonum est.306
È dunque un errore il credere che per unirmi a Voi, o mio Dio, io debba rimandare l'azione o aspettare che essa sia terminata; è errore il supporre che certi lavori, per la stessa loro natura o per il tempo in cui si fanno, possano dominarmi e impacciare la mia libertà al punto che mi riesca impossibile unirmi a Voi.
No, Voi volete che io sia libero; non volete che razione mi domini; Voi volete che io ne sia il padrone e non lo schiavo.
E per questo fine mi offrite la vostra grazia, se io sono fedele alla Custodia del cuore.
Dunque dal momento in cui il senso soprannaturale pratico mi ha fatto vedere, con i molteplici avvenimenti, con le circostanze e con i particolari disposti dalla vostra Provvidenza, che quella data azione è voluta da Voi, è mio dovere non sottrarmene come pure non compiacermene.
Io devo intraprenderla e continuarla, ma unicamente per fare la vostra volontà, perchè l'amor proprio ne guasterebbe il valore e ne diminuirebbe il merito.307
Mio Dio, Voi siete la Santità e quaggiù non ammettete nella vostra intimità un'anima se non nella misura in cui essa si applica a distruggere o ad evitare tutto ciò che per lei potrebbe essere una macchia.
Pigrizia spirituale nell'innalzare il mio cuore a Voi;
affetto disordinato verso le creature;
asprezze e impazienze;
rancore, capricci, mollezza, ricerca delle comodità;
facilità nel parlare senza giusto motivo dei difetti altrui;
dissipazione, curiosità che non mira per nulla alla gloria di Dio;
pettegolezzi;
ciarle, giudizi vani o temerari sul prossimo;
vana compiacenza di me stesso;
disprezzo per gli altri, critiche sulla loro condotta;
ricerca della stima e della lode nei motivi che mi fanno agire;
ostentazione di ciò che torna a mio vantaggio;
presunzione, testardaggine, gelosia, mancanza di rispetto verso l'autorità, mormorazioni;
immortificazioni nel mangiare e nel bere ecc.,
che formicaio di peccati veniali o almeno d'imperfezioni volontarie può se non vigilo, invadermi e privarmi delle grazie abbondanti che mi avevate preparate da tutta l'eternità!
Se la mia meditazione e la mia vita liturgica non mi portano progressivamente a tenere l'anima mia sveglia anche contro le colpe di pura fragilità, a rialzarmi prontamente quando la mia volontà incomincia a piegare e anche a impormi in tali casi una penitenza, io posso paralizzare, o Gesù, la vostra azione sopra di me.
Messe, Comunioni, Confessioni, altre pratiche di pietà, protezione speciale della divina Provvidenza in vista della mia eterna salvezza, sollecitudine del mio Angelo custode e persino la vostra materna vigilanza su di me, o Madre Immacolata, tutto può essere paralizzato e reso sterile per colpa mia.
Se la mia volontà è cattiva o non buona abbastanza per impormi quella violenza alla quale Voi, o Gesù, alludete dicendo: Violenti rapiunt illud,308 Satana cercherà continuamente di sorprendere il mio cuore.
Non illuderti, o anima mia!
Certe tue cadute che tu chiami di pura fragilità, sono forse di natura diversa agli occhi di Dio, se non pratichi la Custodia del cuore e se non miri a praticare questo programma: Voglio arrivare a dare a Gesù il motivo di ogni mia azione.
Che terribili e lunghe espiazioni io mi preparo per il Purgatorio, se non custodisco il mio cuore!
E senza questa risoluzione che pericolo corro e quale responsabilità incontro!
Il pendio è tanto sdrucciolevole da portarmi al peccato mortale!
O santa Trinità, se, come spero, sono in stato di grazia, voi abitate nel mio cuore con tutta la vostra gloria, con tutte le vostre perfezioni infinite, tale insomma quale siete in Cielo benché nascosta sotto il velo della fede.
Non vi è istante in cui non abbiate gli occhi sopra di me, per discernere le mie azioni.
La vostra misericordia e la vostra giustizia operano continuamente in me.
Per punirmi delle mie ingiurie, ora mi ritirate le vostre grazie speciali oppure cessate di disporre maternamente gli avvenimenti che dovevano riuscire a mio vantaggio, ora invece mi colmate di nuovi benefici!
