Imitazione di Cristo |
Apri, Signore, il mio cuore alla tua legge e insegnami a camminare nella strada dei tuoi comandamenti.
Concedimi di intendere la tua volontà e di ricordare con grande riverenza e con diligente considerazione i tuoi benefici sia generali che particolari, perché me ne valga a degnamente renderti grazie.
Lo so, lo confesso che nemmeno in minima parte io posso offrirti i dovuti ringraziamenti.
Sono impari a tutti i benefici che tu mi hai fatto; e se penso alla tua munificenza, il mio spirito viene meno dinanzi alla bontà tua tanto grande.
Tutto quanto abbiamo nell'anima e nel corpo, tutto quello che possediamo all'esterno e all'interno, d'ordine naturale e soprannaturale, tutto è beneficio tuo, e te proclamano benefico pietoso e buono; da te abbiamo ricevuto ogni bene.
E se uno ha ricevuto di più, altri di meno, però tutto è tuo, e senza di te neanche il più piccolo bene si può avere.
Chi ha ricevuto di più non può gloriarsi come se fosse merito suo, né erigersi sopra gli altri, ne disprezzare chi ha avuto meno, perché è maggiore e migliore chi meno attribuisce a sé ed è più umile e devoto nel ringraziare.
E chi si stima il più vile di tutti e si giudica il più indegno è nella condizione più favorevole per ricevere grazie maggiori.
Chi poi ha ricevuto meno non si deve contristare, né adontarsi, né invidiare il più ricco; ma piuttosto rivolgersi a te e lodare altissimamente la tua bontà, perché tanto generosamente, tanto paternamente e volentieri tu elargisci i tuoi doni senza distinzione di persone.
Tutto viene da te e perciò in tutto dobbiamo lodarti.
Tu sai ciò che torna utile a ciascuno e perché questi abbia di meno e quello di più; non appartiene a noi tale discernimento, ma a te, presso il quale sono ben definiti i meriti di ciascuno.
Perciò, Signore Dio, io ritengo un grande beneficio non avere molto di ciò che appare esternamente e che procura lode e gloria dagli uomini; così se qualcuno considera la sua povertà e la miseria della sua persona, non solo non senta dispiacere o tristezza o abbattimento, ma piuttosto consolazione e grande allegrezza, perché tu.
Dio, hai eletto i poveri, gli umili, i reietti di questo mondo per tuoi familiari e amici.
Ne sono stati testimoni gli stessi tuoi apostoli che « hai costituiti principi su tutta la terra » ( Sal 45,17 ).
Sono vissuti nel mondo senza lamenti, così umili e semplici, senza ombra di malizia e di inganno, che si rallegravano perfino di « soffrire ingiurie per il tuo nome » ( At 5,41 ) e abbracciavano con ardore quello che il mondo aborre.
Nulla pertanto deve allietare colui che ti ama e riconosce i tuoi benefici, come il compimento della tua volontà e delle tue eterne disposizioni su di lui.
E di ciò deve gioire e consolarsi tanto da acconsentire volentieri a essere il più piccolo, come altri aspira a essere il più grande; ed è così sereno e contento di trovarsi all'ultimo posto come se fosse al primo, accettando volentieri di vivere spregevole e trascurato, di nessun nome, di nessuna fama, come se nel mondo fosse il più onorato e il più glorificato.
Perché la tua volontà e lo zelo del tuo onore devono andare avanti a tutto e più consolarlo e piacergli che non tutti i benefici che tu gli abbia dati o sia per dargli.
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