Imitazione di Cristo

Indice

Il giorno dell'eternità

Capitolo 48

1 - Il discepolo

O dimora beatissima della Città superna!

« O chiarissimo giorno dell'eternità » ( 2 Pt 3,18 ) che la notte non oscura, ma che dalla suprema verità è sempre irradiato; giorno sempre lieto, sempre immune da affanni e che non muta mai la propria condizione nella contraria.

O, fosse già sorto quel giorno e già avessero avuto fine tutte queste vicende terrene!

Sì, già ai santi esso rifulge di perpetuo splendore, ma ai pellegrini sulla terra è dato di intravvederlo da lontano e come riflesso in uno specchio.

2 - Gli esuli figli di Eva

I cittadini del cielo sanno quanto quel giorno sia gaudioso; gli esuli figli di Eva gemono di quest'altro che è amaro e pieno di tedio.

I giorni del tempo sono brevi e tristi, colmi di dolori e di miserie.

Qui l'uomo è macchiato da molte colpe, è accerchiato da molte passioni, da molti timori, è occupato da molte sollecitudini, da molte curiosità è distratto, è impigliato in molte vanità, è avvolto da molti errori, è oppresso da molte fatiche, è infrollito dai piaceri, è crucciato dall'indigenza.

3 - Quando sarai per me tutto in tutto?

Quando verrà la fine di tutti questi mali?

Quando sarò libero dalla miserabile servitù dei vizi?

Quando, Signore, mi ricorderò solo di te?

Quando sarò pienamente felice in te?

Quando sarò in vera libertà, senza impacci, senza alcun gravame di spirito e di corpo?

Quando godrò una pace solida, una pace sicura, imperturbabile, una pace interiore ed esteriore, una pace per ogni verso stabile?

O Gesù buono, quando mi inebrierò nella visione del tuo volto?

Quando contemplerò la gloria del tuo regno?

Quando sarai per me tutto in tutto?

Quando sarò con te nel tuo regno che « hai preparato per i tuoi eletti fin dalla creazione del mondo? » ( Mt 25,34 ).

Io sono povero, esule e abbandonato in terra nemica, dove la guerra è quotidiana e tremendi gli infortuni.

4 - Lotto con me stesso

Consola il mio esilio, attenua il mio dolore, perché con tutto il mio desiderio sospiro a te.

Mi è tutto di peso ciò che questo mondo offre come sollievo.

Bramo di goderti intimamente, ma non posso giungere a tanto.

Vorrei elevarmi alle cose celesti, ma le cose temporali e le passioni disordinate mi deprimono.

Con la mente vorrei stare sopra tutte le cose, ma dalla carne sono costretto, mio malgrado, a soggiacervi.

Così io, uomo infelice, lotto con me stesso e « a me stesso sono di peso » ( Gb 7,20 ); mentre lo spirito cerca di salire in alto, la carne mi trascina in basso.

5 - Non ti allontanare da me

Oh, quanto soffro ulteriormente quando con la mente medito le cose celesti e subito, mentre prego, sopraggiunge una folla di immagini sensuali!

O mio Dio, « non ti allontanare da me » ( Sal 71,12 ) e « non scostare con collera il tuo servo » ( Sal 26,9 ).

« Fa' scoppiare le tue folgori e disperdile, scocca le tue frecce e scompiglia » ( Sal 144,6 ) tutti i fantasmi del nemico.

Raccogli i miei sensi in te, fammi dimentico di tutte le cose mondane, dammi di scacciare subito e di disprezzare le attrattive dei vizi.

Soccorrimi, eterna Verità, perché nessuna vanità mi seduca.

Vieni, celeste dolcezza, e al tuo cospetto fugga ogni impurità.

Perdonami e con misericordia siimi indulgente ogni volta che nella preghiera penso ad altro che a te.

Confesso infatti sinceramente che mi sono abituato a essere molto distratto.

Parecchie volte non so dove mi trovo fisicamente, se in piedi o seduto, bensì dove i miei pensieri mi portano.

Sono là dov'è il mio pensiero.

Frequentemente il mio pensiero è là dove è l'oggetto che amo.

Ciò che naturalmente mi diletta o per abitudine mi piace, mi appare subito alla mente.

6 - Dov'è il tuo tesoro è anche il tuo cuore

Perciò tu, Verità, hai chiaramente detto: « Dov'è il tuo tesoro, là sarà pure il tuo cuore» ( Mt 6,21 ).

Se amo il cielo, penso volentieri alle cose celesti.

Se amo il mondo, mi compiaccio delle delizie mondane e mi rammarico delle avversità.

Se amo la carne, spesso fantastico sulle cose che si riferiscono alla carne.

Se amo lo spirito, mi rallegro pensando alle cose spirituali.

Volentieri parlo delle cose che amo e le ascolto; volentieri riporto con me a casa il loro ricordo.

Beato l'uomo che per amore di te, Signore, da commiato a tutte le creature perché se ne vadano, che fa violenza alla natura e col fervore dello spirito crocifigge le concupiscenze dei sensi, perché, con una coscienza fatta serena, ti offra un'orazione pura e sia degno di associarsi agli angelici cori, avendo allontanato da sé, fuori e dentro, tutte le cose terrene.

Indice