La storia della Chiesa |
1. Uno sguardo generale alla storia della Chiesa nell'antichità da Costantino il Grande in poi ci mostra un progressivo processo di unificazione: sorse la Chiesa dell'Impero.
Nella Chiesa occidentale questo sviluppo fu accompagnato dal crescere dell'autorità della cristianità romana e del suo vescovo, il Papa ( questa crescita si può studiare con particolare chiarezza nei Papi Leone I e Gelasio [ § 24 ] ).
Questa convergenza all'unità presentava ancora molte lacune, ma fu provvidenziale.
Senza di essa la Chiesa non avrebbe potuto compiere la sua missione nel Medioevo.
Il lavoro fu pericolosamente interrotto dalle invasioni: dopo la rovina dell'antico Impero romano unico e universale, la Chiesa non si trovò di fronte una nuova struttura, ma tutta una serie di stadi geometrici, divisi tra loro e autonomi, d'estensione poco stabile e di incerta coesione interna, i quali per di più erano ariani o pagani.
2. L'inizio del Medioevo offriva così delle condizioni sfavorevoli a una evangelizzazione unitaria.
Prima di poter svolgere il suo programma la Chiesa doveva riunire intorno a sé quei popoli.
Questo lavoro occupa pertanto i primi secoli dopo la migrazione dei popoli: la prima epoca del Medioevo.
È il periodo della fondazione: elementare penetrazione ecclesiastica di nuovi popoli germanici stabilitisi sul suolo dell'Impero romano.
Quest'epoca s'inoltra in parte fino nelI'VIII secolo: L'epoca dei Merovingi.
Questa fondazione non va affatto immaginata come un piano elaborato in grande stile, per esempio, dai vescovi romani.
Lo impediva loro oltre tutto l'insufficiente conoscenza delle necessità e delle possibilità ecclesiastiche dei lontani popoli germanici ( § 37 ).
Sorprende il fatto però, che la coscienza missionaria del Papato spingesse ad agire i singoli vescovi romani, anche nel mezzo delle loro necessità politiche ed ecclesiastico-politiche, in modo da collaborare, ricevendo e dando, alla faticosa creazione di una nuova futura unità occidentale.
3. La seconda epoca comincia quando il Papa, come « supremo vigilatore » strinse alleanza nella Chiesa occidentale con la potenza secolare più importante d'Occidente, i Franchi, e quando al Papato, quale rappresentante della Chiesa universale, si associò il nuovo Impero occidentale come rappresentante dei popoli germanici ( metà del secolo VIII e 800: Pipino, Carlo Magno ).
Dapprima è il potere politico ( in particolare l'Impero franco-tedesco ) che predomina nei confronti del Papato: il primo Medioevo ( circa 750-1050 ).
Questo si svolge in periodi separati da un caotico periodo di transizione ( il « saeculum obscurum », fine del IX secolo sino a metà del X ):
1) l'epoca della civiltà carolingia;
2) l'età degli Ottoni ( == l'impero « tedesco » ).
L'una e l'altra volta uno dei presupposti per la possibilità e il significato di questo predominio del potere politico è l'idea riconosciuta, anzi promossa131 dalla Chiesa della dignità sacrale del ré, più tardi imperatore franco e poi tedesco, i quali assieme al supremo Sacerdozio hanno il compito di guidare la Chiesa.
Perciò in quest'epoca ( fino a Canossa ) il predominio dell'imperatore va sempre inteso sullo sfondo di un « dualismo » di potere della Chiesa ( Papa e Imperatore; « Sacro Impero » ).
Questo « dualismo » è qualcosa di molto dinamico; è da intendersi molto anche come concorrenza.
Ciascuno dei due poteri cerca di sfruttare l'altro a proprio vantaggio e di realizzare una preponderanza imperiale o papale.
In questa epoca di effettiva superiorità imperiale proprio la creazione della dignità sacrale dell'imperatore per esempio e l'idea della translatio imperii rappresentano un mezzo per i Papi per subordinare all'autorità religiosa ( principatus sacerdotium ) il potere ancora autonomo del ré o dell'imperatore.
Quest'ultimo dal canto suo anela all'intera giurisdizione, come « rappresentante di Dio » ( Vicarius Dei ) di fronte al quale il Papa dovrebbe essere solo vescovo « in seconda linea ».
