La storia della Chiesa |
1. Il risultato del conflitto fu senz'altro un successo cattolico.
Tuttavia non è ancora detto che si possa parlare di una vittoria semplicemente cattolica.
La reazione cattolica, in parte per necessità imposta dalla lotta e in parte anche per insufficiente apertura interiore, si era troppo ridotta a pura difesa.
Questo fattore negativo avrebbe fatto sentire, ancora nel secolo XX, la sua influenza pregiudizievole nella posizione dei cattolici tedeschi.
Comunque, in campo legislativo, il colpo era stato in gran parte parato.
È necessario chiarire un po' più esaurientemente il significato di questo accadimento.
In effetti, esso va al di là di una difesa di fronte a un attacco pericoloso e al di là dell'acquisita libertà d'azione.
Il suo significato va anche oltre la forte crescita della coscienza cattolica e supera tutti gli effetti, tanto importanti, prodotti in seno al cattolicesimo in genere ( v. sotto ).
Il significato è da ricercarsi soprattutto nella profonda trasformazione spirituale: i successi riportati dai cattolici hanno creato, così negli anni trenta come negli anni settanta, il senso dell'invincibilità di un'idea religiosa e, più precisamente, cattolica, sostenuta con coerenza e sacrificio, dell'invincibilità, in ultima analisi, di un'intima convinzione che comprende, come elemento essenziale, una forza spirituale esterna, oggettivamente riconoscibile e attiva, cioè il papato.
Il valore religioso di un'autorità spirituale, il valore sia religioso sia personale di una confessione che scaturisce essenzialmente dal riconoscimento di verità oggettive si impose alla coscienza di vasti circoli intellettuali moderni.
La vittoriosa resistenza del cattolicesimo tedesco, politicamente organizzato contro il liberalismo, fu una battaglia in difesa della sintesi cattolica contro lo spiritualismo illuminato: interiorità-esteriorità; personalità-comunità ( autorità ) contro il soggettivismo.
Inoltre, poiché gli attacchi del governo erano rivolti più o meno direttamente anche contro il papato, lo stesso governo prussiano ( e gli uomini politici che ne seguivano l'esempio ) contribuì efficacemente a far apparire ai cattolici il papato come l'ultimo baluardo della libertà.
Inoltre, lo stringersi dei fedeli attorno ai loro vescovi per la difesa dei diritti della Chiesa universale permise ai cattolici tedeschi di rinvigorire la coscienza dell'unità della Chiesa e della loro unione con Roma: ciò che rafforzò una volta di più il prestigio della forza spirituale e unitaria del papato.
2. La lotta per quella totalità esprimentesi in una grande sintesi acquisiva ora ben altro senso rispetto a quello avuto prima della rivoluzione francese o, meglio, tale senso si radicò ben diversamente nelle coscienze: poiché
a) l'obbedienza del cattolico era ora libera da ogni sudditanza « politica » nei confronti dei prìncipi-vescovi; il vincolo religioso-spirituale si manifestò con maggiore evidenza;
b) il soggettivismo, in forma radicale e fuso con l'idea democratica, era penetrato in larghi strati sociali, servendosi dei mezzi dello Stato: in questo caso però non era riuscito ad imporsi.
3. In un'altra prospettiva si assiste ad una vittoriosa presentazione della peculiarità della sfera ecclesiastico-religiosa, la quale ha sue proprie leggi e non è quindi soggetta allo Stato; difesa insomma di quell'idea su cui soltanto - dopo la rivoluzione francese e la secolarizzazione - era possibile ricostruire la Chiesa, ormai spogliata della sua potenza politica, idea che costituisce anche oggi la base di ogni suo prevedibile ulteriore sviluppo.