Se la vostra dimora in me fosse ai miei occhi l'avvenimento più importante e il più degno della mia attenzione, starei io così di frequente e così a lungo senza pensarvi?
Non derivano forse dalla disattenzione a questo fatto fondamentale della mia esistenza, gli insuccessi che finora seguirono i miei tentativi di Custodia del cuore!
Le giaculatorie, succedendosi regolarmente lungo la giornata, mi avrebbero dovuto ricordare questa dimora amorosa di Dio in me.
E tu, o anima mia, hai finora fatto abbastanza per intercalare la tua vita con qualche giaculatoria, almeno una volta ogni ora!
Della tua meditazione quotidiana e della tua vita liturgica hai fatto abbastanza profitto per rientrare di quando in quando almeno per alcuni secondi al santuario intimo del tuo cuore, per adorarvi la Bellezza infinita, l'Immensità, l'Onnipotenza, la Santità, la Vita, l'Amore, insomma il Bene sommo e perfetto che si degna di risiedervi e che è il tuo Principio e il tuo Fine?
Le comunioni spirituali che posto occupano nella mia giornata!
Eppure sono ogni momento a mia disposizione, non solo per ricordarmi che abita in me la SS. Trinità, ma anche per intensificare tale dimora con una nuova infusione del Sangue redentore nell'anima mia.
Che conto ho fatto finora di tanti tesori messi sulla mia strada!
Mi sarebbe bastato abbassarmi a raccogliere questi diamanti per ornarne il mio diadema.
Quanto sono lontano da quelle anime che, pure continuando i loro lavori e le loro conversazioni, ritornano migliaia di volte al giorno al loro Ospite divino!
Esse si sono fatta quest'abitudine, e il loro cuore è fisso là dove sta il loro tesoro.
O Madre mia immacolata, la parola di vostro Figlio sul Calvario vi costituì Madre mia, affinchè voi mi aiutaste a conservare il mio cuore unito, per mezzo di Gesù, alla SS. Trinità.
Io voglio che le invocazioni sempre più frequenti che vi rivolgerò, mirino soprattutto a questa custodia del mio cuore, affinchè ne siano purificate le tendenze, le intenzioni, gli affetti e i voleri.
Non voglio più nascondermi alla vostra dolce voce.
« Fermati, figlio mio, correggi il tuo cuore; no, non è vero che in questo momento tu cerchi la gloria di Dio! ».
Quante volte nelle mie dissipazioni o nelle mie occupazioni mal regolate mi avete rivolto questo invito materno!
E quante volte, purtroppo, io non lo volli udire!
Madre mia, d'ora innanzi ascolterò questo richiamo del vostro cuore, e la mia fedeltà gli risponderà con un proposito energico e risoluto; esso potrà durare soltanto un baleno, ma basterà perchè io mi faccia una di queste domande: Per chi è questa azione?
Come agirebbe Gesù al posto mio?
Questa interrogazione intima, divenuta abitudine, costituisce la Custodia del cuore.
Essa mi permetterà, nei più minuti particolari, di tenere le mie facoltà e le loro tendenze in una dipendenza abituale sempre più perfetta da Dio che vive in me.
Io gemo al vedere che per lunghi intervalli il mio lavoro resta fuori dalla presenza di Dio; gemo nel constatare che, durante questo tempo di vita tutta esteriore, molte colpe mi sfuggono; qualunque sia lo stato dell'anima mia o mescolanza di fervore e d'imperfezioni, o tepidezza manifesta, voglio incominciare da oggi a rimediarvi, esercitandomi nella Custodia del cuore.
Al mattino durante la meditazione determinerò, ma risolutamente e con tutta precisione, un momento del mio lavoro, nel quale mi sforzerò, pure attendendo alacremente all'opera voluta da Dio, di vivere di vita interiore più perfetta che sia possibile, di Custodia del cuore, cioè di vigilanza sotto il vostro sguardo o Gesù, e di ricorso a Voi come se avessi fatto il voto di fare sempre ciò che è più perfetto.
