Imitazione di Cristo |
1 - In tutte le cose guarda la tua fine.
Pensa al momento in cui starai davanti al Giudice severo, al quale nulla è occulto, che non si placa con doni, che non ammette scuse, ma giudicherà secondo giustizia.
O peccatore miserrimo e insensato, che cosa risponderai a Dio, conoscitore di tutte le tue colpe, tu che talvolta temi lo sguardo di un uomo incollerito?
Perché non provvedi alle tue sorti in vista del giorno del Giudizio, quando nessuno potrà essere da altri scolpato e difeso, ma ciascuno avrà da fare per sé?
Ora la tua fatica produce i suoi frutti, le tue lacrime sono accettevoli, i tuoi gemiti trovano ascolto, il tuo dolore soddisfa Dio e purifica l'anima.
Ha già sulla terra un grande e salutare purgatorio l'uomo paziente, che quando è ingiuriato più si affligge della malizia altrui che del torto ricevuto, che volentieri prega per quelli che Io contristano e perdona dal fondo del cuore le loro offese, che non tarda a chiedere venia di quelle da lui recate; che è più facile alla compassione che all'ira, che fa spesso violenza a sé stesso e assoggetta completamente la carne allo spirito.
È molto meglio purificarsi ora dei propri peccati e recidere i vizi che attendere di espiarli nella vita futura.
Veramente noi inganniamo noi stessi con l'amore disordinato che portiamo alla nostra carne.
Che altro divorerà quel fuoco se non i tuoi peccati?
Quanto più ora sei indulgente con te stesso e accontenti la carne, tanto più duramente subirai il castigo e più ammucchierai materia da ardere.
In quelle cose in cui l'uomo più ha peccato, in esse più gravemente sarà punito.
Gli accidiosi saranno trafitti da pungoli ardenti, i golosi saranno straziati da fame e da sete spasimanti.
Gli impudichi e gli amatori dei piaceri del senso saranno immersi in pece bruciante e in fetido zolfo, e gli invidiosi urleranno di dolore come cani arrabbiati.
Non ci sarà nessun vizio che non avrà il suo proprio tormento.
I superbi saranno ricolmi di ogni confusione; gli avari saranno angustiati dalla più sordida miseria.
Sarà più atroce una sola ora di pena che non qui cento anni della più aspra penitenza.
Là per i dannati nessuna requie, nessuna consolazione, mentre qui talvolta c'è una tregua alla fatica e si gode il conforto dell'amicizia.
Sta' dunque ora pensoso e in dolore per i tuoi peccati, per essere sicuro, in compagnia dei santi, nel giorno del Giudizio.
Allora infatti « il giusto starà ritto, pieno di sicurezza in faccia a coloro che lo oppressero e che per le sue sofferenze non ebbero se non disprezzo » ( Sap 5,1 ).
Allora sederà a giudicare colui che adesso umilmente si sottomette ai giudizi degli uomini.
Allora il povero e l'umile avranno una grande fiducia e il superbo avrà da ogni parte motivi di spavento.
Allora si vedrà come sia stato saggio in questo mondo chi agli occhi dell'uomo seppe essere stolto e disprezzato per Cristo.
Allora ci tornerà cara ogni tribolazione sopportata con pazienza e « sarà chiusa la bocca a ogni iniquità » ( Sal 107,42 ).
Allora i giusti saranno nel gaudio, gli empi nella tristezza.
Allora esulterà ogni carne mortificata più che se fosse stata sempre satura di delizie.
Allora le vesti povere risplenderanno e quelle sfarzose scuriranno.
Allora si loderà più un povero capanno che un palazzo scintillante d'oro.
Allora gioverà meglio la pazienza costante che non tutta la potenza del mondo.
Allora un'obbedienza semplice sarà elevata più in alto che non tutta la scaltrezza di questo secolo.
Allora si troverà più godimento nella purezza di una buona coscienza che nella dotta filosofia.
Allora sulla bilancia avrà più peso il disprezzo delle ricchezze che ogni tesoro terreno.
Allora ti consolerà più il ricordo di una devota preghiera che di esserti assiso alla mensa più squisita.
Allora più ti compiacerai di aver mantenuto il silenzio che di aver fatto lunghe chiacchiere.
Allora varranno di più le buone opere che le molte e belle parole.
Allora, più ci allieteremo di aver condotto una vita austera e di ardua penitenza che d'aver goduto tutti i piaceri della terra.
Impara dunque ora a patire piccole pene per essere allora liberato da gravi tormenti.
Quaggiù fa' la prova di ciò che potresti soffrire di là.
Se adesso sai tollerare così poco, come potrai sostenere i supplizi eterni?
Se ora un lieve dolore ti rende così insofferente, che cosa sarebbe per te la Geenna?
Ecco la impossibilità della coesistenza di due gioie: godere i diletti di questo mondo e poi regnare con Cristo.
Se fino a quest'oggi tu fossi sempre vissuto negli onori e nelle gioie del senso, che cosa ti gioverebbe tutto ciò, se in questo istante dovessi morire?
Tutto è dunque vanità, fuorché amare Dio e a lui solo servire.
Chi difatti ama Dio con tutto il cuore non ha paura né della morte, né dei supplizi, né del giudizio, né dell'inferno, perché l'amore perfetto spiana la via sicura a Dio.
Ma chi ha ancora affezione al peccato non è strano che tema la morte e il giudizio.
Tuttavia se non basta l'amore a distoglierti dal male, è bene che dal fuoco eterno ti trattenga almeno il timore.
Chi però è poco sensibile anche al timore di Dio, non potrà perseverare nel bene e cadrà assai presto nella tagliuola del diavolo.
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