Suor Benigna Consolata Ferrero |
« Io amo tanto le anime che in me si abbandonano …
Quando riconosci che non puoi niente e che sei incapace di fare ciò che ti eri proposta di fare, invece di angustiarti inutilmente, dovresti consolarti, pensando che tocca al tuo Divino Amante riparare: Egli stesso te l'ha assicurato e promesso.
Eccita il tuo cuore a un'assoluta confidenza in Dio e sappi che sempre più progrediscono nella virtù quelle anime che, sempre diffidando di se stesse, ripongono in me tutta la loro confidenza.
Che tu senta o non senta se fai bene ciò che fai, non toglie per nulla che tu non lo faccia bene, anzi aumenta il merito.
Lascia che Iddio giudichi la tua condotta: tu anima tutte le tue azioni con la retta intenzione di far tutto per piacere a Dio, unicamente per quel santo fine e poi sta tranquilla, anche quando il demonio ti suscitasse in cuore i più desolanti pensieri di scoraggiamento.
Che hai tu da temere, quando sai che Gesù ti ama, che sei tutta sua, che Egli mai ti abbandona un istante?
Credi tu forse che il demonio abbia qualche potere sopra una anima che è tutta di Dio?
Egli potrà cimentarti finchè Dio lo permette per il bene dell'anima tua, ma non può nuocerti in nessun modo, perchè essendo tutta di Dio, Egli ti custodisce gelosamente.
La prima, la principale e la più indispensabile disposizione che io cerco in un'anima per comunicarmi a lei, è l'abbandono, perchè se ha l'abbandono ha la fede, ha la speranza, ha la carità, ha la confidenza, ha l'indifferenza.
Tutte queste virtù stanno assieme; come non si fabbrica una casa con un solo mattone, ma con tanti e poi occorre la calce, e non bastano i muri, ma occorrono le porte e le finestre, così in un'anima occorrono tanti atti di virtù.
Gesù lavora l'anima che è tanto felice di abbandonarsi una volta per sempre, interamente, a Lui.
Se vuoi farmi cosa gradita, abbandonati alla mia Provvidenza.
Il vero abbandono consiste nel rimettermi tutta la cura dell'interno e dell'esterno, e nel non più pensarvi se non quando Io stesso voglio che l'anima ci pensi, cioè per fare ciò che lo voglio da lei.
L'anima così disposta non cammina più, ma vola nella via della perfezione, perchè ciò che fa volare un'anima in quella via, è il moltiplicare gli atti di carità e l'intensificarne l'ardore.
Desidero un abbandono più completo ai miei disegni: sono tutti disegni d'amore, anche quando hanno un po' l'apparenza del rigore.
In questo completo abbandono sta l'essenza della perfezione.
Gesù vuole solo abbandono, confidenza e amore.
L'abbandono è una miniera di grazie e di virtù.
Quando l'anima si abbandona all'azione dell'amore di Dio, è al sicuro.
Se con la fede scopriamo Gesù, se con la speranza gli andiamo incontro, se con la carità ci gettiamo nelle sue braccia, con l'abbandono e con la confidenza di Lui facciamo dimora non solo sul suo Cuore, ma nel suo Cuore.
Tu devi essere a disposizione dell'Amore, come una foglia secca è in balia del vento.
Non vi è cosa più perfetta che l'abbandono assoluto alla Divina Provvidenza; non si può dimostrare un più grande amore a Dio che nell'amare e nel compiere la sua volontà, anche quando essa sembra opposta a ciò che pensiamo ci sia utile.
Tu devi abbandonarti completamente in me, come una povera cieca si abbandona con piena fiducia alla guida che si è proposta di accompagnarla.
Se anche creassi mille mondi materiali, essi non mi darebbero tanta gloria quanto un'anima che si abbandona all'Amore.
Un'anima interamente abbandonata alle soavissime disposizioni dell'Amore, è un'anima che mi rapisce il Cuore.
Quando l'anima è pieghevole alle operazioni dell'Amore, Io la lavoro: è come cera molle che prende qualunque forma.
Io sono sempre in movimento per la sua santificazione, eppure non perdo mai il mio riposo.
Abbandonati all'amore del tuo Dio, lasciati da Lui muovere, formare, non opporre la minima resistenza.