Incomincerò con cinque minuti, o anche meno, mattino e sera;309 mirerò più alla perfezione di questo esercizio che non alla sua durata; mi sforzerò di farlo sempre meglio e di agire in mezzo al lavoro, anche e soprattutto se è assorbente, come agirebbe un santo, con la purezza d'intenzione, con la custodia del mio cuore e di tutte le mie facoltà, con una condotta generosa, insomma, come avrebbe agito Gesù medesimo se avesse dovuto fare lo stesso lavoro.
Questo sarà un tirocinio di vita interiore pratica; sarà una protesta contro la mia abitudine di dissipazione e di evagatio mentis.
Voglio Dio; voglio il suo regno; voglio che questo regno duri in me quando è giunto il tempo delle occupazioni esteriori.
Non voglio più che l'anima mia sia come un corridoio aperto a tutti i venti e che si metta nell'impossibilità di vivere unita a Dio e di essere vigilante, supplichevole e generosa.
In quel breve istante il mio occhio resterà senza sforzo, ma esattamente, fisso sui diversi motivi dell'anima mia la quale non si perdonerà nulla.
La mia volontà sarà essa pure ardentemente decisa di non risparmiare nulla per vivere perfettamente, durante quel breve intervallo.
Il mio cuore da parte sua sarà risoluto di ricorrere con frequenza al Signore, per mantenersi in quel saggio di santità.
Questo esercizio sarà cordiale, allegro e fatto con espansione di anima.
Certamente mi saranno necessarie vigilanza e mortificazione, per mantenermi alla presenza di Dio e per rifiutare alle mie facoltà e ai miei sensi tutto ciò che risente della natura; ma non mi accontenterò di questa parte negativa: mirerò soprattutto a informare questo esercizio con quella intensità di amore che, facendomi praticare con somma cura l'Age quod agis310 prima con la purezza d'intenzione e poi con un ardore, con una impersonalità e una generosità sempre crescenti, dia alle mie opere tutta la loro perfezione e il loro valore.
La sera, all'esame generale, o all'esame particolare se prendo come argomento questo esercizio, farò una rigorosa analisi di quello che furono quei minuti di custodia del cuore più stretta, incondizionata e presso Gesù.
M'infliggerò una piccola penitenza, anche solo la privazione di un po' di vino o di frutta senza che altri se ne accorga, o una breve preghiera con le braccia in croce, o alcuni colpi di riga o di altro oggetto duro sulla punta delle dita, se constaterò di non essere stato abbastanza supplichevole o abbastanza amante durante quell'esercizio di custodia del cuore, cioè di vita attiva interiore congiunta con la vita attiva.
Che splendidi risultati darà questo esercizio!
Che bella scuola di Custodia del cuore!
Quante nuove viste su peccati e imperfezioni di cui non sospettavo neppure l'esistenza!
Quei momenti benedetti a poco a poco irradieranno virtualmente su coloro che li seguiranno.
Tuttavia non li prolungherò se non quando avrò prima quasi esaurito quello che potevo intravvedere dell'orizzonte di santità, di perfezione nell'esecuzione e d'intensità di amore.
Si ravviverà la mia sete di non più stare a pochi minuti e con il vostro aiuto, o Gesù, arriverò a rendermi familiare questo esercizio salutare e a prendere un'abitudine che renderà pura l'anima mia e mi farà vivere sempre con Voi.
Queste sono:
una vigilanza forte, calma, dolce e sincera;
una gran diffidenza di me e delle creature;
il rinnovamento frequente della mia risoluzione;
i continui ricominciamenti pieni di fiducia nella misericordia di Gesù, verso l'anima che lotta davvero per giungere alla custodia del cuore;
la certezza sempre crescente che non combatto da solo, ma unito con Gesù vivente in me, con Maria mia Madre, con il mio Angelo custode e con i Santi
la convinzione che queste potenze alleate mi assistono ogni momento, purché io cerchi questa custodia del cuore e non mi allontani dalla loro assistenza,
e finalmente un ricorso cordiale e frequente a tutti questi soccorsi divini, aftinché mi aiutino a fare quod Deus vult e a farlo quomodo vult e quia Deus vult.311
Oh! quanto sarà trasformata la mia vita, o Gesù, se custodirò il mio cuore unito a Voi!