Il motivo immediato del predominio imperiale poggia semplicemente sul fatto che l'imperatore possiede la spada, e che si tratta, entrambe le volte, di periodi di fondazione di una realtà politica organizzata e concretizzata anche su un piano esteriore.
In tali periodi però è la potenza esterna quella inizialmente decisiva.
La Chiesa, dai tempi della prima evangelizzazione e più ancora dall'alleanza del Papato coi Carolingi, si sostenne al braccio secolare; da esso voleva sicurezza economica e politica.
La protezione accordata dal detentore del potere politico fu interpretata a sua volta come dipendenza della gerarchia da lui usata quale strumento, riconosciuta come un diritto da parte della Chiesa.
Però, una volta assicurata nella sua esistenza, la gerarchia avanzerà le sue pretese ( esplicitamente e conseguentemente ); quest'atteggiamento porta all'epoca seguente.
4. La terza epoca ha effettivamente inizio quando il Papato, con la riforma di Cluny e di Gregorio VII, pone in primo piano nuovi punti di vista circa il rapporto dei due poteri, radicalizza e avanza pretese primaziali già preparate ( Leone I, Gelasio I, « donazione di Costantino » ) e in questa forma più acuta inizia la lotta per la libertà e il predominio.
Esce vittorioso da questa lotta e difende poi la sua posizione con una duplice lotta contro l'impero degli Hohenstaufen:
1) l'epoca dell'egemonia del Papato nei confronti dell'Impero ( secoli XI-XII );
2) Papa e Chiesa come potenza predominante nell'Occidente cristiano ( secolo XIII ): l'alto Medioevo.
Questa evoluzione è caratterizzata da una progressiva clericalizzazione della Chiesa e da una corrispondente, funesta repressione dell'elemento laico: sia nell'importante processo di dissacrazione del « Sacro » Impero e della sua dignità imperiale, come pure di gran parte della cultura.
Qui si effettuò in forma acuta un turbamento dell'equilibrio e una pericolosa mescolanza delle due sfere ad opera del Papato, mentre invece il potere temporale era insoddisfatto della piega presa dalla sua autonomia ed evoluzione.
Fu un'esagerazione questa che provocò l'indebolimento di entrambe le parti della passata « alleanza » in seno alla Chiesa e, come è già stato detto, per un'ostile separazione dei due settori: la quarta epoca.
5. Questa quarta epoca è caratterizzata:
1) dalla scomparsa del Papato nella sua particolare forma medioevale e dalla dissoluzione dei fondamentali atteggiamenti culturali specificamente medievali;
2) è il tempo della fondazione delle moderne potenze nazionali e di nuovi, più laici atteggiamenti spirituali, come pure dell'assalto di quelle forze contro il Papato: il tardo Medioevo ( XIV e XV secolo ).
6. Il termine « Medioevo » è il prodotto di una presuntuosa autovalorizzazione da parte degli umanisti; originariamente voleva caratterizzare il periodo fra l'Antichità classica e la sua rinascita ( Rinascimento ) come una parentesi priva di civiltà.
Di qui deriva l'espressione « oscuro Medioevo ».132
Esso stesso si pensò in prima linea come « civitas Dei » oppure « or bis christianus ».
Oggi tutti sanno che il Medioevo ha sviluppato in tutti i campi delle forze culturali di primo piano, e ha prodotto delle opere di valore perenne.
Inoltre, senza Medioevo non ci sarebbe stato Rinascimento che, specialmente nel tempo passato, gli fu spesso contrapposto come superiore, e sarebbe stato appena possibile avere veramente accesso all'Antichità; senza Medioevo l'umanità moderna sarebbe doppiamente povera.
Per quanto anche il Rinascimento si distingua nettamente dal carattere proprio del Medioevo e abbia una fisionomia tutta propria e autonoma, alcune delle sue radici affondano tanto nel Medioevo che esso può venir compreso del tutto soltanto se si prendono in considerazione come essenziali queste forze alimentatrici.
Molti elementi della liturgia, della filosofia, della teologia, del diritto canonico, delle forme di amministrazione e dell'arte che nel Rinascimento si svilupparono, crescono dalla cultura monastica medievale.
Indice |
131 | Questo succede nonostante radici antiche e germaniche, che alimentano anche la concezione del « per grazia di Dio » dei principi cristiani. |
132 | Nella Storia della Chiesa lo attribuiamo, a ragione, al IX e X secolo, il « saeculum obscurum » specialmente in Italia. |