Sei dell'Amore, non ti appartieni più.
L'anima deve nutrirsi di abbandono come il corpo si nutre di pane.
Come il corpo vive di aria, così l'anima deve vivere d'amore e come il corpo viene illuminato dalla luce del sole, così l'anima deve sempre stare esposta alla luce del sole del mezzogiorno, cioè alla luce che viene dal suo dolce Gesù.
I frutti dell'abbandono sono:
1°) Una pace sempre più intima, sempre più profonda, più durevole, perchè l'anima abbandonata si fissa solo in Dio, e siccome Dio è immutabile, così essa non si turba mai.
2°) Una grande uguaglianza di spirito che facilita di molto i rapporti con il prossimo.
Un'anima abbandonata prende tutto in buona parte.
3°) Un rapido progresso nella perfezione e nell'unione più intima con Dio, perchè il tempo che altre volte avrebbe impiegato a pensare a sè, lo impiega a fare atti di carità.
4°) Una continua e amorosa presenza di Dio, perchè a guisa di un bambino che viene portato in braccio dal suo tenero papà, l'anima abbandonata fissa di tanto in tanto i suoi sguardi in Dio da cui le viene ogni bene, ogni riposo, e questo è tutto il suo ringraziamento.
Fidarsi di Dio vuol dire abbandonarsi alla cura di Dio.
Le anime che colgono tutte le occasioni di mortificarsi, giungono alla morte interiore lentamente; quelle che, oltre alle occasioni che si presentano, aggiungono altre mor-tificazioni, fanno più presto a morire interiormente, e quelle che giungono subito a questa morte interiore sono le anime che si abbandonano all'amore: essendo fedeli, l'amore le fa morire a se stesse.
Una paglia, quando cade nell'acqua, fa il cammino che fa l'acqua e se quella paglia non è fermata, va a gettarsi nel mare.
L'anima religiosa vuota di sè, è come una paglia che l'amore porta fino a perdersi nel mare della divinità, nel suo Gesù, ma non deve essere fermata.
Se tu ti fermi a pensare a te stessa, l'amore va avanti e tu resti ferma.
Soffrire e tacere, soffrire e amare, soffrire e sperare, soffrire e confidare, soffrire e abbandonarsi.
Il martirio d'amore consiste nell'abbandonarsi all'amore come un legno al fuoco, come l'oro nel crogiolo; il fuoco consuma il legno e lo riduce in cenere; il fuoco purifica l'oro e lo fa diventare splendente.
Un'anima abbandonata non può più arrestare le operazioni dell'Amore; se da se stessa, per sua infedeltà, non si toglie alla sua azione, l'Amore continua la sua opera finchè non l'abbia condotta a quel grado di perfezione che Dio vuole da lei, come il fuoco continua a consumare il legno finchè ce n'è.
Basta gettarsi nell'Amore e poi Lui fa il resto.
Il mio amore si nutre con il consumare miserie, e l'anima che ne porta di più, purchè sia con un cuore contrito e umiliato, è quella che mi piace di più, perchè mi dà più occasione di esercitare il mio ufficio di buon Salvatore.
Credere alla mia bontà, sperare nella mia bontà, amare la mia bontà, abbandonarsi alla mia bontà.
Abbandonati nelle mani di Dio come il contadino abbandona alla terra il seme che ha in essa gettato; non prenderti cura del come si operi questo cambiamento interiore; fidati di Dio e sii soddisfatta di ciò che in te avviene.
Non desiderare di sapere molte cose; ama il silenzio e il raccoglimento, trattieniti con il tuo Dio, da Lui imparerai la vera scienza che forma i santi.
Se si vuol farmi un piacere grande, è di credere al mio amore; se me lo si vuol fare più grande, è di crederci di più; se si vuol farmelo poi grandissimo, è di non mettere limiti a questa fede nel mio amore.
« Mio buon Gesù, ti abbandono il mio passato con tutte le sue miserie, il mio presente con tutte le sue fragilità e imperfezioni, e il mio avvenire con i miei più cari interessi, l'anima e l'eternità.
Mio Gesù, tutto buono e misericordioso, l'abbandonarti ogni cosa è un dirti con i fatti che mi fido di te, che mi riposo in te, che tutto spero e aspetto da te.
Gesù, siimi Gesù! ».
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