La storia della Chiesa |
1. All'inizio delI'VIII secolo la fondazione dell'Occidente cristiano non era ancora affatto assicurata:
a) non lo era dal lato ecclesiastico-cristiano; proprio in questo settore infatti, comparvero allora nel continente fenomeni molto gravi di debolezza ( vedi sotto ); i pagani della Frisia e della Sassonia si spinsero minacciosi verso Ovest; le Chiese nazionali autonome favorirono più che altro uno sviluppo particolaristico;
b) non lo era dal lato della costellazione politica: essa era ben lontana da un sicuro equilibrio.
Da una parte una potenza politica mondiale minacciava l'esistenza del Cristianesimo, dall'altra era in gioco la sua unità.
Centri di pericolo erano: l'Islam, la politica antipapale di Bisanzio ( l'imperatore Leone, iconoclasta, § 39 ), la lotta reciproca delle forze politiche all'interno del regno dei Franchi e le sue contese coi principati di confine; le pretese dei Longobardi su Roma e sull'Italia.
Nel regno dei Franchi la situazione si stabilizzò dopo la vittoria sugli Arabi ( Poitiers 732 ) riportata da Carlo Martello con l'aiuto della nobiltà, compreso l'episcopato.
Questi nobili tuttavia ricevettero scarsa ricompensa con l'assegnazione di beni ecclesiastici.
La Chiesa territoriale franca fu vincolata ancora più saldamente allo status politico del regno.
2. La domanda - che, retrospettivamente, siamo in grado di formulare - è se e come il regno franco potesse diventare il centro di integrazione di una unità occidentale.
La Chiesa territoriale franca era troppo isolata, per giungere a questo; soltanto una integrazione ecclesiastica totale poteva rendere tangibile l'unità.
L'aver preparato ciò è appunto il merito di san Bonifacio.
Egli avvicinò talmente le due realtà « Papato » e « Regno dei Franchi », le quali avevano l'una dell'altra soltanto delle idee poco chiare, che sorse la possibilità di un'alleanza veramente solida.
Furono poi gli sviluppi politici che realizzarono questa possibilità.
È vero che, quando Papa Gregorio III nell'anno 739 si rivolse, per la prima volta, a Carlo Martello, chiedendogli protezione, il maggiordomo alleato coi Longobardi, si rifiutò.
Ma con la vera intesa tra Papa Stefano II e rè Pipino nel 753-54 venne « uno dei momenti più grandi della storia universale; da questo istante lo stato guerriero clericale, che è alla base di tutta l'evoluzione europea » ( Ranke ), è già formato.
3. I missionari benedettini della Chiesa anglosassone comparvero, tenendo in mano alta la croce e predicando, prima di tutto tra i Frisoni ( costa del Mare del Nord, dal Belgio fino al Weser ).
Il rigido senso d'indipendenza proprio di questo popolo, costituì per lungo tempo un ostacolo alla cristianizzazione.
Dopo gli sforzi, dimostratisi inutili, compiuti da Vilfrido ( + 709 ), vescovo di York, e da altri, nel 689 sbarcò in questa terra Villibrordo ( + 739 ), un discepolo di Vilfrido, con 11 compagni.
Egli lavorò, d'intesa con il maggiordomo franco Pipino, che andò personalmente a visitare, e in collegamento col Papa.
Due volte si recò a Roma.
Nel secondo viaggio nel 695 fu consacrato arcivescovo da Papa Sergio ( 687-701 ).
Stabilì la sua sede a Utrecht ( su indicazion e di Pipino ).
Nel 698 santa Irminia ( nobile franca? ) gli donò un possedimento sul quale egli fondò il monastero di Echternach ( nell'odierno principato del Lussemburgo ).
Egli ne fece un vivaio di missioni.
Echternach divenne, in certo qual modo, il punto di partenza per la cristianizzazione definitiva dell'odierna Germania.
Con tutta probabilità, infatti, è di là che nel 719 Villibrordo inviò Bonifacio verso Est, quando questi si rifiutò di lavorare sempre nella missione tra i Frisoni.
E colà Villibrordo, « l'apostolo della Frisia », fu anche sepolto, dopo una vita ricca di lavoro e di successi.
Echternach nei secoli successivi si sviluppò diventando un centro importantissimo di religione e di cultura cristiana ( produzione di libri ) e per vari secoli fu anche un'importante abbazia dell'Impero.
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