Fu un confronto di princìpi decisivo fra la Chiesa e lo Stato, cosa che spesso si è verificata nel corso della storia240 e che è sempre stato condotto con i medesimi o, per lo meno, simili mezzi: il tentativo, da parte dello Stato, di staccare la Chiesa di un paese da Roma241 o per lo meno d'isolarla nell'organizzazione, frapponendo difficoltà nel reclutamento dei sacerdoti, tentando di creare ostacoli nel rapporto tra il clero e il popolo, formando gruppi nazionalistici fra il clero, soffocando eventuali espressioni spontanee di vita della Chiesa, gravando la Chiesa finanziariamente, insidiando la buona fama di cui godevano il clero e la gerarchia e infine anche perseguitando direttamente i capi della Chiesa.
Il Kulturkampf fu, considerata la situazione del tempo ( quindi sempre al di fuori di una dittatura ), un paradigma della lotta contro la Chiesa nello Stato « post-cristiano » della civiltà moderna.
4. Uno dei risultati esteriori del Kulturkampf fu che le due confessioni, ciascuna per parte propria, organizzarono con maggior vigore e varietà le loro energie: da parte protestante nel 1866 venne fondata la Lega Evangelica, la quale però ( come l'associazione Gustavo Adolfo [ Gustav-Adolf-Verein ], fondata nel 1843 ), in concomitanza con tendenze antiprotestanti ( Baviera ), era ispirata a battaglieri e assai accentuati sentimenti anticattolici.
Da parte cattolica compare un gran numero di piccole e grandi associazioni ecclesiastiche, per le più diverse classi sociali.
Senza voler attribuire a queste associazioni una particolare sensibilità per i valori evangelico-protestanti, si può tuttavia affermare - ed è importante farlo - che associazioni antiprotestanti, direttamente ostili, da parte cattolica non ce ne furono; ci furono invece dei gruppi integralisti poco illuminati.
Per la grande maggioranza delle associazioni cattoliche era tipico il fatto di non avere scopi dichiaratamente religiosi, ma per il raggiungimento dei quali furono usati essenzialmente i mezzi propri della cura di anime ( vedi associazioni di artigiani, per esempio § 116, II ).
Lo scopo sociale era soprattutto di portata cattolica ( per esempio, difesa della cultura, del libro cattolico, dello studente cattolico, del « popolo » cattolico: Gorresgesellschaft [ 1876 ], Korromàusverein [ 1844 ], associazioni studentesche, Volksverein fùr das katholische Deutschland [ 1890 ], unioni di lavoratori ).
Il lavoro compiuto fu enorme e indispensabile.
Tuttavia non si può dire che qualcuna di queste associazioni abbia ottenuto delle realizzazioni di primo piano, tali cioè da influenzare radicalmente, in senso cattolico, la loro epoca.
Fu però preparato il terreno per una rinascita.
Purtroppo non si può negare che anche quest'attività cattolica, così importante per lo Stato e per la Chiesa, abbia assunto un atteggiamento spiccatamente difensivo, con la conseguenza quindi di un eccessivo rinchiudersi in se stesso.
Il suo superamento a partire dalla fine del secolo fu sentito come un compito e in tutti i paesi si è tentato di assolverlo in modi diversi.
5. Per la critica del liberalismo che tanto volentieri si presentò come il baluardo della libertà dello spirito, i soprusi accennati e, segnatamente, le leggi eccezionali del Kulturkampf sono straordinariamente eloquenti: essa porta ad inficiarlo, anzi a confutare l'idea liberale.
In effetti, il liberalismo con il suo programma, dettato da un incontrollato soggettivismo e quindi da un'illimitata libertà, era giunto piano piano a coartare proprio la libertà stessa; e infine si era visto costretto a condannare espressamente i propri princìpi: con la legge del 18 giugno 1875 si sopprimevano infatti i paragrafi della Costituzione ( soprattutto il § 15 ), che garantivano la libertà di religione; e furono proprio i liberali a mettervi mano.
Indice |
240 | Nel XX secolo interessa, specialmente in Germania, entrambe le confessioni cristiane, limitate, l'una e l'altra, a mezzi religiosi. |
241 | Nei paesi comunisti europei e asiatici si è ripetuto recentemente, in forme diverse, lo stesso tentativo. Nella zona della Germania, sotto occupazione russa, il regime comunista cerca di sconvolgere la chiesa evangelica attraverso la divisione interna. |