La mia intelligenza potrà essere assorta nell'azione presente, ma io voglio giungere a effettuare in me quello che potei constatare nelle anime sommamente occupate il cui cuore tuttavia non cessava di respirare in Voi.
Se ben comprendo che cosa è la Custodia del cuore, ben lungi dal diminuire la libertà di azione necessaria alle mie facoltà per compiere tutti i doveri del mio stato, il respiro dell'anima mia nell'atmosfera di amore che siete Voi, o Gesù, non farà altro che aumentarla e renderà la mia vita luminosa, allegra, forte e serena.
Invece di essere schiavo delle passioni e delle impressioni, io diventerò sempre più libero, e di questa mia libertà così perfezionata io potrò, o mio Dio, farvi frequentemente un omaggio di dipendenza, di riparazione e di amore, in unione con Gesù il quale continuamente nella sua vita mortale praticò questo spirito di dipendenza che ora è trasformato in una gloria infinita ed eterna: Propter guod exaltavit illum.312
Indice |
304 | Come si acquista la purezza d'intenzione? - Si acquista con una grande attenzione sopra noi stessi, nel cominciare e soprattutto nel progresso delle nostre azioni. Perchè quest'attenzione è necessaria nel cominciare le nostre azioni? - Perchè se queste azioni sono gradite, utili, conformi al gusto naturale, questo vi tende subito da sè, per la sola attrattiva del piacere o dell'interesse. Ora quale attenzione e qual dominio bisogna avere sopra se stesso, per non permettere che la volontà sia subito trascinata dall'impressione dei motivi naturali che l'accarezzano, la sollecitano e la incantano! Perchè avete detto che quest'attenzione è soprattutto necessaria nel progresso delle nostre azioni? - Perchè quando si avesse avuta la forza di rinunciare da principio all'attrattiva seducente del sensi o dell'amor proprio, per seguire in tutto soltanto le vedute della fede, e con intenzioni pure; se poi si dimentica di osservarsi da vicino, il godimento attuale o del piacere che si prova o dell'interesse che trova nel corso di certe azioni, viene sempre a fare nuove impressioni e il cuore s'infiacchisce a poco a poco, la natura, benché mortificata dalle prime rinunce, si risveglia e riprende il suo predominio; ben presto l'amor proprio insinua subdolamente e quasi senza che ce ne avvediamo, le sue mire interessate, mettendole al posto dei buoni motivi con cui le nostre azioni erano state incominciate: per questo avviene, non so in quanti casi, ciò che dice san Paolo, cioè che dopo di aver incominciato con lo spirito si va a finire con la carne, ossia con mire basse, terrene o interessate ( P. Caussade ) |
305 | Gv 15,4 |
306 | Sal 62,8 |
307 | Nel bene, dice il P. Desurmont, si trova nascosto un piacere, un onore, una gloria, un non so che di cui la natura è sommamente ghiotta, spesso più ghiotta che del male stesso; e l'anima non diffida abbastanza di questo pericolo. Il Signore, per la sua bontà verso di noi e per gelosia della sua gloria, si è dichiarato, per conto suo, indifferente a tutti i beni particolari e ci dice che una sola cosa gli piace, la sua volontà. Per conseguenza una cosa da nulla conforme alla sua volontà meriterà il Cielo, e anche i miracoli, operati senza di essa, resteranno senza ricompensa ( Le religieux résolu ) |
308 | Mt 11,12 |
309 | È praticamente quello che Bossuet chiama « il momento di solitudine affettuosa che bisogna a ogni costo procurarsi durante la giornata » - È quello che con tanta insistenza consigliava san Francesco di Sales sotto il nome di ritiro spirituale. - In questo esercizio del ritiro spirituale e delle giaculatorie sta la grande opera della divozione. Questo esercizio può supplire al difetto di ogni altra orazione, ma la mancanza di questo non può quasi essere riparata da nessun altro mezzo. Senza di questo non si saprebbe fare che male la vita attiva … e il lavoro non è che un impedimento » ( Introd. alla Vita divota p. 2a, c. III ) |
310 | Fa ciò che fai, cioè applicati interamente all'azione presente |
311 | Quello che Dio vuole, come lo vuole e perchè lo vuole |
312 | Fil 2,9 |